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STORIA, COSTUME, CULTURA E SOCIETA' (c)

venerdì 30 giugno 2017

ARTE: IL 2 LUGLIO, CRAIA E SERAFINI A CANDELARA



2 luglio: una serata d’Arte a Candelara

La Pro Loco di Candelara ha il piacere di invitare la cittadinanza e gli appassionati d’arte domenica 2 luglio 2017 alle ore 21.15 - presso il giardino dell’ex-chiesa di San Francesco all'interno del Castello di Candelara - ad un doppio evento che animerà il magico borgo quattrocentesco. 
Il primo momento vede l’inaugurazione del piatto in ceramica policroma (del diametro di 70 cm) donato al paese dal Maestro maceratese Silvio Craia. 
La ceramica sarà collocata stabilmente sulla parete esterna prospiciente il giardino esterno alla Sala del Capitano.
Silvio Craia nasce a Corridonia (MC) il 28 febbraio 1937. Frequenta l’Istituto d’Arte di Macerata. È considerato uno degli artisti più significativi della ricerca astratta delle Marche. È un artista che coniuga in sé le istanze ardite delle avanguardie creative della Pop Art, della Neo figurazione, della Land Art e dell’arte Concettuale con quelle della sperimentazione fantastica. Il piatto donato alla comunità di Candelara è un inno al tricolore italiano che si caratterizza per la freschezza e gestualità del colore; il critico Daniele Taddei a proposito afferma: “… pochi segni, leggere tracce, graffi sinuosi come a raccontare una veduta, un paesaggio, il nostro paesaggio che è stato sempre fonte delle sue ispirazioni”.
A questa inaugurazione ne seguirà una seconda, quella della Mostra monografica dedicata all’Artista Leonardo Serafini, terzo appuntamento del “CandelarArte festival”; evento curato da Lorenzo Fattori e che sarà introdotto da Daniele Taddei.
Leonardo Serafini nasce negli anni Sessanta, in un clima di contestazione sociale che forgerà il suo carattere; è un uomo introverso che riesce ad esprimere i suoi sentimenti attraverso le sue pitture. Ha sempre dimostrato una propensione per la pittura anche se ha iniziato a dipingere ed esporre nell'anno 2012, a seguito della morte del padre al quale era molto legato. Il suo linguaggio è di matrice informale, quella che si sviluppa nel Dopoguerra, dove la sofferenza, il malessere, l’insoddisfazione, prendono il sopravvento e guidano nella stesura sulla tela dei propri sentimenti. Nei suoi primi lavori si evince questo stato d’animo mediante i colori: il bianco ed il nero più volte si incontrano e combattono al pari dei momenti della vita dove coesistono il bene ed il male; sono tutti quegli opposti che, nostro malgrado, accompagnano la nostra esistenza. 
La mostra “LOCUS: visioni utopiche della città” di Candelara è dedicata allo studio delle “città oniriche”, ultimo ciclo pittorico affrontato da Serafini; sono esposti quadri dell’inizio di questo percorso e degli altri nuovi realizzati per questa occasione. Il tema dello studio della città è ben radicato nella nostra cultura italica ed in particolare in quella di noi marchigiani. Nel nostro territorio c’è la città di Urbino dove, in epoca rinascimentale, è stato sviluppato il tema della “città ideale”: un insediamento urbano - progettato o solo immaginato - il cui disegno urbanistico riflette, secondo uno schema prevalentemente geometrico, criteri e principi astratti di razionalità, caratteri che spesso si accompagnano ad una tensione ideale e filosofica o ad una forte carica utopica. Ad Urbino il tema della “città ideale” è riassunto - come dice Baldassare Castiglione - in una «città in forma di palazzo» progettata da Francesco Laurana per il duca Federico da Montefeltro. 
Serafini, con la sua poetica pittorica, compie un viaggio introspettivo alla ricerca dei valori morali intrinsechi della propria società, che sono esplicitati nello studio formale dei luoghi in cui la popolazione abita; ecco allora che raffigura queste città, cercando di coglierne le forme essenziali, che sono il cerchio, il quadrato, il rettangolo ed il trapezio, abilmente combinati a ricostruire le complesse architetture del paesaggio urbano contemporaneo. Il risultato è una visione onirica in cui tutto è sintetizzato e razionalizzato. La meta ultima di questa ricerca vede Serafini andare oltre alla reinterpretazione della visione delle città: esse sembrano ormai essere visioni utopiche di un mondo perfetto, immaginato e sperato.
Tecnicamente Serafini predilige supporti in tela dai grandi formati, utilizza colori ad olio, acrilici, stucchi, stesi con spatole e grandi pennelli. Ama anche l’utilizzo dell’oro.
L’esposizione candelarese si compone al piano terra delle grandi tele che emozioneranno il visitatore per la grande forza cromatica della superficie pittorica, mentre nella più piccola sala dell’orologio, al primo piano, è esposto il tesoro di Serafini, le così dette “carte”. Si tratta di opere realizzate su carta fabbricata a mano, prodotta dallo stesso artista attraverso un lungo procedimento; la loro bellezza è data dall’imperfezione dovuta all’artigianalità: nessun foglio può essere uguale all’altro. Già queste carte sarebbero un’opera d’arte ma sono ulteriormente arricchite dal successivo intervento pittorico che valorizza la materica del foglio utilizzato (liscio, scabro o irregolare). 
La Mostra rimarrà allestita presso la Sala del Capitano di Candelara fino a domenica 30 luglio 2017 con il seguente orario di apertura:
·         venerdì, sabato e domenica dalle ore 21 alle 23.
Sarà possibile richiedere visite per singoli o gruppi anche in altri orari contattando il curatore della mostra o la Pro Loco.

Eventi collaterali alla Mostra: domenica 23 luglio, ore 21 “Il cimitero: …da luogo dell’oblio a luogo di memoria e arte” visita guidata al Cimitero di Candelara a cura di Alberto Roscetti e conferenza di Valentina D’Aloia con letture tratte dall’antologia “Spoon River” a cura dell’associazione teatrale “Ass. Skenexodia”

Lorenzo Fattori
(curatore “CandelarArte”)



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PAROLA AI LIBRI NEI BORGHI D'ABRUZZO

Dalla scrittrice Vittorina Castellano, abbiamo appreso di una bella iniziativa maturata nel contesto dell'Associazione Culturale Teatranti d'Abruzzo di cui è ispiratrice e Presidente.

Parola ai Libri nei Borghi d'Abruzzo

E' un récital con attori e scrittori che daranno voce alle storie della narrativa e della poesia contemporanee da tenersi nei Borghi d’Abruzzo come “medium” per valorizzare e promuovere il patrimonio culturale e artistico, le emergenze monumentali e l’identità del territorio abruzzese.
Un'idea concreta che, itinerando per la bella terra d'Abruzzo, porterà in deliziose cornici, il soffio vitale della Cultura e dell'Arte.
Ecco il calendario degli eventi, che inizieranno da Sulmona il 5 Luglio con 'Il Cenacolo Michettiano':  Roccamorice (il 9 Luglio), San Valentino (il 16 Luglio), Rocca San Giovanni (30 Luglio), Sant'Eufemia (il 2 Agosto), Manoppello (il 4 Agosto), Roccascalegna (il 6 Agosto),  Roccacaramanico (il 17 Agosto), Santa Maria d'Arabona (il 18 Agosto), Catignano (il 21 Agosto), Caramanico (il 23 Agosto).



A beneficio dei nostri Lettori, ecco un breve profilo dell'Artista.
Vittorina Castellano, è nata a Montesilvano, vive a Pescara. Docente di Scienze Naturali, già Presidente dell’Accademia Kronos, è fondatrice e Presidente dell’Associazione Culturale Teatranti d’Abruzzo. Commediografa, attrice e regista, ha scritto e messo in scena numerose commedie. 
Ha pubblicato i libri “Un po’ d’Abruzzo nel cuore”, “Lu ponte de Pescare” e “Niente è come sembra”. 
Le sono stati conferiti numerosi premi tra i quali: Città di Cattolica - Pegasus Literary Awards, Macroproblemi Club Roma, Fondazione Veronesi di Milano, Giulio Natta Politecnico di Milano, Luigi Dommarco di Ortona, Golden Selection di San Marino, Medaglia del Comune di Roma alla carriera e Premio Europeo scrittori delle Associazioni culturali Club Roma e L'Età Verde, Premio alla Cultura Internazionale al World Literary Prize di Parigi. (fonte: Pegasus Edition)




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ELISABETTA PICCIRILLO ALLA KERMESSE 'INFESTARTE' A PAULILATINO






La brava e poliedrica Artista ELISABETTA PICCIRILLO sarà presente domani a INFESTARTE, nella bella terra di Sardegna, nella duplice veste di Artista e di rappresentante della Fondazione Michele Cea.
La gioia di Elisabetta è sintetizzata in questa sua frase "... il mio "Tramonto dal Sinis" è finalmente tornato a casa" !
Come sempre, Arte e Cultura, gettano ponti e uniscono !  
All'Artista ed a tutti gli altri suoi Colleghi che - con passione e amore per l'Arte - presenteranno le loro opere, i nostri complimenti vivissimi!
Blog

(dal quotidiano l'Unione Sarda, riprendiamo e pubblichiamo integralmente) ---> 

"InfestArte", arte e cultura sbarcano a Paulilatino




una via del centro storico di paulilatino





Arte e cultura in primo piano a Paulilatino nel fine settimana grazie a un'iniziativa del Comune.
Dal 30 giugno al 2 luglio il centro storico del borgo del Guilcier ospiterà infatti la prima edizione di "InfestArte", una collettiva di arte contemporanea.
La kermesse vedrà la partecipazione di artisti, di fama internazionale, provenienti da diverse parti dell'Isola.
Saranno tre giornate intense che si apriranno venerdì 30 giugno alle 18 con l'inaugurazione della biblioteca comunale "Don Peppino Murtas" e il vernissage delle residenze d'artista.
Numerose dimore storiche apriranno le loro porte per ospitare pittura e scultura, libri e teatro, installazioni, fotografia e ceramiche.
All'interno della manifestazione saranno presenti l'allestimento sulla rappresentazione della donna, con la partecipazione di molti artisti da tutta l'Isola (i nomi, sul sito di Paulilatino o sulla pagina Facebook).
Venerdì, dopo l'inaugurazione della nuova sede della biblioteca, si prosegue con una serata musicale a cura dell'organettista Alessandro Oppo.
Il primo luglio, alle 21,30 sarà proposto lo spettacolo "Storia di un uomo magro", liberamente tratto da "Il forno e la sirena" di Giacomo Mameli, di e con Paolo Floris.
Il 2 luglio, alle 19, il saggio finale della Scuola civica di musica intercomunale "G. Cartocci".
Grazie alla collaborazione della Pro loco sarà inoltre possibile degustare prodotti tipici dell'enogastronomia paulese.
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(nella foto: una via del centro storico di Paulilatino)
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mercoledì 28 giugno 2017

ARTE RAFFINATA A CANDELARA



La Pro Loco di Candelara ha il piacere di invitare la cittadinanza e gli appassionati d’arte alla conferenza del giornalista Paolo Montanari dal titolo “Caravaggio fra il classicismo e la modernità: il cinema nasce nel Seicento” che si terrà mercoledì 28 giugno 2017, alle ore 21.15, presso il giardino dell’ex-chiesa di San Francesco nel borgo di Candelara. 
In caso di maltempo la conferenza si terrà presso la Sala del Capitano.
Con il presente incontro si conclude la mostra “Expo Candelara”. 
Il relatore Paolo Montanari racconta Caravaggio, pittore tra il classicismo e la modernità, primo esempio di regia nel cinema. Il tema è sempre molto affascinante non solo per la descrizione di un personaggio irrequieto e popolare ma, soprattutto, per la grandezza della sua opera, che attraversa tre stagioni: il periodo giovanile con le nature morte, il periodo romano con le opere della maturità ed infine il periodo napoletano e maltese, dove il Caravaggio arriva ad una forte sorte drammaturgica.
La riscoperta, nella metà del ventesimo secolo, di Michelangelo Merisi da Caravaggio è stata accolta come una rivelazione nel campo dell’arte moderna. 
Dobbiamo a Roberto Longhi questa riscoperta, anche se in realtà, come ha affermato Vittorio Sgarbi, Caravaggio è il pittore più contemporaneo della storia dell’arte, a differenza dell’altro illustre Michelangelo, Buonarroti, artista immerso nella sua epoca, di transizione soprattutto religiosa con l’avvento della Controriforma. La conferenza di Montanari si prefigge, con tutta modestia, di entrare da una porticina stretta nel mondo immenso e turbolento di un genio dell’arte. Caravaggio interpreta la pittura con la consapevolezza di un visionario e con la sua interpretazione della tecnica del chiaroscuro e dei suoi giochi di luce. Caravaggio ha anticipato l’uso della luce usata oggi per gli effetti speciali nelle produzioni fotografiche e cinematografiche. I due elementi caravaggeschi, ripresi da artisti contemporanei ma già studiati da pittori come Velasquez e Rubens, sono la luce ed il buio. Un noto regista della cosiddetta modernità ha dedicato a Caravaggio un’opera cinematografica, ma vi sono anche riferimenti teatrali e meta teatrali che presentano il chiaroscuro del Merisi: la cosiddetta tecnica degli opposti. La serata sarà arricchita con contributi multimediali d’archivio, con interventi di Federico Zeri e Claudio Strinati. 
“CandelarArte Festival” ha ottenuto il patrocinio della Regione Marche, della Provincia di Pesaro e Urbino, del Comune di Pesaro, del Consiglio di “Quartiere n. 3 delle colline e dei castelli”.


Lorenzo Fattori
(curatore “CandelarArte Festival)
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SALUTI E BACI, DA...


I nostri Lettori già conoscono l'Autrice e Poetessa Gabriella Nardacci, avendola anche apprezzata attraverso il suo interessante e stimolante scritto 'Tra ieri e domani' , ultimamente da noi pubblicato.
Gabriella - da pochi giorni nelle librerie con il suo nuovo romanzo 'A malapena si vede l'Isola di Ponza' - lavora oggi alla rifinitura del suo ultimo inedito, che sarà edito il prossimo anno, ma ha trovato tempo per dedicare ai nostri Lettori un suo gustoso pezzo, dal sapore antico.
Un testo che ci porta a percepire sensazioni antiche, ma mai smarrite: tali da farci continuare a sperare in un futuro meno affannoso e dalla dimensione più umana.
D'altronde - riprendendo uno spunto di Manuel Diaz Martinez - niente può sostituire la poesia per dare le ali ai nostri desideri, ai nostri sogni, facendoci sentire assolutamente liberi: 'La poesia como liberaciòn'.
Grazie, Gabriella, per questo scritto intenso e ricco di umori, di testimonianze e sensazioni di vita. 
Roma, 27 Giugno 2017                                                  Giuseppe Bellantonio


SALUTI E BACI DA…

Quando vado a trovare mia madre, è inevitabile che non si vada, con i discorsi, lontano nel tempo.
La memoria lunga delle persone anziane è preziosa ed è una fonte orale inesauribile di riferimenti storici dettagliatissimi. Mi ritrovo ad ascoltare con interesse, storie preziose accadute realmente, ma che sembrano inventate, tanto mi riportano in una dimensione a volte onirica e altre volte surreale.
Lei racconta di streghe e di briganti, di tesori nascosti nelle grotte e nei muri delle case, di sogni avveratisi e di amori contrastati o lontani, di lettere d’amore scritte dal fronte o dai campi di prigionia, di cartoline con la foto del proprio innamorato e brevi frasi in cui vi si leggevano la nostalgia di casa e la paura di una promessa non mantenuta.
Mia madre, a domande più precise, mi risponde che non ricorda bene se sua madre avesse conservato qualche cartolina del primo novecento, ma nella sua testa ci sono ricordi ingarbugliati di cartoline illustrate dedicate a qualche Papa o foto a colori, probabilmente private, che ritraevano mamme con figli.
Anche se confusi, credo si riferisca alle prime cartoline illustrate apparse nel 1900 e si ricorda che sua madre le conservava insieme a certe fotografie in una cassetta di legno che poi è diventata la sua. Andiamo a prenderla, ma di quelle cartoline postali illustrate, non ce n’è neanche una mentre ci sono fotografie del padre e della madre e di lei bambina.
Le dispiace non potermi comunicare ulteriori informazioni ma di quel poco che ne so io, la informo. Le dico che la prima cartolina postale in Italia apparve nel lontano1874 con un francobollo prestampato con l’effige di Vittorio Emanuele II. Rimane a guardarmi e poi mi dice "Ah! Gliu Re! Eccerto che ce vularìa de sti tempi! Ma ie non ero ancora nata ecco perché non me lo ricordo…". 
Non le dico neanche della cartolina postale in onore del Re Vittorio Emanuele III uscita in occasione del suo matrimonio e neanche del 1889, quando è stato istituito ufficialmente e divise in due parti (divided back): una facciata per l’indirizzo e qualche essenziale pensiero, l’altra con foto dedicate a Papi, a famiglie e in seguito a vignette umoristiche, paesi lontani, monumenti e arte in genere.
Poi le parlo delle guerre mondiali e allora le si apre la mente. Ovviamente tralascia la I Guerra Mondiale ma ricorda perfettamente la II e dice che sulle cartoline c’erano le fotografie dei soldati e di tutte le cose che faceva Mussolini (credo si riferisse alle opere del Regime…) e i paesaggi.
""... Chissà che fine hanno fatto chelle belle cartoline! Ne teneva tante… Pensa che teneva puro chelle della Repubblica Italiana, un anno prima ch’è nato fratto! So sparite tutte chelle belle cartoline!- dice un po’ risentita..."" 
Parla del 1947 quando sulle cartoline illustrate apparve stampata l’intestazione “Repubblica Italiana”.
In quel periodo mia madre andava a comprare il sale “co gliu fazzolettono” (ci tiene a precisarlo…) nella Rivendita n° 1 di sali e tabacchi. La Rivendita oltre al sale e alle sigarette “popolari” vendeva anche qualche cambiale e qualche cartolina postale.
Poi la Rivendita passò alla figlia del primo proprietario e il negozio si spostò sotto casa mia. 
La nuova proprietaria era molto affettuosa con mia madre e con noi allora bambini. Gli scaffali della Rivendita cominciarono a riempirsi anche di quaderni e aumentarono anche le marche delle sigarette.
Sul bancone apparvero dei grossi contenitori di vetro con caramelline di ogni tipo: alla liquirizia, alla menta, al miele, le mou e i formaggini di Topolino, a triangolo, di cioccolato con le nocciole che facevano gola a noi bambini.
Al termine di questi grandi contenitori, c’era un espositore di plastica, girevole, con le cartoline illustrate. Ce n’erano di ogni specie: con i fiori e la scritta di Buon Compleanno e Buon Onomastico, dedicate agli innamorati con le coppie che guardavano un tramonto o che si scambiavano sguardi d’amore sui prati in fiore, con gli animali rappresentati in maggioranza da cani e gatti ma anche da cavalli e da farfalle, di Buon Compleanno con le torte e le candeline fino a dieci (mi pare di ricordare così) e con qualche cartolina in bianco e nero con il panorama di Maenza, con il castello baronale, con la piazza e la fontana all'ingresso del paese, con l’interno della chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta in cielo e con via Circonvallazione da cui s’intravvede anche quella lingua di mare con l’isola di Ponza.
Quando fu messa in vendita la Rivendita, mia madre la comprò. Ne mantenne la clientela perché nacque anche la Rivendita n° 2 e ne ampliò la scaffalatura aggiungendo altra merce.
Anche l’espositore con le cartoline cominciò a riempirsi. 
Le cartoline di Maenza cominciarono ad apparire anche a colori e i soggetti si estesero a qualche vicolo, al giardinetto con la tomba del Milite Ignoto, a via della Repubblica, alla scalinata che conduce al Castello Baronale in cui fu ospite S. Tommaso D’Aquino.
Di solito si rispondeva con una cartolina a chi ne inviava altre da fuori. Mia madre inseriva le cartoline che ci arrivavano, all'interno dei vetri scorrevoli della vecchia credenza. Ne ho scritte diverse anch'io.
Quando arrivavano cartoline con i paesaggi marini, me le conservavo tutte dentro una scatola di latta. Qualcuna l’ho ritrovata ed è stata una grande emozione. Ne ho accarezzata la grafia e ho ricordato addirittura l’emozione provata quando l’ho ricevuta. E son passati davvero tanti anni…
Ora le cartoline sono tutte bellissime. Si ha difficoltà a sceglierne una da scrivere a qualcuno. Se ne trovano di diversi tipi e con diverse e sofisticate tecniche. Peccato che nessuno scriva più a mano.
Tutti con questo computer che certamente non ci regala l’emozione di una penna, di una parola scritta diversamente da un’altra né ci viene voglia di accarezzarne la grafia…
Arrivano raramente anche le cartoline. Due anni fa sono stata a Ponza con mia figlia e un’amica. Ho scritto una cartolina a me stessa… ma, scherzo del destino, non mi è mai arrivata.
Avevo scritto… "Saluti e baci calorosi...”. Forse sarò stata troppo spudorata?

Gabriella Nardacci


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sabato 24 giugno 2017

LA "TRAMONTANA DI VERSI" DI IOLE

IOLE CHESSA OLIVARES
Poesie esposte per l'evento 15/6 - 15/7 sul Lungo Lago di Luino (VA) 

FESTIVAL
" TRAMONTANA DI VERSI "







 L'apprezzamento per la poetessa Iole Chessa Olivares, e la richiesta di maggiori particolari sul di lei poetare, ci ha suggerito di evidenziare - a beneficio dei più attenti alle tematiche e alle problematiche correlate all'Arte della Poesia - ci ha indotti a evidenziare taluni aspetti a lei relativi, evidenziati da noti Critici Letterari. In verità, non unici: visto l'amplissimo palmares produttivo e di riconoscimenti della Poetessa.

JOLANDA LA CARRUBBA e  SARAH PANETTA  - su  “ EscaMontage Magazine “ scrivono: “ Se il sentimento dell’infinito è il vero attributo dell’anima “ come asserisce  MADAME de STAEL, Iole  vota la propria forma mentis poetica a ricevere e coreografare quell’infinito, chiedendo alla poesia di farsi portale e insieme scandaglio dell’anima.Ella infatti nulla esclude e tutto comprende, aprendosi all’  “ altro  “ , squarciando e insieme rielaborando con i sensi il fenomenico prodotto di illusioni, sogni e impressioni ancestrali e quotidiane rappresentati dalla realtà, di cui traduce passionale anche se quieta ,  ogni forma d’espressione.In questo unicum vitale analizza e scandisce seraficamente un’esplorazione purgatoriale dantesca, affrontando ogni materia compreso l’inconscio,sfidando se stessa e le proprie paure  riuscendo a sorpassarle ed elargendole al lettore come nuove mete di un infinito andare,senza temere il risvolto ombroso d’ogni luogo d’origine e originario.Si  ritrovano, infatti, suggestive immagini decodificate tra l’onirica  visione di un orizzonte sempre mutante e un incantevole  percorso intersecato ad ogni realtà  parallela.”
ANNA MANNA  scrittrice, poetessa  così afferma nella sua recensione “ LA TENTAZIONE DEL SUBLIME NELLA POESIA  DI IOLE CHESSA OLIVARES “: Iole  è percorsa da brividi sorprendenti e mai risolutivi.La sua poesia è avanti, guarda avanti anche quando sembra rivolgersi al passato e rielaborarlo perché la sua poetica è una scommessa con il  perfezionismo, continuo, affaticante, ansioso quanto basta per rendere il lettore partecipe di un’ascesa difficile e astrusa.La ricerca della parola è un sottile sotterraneo camino alla perfezione.Così attraverso vicoli,salite scoscese,repentine vaste  spiagge di libertà,la poetessa scalatrice si avvolge su se stessa e poi,subito,svolge la matassa e inebria il lettore con quel vocabolo rubato al paradiso, il paradiso dei poeti dove ogni sillaba splende ed ogni verso urla la verità…Iole non fugge, come uno specchio tutto riflette e tutto assorbe, vive, palpita,scrive nel suo tempo. Non è poeta di scrivania,eppure tutta la sua scrivania partecipa della scoperta poetica che lei dona a ogni verso.La sua cultura si dilata fino alle nuove  conoscenze storiche, si percepisce continuamente l’anelito a  “ esserci  “ confrontarsi con l’altro. La tentazione del dialogo continuo diventa percorso di grande interesse poetico.In lei la poesia è significante e significato dell’intelletuale-artista nel mondo di oggi. Così niente è mai…finito.Rilancio continuo e avventura nella vita  per la vita… “ Così in complice trasalire/ ossa rotte e amuleti/ ancora una volta/ proni al piffero del vento/ si preparano a salpare.( pag.132 ).
ANTONIO RAGONE poeta , scrittore, critico letterario  nella recensione al libro così  riassume:  “ la vera poesia non può essere esclusivamente  intimistica,  deve avere un’ampiezza che sia veicolo di universalità, supportando il concetto che tutto ciò che nasce dal di dentro, è anche  effetto del nutrimento di quanto respirato  quotidianamente nel mondo in cui si vive, per cui gli stati d’animo di Iole e gli accadimenti  esterni, a volte tragici, dolorosi, si intrecciano e divengono unico corpo poetico che va letto e studiato nella sua vasta complessità. Quando si avverte “ oltre i cespugli …misero di margine / il bagliore del mondo / per il gregge chino sull’erba / non si può  non affiancare… un velo d’anima / a brandelli / esangue  / in riferimento alla efferata violenza di DONATELLA COLASANTI… Anche la devastazione del terremoto dell’AQUILA del 2009 non è solo un effetto catastrofico e sconvolgente, ma anche e soprattutto uno sterminio dell’anima, mai individuale giacché  assume la proporzione  d’un  “ corale bisbiglio / d’invisibili macerie /. Così la poesia di Iole che si muove tra ombre  e nebbie  trova poi una sintesi  in  un “oltre”  o in un “ altrove “ che vanno sempre  cercati, scoperti  in ogni momento dell’esistenza   non lasciando spazio alcuno alla rassegnazione...
  In vastità di mare / un guizzo  d’acqua/ perde di celeste / Nel lascito / un’ombra d’onda/ cerca l’isola felice / altrove / d’ogni speranza/.Notevole quindi l’effeto degli avvenimenti del mondo nella poetica di Iole Chessa Olivares, fino al punto di divenire un fatto personale, mai lontano dalla sua sensibilità per cui ogni  poesia diventa di per sé  “ poesia universale e civile “  fatta di denuncia e sempre aperta alla speranza.”

SABINO CARONIA - scrittore, critico letterario, poeta, nella sua  recensione  al libro  così scrive :  “ Il motivo dell’acqua ritorna con significativa costanza nella poesia di Iole Chessa Olivares. Dalla silloge  “ IN PIENA SULLA CONCHIGLIA ( 2002 ) a    “NEL FINITO …MAI FINITO “ ( 2015 ).L’acqua si collega all’idea della vita, della rigenerazione.E’ noto a tutti come  l’acqua sia il simbolo dell’inconscio, come tra l’acqua e l’inconscio esista  una identità di significante  e significato. Meglio di ogni altro elemento rappresenta uno stato regressivo, simboleggia la sostanza primordiale da cui nascono tutte le forme e a cui ritornano per regressione o sul piano cosmico, per cataclisma. In questa ultima silloge voglio evidenziare una linea di sviluppo che si afferma come un motivo in una sinfonia. “ Una lingua di sabbia  / acqua / detriti di cielo / mutevoli quanto basta / mi scavano dall’infanzia / Io abbacinata dal mare/ sempre in me / lo porto e vivo / come preghiera/------ Acqua –mare-preghiera,  quindi, a suggellare questo  affascinante percorso poetico di Iole Chessa Olivares.
FABIA BALDI, poeta  scrittrice,  nella  sua magistrale analisi  testuale ferma la sua attenzione  in modo particolare alla sezione dedicata alla parola  rilevando quanto segue: “ In Sillabe Regina “ affiora una sorta di  dichiarazione di poetica.La parola che per MONTESQUIEU   “ est moitié a qui parle et moitié a qui écoute, per Iole “ esce di pugno sul silenzio/ oltrepassa le distanze/ …è “ un’antica vestale delle lontananze” rende possibile l’incontro e la comprensione tra il poeta e il lettore.In  “ Fiore di ritorno “ la dichiarazione di poetica si completa: la parola è diventata “ la poesia “che,  “ si nasconde in  disparte…Poi…è fiore di  ritorno / nel diverso emergere dell’anima/ nuovo slancio attende / anzi reclama /.La sezione si chiude con alcune   liriche dedicate alla figura femminile, suggerendo un ideale parallelo tra la poesia e la donna…L’afflato       poetico, successivamente, si slarga nell’anelito di conoscenza di sé e del mondo con reminiscenze omeriche.Iole così rinnova l’immagine di ULISSE,  il nostro  Ulisse…si ostina…sempre attende/ l’onda di rivalsa/magari inciampando/ in un gruno di disastri/scontati con infinita pena/e piccole illusorie amenità /… plasmandola sul calco dell’uomo comune, che dimostra il suo eroismo nella tenace lotta quotidiana. E come ULISSE, Iole Chessa Olivares, chiude questa densa, significativa raccolta non con la sicurezza dell’approdo, ma con l’incertezza di una ricerca “ mai finita “ ,  “ il vacillare di una corona/ la nostra corona/ lontana dal suo centro/ disobbediente/ gloria di Nessuno / in bilico /sull’abisso della schiena/ “

FRANCA  ALAIMO  - scrittrice, poeta nel suo saggio critico riassume tutti i temi dominanti con queste parole “l’Amore  è il Lemma-chiave dell’intera silloge di IOLE CHESSA OLIVARES, quello che permea le metafore del profondo,fa  colloquiare vivi e morti ,che alona la memoria del passato, i luoghi della propria biografia e le creature accolte nel corso della vita, di una luminosità vibrante, commossa, che fa dell’altro un angelo a cui dire sempre  “ sì “ per andare verso la perfezione, e, liberandosi del proprio egocentrismo,librarsi in quell’altrove sempre anelato.Tutto questo, nonostante la consapevolezza dell'irrisolvibile scontro fra bene e male che genera le storture della Storia,su cui l’autrice non evita di soffermarsi : le atrocità di Auschwitz, il conflitto bosniaco, la tragedia di Beslan, i fatti di Nassirya, il terremoto che devastò la città dell’AQUILA nel  2009..Così commenta PLINIO PERILLI, scrittore,poeta, critico letterario  autore della prefazione al libro, la poesia   “ANCORA UNA NOTA “ ( pag.69/70 ) :
“Solidarizzare in poesia, con la poesia, è un compito due volte arduo perchè approdo etico e gesto stilistico"

E' una definizione, questa di PLINIO PERILLI, che riassume la poetica di IOLE CHESSA OLIVARES,fondata sul convincimento  della necessità della poesia come testimonianza, canto della sacrale bellezza del mondo, anelito alla perfezione del cuore attraverso il recupero della fede, della speranza ( virtù non esclusivamente teologali ) ma anche senso profondo dell’euritmica bellezza delle parole “
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venerdì 23 giugno 2017

LUX ART CONTEST: IL III° APPUNTAMENTO

Dall'Artista e Amica Maria Teresa Minneci, abbiamo ricevuto la segnalazione dell'avvio della Terza dedizione del Contest "LUX ART CONTEST": una delle belle iniziative intraprese dal Gruppo di Artisti che fa riferimento a LA PASSIONE DEL DIPINGERE. 
Insieme agli Amministratori del Gruppo, il Critico Prof. Nuccio Mula –Docente universitario di Fenomenologia dell’Immagine e delle Arti presso l’Accademia di Belle Arti Michelangelo di Agrigento, Scrittore e Critico letterario internazionale, Giornalista e Critico Internazionale d’Arte - coordinerà tutte le fasi del Contest.
Di seguito, il Regolamento e un intervento dello stesso Prof. Mula che chiarisce con puntuale chiarezza lo spirito della Competizione Artistica.

G. Bellantonio

LUX ART CONTEST

3° CONTEST ONLINE 
Periodo dell’evento dal 6 Maggio al 23 Giugno 2017

REGOLAMENTO

TEMA : LA LUCE 

nelle categorie Disegno- Pittura- Scultura- Fotografia -Poesia
“In natura, la luce crea il colore. Nella pittura, il colore crea la luce” (Hans Hofmann).
“La poesia è la luce dell'anima le sue rime l'essenza di vita”.(Raffaele Saba).

PARTECIPAZIONE:
Sono invitati a partecipare tutti gli artisti iscritti nel gruppo LA PASSIONE DEL DIPINGERE nel periodo dal 6 Maggio al 28 Maggio 2017.
Le immagini delle opere, una per ogni categoria, dovranno essere inviate tramite mail in formato jpg ad alta risoluzione a:
lapassionedeldipingere@virgilio.it specificando titolo, tecnica, dimensioni, e nominativo dell’artista.

Le opere presentate saranno sottoposte in visione al Prof. Nuccio Mula che ha gentilmente concesso nuovamente la sua disponibilità esclusivamente per il nostro gruppo.

Alle prime tre opere classificate di ogni categoria sarà riconosciuta recensione e attestato di merito da parte del Prof. Nuccio Mula – Docente universitario di Fenomenologia dell’Immagine e delle Arti presso l’Accademia di Belle Arti Michelangelo di Agrigento, Scrittore e Critico letterario internazionale, Giornalista e Critico Internazionale d’Arte -.

Il Prof. Mula insieme agli Amministratori del Gruppo, si riserva anche la facoltà di operare semplici segnalazioni di merito, fuori graduatoria e / o fuori concorso, dettagliandole in verbale (che sarà divulgato su Facebook).
Le opere premiate riceveranno visibilità in prima pagina nel gruppo LA PASSIONE DEL DIPINGERE per tre giorni consecutivi a turno.
Le prime opere classificate di ogni categoria saranno pubblicate nella copertina del gruppo per tre giorni consecutivi.
Come di consueto il team pubblicherà l’intero album su Facebook – Google – Twitter e Youtube avvalendosi anche delle testate giornalistiche partners del gruppo per la condivisione dell’evento.

***********
Un inciso va fatto per la sezione Poesia:
Poesia e Arte hanno lo stesso etimo, azione, e quindi vanno in affinità elettive; per questo motivo abbiamo deciso di inserirne la categoria. 
I poeti iscritti nel gruppo potranno partecipare inviandone una all'indirizzo e-mail lapassionedeldipingere@virgilio.it  indicando il titolo e il proprio nominativo.
Il Prof. Mula le valuterà e riconoscerà una recensione alla migliore classificata.
Sarà dato risalto anche nella pagina del gruppo e nei nostri mezzi divulgativi .

Infine è prevista la partecipazione fuori concorso degli amministratori del gruppo: 
Maria Farisè e Maria Teresa Minneci - per la categoria Pittura
Raffaele Saba – per la categoria Poesia



Buona Arte a tutti!
*

A conclusione dell’impegnativo incarico di selezione delle opere e di recensione delle prime tre classificate per ogni sezione di questo ampio ed articolato “contest”, desidero, anzitutto, sottolineare l’alto livello riscontrato nella maggior parte dei casi (e che, come potrete constatare, ha determinato anche diverse ma meritatissime classificazioni “ex aequo”) e rivolgere i miei complimenti  agli Artisti premiati e segnalati ed a quelli che, purtroppo, non hanno superato la soglia dell’ammissione, invitando comunque tutti, finalisti e non, a proseguire con determinazione e passione (come nello spirito istituzionale di questo Gruppo, ormai fra i primi in assoluto su Facebook ed, in genere, sul web) il loro impegno di migliorarsi costantemente nelle tecniche e nelle diverse scaturigini espressive, nella consapevolezza che ogni traguardo non debba essere un capolinea ma il dispiegarsi di nuovi orizzonti. E mi permetterete, infine, un particolare ringraziamento anche agli organizzatori del “contest” che, in esemplare coerenza con le edizioni precedenti, mi hanno lasciato massima autonomia nell’espletare e portare a termine i miei doveri. Anche loro hanno partecipato al “contest”, ancorché, ed ovviamente, fuori concorso; ma dal momento che le loro opere (artistiche e letterarie) saranno qui presentate accanto a quelle dei partecipanti, non posso che complimentarmi con Maria Teresa Minneci, Fondatrice del Gruppo e Presidente del “contest”, sia per le sue opere pittoriche, intrise di rarefazioni e fulgori a cesellare di luminismi le proprie solidità espressive, ottimizzate, al tempo, anche da una splendida poesia di aneliti e palpiti; con Raffaele Saba, sia per la possanza e la fluidità di una poesia che, per temi e rimandi, va a rivelarsi autentico poema di Luci ed Illuminazioni, sia per la cristallina e sfavillante opera scultorea con cui ha reso tributo d’onore e d’amore alla Materia / Mater e per le quiete, composte, affabulanti, appaganti luminescenze del suo particolarissimo vedutismo; e con Maria Farisé, riuscita anche stavolta a centrare il tema del “contest” grazie ad un occhieggiare di bagliori abilitato a donare eloquenza di segni anche a un raffinatissimo assemblare di presenze e assenze fra Rituali di Silenzio.  
Nuccio Mula
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martedì 20 giugno 2017

UNA SERATA ALLA REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA

Una serata per celebrare la creatività dei 24 artisti residenti alla

REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA


Giovedì 22 giugno – ore 20

PROCESSI 144
mostra-esposizione delle opere di arte figurativa
realizzate dagli artisti-ricercatori dell’Accademia

Ingresso libero

Real Academia de España en Roma
Piazza S. Pietro in Montorio 3 (Gianicolo)
http://www.accademiaspagna.org
https://www.facebook.com/events/936373793132407/


Sono 144 gli anni di attività della Real Academia de España a Roma e 24 gli artisti-ricercatori residenti, vincitori dell’annuale concorso indetto dal Ministero degli Affari Esteri spagnolo, chiamati a realizzare progetti unici sulla penisola italiana ed in particolare sulla città eterna che li ospita: dalla Roma classica a quella contemporanea, in ogni visione, angolo, sfaccettatura, che possa essere spunto e motivo di ispirazione creativa. Per celebrare questa fusione tra storia, cultura, giovani e innovazioni artistiche, l’Accademia è lieta di introdurre nei suoi bellissimi spazi di San Pietro in Montorio a Roma (Gianicolo) una serata finale completamente dedicata al singolo talento creativo dei suoi residenti: si tratta della presentazione ufficiale in Italia dei progetti 2016/2017, che saranno successivamente veicolati a Madrid, a Febbraio, in una mostra collettiva espressamente dedicata.
Dalle ore 20, infatti, con ingresso libero ai convenuti, sarà protagonista il pensiero artistico che spazia dalla fotografia al cinema, dal quadro all'oggetto di design raccolto in una esposizione unica nel suo genere dal titolo Processi 144.
Nello specifico, saranno in prima linea le arti visive con i progetti Il grande Banchetto di ROSALÍA BANET, Atmosfere e Meridiani + Water With An Attitude: Le Piene di LAURA F. GIBELLINI, Viaggio a Roma di SANTIAGO GIRALDA, Quaderno di viaggio nell’oltretomba di SANTIAGO LARA Catábasis, Il progetto cinematografico e pittorico di Jorge CarruanaBances: episodi della diaspora intellettuale cubana tra Spagna e Italia (1968-1997) di SUSET SÁNCHEZ SÁNCHEZ, e Reinterpreta Roma di SANTIAGO YDAÑEZ. Varianti figurative saranno invece rappresentate dall’Audio-Visual concept Tema y variaciones di MERCEDES JAÉN RUIZ, dallo studio sull’Architettura urbana Roma 167/62 di  CARLOS HIGINIO ESTEBAN [CARLOS CARTAMA] e nella performance videografica Las sobrantes di ESTÍBALIZ SADABA MURGUÍA. La letteratura costituirà parte dominante ne Ovidio en el Ponto (Ovidio nel Ponto) di JUAN GÓMEZ BÁRCENA, in Continuum di DAVID JIMÉNEZ e nel concept pittorico-letterario Dandy a Roma: nel cuore del Grand Tour di MIKI LEAL. Significativi lavori di archivistica e documentaristica saranno quelli proposti da ESTRELLA TORRICO con le sue Statue parlanti. Antologia di pasquinate romanesche sulla Spagna e da BEATRIZ RUIBAL in ¡Roma 1974. Fotografia e cinema per ricostruire e traslare l’immagine della Roma più autentica segnano gli stili diAITOR LARA (Luce e Ragione Poetica), XOSÉ PRIETO SOUTO (Forme di solidarietà: il tessuto di complicità italiane per l’attivismo culturale spagnolo) e CLAUDIO SOTOLONGO (La carta geografica come metodo per ritrovare gli spazi urbani). In prima linea anche i fumetti “comix” e le graphic novel rispettivamente con i lavori diTYTO ALBA su Fellini, LOS BRAVÚ (DEA GÓMEZ E DIEGO OMIL) con Questo strano flusso, JOAN CASARAMONA GUALneUn romanzetto canaglia e ANTONIA SANTOLAYA, artefice di un Graphic novel sugli anni 70 in Italia. Unicaparentesi musicale quella rappresentata da ANA LOMBARDÍA con il suo Son Regina, e sono amante, mentre la moda di VICTOR RESCO avrà un suo spazio dedicato, nel Tempietto del Bramante, con la sfilata dal titolo Diaspora, ispirata a matrici surrealiste e costruttiviste su tematiche belliche, in programmail 20 giugno alle ore 21,30. Dulcis in fundo, un progetto che celebra in qualche modo la luce a pochi giorni del solstizio d’estate: Dum lucem habetis / mentre avete la luce / mientras tenéis la luz di IRENE CANTERO diventerà una performance interattiva con il pubblico presente, tra rito e tradizione spagnola, sabato 24 giugno alle 20,30, nella cornice dei giardini dell’Accademia.
Tutti i lavori dei residenti saranno esposti fino a settembre all’interno degli spazi della Real Academia de España en Roma, con ingresso libero – da martedi a domenica -nei seguenti orari: 10-18

PROGRAMMA

Giovedì 22 giugno – ore 20
PROCESSI 144
mostra-esposizione delle opere di arte figurativa realizzate dagli artisti-ricercatori della Real Academia de España en Roma

Eventi collaterali
Martedì 20 giugno – ore 21,30
DIASPORA – Sfilata di Victor Resco
Sabato 24 giugno – ore 20,30
DUM LUCEM HABETIS / MENTRE AVETE LA LUCE / MIENTRAS TENÉIS LA LUZ– studio fisico-poetico sulla luce, a cura di Irene Cantero




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TRAGEDIA IN PORTOGALLO





Una immane tragedia ha colpito il Portogallo ed il Popolo di questa Nobile Terra.
Uno spaventoso rogo, alimentato da forti venti e temperature eccezionalmente calde, pare innescato da una scarica elettrica, ha scatenato un vero e proprio inferno nel quale hanno trovato una morte terribile almeno 64 persone, atrocemente carbonizzate o soffocate dal fumo : tra queste, intere famiglie, molti bambini.

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A questa tragedia, che ha letteralmente divorato i boschi di Pedrógão Grande, non lontano da Lisbona - , gli Italiani che sono sospinti da quel sincero Amore Fraterno che non conosce confini e che si nutre dei Sacri Principi originati dalla Vitale Scintilla Divina, esprimono i più vivi sentimenti di sincero, profondo cordoglio  e di umana vicinanza: anche attraverso questa pagina Internet. 
In particolare,  alle Famiglie delle vittime, a tutto il caro Popolo Portoghese, al suo rappresentante Presidente Marcelo Rebelo de Sousa e alla cospicua Comunità Portoghese in Italia, mirabilmente rappresentata dall'Istituto Portoghese di S. Antonio a Roma.

Roma, 19 Giugno 2017

Giuseppe Bellantonio  e Fiorella Ialongo

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lunedì 19 giugno 2017

CINQUE DOMANDE (E PIU') A... IOLE CHESSA OLIVARES




Nel corso di un importante evento tenutosi alla Sapienza di Roma, nella Sede del Centro di Documentazione Europea 'Altiero Spinelli' della Facoltà di Economia, alla poetessa Iole Chessa Olivares è stato attribuito il prestigioso Premio alla Cultura dalla Giuria de  'Le Rosse Pergamene del Nuovo Umanesimo',  ideato e sviluppato dalla eccellente Anna Manna - che ne è Presidente, con a latere il Dr. Corrado Calabrò che ne è Presidente Onorario -. Presidente di Giuria la nota saggista Neria De Giovanni – Direttore Editoriale de 'Il Portale Letterario', organizzatrice del Premio Nazionale Alghero Donna di Letteratura e Giornalismo, insigne Critica Letteraria, Presidente della AICL-Associazione Internazionale dei Critici Letterari con Sede a Parigi, Presidente di ITALIAMIA -. Va sottolineato che la bella serata, di cui è stata abile e dinamica conduttrice la bravissima Anna Manna, ha visto numerosi premiati per le altre categorie oggetto dell'apprezzamento della Giuria, nonché un folto e attento pubblico di amanti della Cultura e dell'Arte. Inizio modulo
A tutta la giuria, chi scrive, complimentandosi per la manifestazione, ha portato i saluti dell'Accademia di Alta Cultura.
Alla poetessa Iole Chessa Olivares, chi scrive, ha chiesto di far conoscere al vasto pubblico dei Lettori di questo blog la propria impronta artistico-letteraria, condensata nelle domande-e-risposte della Rubrica "CINQUE DOMANDE (E PIU') A... 
Roma, 15 Giugno 2017
Giuseppe Bellantonio



Iole Chessa Olivares, nata a Cagliari, vive e lavora a Roma.
Ha al suo attivo diverse pubblicazioni di poesie:
 " Lente apparizioni "1991 - Firenze libri;
" Di baleni una rapsodia" 1993 - Cultura 2000;
"Oltre il sipario" 1996 - Montedit;
"Nella presa di un ora "" 2000- Montedit;
"In piena sulla conchiglia" 2002 - Pagine;
"Quel tanto di rosso" 2007 - Terresommerse;
"La buccia del grido" 2008 - Lepisma.

E' presente in numerose antologie di poesia contemporanea,
ricordiamo in particolare:
"Fioretti giubilari", presentata dal Cardinal Paul
Poupard a Giovanni Paolo II;
Poeti al Caffè Greco - Roma - editore Lepisma;
Antologia della letteratura italiana del XX secolo, edizioni Helicon;
Dossier poesia, Book editore;
Storia della letteratura italiana, il secondo 900, Guido Miano Editore;
Cento poeti per il terzo millennio, Il Convivio edizioni;
Le parole della vita, Book editore;
Un orizzonte di voci, Book editore;
Il calamaio 2004, 2005, 2008 - Book editore.

Dal 1993 collabora a programmi culturali presso emittenti private promuovendo
in particolare la poesia.
Nel 1998, con il Gruppo "Camilla Ravera" dell'Unione Scrittori ha iniziato gli incontri
allievi - insegnanti nelle scuole di Roma e provincia con risultati incoraggianti che
ancora oggi portano l'autrice ad avere rapporti con  gli Istituti scolastici.
Per la poesia, ha ricevuto innumerevoli  premi e riconoscimenti.

Delle sue attività si sono occupati poeti, narratori, critici militanti come:

Dante Maffia; Rocco Salerno; Sabino Caronia; Merys Rizzo; Gabriele Di Gianmarin; Maria Marcone; Francesco Dell'Apa; Pierfranco Bruni; Stefano Valentini; Domenico Cara; Donata di Bartolomeo; Francesco Grisi; Pino amatiello ; Vito Riviello; Giovanni Amodio; Angelo Manitta; Italo Evangelisti; Plinio Perilli; Giorgio Linguaglossa; Cristina Di Massimo; Elisa Caprarella; Carmelo Aliberti; Pina Majone Mauro; Ernesto Neri;
Anna Mazzini; Lidia Ferrara; Antonio Coppola; Pasquale Matrone; Antonio Masetti.

  CINQUE DOMANDE (E PIU’…) A: IOLE CHESSA OLIVARES

Il suo libro più recente porta un titolo particolare "Nel Finito... Mai Finito”: vuole dire qualcosa in merito?

Il titolo del libro allude a un mio orizzonte spirituale che progressivamente si amplia, venuti meno spazio e tempo, oltre la finitezza umana, nella ricerca inesauribile del senso ultimo del vivere. Qui tutto è ovunque, tra il visibile e l’invisibile. Il libro, diviso in sette sezioni, declina questo concetto con variazioni e colori che si rincorrono, la realtà viene trasfigurata per raggiungere l’essenza delle cose: nulla si perde, tutto si ritrova nella consapevolezza delle interdipendenze, riprendendo vita tra infinite connessioni.                                        Mi fa piacere qui ricordare come si esprime la Critica letteraria Neria De Giovanni – ricordiamolo, Illustre Presidente dei Critici Letterari Italiani - nella sua postfazione al libro:  “… le immagini del concreto vissuto diventano anche metafore sapienziali per una meditazione che travalica l’oggettualità e diventa movimento spirituale universale. Questa silloge, di piena maturità poetica, segna un ulteriore confine tra i poeti della così detta linea lombarda che persistono  nella descrizione dei correlativi oggettivi  quotidiani, e una linea poetica, direi, del centrosud, che risente della lontana eco del  “poetar filosofeggiando” della Magna Grecia… La poesia di Iole Chessa Olivares è un continuo cesellare il pensiero che deve dire tanto in poche parole, quelle  sì, dense di significato e suggestioni”.                                                                           A questo punto, del “titolo del libro” non vorrei dire altro:  ho solo cercato di fare una massima sintesi, per non influenzare troppo il lettore. Sono certa che, nel corso della lettura, le autentiche ragioni  si evidenzieranno; la pretesa  di voler dire tutto,  spesso penalizza la totalità: che è fatta anche di mistero, di indicibile.

Da quando si è accorta di questa sua vena poetica e letteraria?

La consapevolezza di una vena poetica è arrivata nel tempo. Prima è arrivata una certa fascinazione per le parole, per la loro risonanza nel mio cuore di fanciulla: spesso, piccolissima, non ero ancora in età scolastica, sospendevo il gioco per ascoltare le parole dei grandi anche se  non sempre coglievo  il loro significato; era il suono che mi colpiva, e con queste suggestioni costruivo immagini e storie che custodivo gelosamente.                                                         Nel tempo della scuola e in quello successivo ho continuato a dare alla parola una grande importanza: mi aiutava con gli altri, a relazionarmi, ma soprattutto ad accettare la realtà, adeguarla al mio sentire. Negli anni, una forte passione per lo studio, la letteratura, la lettura di poeti laureati (di montaliana memoria) e non, ha evidenziato una mia attenzione contemplativa, poi anche espressiva, verso la realtà e sono quindi arrivati i miei scritti che ho raccolto in otto sillogi di poesia.

E' un hobby o un'attività a tempo pieno?

Non è un hobby, non è un'attività a tempo, è una necessità. La poesia oltre che un grande nutrimento dello spirito, mezzo di conoscenza, è anche il tentativo di dare un senso all'esistenza, peso ai silenzi, forza alla parola, attenzione al mistero come pure alla totalità che ci contiene e sempre ci supera. E’ un’esperienza interiore, è incontro con l’essenzialità, è viaggio nell'ignoto con continue piccole resurrezioni.                                                                                  Ricordando le parole del grande poeta Rainer Maria Rilke, essa è  “… un progresso che deve venire dal profondo, non può essere in alcun modo incalzato o affrettato. Tutto è condurre a termine e poi partire, lasciare che ogni impressione e ogni germe di un sentimento si compia tutto dentro, nell’ombra, nell’indicibile, nell’inconscio e inattingibile alla propria ragione e, con profonda umiltà e pazienza, attendere la nascita di una nuova chiarezza”.

C'è un tema particolare che predilige?

Pare che ogni poeta abbia un tema dominante lungo il filo del proprio immaginario, tema che nel tempo approfondisce e perfeziona. Io sento in modo particolare quello della parola, del mare, dell’Amore Universale.                               Al riguardo, mi fa piacere ricondurmi al pensiero della scrittrice e poeta Fausta Genziana Le Piane, che da molti anni dedica una certa attenzione alla mia poesia; recentemente,  ha  pubblicato una raccolta di riflessioni critiche sulla stessa, dal titolo ‘Sconfinare Tra Parole Dormienti’ (il titolo è un verso di una mia poesia).”… i temi dominanti vengono indagati con  acuta visione d’insieme e raffinatezza psicologica frutto anche di una misura sobria, ponderata, sottile  che, da sempre, la nostra, ha scelto di imprimere ai suoi scritti”.  Nella sua prima intervista pubblicata sulla rivista CORUS - trimestrale di Arte e Cultura - tra le altre domande, mi chiese spiegazioni  sulla poesia  “La Parola Screziata“: spiegazioni che qui ricordo “… ho usato  il termine ‘screziato’ per alludere ai molti colori della parola … per me la parola  è suggestione, magia in cui molta della mia emotività si rigenera con valenze  totalizzanti. Con il suo fluire, risuona e, abbracciata alla fantasia, alleggerisce ‘il male di vivere’ … ho fiducia nelle sue vibrazioni di fondo, nel suo messaggio. Spesso  lacerazioni  interiori ed esteriori possono essere tenute a bada dalla parola che, in altra poesia, definisco ‘ultima pelle tatuata  sulle labbra del mondo’.

Posso chiederle qual è la sua visione  sull'essere umano?

La mia visione sull’essere umano si muove  nella consapevolezza di una certa fragilità  creaturale che si deve confrontare con il continuo, impercettibile mutamento di sé e del mondo in un processo infinito ordinato da una intelligenza superiore. Con questo stato d’animo, la mia ricerca ha poche esitazioni, anzi riannoda i diversi rapporti con la vita:                                               sempre la nebbia                                                                                            porta via qualcosa…                                                                                        e viene meno l’assillo                                                                                      di un esilio desolato                                                                                        s’apre il tempo                                                                                              per un gioco d’aria fresca                                                                               per un buon ricamo                                                                                        ogni trina una memoria  o un’attesa                                                                remando nel velo                                                                                            unico padrone.                                                                                Tengo così il cuore sempre aperto, per favorire una costante maturazione dello sguardo, un adattamento al nuovo, al confronto, ai linguaggi diversi: solo sentendosi anche parte dell’alter  si è veramente vivi.  Le continue esperienze diverse sono una tappa fondamentale per la scoperta, la costruzione di sé stessi e del mondo anche quando dette esperienze possono essere negative, dolorose.                                                                                                                              nell’abbandono                                                                                     nei traguardi perduti                                                                                               lì sono centro                                                                                         lì sono casa                                                                                                           non più margine in ombra                                                                      o piccola storia di un istante                                                                                   ma punto vivo sull’eterno                                                                      e colgo una spiga                                                                                                  e contemplo aurore                                                                            senza disturbare.

Ultimamente l'abbiamo vista presente a diverse manifestazioni, ama l’Arte?    
               
Sì, la poesia e la musica hanno accompagnato la mia infanzia.                        Nella mia Famiglia si seguivano sempre le opere alla radio e si faceva l’abbonamento al teatro dell’Opera nella stagione invernale e in quella estiva. Più tardi, ho curato maggiormente la musica sinfonica e ho dedicato molta attenzione all’Arte Figurativa frequentando Musei, Gallerie d’Arte, Mostre, comprese le diverse biennali di Venezia.                                                                  Nel corso di un reading  di poesia,  ho incontrato il cantautore  Patrick Edera  che mi ha proposto la traduzione musicale  per tre mie poesie: Gerusalemme, Re per Caso, Improvviso. E’ nata così una felice collaborazione che ha visto la pubblicazione della silloge  di poesie ‘Quel Tanto di Rosso’   (Ed. Terre Sommerse, 2007) integrata da un CD con le tre canzoni, in rete da diversi anni.  La prima, Gerusalemme, integrata da un video e trasmessa più volte dall’emittente ROMA UNO, ha partecipato alla giornata di studi filosofico-teologica - proposta dalla Prof. Claudia Melica e dal Direttore del CIU Dott. James Puglisi - dedicata alla Città Santa  e tenuta presso il CIU-Centro Pro  Unione, Sala Conferenze del Collegio Innocenziano in Roma.                                   Recentemente, nel 2016, il cantautore Amedeo Morrone ha realizzato la traduzione musicale e l’arrangiamento per la mia poesia  “Respiro Verde-Celeste” (inserita nel CD allegato all’antologia Poesicanzone, Ediz. EscaMontage, 2016, presentato all’interno della rassegna culturale “San Lorenzo in Piazza” e  all’Estate Romana-Isola Tiberina, 2016).                                                                    Per il corrente anno, sono stata invitata all’Edizione 2017 del Festival della Poesia – Tramontana di Versi, organizzata dall’AISU-Associazione Interculturale per lo Sviluppo Umano, che realizzerà una installazione sul lungo lago di Luino (Varese) nel periodo 15 Giugno - 16 Luglio.

Impegni attuali e prossimi?

      Per quanto attiene agli impegni del momento, costante la lettura  di giornali,  libri, soprattutto di poesia, perché la parola, da sempre, come ho detto poco prima,  mi seduce, si  fonde alla mia essenza, al mio esserci                              La parola                                                                                                       ha comunque un dopo                                                                                 per i pescatori di luce…                                                                               Nel fango, velato il senso                                                                         tiene d’occhio                                                                                               le amputazioni penitenti e gli dei.                                                                         Partecipazione a diversi incontri letterari fissati sul calendario, cercare di scrivere quando le vibrazioni del cuore lo chiedono e la mente si illumina stimolata da ciò che ci circonda.  Tutto quanto avviene intorno a noi si deposita nel nostro spirito, anche inconsciamente… la memoria nulla trascura, all'improvviso pesca un particolare, un dettaglio minimo e, soavemente,  lo ripropone, destando meraviglia e, forse,  anche dando l’avvio per una nuova avventura poetica.                                                                                              Per il futuro, ho in programma  una raccolta di scritti – tanto di qualche tempo fa che nuovi -: ma tutto è da decidere  e, quindi, su questo, desidero essere prudente, riservata, lasciando all'istintività ed alla mancanza di una precisa programmazione il piacere della sorpresa verso i miei Lettori ed i miei Estimatori, al pari dei Critici che, con le loro parole, mi sono sempre e comunque di stimolo. Ai quali, tutti, va il mio grazie! più caro per il loro inestimabile sostegno al mio impegno, alla mia passione!


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Pubblicato da peppe alle 13:10 Nessun commento:
Etichette: Anna Manna, blog storia-costume-cultura-società, Cinque Domande a, Corrado Calabrò, Giuseppe Bellantonio, Iole Chessa Olivares, Premio Le Rosse Pergamene del Nuovo Umanesimo
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