sabato 26 agosto 2017

LA SCOMPARSA DEL P.pe ANTONELLO RUFFO DI CALABRIA

L'Associazione identitaria Alta Terra di Lavoro - di cui vi invitiamo a visitare l'interessante sito e il canale TouTube   ( https://www.youtube.com/channel/UCOYKu9O5uyOuy9zG5Pekpjw-  ), per il tramite del suo Presidente Claudio Saltarelli, ci segnala la notizia che di seguito riportiamo. 

Paliano, è morto il Principe Antonello Ruffo di Calabria: aveva 87 anni

Posted by  on Ago 25, 2017
Paliano, è morto il Principe Antonello Ruffo di Calabria: aveva 87 anni
Si è spento all’età di 87 anni il Principe Antonello Ruffo di Calabria erede diretto del Cardinale Fabbrizio Ruffo di Calabria. L’Ass. Id. Alta Terra di Lavoro si stringe al dolore della famiglia e di tutte le persone che gli hanno voluto bene e che continueranno a farlo.

Claudio Saltarelli
Pres. Ass. Id . Alta Terra di Lavoro

domenica 20 agosto 2017

NEO-NEGAZIONISMO



FINO A IERI, NESSUNO SAPEVA CHI FOSSE ADA COLAU IN SPAGNA.
PIU' PRECISAMENTE, NESSUNO SAPEVA CHE ADA COLAU FOSSE IL SINDACO DI BARCELLONA.
COSI' COME NESSUNO SAPEVA CHE LA CITTA' MORTALMENTE FERITA DI BARCELLONA, AVESSE COME SINDACO ADA COLAU.
ORA LO SI SA.
LA COLAU, PUR CON IL CIGLIO UMIDO - MINIMO OMAGGIO ALLE 16 VITTIME DEL RAID TERRORISTICO ALLA RAMBLA DI BARCELLONA - HA OSTINATAMENTE DETTO NO A MISURE DI PREVENZIONE ANTITERRORISMO - SEGNATAMENTE, BARRIERE E DISSUASORI ANTINTRUSIONE CON MEZZI PESANTI - DIMOSTRANDOSI SENSIBILE A NON STIGMATIZZARE PIU' DI TANTO L'IMPRONTA ISLAMICA, ANZI DELL'ISIS, NELL'EFFERATO CRIMINE.
GLI USA AVEVANO GIA' AVVERTITO DELLA POSSIBILITA' DI QUESTO TIPO DI ATTENTATO A BARCELLONA: COSA SI E' FATTO DI QUESTE NOTIZIE?
PUR IN PRESENZA DI UN ALLARME COSI' FORTE NON ERANO STATE PRESE MISURE DRASTICHE DI PREVENZIONE A TUTELA DI CITTADINI E TURISTI?
PUR IN PRESENZA DI TANTE VITTIME E DELLA CHIARISSIMA MATRICE ISLAMICA DELL'ATTENTATO TERRORISTICO, COME MAI NON SI SOTTOLINEA IL CRESCENTE, ESPONENZIALE PERICOLO?
PERCHE' NON SI E' DATA ATTENZIONE MASSIMA AI SEGNALI IMMEDIATAMENTE ANTECEDENTI?
COME MAI IL SINDACO COLAU, INVECE DI DIMETTERSI PER L'INEFFICIENZA DELLA PROPRIA AMMINISTRAZIONE, SI E' DIMOSTRATO COSI' TIEPIDO NELLA REAZIONE E NELLA CONDANNA DI AUTORI E MANDANTI DELL'ATTENTATO?
CREDO CHE PER INQUADRARE CORRETTAMENTE QUESTO TIPO DI ANOMALE REAZIONI, E DELL'ANOMALIA COMPLESSIVA DI TUTTO QUEL MONDO DI CULTURA E SOTTOCULTURA FILO-ISLAMICA CHE PROPUGNA LE POLITICHE DI SOSTITUZIONE E DI INTRUSIONE AD OLTRANZA DI CLANDESTINI IRREGOLARISSIMI,  MISTIFICANDO I SERVIZI DI TAXI-BOAT OFFERTI CON IL COMODO ALIBI DEL 'SOCCORSO IN MARE'', OCCORRA RICORRERE AD UNA NUOVA E DIVERSA IMMAGINE STORICO-SOCIOLOGICA.
EBBENE... A DISTANZA DI 72 ANNI DALLA FINE DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE, C'E' CHI ANCORA NEGA IL TRAGICO CONSUMARSI DELLA PERSECUZIONE ANTI-EBRAICA E DELLA SHOAH.
UN TERMINE HA COMUNEMENTE INDICATO QUESTO FENOMENO: NEGAZIONISMO.
ECCO, IO CREDO CHE DI FRONTE ALLA TRAGEDIA EPOCALE DI QUESTA IMPONENTE MIGRAZIONE - PIU' O MENO SPONTANEA - DI GENTI, DI QUESTI TRAGHETTAMENTI FATTI DA MERCANTI DI UOMINI, DI QUESTA TENACE VOLONTÀ' DI 'NON VEDERE' O MINIMIZZARE IL PERICOLO DERIVANTE DA QUESTI FLUSSI MARCATAMENTE PERVASI DI PERSONE DI FEDE ISLAMICA, E DI FRONTE ALLE INGIUSTIZIE VERSO I PROPRI CONCITTADINI, PROPUGNANDO UNA IMPOSSIBILE E NON VOLUTA (PRINCIPALMENTE DAGLI STESSI ISLAMICI) INTEGRAZIONE, CONCEDENDO L'INCONCEPIBILE, SOVVENZIONANDO LA PERMANENZA A CODESTI SOGGETTI A CONDIZIONI NEGATE AI PROPRI CONCITTADINI...
ECCO CREDO CHE OGGI, PER COSTORO CHE NEGANO AD OLTRANZA E PERSINO STIZZITI L'ESISTENZA DI QUESTO PERICOLOSISSIMO FENOMENO  SI POSSA ATTRIBUIRE LA QUALIFICA DI '''NEGAZIONISTI''' O MEGLIO, PER NON CONFONDERLI CON QUELLI DEGLI ULTIMI 72 ANNI, CI TROVIAMO DI FRONTE A DEI ''''NEO-NEGAZIONISTI'''.
QUAL'E' IL SINDACO DI BARCELLONA ADA COLAU.
QUAL'E' ANCHE IL NOSTRO PREMIER GENTILONI, CHE CON TONI PACATI HA CONDANNATO IL CRIMINE DI BARCELLONA, MA CHE HA AVUTO LA FORZA DI ALZARE IL TONO PER DIRE CHE IN PRATICA INDIETRO NON SI TORNA, RIALZANDO ANZI LA POSTA CON LA RI-PROPOSIZIONE DELLO IUS SOLI. SEGUITO A MENO DI 24 ORE DI DISTANZA DA PAPA FRANCESCO.

Roma, 20 Agosto 2017
Giuseppe Bellantonio 
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Oltre ciò - specie per le parti informative a contenuto storico e/o divulgativo - i Lettori, ovvero quanti comunque interessati alla materia, che possano ritenere ciò utile e opportuno, potranno suggerire delle correzioni e/o far pervenire qualche proposta. Proposte che saremo lieti di valutare ed elaborare.  

venerdì 18 agosto 2017

GLI UNTORI DEL TERRORE, ANCORA IN AZIONE!


LA SPAGNA, L'ITALIA, IL MONDO LIBERO, PIANGONO PER LE VITTIME DELL'ATTENTATO DI  BARCELLONA.
UOMINI SENZA VOLTO CHE COLPISCONO ALTRA GENTE A LORO SCONOSCIUTA, SENZA VOLTO.
UN CRUDELE FIL ROUGE LEGA CHIARAMENTE TUTTO QUESTO ORRORE NEL MONDO, UN ORRORE CHE HA I SUOI SOLERTI OPERATORI, DEI FIANCHEGGIATORI, DEI FINANZIATORI, DEI COMPLICI.
ED I COMPLICI SONO SPESSO QUEGLI 'INSOSPETTABILI' CHE SONO AL NOSTRO FIANCO, PRONTI CON IL CIGLIO UMIDO E CON PAROLE DI FUOCO.
IN REALTA' COMPLICI DEL TERRORE,
IL TERRORISMO, LE BOMBE, LE RAFFICHE DI MITRA CONTRO GLI INERMI,  NON SONO SOLO QUELLI DI BARCELLONA, DI MADRID, DI PARIGI, DI LONDRA, DI STOCCOLMA O DI QUALCHE ALTRA CITTA' .
IL TERRORE E' CONTRO TUTTI E TUTTO, IN TUTTO IL MONDO: NESSUNO PUO' DICHIARARSENE AFFRANCATO.
ECCO ALLORA CHE IL LUTTO DI BARCELLONA, E' UN LUTTO DI TUTTI, IN TUTTO IL MONDO: PERCHE' AD ESSERE COLPITA E' LA NOSTRA CIVILTA', IL NOSTRO MODO DI VIVERE, LA NOSTRA STORIA, I NOSTRI COMUNI VALORI.
VIGILIAMO TUTTI CONTRO CHI SEMINA IL TERRORE, MA ANCHE CONTRO CHI LO FIANCHEGGIA IMPONENDO UNA TOLLERANZA A SENSO UNICO.
UNA TOLLERANZA CHE E' CONTRO LA STORIA, CONTRO L'ANIMA CRISTIANA DEI POPOLI, CONTRO GLI STESSI POPOLI DELLE NAZIONI ED I LORO DIRITTI PIU' ANTICHI E CONSOLIDATI.
UNA TOLLERANZA VERSO UN'INVASIONE PERSINO SOSTENUTA, AIUTATA, FIANCHEGGIATA, DESTINATA A FAR VACILLARE LA VECCHIA EUROPA PER FORSE SOSTITUIRLA CON UN MODELLO DIVERSO. 
UN ALTER CHE GIA' VEDE ALACREMENTE AL LAVORO I FAUTORI DEL 'PENSIERO UNICO' , COLORO CHE NON TOLLERANO LE CRITICHE NE' UN PENSIERO DIVERSO DAL LORO.
SOPRAFFATTORI COSI' COME SONO SOPRAFFATTORI I TERRORISTI E CHI LI ARMA.
SOPRAFFATTORI CHE - ALLA LUCE DELL'ESPERIENZA STORICA - CI STANNO FORSE PORTANDO VERSO UN PORTO SICURO: UNA GUERRA CHE DILANIERA' L'EUROPA E FORSE IL MONDO, MOSSA DA CHI CREDE ESCLUSIVAMENTE DI POTER IMPORRE LA PROPRIA FORZA.
VIVA LA SPAGNA! VIVA IL MONDO LIBERO!
CORDOGLIO PER LE VITTIME DI BARCELLONA, I FERITI, LE LORO FAMIGLIE!

Roma, 18 Agosto 2017
Giuseppe Bellantonio

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martedì 1 agosto 2017

QUANDO UN POPOLO PERDE LA PROPRIA IDENTITA'

Quando un popolo perde la propria identità
Da "Passa ‘a bandiera, passa a Patria e o’ Re", ai vessilli sporchi e stracciati dei nostri giorni
di Salvatore Sfrecola

Sporca, ridotta a brandelli la bandiera nazionale, il “Tricolore Italiano”, come si esprime all’Art. 12 la Costituzione, è il simbolo di un Paese che non crede in sé stesso, che non riconosce la propria identità. 
Ovunque è così nell’Italia di questi anni e duole che siano  in queste condizioni soprattutto le bandiere all’ingresso delle scuole di ogni ordine e grado laddove si formano, o, meglio, si dovrebbero formare i futuri cittadini, non solamente quelli che iure sanguinis lo sono dalla nascita, ma anche coloro ai quali la cittadinanza si vorrebbe attribuire in base al cosiddetto ius culturae, se dovesse essere approvato il disegno di legge in discussione al Senato. 
Quale cultura, quale rispetto per l’Italia possono acquisire giovani provenienti da ogni parte del mondo nel vedere come viene trattata la bandiera nazionale proprio nelle scuole che sono invitati a frequentare per ottenere la cittadinanza italiana? Senza che si levi una qualche protesta, ma soprattutto senza che le autorità sovraordinate intervengano richiamando all'ordine presidi e direttori didattici, funzionari dello Stato evidentemente senza dignità della loro funzione. 
Come potranno i migranti, così generosamente accolti, integrarsi, il che vuol dire percepire il senso della identità nazionale, quella fatta di cultura, di storia, di tradizioni. In particolare di quella unitaria realizzatasi nel Risorgimento, quando quel vessillo dai tre colori. Verde, bianco, rosso, fu per la prima volta alla testa dei soldati del Regno di Sardegna, come volle il proclama del Re Carlo Alberto del 23 marzo 1848 in vista dell’ingresso il Lombardia per rispondere alla richiesta che Gabrio Casati gli aveva rivolto a nome del Governo provvisorio milanese. Alla prima guerra di indipendenza contro il “nemico storico”, per dirla con le parole del mite Luigi Einaudi, all’indomani del 4 novembre 1918, quando, come abbiamo tutti appreso dal Bollettino della Vittoria firmato alle ore 12 di quel giorno dal Generale Armando Diaz, “i resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo” risalivano “in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza”.
La bandiera, ovunque rispettata ed amata al di là del credo politico, perché quei colori sono di tutti, di destra o di sinistra. La bandiera ovunque è il simbolo della nazione e del suo orgoglio. Basta pensare agli Stati Uniti d’America, spesso impropriamente richiamati quale esempio dell’apertura allo ius soli, che lì c’è, ma che vale esclusivamente per i figli di chi è legittimamente presente sul territorio, cosa sempre trascurata.
Qualche mese fa Il Messaggero denunciava il caso di Villa Leopardi, nel romano quartiere Africano, in via Makallè, dove, sui pennoni della biblioteca comunale, il Tricolore non c’era più, ridotto ad uno straccio con la striscia bianca e quella verde divorate dal tempo.
Immaginavo che sarebbe andata così quando fu approvata la legge sull’esposizione della bandiera nazionale. Ero certo che sarebbe stata interpretata “all’italiana” (quanto mi addolora questa espressione!). Perché la bandiera non deve essere esposta continuativamente sugli edifici pubblici ma, ai sensi dell’art. 2, comma 1, della legge : Legge 5 febbraio 1998, n. 22 ("Disposizioni generali sull'uso della bandiera della Repubblica italiana e di quella dell'Unione europea") “per il tempo in cui questi esercitano le rispettive funzioni e attività”, il che vuol dire, per le scuole, “nei giorni di lezioni e di esami” (art. 4, comma 3, del Decreto del Presidente della Repubblica 7 aprile 2000, n.121 ("Regolamento recante disciplina dell'uso delle bandiere della Repubblica italiana e dell'Unione europea da parte delle amministrazioni dello Stato e degli enti pubblici"). Il che esclude che siano esposte di notte e in tempo di vacanze.
Le bandiere esposte giorno e notte col sole o con la pioggia degradano nel giro di pochissimo tempo e diventano assolutamente irriconoscibili. Uno spettacolo desolante che la dice lunga sul senso dell’italianità dei contri concittadini che, alla visione di quella bandiera vilipesa non insorgono, se non in pochi casi, peraltro inascoltati. Con questo spirito nazionale il Paese non riesce a risorgere, come fece un tempo, più di recente dopo la guerra perduta e le lacerazioni che ne sono seguite.
Bandiere che non hanno più neanche la forza di sventolare per ricordare a giovani e anziani la nostra storia, chi siamo. Forse perché non lo sappiamo, perché abbiamo avuto cattivi maestri che mano mano hanno fatto perdere alle giovani generazioni il senso dell’appartenenza, quella che oggi in qualche modo vorremmo riconoscere nei migranti per effetto dello ius culturae, attraverso un ciclo scolastico in istituti al cui ingresso la bandiera è necce condizioni che tutti possiamo constatare. Impareranno che non c’è rispetto per la nostra storia, come per l’autorità dello Stato. 
Quanta differenza con gli Stati Uniti dove le bandiere sventolano immacolate su ogni casa, dove bianchi, neri, gialli si sentono effettivamente americani, come abbiamo imparato a conoscere dai film di guerra che esaltano il soldato USA, spesso di colore in un reparto comandato da un ufficiale di colore. Laddove la Patria è un valore di tutti.
Un tempo era così anche in Italia, un sentimento che è anche un’idea consegnata in una canzone dall’inconfondibile accento partenopeo, “Passa a bandiera, passa a Patria o Rre”, spesso richiamata nelle rievocazioni della Grande Guerra.
Mi perdoneranno i lettori di fede repubblicana. Ma converranno certamente che bandiera e Patria sono inscindibilmente connessi come o’ Rre, per chi si è abbeverato ai valori di libertà del Risorgimento e dell’Unità nazionale.
Non esistono convenzioni internazionali sull'uso della bandiera (flag etiquette), ma le linee di comportamento seguono regole comunemente accettate. E sono tali da garantire una esposizione della bandiera che eviti il degrado che denunciano le nostre. In primo luogo la bandiera viene esposta dall'alba al tramonto, alzata vivacemente ed abbassata con solennità, non deve mai toccare il suolo né l'acqua. 
Mai può essere usata come copertura di tavoli o sedute o come qualsiasi tipo di drappeggio. Non può mai essere esposta in posizione inferiore ad altre rispetto alle quali deve occupare la posizione privilegiata.
Regole logiche che attestano un senso di rispetto che dobbiamo assolutamente ritrovare.

28 luglio 2017