mercoledì 28 giugno 2017

SALUTI E BACI, DA...


I nostri Lettori già conoscono l'Autrice e Poetessa Gabriella Nardacci, avendola anche apprezzata attraverso il suo interessante e stimolante scritto 'Tra ieri e domani' , ultimamente da noi pubblicato.
Gabriella - da pochi giorni nelle librerie con il suo nuovo romanzo 'A malapena si vede l'Isola di Ponza' - lavora oggi alla rifinitura del suo ultimo inedito, che sarà edito il prossimo anno, ma ha trovato tempo per dedicare ai nostri Lettori un suo gustoso pezzo, dal sapore antico.
Un testo che ci porta a percepire sensazioni antiche, ma mai smarrite: tali da farci continuare a sperare in un futuro meno affannoso e dalla dimensione più umana.
D'altronde - riprendendo uno spunto di Manuel Diaz Martinez - niente può sostituire la poesia per dare le ali ai nostri desideri, ai nostri sogni, facendoci sentire assolutamente liberi: 'La poesia como liberaciòn'.
Grazie, Gabriella, per questo scritto intenso e ricco di umori, di testimonianze e sensazioni di vita. 
Roma, 27 Giugno 2017                                                  Giuseppe Bellantonio


SALUTI E BACI DA

Quando vado a trovare mia madre, è inevitabile che non si vada, con i discorsi, lontano nel tempo.
La memoria lunga delle persone anziane è preziosa ed è una fonte orale inesauribile di riferimenti storici dettagliatissimi. Mi ritrovo ad ascoltare con interesse, storie preziose accadute realmente, ma che sembrano inventate, tanto mi riportano in una dimensione a volte onirica e altre volte surreale.
Lei racconta di streghe e di briganti, di tesori nascosti nelle grotte e nei muri delle case, di sogni avveratisi e di amori contrastati o lontani, di lettere d’amore scritte dal fronte o dai campi di prigionia, di cartoline con la foto del proprio innamorato e brevi frasi in cui vi si leggevano la nostalgia di casa e la paura di una promessa non mantenuta.
Mia madre, a domande più precise, mi risponde che non ricorda bene se sua madre avesse conservato qualche cartolina del primo novecento, ma nella sua testa ci sono ricordi ingarbugliati di cartoline illustrate dedicate a qualche Papa o foto a colori, probabilmente private, che ritraevano mamme con figli.
Anche se confusi, credo si riferisca alle prime cartoline illustrate apparse nel 1900 e si ricorda che sua madre le conservava insieme a certe fotografie in una cassetta di legno che poi è diventata la sua. Andiamo a prenderla, ma di quelle cartoline postali illustrate, non ce n’è neanche una mentre ci sono fotografie del padre e della madre e di lei bambina.
Le dispiace non potermi comunicare ulteriori informazioni ma di quel poco che ne so io, la informo. Le dico che la prima cartolina postale in Italia apparve nel lontano1874 con un francobollo prestampato con l’effige di Vittorio Emanuele II. Rimane a guardarmi e poi mi dice "Ah! Gliu Re! Eccerto che ce vularìa de sti tempi! Ma ie non ero ancora nata ecco perché non me lo ricordo…". 
Non le dico neanche della cartolina postale in onore del Re Vittorio Emanuele III uscita in occasione del suo matrimonio e neanche del 1889, quando è stato istituito ufficialmente e divise in due parti (divided back): una facciata per l’indirizzo e qualche essenziale pensiero, l’altra con foto dedicate a Papi, a famiglie e in seguito a vignette umoristiche, paesi lontani, monumenti e arte in genere.
Poi le parlo delle guerre mondiali e allora le si apre la mente. Ovviamente tralascia la I Guerra Mondiale ma ricorda perfettamente la II e dice che sulle cartoline c’erano le fotografie dei soldati e di tutte le cose che faceva Mussolini (credo si riferisse alle opere del Regime…) e i paesaggi.
""... Chissà che fine hanno fatto chelle belle cartoline! Ne teneva tante… Pensa che teneva puro chelle della Repubblica Italiana, un anno prima ch’è nato fratto! So sparite tutte chelle belle cartoline!- dice un po’ risentita..."" 
Parla del 1947 quando sulle cartoline illustrate apparve stampata l’intestazione “Repubblica Italiana”.
In quel periodo mia madre andava a comprare il sale “co gliu fazzolettono” (ci tiene a precisarlo…) nella Rivendita n° 1 di sali e tabacchi. La Rivendita oltre al sale e alle sigarette “popolari” vendeva anche qualche cambiale e qualche cartolina postale.
Poi la Rivendita passò alla figlia del primo proprietario e il negozio si spostò sotto casa mia. 
La nuova proprietaria era molto affettuosa con mia madre e con noi allora bambini. Gli scaffali della Rivendita cominciarono a riempirsi anche di quaderni e aumentarono anche le marche delle sigarette.
Sul bancone apparvero dei grossi contenitori di vetro con caramelline di ogni tipo: alla liquirizia, alla menta, al miele, le mou e i formaggini di Topolino, a triangolo, di cioccolato con le nocciole che facevano gola a noi bambini.
Al termine di questi grandi contenitori, c’era un espositore di plastica, girevole, con le cartoline illustrate. Ce n’erano di ogni specie: con i fiori e la scritta di Buon Compleanno e Buon Onomastico, dedicate agli innamorati con le coppie che guardavano un tramonto o che si scambiavano sguardi d’amore sui prati in fiore, con gli animali rappresentati in maggioranza da cani e gatti ma anche da cavalli e da farfalle, di Buon Compleanno con le torte e le candeline fino a dieci (mi pare di ricordare così) e con qualche cartolina in bianco e nero con il panorama di Maenza, con il castello baronale, con la piazza e la fontana all'ingresso del paese, con l’interno della chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta in cielo e con via Circonvallazione da cui s’intravvede anche quella lingua di mare con l’isola di Ponza.
Quando fu messa in vendita la Rivendita, mia madre la comprò. Ne mantenne la clientela perché nacque anche la Rivendita n° 2 e ne ampliò la scaffalatura aggiungendo altra merce.
Anche l’espositore con le cartoline cominciò a riempirsi. 
Le cartoline di Maenza cominciarono ad apparire anche a colori e i soggetti si estesero a qualche vicolo, al giardinetto con la tomba del Milite Ignoto, a via della Repubblica, alla scalinata che conduce al Castello Baronale in cui fu ospite S. Tommaso D’Aquino.
Di solito si rispondeva con una cartolina a chi ne inviava altre da fuori. Mia madre inseriva le cartoline che ci arrivavano, all'interno dei vetri scorrevoli della vecchia credenza. Ne ho scritte diverse anch'io.
Quando arrivavano cartoline con i paesaggi marini, me le conservavo tutte dentro una scatola di latta. Qualcuna l’ho ritrovata ed è stata una grande emozione. Ne ho accarezzata la grafia e ho ricordato addirittura l’emozione provata quando l’ho ricevuta. E son passati davvero tanti anni…
Ora le cartoline sono tutte bellissime. Si ha difficoltà a sceglierne una da scrivere a qualcuno. Se ne trovano di diversi tipi e con diverse e sofisticate tecniche. Peccato che nessuno scriva più a mano.
Tutti con questo computer che certamente non ci regala l’emozione di una penna, di una parola scritta diversamente da un’altra né ci viene voglia di accarezzarne la grafia…
Arrivano raramente anche le cartoline. Due anni fa sono stata a Ponza con mia figlia e un’amica. Ho scritto una cartolina a me stessa… ma, scherzo del destino, non mi è mai arrivata.
Avevo scritto… "Saluti e baci calorosi...”. Forse sarò stata troppo spudorata?

Gabriella Nardacci


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