mercoledì 23 dicembre 2015

AMORE PER L'ARTE

Daniele Taddei lo aveva detto: vorrei essere alla testa di un vero e proprio movimento culturale che riporti l'Arte pittorica su quel piedistallo dal quale - per colpe, negligenze, indifferenze - è stata fatta cadere nella polvere.
E ciò per colpa di quanti hanno visto, nel pur legittimo desiderio di chi desidera farsi largo, un modo per fare rapidi guadagni organizzando mostre di discutibile livello artistico e culturale: nell'incuria, in ogni caso, di ciò che accadrà un istante dopo che la mostra si sarò conclusa.
Avevo avuto il piacere di parlarne di persona con Taddei, in occasione della recentissima personale all'Abbazia di San Claudio in Corridonia del bravo Artista contemporaneo Leonardo Serafini, e - considerando la coincidenza di molte delle nostre valutazioni al riguardo - mi ero detto ben disponibile a sostenerlo - personalmente e con l'Associazione 'Accademia di Alta Cultura' di cui faccio parte come v. Presidente - in quella che sembrava una 'crociata' di imminente avvio.
Ebbene, le notizie di cronaca hanno dato concretezza e forma alle belle idee di Daniele Taddei: il suo desiderio ha trovato entusiasta eco nel patron del Parco Commerciale di  
di Corridonia Alfio Caccamo, che ha voluto essere il primo a dedicare all'interno di un Centro Commerciale di rilievo - il 'CorridoMnia', appunto -  uno spazio dedicato forse in via permanente ad ospitare Artisti noti ma anche 'emergenti', e quindi meno noti al grande pubblico, accomunati da una caratteristica: essere radicati nel Territorio delle Marche.
Ovviamente, ciò non esclude l'apertura agli Artisti di Altre Regioni: ma - sosteneva Daniele Taddei nel presentare con il patron Caccamo il progetto Contemporary Marche Art - in via preminente si intende, almeno in questa prima fase, essere un contenitore che consenta a tanti bravi Artisti di poter esporre le loro opere in tutta libertà e tranquillità.
Certo, non si tratterà di 'tele colorate': bensì di Artisti che abbiano dimostrato già di avere un loro potenziale, un loro valore, a fronte del quale i locali allestiti nel Centro Comm.le  'CorridoMnia', non faranno altro che svolgere la loro azione catalizzatrice di pubblico, consentendo così l'innescarsi di una sana dinamica culturale che, alfine, conduca alla valorizzazione dell'opera e dell'ingegno dell'Artista.
Alfio Caccamo ed il suo Parco Commerciale svolgeranno così quel ruolo che la letteratura predilige assegnare alla figura del mecenate: il sostenitore per eccellenza della Cultura, degli Artisti e della loro opera.
L'organizzazione si è incentrata sulla collaborazione di Mario Montalboddi, Daniele Taddei e Bruno Mariani: proprio Montalboddi ha sottolineato come '...il progetto rientri nella mission del 'CorridoMnia', che è quella di tenere in evidenza gli aspetti sociali e culturali del territorio: in questo caso, agevolando il contatto tra il grande pubblico impegnato nello shopping e gli Artisti impegnati nella kermesse...'.
Per questo primo appuntamento sono state scelte le opere di Sante Monachesi, Umberto Peschi, Wladimiro Tulli, Sandro Trotti, Silvio Craia, Valeriano Trubbiani, Ugo Caggiano, Ubaldo Bartolini, William Medori, Mario Migliorelli, Giovanni Beato, Egidio Del Bianco, Giuseppe Rinaldo Basili, Leonardo Serafini, Piero Principi e Luca Zampetti.
Una grande 'vetrina' di Arte e di Cultura marchigiana, quindi, cui ha fatto riscontro - fin dal  vernissage - un grande successo di pubblico: segno dell'apprezzamento per questa prima iniziativa nel 'CorridoMnia'.
Il patron Caccamo, soddisfatto nel riscontrare il successo dell'iniziativa, augura che la sua iniziativa, e quindi quella del Centro Commerciale 'CorridoMnia', contamini presto la curiosità- e, perché no?, la voglia di novità nel marketing - di altri amanti della Cultura, per analoghe, similari iniziative.

Roma, 23 Dicembre 2015                                   Giuseppe Bellantonio

martedì 22 dicembre 2015

BUON NATALE !

BUON NATALE !
Gesëende Kersfees - Gezur Krislinjden - Idah Saidan Wa Sanah Jadidah - Shenoraavor Nor Dari yev Pari Gaghand - Tezze Iliniz Yahsi Olsun - Selamat Hari Natal - Zorionak eta Urte Berri On! - Shuvo Naba Barsha - Vesele Vanoce - Nedeleg laouen na bloavezh mat - Tchestita Koleda; Tchestito Rojdestvo Hristovo - Bon Nadal i un Bon Any Nou! - Prejeme Vam Vesele Vanoce a stastny Novy Rok - Yukpa, Nitak Hollo Chito - Gun Tso Sun Tan'Gung Haw Sun - Kung His Hsin Nien bing Chu Shen Tan - Subha nath thalak Vewa. Subha Aluth Awrudhak Vewa - Tan Chuk Ha - Sretan Bozic - Glædelig Jul - Jutdlime pivdluarit ukiortame pivdluaritlo! - Gajan Kristnaskon - Ruumsaid juulup|hi - Cristmas-e-shoma mobarak bashad - Zalig Kerstfeest en Gelukkig nieuw jaar - Maligayan Pasko! - Hyvaa joulua - Joyeux Noel - Noflike Krystdagen en in protte Lok en Seine yn it Nije Jier! - Nollaig chridheil huibh - Nollaig chridheil agus Bliadhna mhath ùr! - Nadolig Llawen - Shinnen omedeto. Kurisumasu Omedeto - Kala Christouyenna! - En frehlicher Grischtdaag un en hallich Nei Yaahr! - Barka da Kirsimatikuma Barka da Sabuwar Shekara! - Mele Kalikimaka - Shub Naya Baras - Selamat Hari Natal - Merry Christmas - Idah Saidan Wa Sanah Jadidah - Ojenyunyat Sungwiyadeson honungradon nagwutut. Ojenyunyat osrasay - Gledileg Jol - Nollick ghennal as blein vie noa - Natale hilare et Annum Faustum! - Prieci'gus Ziemsve'tkus un Laimi'gu Jauno Gadu! - Linksmu Kaledu - Sreken Bozhik - LL Milied Lt-tajjeb - Meri Kirihimete - Merry Keshmish - God Jul, or Gledelig Jul - Pulit nadal e bona annado - Vrolijk Kerstfeest en een Gelukkig Nieuwjaar! oppure Zalig Kerstfeast

martedì 15 dicembre 2015

ANNA MARIA PETROVA PRESENTA 'BRICIOLE'

Anna Maria Petrova-Ghiuselev

 "Briciole"

Con il patrocinio della FUIS - Federazione Unitaria Italiana Scrittori, della BERTONI Editore Italia e dell’Associazione Culturale ARTERMIDIA

 
 
Il 25 Novembre 2015, nella sede della FUIS a Roma, la brava e poliedrica Anna Maria Petrova-Ghiuselev ha presentato la sua ultima fatica: la raccolta di poesie edita per i tipi di Bertoni Editore, dal titolo 'BRICIOLE', che segue di poco la pubblicazione in Bulgaria - sotto l'egida dell'Unione Scrittori Bulgari - della raccolta dal titolo '... E L'ANIMA SA'. 
Il testo è arricchito con riproduzioni del celebre Artista lirico e pittore M° Nicola Ghiuselev, ad un anno dalla sua scomparsa, e la stessa opera della Petrova è a lui dedicata. 

 
Essai dalla prefazione di Elio Pecora
L’entusiasmo - come forza che muove, anche inconsapevolmente, misteriosamente, sentimenti diversi e incontenibili umori - spinge e significa questa raccolta di versi ... è un demone instancabile se porta l’autrice, oltre che in altri mondi diversi dalla scrittura, nelle regioni di una lingua non interamente posseduta, pure assediata e tenuta per un eccesso di emozione.  In questo libro è esaltato l’amore, come amore per la vita stessa nella sua interezza. Ed è percepito come un bene arduo e incontenibile, toccato dal desiderio e dalla speranza, dall’ansia e dalla trepidazione.
Essai dalla prefazione di Angelo Sagnelli
" Una nuova visione della vita, presente nelle ultime composizioni di Anna Maria Petrova, si manifesta in tutta la sua nudità, là dove il poeta condanna l’arroganza del potere in una impietosa analisi sociale, ritrovando la forza di opporsi ai soprusi esercitati dall’uomo sull’uomo, vivendo in un alone di indeterminatezza la sua ritrovata sacralità. Vorrei mettere in evidenza la sua profonda inquietudine e la sua preoccupazione per i tempi che viviamo, dove l’odio “ più combattivo e resistente consuma le anime…uccidendo la gioia nel nascere “. L’uomo oggi appare più impoverito nei sentimenti ma nel contempo più avido, più dedito al suo personale benessere nella sua “struggente miopia”.    In questi versi si sente tutta la forza espressiva del poeta che intende condannare la vita vuota e dissoluta di molte persone, non trascurando la salvifica funzione che la poesia esercita nell’alleviare le sofferenze di chi ne subisce le angherie. La poetessa sa bene che tutto sommato dovrà continuare il suo viaggio nell’attuale società, viaggio che dovrà condividere con altre persone, forse in altre città, ma siamo certi che i suoi compagni più cari non la lasceranno mai sola: la sua amata luna, il suo silenzio condiviso nei momenti di abbandono poetico, la sua insofferenza per chi umilia i più deboli, sua impagabile poesia.
 
Dalla silloge di A. M. Petrova, proponiamo ai nostri Lettori una poesia su Papa Francesco, con la sua traduzione in lingua bulgara:

                                             A Papa Francesco!
 
Oh, Argentina!
Terra della mia gioia e spensieratezza.
Terra promessa, terra sognata e sofferta dai miei avi.
Argentina, terra di sentimenti forti,
di fiducia, di passioni e di grandi delusioni...
Terra di salvezza e progetto di nuova vita.
Oh, Argentina,
che mi hai reso felice e quasi nata sulla Luna!
 
Ci hai mandato qui oggi il nostro Padre,
quello di tutti, lui che aspettavamo.
Quello fiero e degno delle nostre speranze e sofferenze.
Dal Paese di un grande popolo
che unisce tutti ora intorno a lui.
Paese di un popolo altero che abbraccia
il secolo intero di terra ferita dagli uomini.
 
E’ lui,
il nostro Pastore e arrivato da noi appena in tempo,
prima che annegassimo nella nostra mediocrità ...
Non è ancora troppo tardi, no.
Dobbiamo essere degni di lui.
Benvenuto, salvaci e resta con noi, Padre!
Tu, il nostro Papa Francesco!
 
Anna Maria Petrova – Ghiuselev
dalla siloge ``Briciole`` Bertoni Editore, 2015

 
На Папа Франческо! (превод на автора)
Ей, Аржентина!
Земя на моята радост и безгрижие.
Земя обетована, изстрадана и сънувана от моите предци.
Аржентина, земя на разтърсващи чуства,
на доверие, на страсти и велики разочарования.
Но земя и на спасение, и проект за нов живот земя.
О, Аржентина,
ти, която ме направи щастлива и почти на луната родена.
Ти ни изпращаш тук днес нашия Баща дългоочакван.
Този, който е на всички, който очаквахме отколе,
смел и достоен за въжделение, за нашето страдание!
Той дойде!
От страната на един голям народ,
който сплоти всички нас около него.
Страна на доблестен народ,
обгърнал цял век на измъчена от хората земя.
И той, нашият Водач при нас тъкмо навреме пристигна,
преди всички да потънем в собствената си посредственост.
Но не е твърде късно още.
Достойни за него трябва само да бъдем.
Добре си дошъл, спаси ни и остани с нас, Отче!
Ти, нашият Папа Франческо!
Анна Мария Петрова-Гюзелева
A beneficio dei nostri Lettori, qualche breve cenno sull'Autrice Anna Maria Ghiuselev
Laureata all’Accademia Musicale di Sofia e in Teatro e Management alla NBU, Sofia
Giornalista – del TG LA 7, di Uno Mattina - RAI UNO, ha varie partecipazioni e collaborazioni con la BNT-Bulgaria, RaiUno, RaiDue, Canale 5.
Аttrice in numerose produzioni cinematografiche e televisive (più di 50) in Bulgaria e in Italia (anche in teatro), in Germania, Francia, Usa.
Docente di coreografia, danza classica, moderna e jazz preso diverse scuole e facoltà.
Titolare della società cine – tv Adria film International ltd. dal 1993
Presidente dell’Associazione Artemidia – eventi culturali internazionali, ideatrice della Biennale Artemidia tra Roma e Sofia, dal 2007 ad oggi.
Fa parte dell’Ordine nazionale dei giornalisti in Italia e in Bulgaria.
Fa parte di FUIS e UNSA, Unione scrittori e artisti, Italia
Giurata dell’Accademia del Cinema italiano per i premi “David di Donatello” .
Fa parte dell’Accademia delle Scienze e delle Arti di Bulgaria
Tra i suoi lavori – edizione dei libri per la musica lirica; pubblicazioni nei quotidiani nazionali bulgari e italiani in politica estera, attualitа e cultura; pubblicazioni di poesie nell’almanacco poetico femminile “Eugenia Mars” di Sofia,2000-2015; Premi al Concorso Europeo di Poesia – Lecce 2000, 2007, 2010 (primo premio) e Roma-2008 ; Premio Alda Merini, 2010; Gran Trofeo della Cultura al Premio Histonium-Vasto 2012, Premio del Parlamento EU, Italia 2013 e Premio a SpoletoFestivalArtExpo 2013 per il libro poetico “Fiori e spine di via Egnatia”, Edizioni Tracce, 2011. Pubblica nella Rivista nazionale italiana ”Poeti e Poesie”- dir. Elio Pecora; nell’Antologia”Cara Alda, ti scrivo…”, nell’Antologia Poetica e l’Agenda del Poeta, Editore Pagine; Pubblica la raccolta di poesie “L’elegia della vita”, in bulgaro e in italiano -“Ivan Vasov” editore 2001; Publica “Fiori e spine di via Egnatia”, raccolta di lirica – Edizioni Tracce, 2011. Nuove raccolte - in bulgaro “…E l’anima sa” con la Casa editrice Unione Nazionale Scrittori di Bulgaria a luglio 2015 e in italiano “Briciole” con la Bertoni Editore a settembre 2015, con la quale riceve il Premio letterario dello SpoletoArtExpo2015.



domenica 13 dicembre 2015

TASSAZIONE, GIUSTIZIA E FIDUCIA... NELL'ANALISI DEL PROF. SFRECOLA

I nostri Lettori ormai ben conoscono gli scritti di S.E. il Prof. Salvatore Sfrecola, apprezzandone lo stile asciutto ed i contenuti né casuali né superficiali.
Qui proponiamo quattro degli ultimi articoli che - su cortese disponibilità offertaci dall'Autore - abbiamo tratto dal sito di 'Un Sogno Italiano', porgendoli all'attenzione dei nostri affezionati Lettori.
Ci permettiamo di sollecitarvi nell'inserire il link del sito in questione tra i Vostri favoriti: sarete così tempestivamente aggiornati sui contenuti - di elevata qualità sociale e politica - disponibili per la lettura e l'analisi. Buona lettura, quindi!

Le tasse sulla seconda casa ingiuste e dannose per l’economia
di Salvatore Sfrecola

        Ha ricevuto molti consensi su Facebook qualche mia considerazione sulla tassazione delle seconde case che nella vulgata del governo e dei partiti sarebbe giusta perché quelle abitazioni rappresenterebbero un “indice di ricchezza” e comunque assicurerebbero congrue entrate agli enti locali. Di tutto questo è vera solamente quest’ultima affermazione. In effetti i comuni marittimi o montani si rifanno sulle seconde case tassandole pesantemente per recuperare quelle risorse che non provengono più dai trasferimenti erariali. Ugualmente mi è stato fatto osservare concedono licenze edilizie solo per incassare
         Sennonché le seconde case, a valutare nella sua realtà il fenomeno, sono tutt’altro che un indice di ricchezza. In primo luogo perché il più delle volte sono modeste abitazioni, anche quando pomposamente definite “villette”, ereditate dai nonni e dai padri che di quelle località marittime collinari e montane sono originari. Case mantenute soprattutto per motivi affettivi per brevi vacanze estive invernali o nei fine settimana. Inoltre, proprio per essere poco utilizzate e comunque in ragione delle località nelle quali sono collocate abbisognano di costose e continue manutenzioni le quali attivano lavoro per artigiani locali, muratori, idraulici, giardinieri, che alleviano difficoltà dei residenti spesso costretti ad “arrangiarsi” proprio con quei lavoretti saltuari assicurati dalla manutenzione delle seconde case.
         Oggi la tassazione scoraggia la disponibilità di una seconda casa. Il mercato è fermo, come attestano le agenzie immobiliari. Inoltre quelle case non si vendono per cui spesso sono abbandonate, con effetti negativi anche sull’economia degli enti locali interessati i quali avrebbero, invece, da un’espansione degli immobili notevoli incentivi per tutte le attività commerciali, dai ristoranti alle attività artigianali che fioriscono dovunque in Italia, preziosa risorsa delle comunità.
          Inoltre la presenza di seconde case favorisce l’aggregazione di amici con effetti sollecitatori di ulteriori iniziative locali che gli enti locali attivano attraverso ricorrenze della loro storia, sagre paesane ed altre attività, comprese quelle, frequenti in questo nostro Paese, di valorizzazione dei beni culturali, in specie di quelli del patrimonio archeologico.
           Insomma, gravare le seconde case di imposte pesanti è un errore gravissimo perché disincentiva una serie di attività che spesso consentono la sopravvivenza di località che altrimenti sarebbero abbandonate ad un rapido degrado. La mentalità rapinatoria del fisco italiano a tutti i livelli va abbandonata, dovendosi invece ritenere che tassare o detassare è strumento di politica economica prezioso come tradizionalmente ritenuto dagli economisti e dai politici più avveduti, quelli che guardano lontano e apprezzano gli effetti dell’intervento pubblico nel tempo.
           Detassare le seconde case, dunque, si può e si deve. Ma è dubbio che questa classe politica modesta comprenda la necessità di stimolare un settore dell’economia che, specialmente nell’hinterland delle grandi città si basa molto su immobili destinati al riposo, allo svago e all’attivazione di relazioni che arricchiscono quelle località ed i loro abitanti. Ed anche gli enti che dalla vivacità della comunità possono ritrarre maggiori entrate, in particolare da attività commerciali fiorenti e vantaggi da una ridotta necessità di aiutare persone in difficoltà per le scarse possibilità di lavoro. Specialmente in questo periodo.
          L’economia di una comunità, infatti, va vista nella sua globalità e nelle possibilità di sviluppo che è sbagliato comprimere alla base disincentivando un settore che, come abbiamo visto, offre tante possibilità.
          6 dicembre 2015

Le parole della fiducia, la sfiducia nei fatti
di Salvatore Sfrecola

Il Presidente del Consiglio sparge fiducia a piene mani, sempre, ad onta dei risultati spesso deludenti della ipotizzata crescita del PIL, dei consumi e dell’occupazione. Vede ovunque segnali positivi e speranze sottolineando che questo “è un grande Paese”. Solo in queste ultime quattro parole c’è della verità, ma soltanto “storica”, perché per altro verso, come attestano l’ISTAT ed il CENSIS le cose non vanno proprio così bene. In particolare per l’Istituto diretto da Giuseppe De Rita, che ha appena diramato il suo annuale rapporto, l’Italia è ferma in un “letargo esistenziale collettivo”. La politica tenta di “trasmettere coinvolgimento e vitalità al corpo sociale” senza riuscirvi. È una sorta di “limbo italico”, dice De Rita. Infatti, al di là della contingenza delle festività di Natale e di fine anno, che indurranno la maggior parte di noi a donare ed a donarsi qualche oggetto per festeggiare, gli italiani spendono meno dell’auspicato e di quanto dicono gli interessati a spargere fiducia nei consumatori, a cominciare dalle associazioni di categoria dei commercianti. Non dimentichiamo che il 16 dicembre dovremo pagare salatissime IMU e TASI.
         Ragioniamo un po’ sul fatto che alle parole di fiducia di Matteo Renzi gli italiani riservano una prudente attenzione che in molti casi conduce a maturare una consapevole sfiducia. In primo luogo c’è il dato obiettivo attuale, certificato dall’ISTAT, che la crescita e l’occupazione non vanno proprio come il Governo si attendeva e come il Premier riteneva possibile, addirittura affermando che l’Italia sarebbe a breve diventata “la locomotiva d’Europa”, espressione che ci farebbe piacere fosse vera ma che denota in chi la pronuncia una scarsa conoscenza della realtà e delle prospettive effettive che si pongono al nostro Paese. Ma quel che frena gli entusiasmi degli italiani, o meglio che impedisce che si manifesti nella maggior parte dei nostri concittadini un minimo di fiduciosa aspettativa nel futuro, sono le ricorrenti indicazioni che provengono dal Governo e dai suoi organi, di blocco degli stipendi e delle assunzioni che rendono evidenti le difficoltà, la mancata revisione della spesa pubblica improduttiva o parassitaria o, ancora, conseguenza di sprechi e di cattiva gestione, sintomo di incapacità di gestione e di non conoscenza dei fenomeni. Infine, le ricorrenti proposte di revisione delle pensioni. Tutto questo evidentemente preoccupa gli italiani che vi rinvengono elementi di incertezza per ciò stesso generatori di sfiducia.
          Dalle parole del Premier, dalle più prudenti esternazioni del Ministero dell’economia Padoan, che sembra aver perso negli ultimi tempi l’originaria riservatezza per spiegare e precisare il valore e le prospettive che derivano da uno zero virgola in più o in meno, parole le quali dimostrano che si parla comunque di piccole cose, gli italiani non possono essere indotti a sentire fiducia nella politica del governo e nelle prospettive che da questo vengono indicate.
          In particolare le tasse crescono, il mercato immobiliare è sostanzialmente fermo e con esso l’indotto, non solo dei materiali di costruzione ma anche del mobilio e degli elettrodomestici che naturalmente si ricollegano all’acquisto o al cambio dell’abitazione. Aggiungasi la crisi delle seconde case che non si vendono e vengono gravate da imposte pesanti, un errore, come diremo meglio in altra occasione, perché le seconde case, intese come luogo di vacanza sono uno stimolo per l’economia delle località marine, collinari o montane, favorendo occupazione nelle ristrutturazioni e nella manutenzione. Inoltre si deve smettere di ritenere la seconda casa un lusso, perché spesso è solamente la casa dei nonni o dei genitori, ereditata e mantenuta per ricordi d’infanzia e per attaccamento ai luoghi.
           Dove, dunque, la fiducia di Renzi per le prospettive della ripresa? Il Premier dice fiducia ed i suoi uomini raffreddano ogni entusiasmo prospettando agli italiani nuove tasse o “ritocchini” alle tariffe, blocco delle assunzioni che invecchiano le strutture amministrative e tecniche dello Stato e degli enti pubblici con effetti evidenti sull’efficienza dei servizi. In prospettiva a giorni alterni il Presidente dell’INPS, Boeri, fa analisi drammatiche dei conti pubblici affidati alle sue cure con prospettive non favorevoli. Si è perfino ipotizzato, non è chiaro chi lo abbia detto ma si è sentito ripetere sui giornali e nelle trasmissioni televisive, che i pensionati i quali assumono la residenza in un paese estero, anche dell’Unione Europea, sappiamo che vanno di moda soprattutto Portogallo e Spagna – Canarie, potrebbero avere non più liquidata la pensione al lordo delle imposte che pagherebbero nel nuovo stato, imposte ovunque assai più leggere. Una prova della esosità del fisco italiano.
         Un panorama che non può destare fiducia. Non bastano le parole, anche se sono importanti ed autorevoli che se smentite dai fatti perdono autorevolezza. E inducono al sospetto che dietro quelle parole non ci sia competenza e ragionevole gestione della realtà.
          5 dicembre 2015


Prove tecniche di regime
Le mani del Governo sul Consiglio di Stato
di Salvatore Sfrecola

Si sente dire, uso questa espressione per carità di Patria nella speranza non sia vero, che il Governo avrebbe chiesto al Consiglio di Presidenza della Giustizia amministrativa, l’Organo di autogoverno di TAR e Consiglio di Stato, una rosa di cinque nomi tra i quali scegliere il prossimo Presidente del Consiglio di Stato, carica vacante da quando, alcuni mesi fa, Giorgio Giovannini si è dimesso per protesta nei confronti della decisione governativa di “sfoltire” il ruolo dei giudici amministrativi mandando in pensione anticipata un bel numero di essi, nell’ambito di un preannunciato “ricambio generazionale” che ha mandato a casa i più anziani senza contestualmente reclutare giovani.
È una decisione senza precedenti quella di cui si sente dire, perché i governi hanno fin qui seguito una prassi secondo la quale la norma, la quale prevede che il Presidente del Consiglio di Stato sia nominato con decreto del Presidente della Repubblica su deliberazione del Consiglio dei Ministri, “sentito” il Consiglio di Presidenza della Giustizia amministrativa, è stata costantemente interpretata come una designazione dello stesso Consiglio (tramite l’Organo di autogoverno) nel rispetto dell’autonomia della magistratura amministrativa, in un sistema normativo nel quale la deliberazione del Governo deve essere intesa solamente come una forma di adozione dell’atto di nomina, rimanendo la scelta assegnata all’Organo di autogoverno.
Il sistema della “rosa” di candidati lede a fondo l’autonomia della magistratura amministrativa in quanto introduce un sistema di scelta che attua una accentuata discrezionalità in favore del Governo assolutamente incompatibile con l’indipendenza della magistratura.
Sarà perché il Consiglio di Stato, dimostrando una spiccata indipendenza, ha in questi ultimi tempi adottato una serie di pronunce che hanno dispiaciuto il Governo arrivato a vette di improntitudine straordinarie, addirittura ritenendo irrilevanti l’effetto di talune pronunce “sgradite” del Consiglio in sede consultiva.
La richiesta di una rosa è un segnale che deve preoccupare tutti coloro che credono nell’indipendenza della magistratura (a breve sarà la Corte dei conti a rinnovare il suo presidente) e nel rispetto delle regole costituzionali sulla separazione dei poteri e sul principio di imparzialità, cioè di legalità, che permea l’assetto della Repubblica.
Ornai è evidente che il Presidente del Consiglio nutre fastidio per le regole della democrazia, come dimostra il fatto che ha inteso mortificare ripetutamente il Parlamento costretto a votare sulla base di mozioni di fiducia tutte le leggi che lo interessano, comprese quelle di conversione di alcuni decreti legge che hanno manomesso importanti regole del diritto, come quelle che riconoscono i diritti acquisiti, convalidati da pronunce della Corte costituzionale. Altro organismo inviso al leader che, infatti, non riesce a far eleggere i giudici costituzionali mancanti da tempo perché, a differenza di quanto è avvenuto fin qui con una equilibrata scelta delle varie forze politiche, vuole dalla sua parte tutti i giudici da eleggere, nel timore che una Consulta indipendente potrebbe riconoscere l’incostituzionalità di alcune delle riforme alle quali il Ministro Boschi ha affidato la sua notorietà nella storia del diritto italiano. E non a caso si sentono fare nomi di personaggi, Crozza imitando il Governatore della Campania, De Luca, li chiamerebbe “personaggetti”, i quali avrebbero conquistato il cuore del Presidente del Consiglio con una serie di favori dei quali anche si vanno gloriando nelle anticamere del potere.
Sono note le prepotenze dei governi. E sappiamo che sono sempre indice di intolleranza per le regole. Alle quali spesso ha messo ordine la magistratura. Per questo Renzi cerca di scegliersi il Presidente del Consiglio di Stato che più gli aggrada. Calcolo in ogni caso miope. Le magistrature si esprimono in forma collegiale, laddove il Presidente è soltanto un primus inter pares. Sempre che gli altri componenti del collegio abbiano la spina dorsale dritta.
11 dicembre 2015

 

Per garantire l’indipendenza dei giudici va eliminato il potere delle correnti organizzate negli organi di autogoverno, a cominciare dal CSM
di Salvatore Sfrecola
 
Nella sua puntata di domenica 29 novembre Report, di Milena Gabanelli, ha affrontato, tra l’altro, il tema del funzionamento del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) quanto alle scelte dei magistrati da assegnare agli uffici direttivi, compito delicatissimo sempre ma di particolare rilievo in questa stagione di nomine importanti, a cominciare da quella di Primo Presidente della Corte Suprema di Cassazione per continuare con quelle dei Presidenti e Procuratori generali di molte Corti di appello, in conseguenza dei pensionamenti anticipati voluti dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi nell’ambito di quello che è stato presentato come un ampio “ricambio generazionale”. Che non c’è stato e non c’è. L’abrogazione delle norme che prevedevano il trattenimento in servizio oltre il 70° anno di età è servito solamente a cambiare i vertici di molti uffici giudiziari, non solo ordinari ma anche del Consiglio di Stato e della Corte dei conti. Infatti il “ricambio” non è “generazionale” se non nel senso che assumono posizioni funzionali magistrati più giovani, ma alla base non entrano tanti quanti sono coloro che se ne vanno. Pertanto l’Amministrazione della giustizia si rinnova solo nei vertici ma non si ringiovanisce.
Quanto alla gestione delle nomine è nota una antica querelle. Le scelte vengono pesantemente determinate dalle varie componenti presenti nel CSM dove siedono laici eletti dal Parlamento, cioè dai partiti, e togati scelti dalle varie correnti della Magistratura, eletti dai colleghi. E l’esperienza insegna che, per ottenere un posto di responsabilità e di prestigio, il candidato deve avere il gradimento delle due componenti che spesso concordano su quale magistrato far convergere i voti. Ed è inevitabile che i curricula dei partecipanti alle procedure siano esaminati almeno sotto due profili, uno per qualche verso “politico”, l’altro dell’appartenenza ad una determinata corrente dell’Associazione Nazionale Magistrati. Fuori di questa logica non si va da nessuna parte. Clamoroso il caso di Giovanni Falcone che, nonostante l’esperienza che poteva vantare nella lotta alla mafia, fu superato nell’attribuzione del posto di capo dell’Ufficio Istruzione di Palermo da un collega, certamente più anziano, ma con una esperienza che forse sarebbe stato meglio utilizzare altrove. Questa almeno è stata la generale valutazione di quanti hanno seguito quella vicenda. Della quale Report ha chiesto anche a Cesare Mirabelli, all’epoca Vice presidente del CSM, il quale non ha voluto entrare nel merito di quella scelta limitandosi a dire di non aver espresso un voto. Di recente anche Piercamillo Davigo, magistrato di grande valore, con una esperienza a tutti nota si è visto precludere la strada di Presidente della Corte d’appello di Torino.
Che le correnti la facciano da padrone lo dicono in molti, da tempo, soprattutto tra i politici che lamentano una magistratura “politicizzata” in relazione ai vari orientamenti delle sue componenti. Ad esempio “Magistratura Democratica” è stata sempre ritenuta più vicina alla sinistra politica, “Magistratura Indipendente” più affine alle idee politiche del centro destra. Per quanto possono valere queste semplificazioni.
Sta di fatto, peraltro, che indubbiamente l’appartenenza ad una corrente assicura una protezione certa da parte dei rappresentanti di detta componente nel CSM e garantisce un più agevole riconoscimento delle aspettative dei candidati.
È un fatto che si riscontra anche nelle altre magistratura le quali hanno un organo di autogoverno che cura la definizione dei carichi di lavoro e attribuisce gli incarichi direttivi e semidirettivi attraverso procedure concorsuali fortemente criticate e sospette di illegittimità, anche secondo le valutazioni del Consiglio di Stato, considerato che i “criteri” per la gestione di questi meccanismi non sono sorretti da norme di legge, nonostante la Costituzione lo preveda esplicitamente all’art. 108. Lo dimostra il pesante contenzioso dinanzi ai Tribunali Amministrativi Regionali e, in appello, al Consiglio di Stato. Per non dire delle questioni rimesse all’attenzione della Corte costituzionale.
È una situazione che non può andare oltre. Io sono stato favorevole alla introduzione di membri togati eletti nel Consiglio di presidenza della Corte dei conti, l’ho fortemente voluta come esponente dell’Associazione Magistrati e difesa anche quando la polemica politica criticava le correnti nell’ambito dell’Associazione Nazionale Magistrati e nella gestione del CSM. L’esperienza, purtroppo, ha dimostrato che quelle critiche erano fondate, che l’appartenenza ad un Gruppo associativo condiziona l’azione del rappresentante di quel gruppo nell’organo di autogoverno. Ugualmente nella elezione dei Giudici costituzionali il risultato è condizionato dalla appartenenza ad un gruppo e, soprattutto, dalla sua compattezza.
Una soluzione s’impone, dunque, rapidamente per restituire serenità alle magistrature con una modifica incisiva della composizione degli organi di autogoverno. Evidentemente la componente togata è essenziale per bilanciare la presenza dei politici eletti dai partiti sulla base di intese che prefigurano future decisioni concordate sulla scelta di coloro che dovranno ricoprire le posizioni di vertice. La soluzione è una sola, quella di prevedere che i componenti togati siano scelti sulla base di un sorteggio tra tutti i magistrati in servizio. In questo modo sarà assicurata una equilibrata valutazione delle candidature ai vari posti di funzione sulla base dei curricula, essendo estranea ogni influenza dell’appartenenza ad una corrente. Ci sarà sempre la possibilità che un magistrato presente nell’Organo di autogoverno possa essere “sensibile” alle aspettative del collega di concorso o che ha condiviso con lui qualche esperienza professionale. Ma non ci sarà più una scelta per motivi di appartenenza correntizia a tutti i costi, anche quando sia evidente che il candidato non ha i requisiti per rivestire il ruolo per il quale concorre.
In questo modo si abbatterà certamente anche il contenzioso che cresce di giorno in giorno, anche per effetto della pervicace difesa delle scelte fatte che spesso vengono mantenute nonostante le pronunce del giudice amministrativo. È accaduto, infatti, che annullata una procedura concorsuale dal Consiglio di Stato l’Organo di autogoverno l’abbia rinnovata giungendo alle medesime conclusioni. Certamente contando sul tempo, che dissuade da una successiva iniziativa giudiziaria, specie in vista dei pensionamenti. Un caso evidente di denegata giustizia.
Poi dovremo parlare dei vertici delle magistrature. Devono ruotare. Si tratta di organi collegiali non burocratici. Ma di questo parleremo in altra occasione.

2 dicembre 2015

sabato 12 dicembre 2015

AL 'NINO CAFE' ' PER GODERE 'LINGUAGGI'



 

Oggi, tra poche ore,  si inaugurerà la Mostra ‘Linguaggi’: un evento significativo  che attraversa con leggerezza tanto il linguaggio iconico che quello aniconico.
Curata da Daniele Taddei, la Mostra si terrà dal 12 Dicembre al 17 Gennaio 2016 nello spazio interno del Nino Cafè  - Via Roma, 244 in Macerata -: una vera e propria Galleria d’Arte, allestita con gusto e praticità.  In questo spazio, Taddei – con ciclicità bimestrale – propone opere di Artisti di livello, che vanno da quelli presenti nello splendido territorio delle Marche a quelli già conosciuti in ambito più ampio e quindi ‘storicizzati’.  
In questa Mostra saranno presenti le espressioni Figurative Astratte  e Informali, rappresentate dalle opere di Autori del rango di Alesiani, Finzi, Guerreschi,  Guerrieri, Morlotti, Mussio, Nanni, Provino e Trotti.
 
Con particolare commozione gli Artisti si stringeranno proprio nel ricordo  del M° Guerrieri – calabrese doc, recentemente scomparso: da annoverare tra i padri dell'arte programmata e cinetica -.                                                                   
L’attività organizzativa e curatrice del bravo e infaticabile Daniele Taddei, in uno a quello dei tanti Artisti che condividono tale sua visione, testimonia l’impegno di voler contribuire fortemente a ricondurre l’Arte – proprio quella con la ‘A’ maiuscola! – nel proprio alveo artistico-culturale: tra la gente, con semplicità, scegliendo di operare non nei luoghi istituzionali
.

Sarà questa la via per interagire meglio con gli Artisti e le loro opere, ma anche con il pubblico che accorre ad ammirarle e con lo stesso territorio nel cui ambito l’evento si innesca.
Personalmente, chi scrive condivide appieno con l’Amico Taddei tale visione nitida e concreta: valorizzare l’Arte come grande fattore culturale, qualificare chi – con amorevole passione e disinteresse - opera nell’Arte e per l’Arte, e censurare quanti – all’opposto – tendono ad avere solo una visione utilitaristica, arida e mercantile.
Roma, 12 Dicembre 2015                                             Giuseppe Bellantonio  
 

 
 
 
 

mercoledì 9 dicembre 2015

LEONARDO SERAFINI STUPISCE ANCORA!



Leonardo Serafini, ancora una volta,  è riuscito a stupire pubblico ed estimatori!
Le sue opere - in mostra nella suggestiva e significativa cornice dell’Abbazia Superiore di San Claudio al Chienti, a Corridonia – hanno colpito tanto per il loro contenuto complessivo quanto per la tecnica veramente ricercata ed elegante posta in essere dall’Artista, trattando tele e tavole, olii e acrilici e applicando supporti materici che – lavorati – esaltano il messaggio insito in ogni singola opera.
In particolare, due straordinarie tele – ciascuna, al limite dei dieci metri quadri! – testimoniano il cambio di passo dell’Artista, offrendo significativa testimonianza di un percorso in costante crescita, sempre più profondo e maturo: segnato sia dalla palese, creativa,  inquietudine nell’intimo quanto dalla forte spinta emotiva che dall’idea lo conduce al progetto e da questo all’opera.     
Ciascuna di queste impegnative tele rapisce, per le sue peculiarità, chi si soffermi ad ammirarle, attraendo con un insieme di sensazioni talmente forti da suscitare una tempesta di intense emozioni.   Le tele, preparate ad hoc da sapienti artigiani, accolgono il mix di materiali elaborato e steso dall’Artista che, attraverso di esso, così si esprime con grande capacità; ma ogni quadro è un insieme di messaggi, un insieme di attività espressive, di sue energie e di forti note: consapevolmente concepiti e quindi rappresentati, ma anche scaturiti in modo estemporaneo durante l’opera: testimoni di un pathos interiore ma soprattutto di un autentico e smisurato Amore per l’Arte. 

  
Basta un cambio di prospettiva, una variazione pur minima di luce, il mutare della distanza di osservazione, per accorgersi del variare dei contenuti e quindi dei diversi messaggi che – alfine uniti – porgono con magica evidenza quello ultimo, riassuntivo, dell’Artista.   E, sempre queste grandi tele, sovrastano con tanta vigoria lo spettatore che si avvicini ad esse al punto di poter dare l’impressione di volerne inglobare la figura; ancor meglio, sembrano spalancarsi attorno a lui – vera e propria installazione spazio-temporale – per metterlo così in contatto con un mondo di grande serenità, di Grande Luce.

Tutte indistintamente le opere di Serafini – in verità – hanno ben proposto il loro messaggio, vera sintesi delle capacità dell’Artista e testimoni dinamiche del determinarsi stesso di un’impronta personale sempre più marcata e significativa.
Il Curatore di questo eccellente evento – Daniele Taddei, nome più che noto nel mondo dell’Arte e del collezionismo – non solo ha avuto il piacere di dare inizio al vernissage illustrando sapientemente gli aspetti tecnici e artistici dell’evento, ma ha anche voluto essere sempre presente – ovviamente, insieme a Leonardo Serafini - per accogliere i numerosissimi visitatori e per illustrare loro le opere – ma specialmente il ‘sentire’ – dell’Artista.
Mostra, quindi, ricca di testimonianze e dalle splendide energie, dalle forti emozioni, dalle intense vibrazioni che chi scrive – anche in rappresentanza dell’Accademia di Alta Cultura - ha inteso esaltare.  Evidenziando anche il concorso di quei fattori che, in una magica alchimia di sensibilità e di impressioni, ha posto in risalto  le suggestioni simboliche legate al numero ‘due’, alla scienza dei numeri e  quindi  alla stessa Armonia del Cosmo che, proprio attraverso i numeri,  ci propone in continuazione equilibrio, ordine, bellezza e proporzione, aiutandoci così a meglio comprendere l’Opera dell’Uno, del Tutto.  
Leonardo, ancor più in questa bella ed intensa Mostra, ci ha fatto quindi ben percepire il suo forte respiro: un respiro diverso e nuovo che non nel recente passato, intrigante al punto giusto, rigoroso nella sua tecnica mai improvvisata.  Un respiro profondo cui fa da eco una visione prospettica ambiziosa, che mira a spazi sempre più ampi, a traguardi ambiziosi quanto possibili.   
Tra le tante interessanti presenze, un particolare cenno desidero farlo ad alcuni degli  Artisti che hanno voluto visitare la Mostra 'Nel Segno del Due' – che chiuderà i battenti il 13 Dicembre – salutando il Collega Leonardo e complimentandosi, con schietta cordialità, con lui: Giuseppe Rinaldo Basili, Agostino Cartuccia, Silvio Craia, Giusy Falleroni, Mario Migliorelli, Giovanna Navetta, Giorgio Rapanelli, Giovanna Salciccia, Claudio Staffolani, Paola Zucchini…
Roma, 9 Dicembre 2015                                        Giuseppe Bellantonio

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VERNISSAGE DI ROSSANA BARTOLOZZI

 “ TRA PUBBLICO E PRIVATO “

Esposizione di Opere Pittoriche e Grafiche di
ROSSANA BARTOLOZZI
 
Roma, 11 dicembre 2015
Spazio Veneziano - Via Reno, 18/a
Roma, 15 dicembre 2015 
Aula Consiliare del Municipio 'ROMA I CENTRO'- Via della Greca, 5
ROMA11 e 15 dicembre 2015 ore 17:30 - Presso lo Spazio Veneziano prima e, in ordine temporale, presso uno spazio istituzionale prestigioso del MUNICIPIO ROMA I CENTRO poi, l’Artista Rossana Bartolozzi inaugura, per la prima volta in carriera, gli eventi dal titolo TRA PUBBLICO E PRIVATO“.
L’idea di realizzare due eventi quasi concomitanti, di cui la “prima inaugurazione” rappresenta il “classico” Vernissage mentre il “secondo opening” è una “canonica” Conferenza Stampa, con sbalzo temporale di appena qualche giorno e, cosa rimarchevole, in due spazi espositivi assai diversi, sia per collocazione sia per tipologia, è molto originale e denota un animo curioso, quasi “sperimentalista” della nota artista ROSSANA BARTOLOZZI ( www.rossanabartolozzi.com ). Da rimarcare la Conferenza Stampa che avrà luogo presso l’Aula consiliare in Via della Greca, 5 il giorno 15-12 ore 17:30 a cui, tra tanti nomi importanti, parteciperanno YURI TROMBETTI, Presidente del Consiglio Municipio Roma I, e la Relatrice Dott.sa ANNA IOZZINO.
A COME ARTISTA –Ha amato il rosso alla follia, ora tende all’azzurro dopo una breve permanenza nel porpora. Per costruirsi la struttura di base dei suoi quadri si rifà al barocco con consistenti agganci al classico, ma per la loro stesura e impaginazione finale ricorre alla fantasia e alle incursioni nell’inconscio. Difatti, si considera una pittrice “visionaria”. Si avvale della prospettiva per introdurre il tema dell’anti-prospettiva. Ama molto riprodurre la figura umana drappeggiata in stoffe inconsistenti. Ha molto studiato e lavorato, sopra tutto da sola…

BIOGRAFIA - Rossana Bartolozzi è nata a Jesi (AN), vive e lavora a Roma. Nella Città Eterna svolge la sua attività d'arte, pittrice, scenografa e decoratrice. Ha insegnato per lunghi anni disegno presso tutti i tipi di scuola finché ha abbandonato l'insegnamento per potersi dedicare più liberamente alla sua attività di pittrice. Benché sempre presa da mille impegni, ha tuttavia il tempo di dedicarsi alla pittura, partecipando a numerose collettive in Italia e all'estero e tenere mediamente una personale all'anno a Roma e in altre città italiane. La sua attività prosegue come decoratrice. Difatti ha eseguito numerosi murales. Da ricordare il murale "Emigrazione per l'Australia" di m. 13 x 3,30 a Malfa, Salina (Isole Eolie) e tutti i pannelli delle navi traghetto per la ex Jugoslavia eseguiti su commissione dell'armatrice Eugenia Lefebre.
Si dedica anche alla pratica dell'incisione e, dato che ama l'aggiornamento e la sperimentazione, si è recata a Calella (Barcellona) per sperimentare l'incisione materica. Ha due passioni: la scenografia e la pittura religiosa. Come scenografa ha realizzato numerosi lavori in vari teatri romani e, riguardo alla pittura religiosa, ha eseguito su committenza alcune crocifissioni, Madonne con bambino e affrescato chiese.

CRITICA - Rossana Bartolozzi è marchigiana di nascita ma romana di adozione. Ha conseguito il diploma di Belle Arti all'Accademia di Roma e ha fatto vari corsi di perfezionamento. Si considera autodidatta perché tutto ciò che sa lo ha più o meno imparato da sola. Ha viaggiato molto e ha fatto lunghi soggiorni ai Caraibi dove ha esposto varie volte in mostre personali. Ha la suo attivo numerosi premi, anche in Campidoglio a Roma, ha esposto varie volte in Italia e all'estero. Si considera una pittrice ''visionaria". Ama dipingere i grandi spazi, le forme quadrate che trattengono il caos e lo imprigionano. Esegue murali di grandi dimensioni con più disinvoltura di quando dipinge un piccolo formato. Ama i cavalli, gli Angeli-Donne, le conchiglie, ma sopra ogni cosa ama lavorare con calma e umiltà.
SU DI LEI - Hanno scritto e parlato di Rossana Bartolozzi: Guzzi, Riviello, Micacchi, Noya, Villa, Iozzino, Ardisson, Gugliotta, Agresti, De Mercurio, Ferroni, Marucci, Iannone, Mattei, Giordano, Corradini. Corriere della Sera, Teletevere, Radio Vaticana, Il codice delle Muse, Tabloid Ferrara, Metrò Cultura, Italia Sera, Corriere Laziale, The Herald, Minerva, Il Secolo d’Italia, La Sponda, Adnkronos, Trastevere News, Rinascita Artistica Italiana, TG3, Il Messaggero.
Comunicato Stampa e Relazioni Esterne curate da I.S. IDEA SERVICE 

by QUIRINO MARTELLINI
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