giovedì 3 novembre 2022

28-10-2022 : IMPORTANTE EVENTO A CATANIA

 


Nei giorni scorsi, nella splendida Sicilia, è avvenuto qualcosa di nuovo, diverso, esclusivo e particolare: molto particolare e intenso.                          

Il Consesso ebraico di Catania è stato protagonista di un evento che, d’autorità, va a iscriversi nel grande libro della Storia. Difatti, è stata inaugurata la nuova Casa dei membri del Consesso catanese, a distanza di 530 anni dopo che nel lontano 1492, al termine di una scatenata e malvagia persecuzione – nel corso della quale gli ebrei furono perseguitati, torturati, uccisi e in moltissimi casi derubati dei loro beni: così che i superstiti sopravvissuti all’eccidio avevano dovuto lasciare l’isola poveri e bastonati.           

I tragici eventi di oltre mezzo secolo fa, ai quale si sommò un editto firmato dai sovrani cattolici di Spagna, Isabella di Castiglia e Ferdinando d'Aragona, segnarono la cacciata degli ebrei dall'Isola. Ma ebbero una causa scatenante nel bieco e omicida fanatismo religioso della Comunità di fede Cristiana: ma va detto che questa venne abilmente manipolata da un clero senza scrupoli, che aizzò a esercitare la violenza contro gli ebrei, persino – stando alla narrazione di certe cronache – evocando una sorta di volontà divina, cui dover compiacere!   

La presenza di ebrei in Sicilia, all’epoca dei fatti qui citati, era certamente cospicua, specie nella parte orientale dell’isola: ma questo non deve certo sorprendere, considerando in primis la posizione geografica della bellissima isola: vera piattaforma strategica al centro del Mediterraneo, vero crocevia delle rotte del commercio ma anche al centro di invasioni con relativi stabilimenti. Fenici, Greci, Arabi, Normanni, Spagnoli, Cartaginesi, ma anche Egizi – per citare le principali componenti – vi approdarono, non disdegnando di stabilirvisi. Chi commerciava per mare, considerando l’ospitalità delle locali genti, e considerata la bellezza dei luoghi, spesso vi soggiornava, abitandovi, così creando dei nuclei sempre più numerosi.                                                                                 

Fu così che – nel tempo - nacque la fiorente Comunità ebraica, sufficientemente tranquilla e riservata, dedita ai commerci, ma anche alle finanze: in questo caso, laddove per e tra i Cristiani vigevano invece divieti tassativi posti dal clero e dalle autorità locali. Tenendo sempre in evidenza che le locali comunità erano inquadrate in una rigorosa piramide: alla base erano posti i contadini e i pescatori, poi venivano gli incaricati dei notabili nella gestione sociale, amministrativa e finanziaria, con sopra di loro i notabili stessi e i proprietari di terre – per lo più legati a doppio filo tanto con il princeps al vertice, che con le autorità rappresentative del clero.                                                 

Un quadro storico molto sintetico, quello sopra accennato, che spiega l’animo lieto e la soddisfazione del Consesso ebraico di Catania nell’inaugurare la nuova Casa di preghiera comune, ma anche d’incontro, ché non è difficile pensare possa diventare luogo dove possano convergere anche confratelli di altre provincie, di altri territori. L’evento, ha certamente suscitato lieta attenzione a Catania, e non certo meraviglia: del che se ne sono fatti portavoce autorità civili e politiche, esprimendo sinceri voti augurali per questa iniziativa che ridona alla Città di Catania quella pienezza bruscamente interrottasi 530 anni orsono.     

Voti augurali cui si associa anche chi scrive, tra i cui parenti prossimi e meno prossimi, era numerosa la presenza di chi seguiva percorsi religiosi diversi, di matrice ebraica: a Messina, come a Barcellona P.G. o a Reggio di Calabria; non dimenticando che molti di loro dovettero lasciare l’Italia, per gli ospitali Stati Uniti, a seguito delle persecuzioni patite qui in Italia.                     

Buon lavoro, quindi, ai miei Fratelli Maggiori!                             

Giuseppe Bellantonio

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giovedì 20 ottobre 2022

CULTURA AL SERVIZIO DEL DIALOGO

Dalla Collega Dr.ssa Fiorella Ialongo riceviamo una nota relativa a una serie di iniziative nel contesto del Centro Russo di Scienza e Cultura di Roma. Tutte iniziative di concreto  spessore e validissimo profilo culturale, cui la Collega ha inteso dare una particolare, quanto significatiìva sottolineatura, attraverso una personale premessa. Alla quale, sommessamente, ci associamo. Cultura, Arte, Musica e Sport sono elementi che da sempre uniscono genti e popoli, e mai dovrebbero far parte di discriminazioni o subire censure, scadendo finanche nel razzismo. Porgiamo quindi all'attenzione dei nostri Lettori il testo dell'articolo della Collega Dr.ssa Fiorella Ialongo, integrata dalla sua preziosa nota introduttiva.   (Giuseppe Bellantonio)

CULTURA AL SERVIZIO DEL DIALOGO

Osservando con attenzione la storia, in particolare quella recente, é possibile leggere tra le sue righe l’importanza della Cultural Diplomacy. Si tratta di un concetto che può essere inteso in due sensi. Il primo, Diplomazia culturale, intende porre l’accento sulla cultura come strumento istituzionale finalizzato al buon mantenimento dei rapporti internazionali. Il secondo modo di intenderla, Diplomazia della cultura, si distingue dal primo concetto per due motivi. Innazitutto perché non prende in considerazione quante sono le parti coinvolte, ovvero se sia maggiormente opportuno approcciare una questione con un tavolo bilaterale o multilaterale. In secondo luogo, é come se essa partisse dal basso, coinvolgendo non tanto gli attori istituzionali quanto, ad esempio, gli enti culturali, educativi. Questi ultimi, inoltre, sono quelli che possiedono una buona dose di quel  soft power che può costituire la base del dialogo e di rapporti costruttivi. In altri termini, non si richiede un’elaborazione concettuale, piuttosto di concretizzare una buona pratica. In questa linea si pongono due iniziative del Centro Russo di Scienza e Cultura di Roma di cui trasmettiamo i comunicati stampa che ci sono stati gentilmente inviati. (Fiorella Ialongo)

Nuova Stagione – Nuovi corsi di lingua russa presso la Casa Russa a Roma.

La presentazione dei nuovi Corsi di lingua russa dell’anno accademico 2022/2023 ha riunito moltissima gente nella splendida cornice del Centro Russo di Scienza e Cultura a Roma. Gli insegnanti certificati hanno presentato i Corsi di lingua russa per adulti, incentrato sia sulla conoscenza e sul miglioramento della lingua che sull'approfondimento della cultura e della storia russa.

Tra gli ospiti c’erno anche gli studenti dell'anno precedente: la solenne consegna degli Attestati è una tradizione della Casa Russa a Roma. Durante la cerimonia, il Direttore Daria Pushkova ha affermato: «Questi incontri sono molto importanti per la Casa Russa e per i nostri studenti poichè è uno scambio di esperienze, opinioni ed energia positiva. È estremamente importante per me guardare negli occhi di quelle persone che sono rimaste con noi durante questo anno non facile in tutti i sensi, e vedere i sorrisi grati dei nostri studenti». Secondo Ekaterina Levina, curatrice dei corsi di russo come lingua straniera presso la Casa Russa, c'è un crescente interesse verso la lingua russa in Italia: il numero di partecipanti ai corsi del Centro aumenta ogni anno.

Per i principianti nell’ambito dell’evento è stata organizzata una lezione aperta: hanno conosciuto l'alfabeto russo e fatto immediatamente l’iscrizione.

Le informazioni dettagliate sui corsi sono consultabili sul sito https://corsirussocentrorusso.tilda.ws/ o via email/telefono: corsirussocentrorusso@gmail.com, +39 06 888 16 333.

Il primo modulo per tutti i livelli di conoscenza (dai principianti assoluti all’avanzato), durerà fino al 22 dicembre 2022.

 Alla Casa Russa a Roma è stata presentata la nuova raccolta di poesie di Marina Cvetaeva in occasione del 130° anniversario della poetessa.

Il libro «I volti dell'amore» contiene le poesie di Marina Cvetaeva scritte in diversi periodi della sua vita e dedicate alle persone più amate: Sof’ja Parnok, Sonečka, Boris Pasternak, Sergej Ėfron e altri. Circa 60 poesie sono state tradotte in italiano per la prima volta.

La serata, come da tradizione, è stata aperta dal direttore della Casa Russa a RomaDaria Pushkova: «Il 130° anniversario di Marina Cvetaeva è una data molto importante per la Casa Russa, ma anche per me personalmente. Amo molto le sue opere, e poi siamo nate lo stesso giorno - l'8 ottobre. Credo nell'importanza della poesia nelle nostre vite, ci dà l'opportunità di sentire il ritmo, il respiro delle parole raccolte in versi» - ha detto Daria Pushkova.

L'autrice della raccolta, la principale esperta di Marina Cvetaeva in Italia, traduttrice e insegnante Marilena Rea, ha impiegato circa 7 mesi per creare il libro, ha tradotto queste poesie appositamente per l'anniversario della poetessa russa. «Marina Cvetaeva veniva in Italia fin dall'infanzia. Era innamorata dell’Italia, della sua letteratura e del suo teatro. Ha sempre considerato l'Italia come una grande fonte di ricchezza culturale e in molte delle sue opere ci sono dei riferimenti alla nostra cultura, e lei le ha poi elaborati personalmente alla luce delle sue esperienze», afferma l'autrice. Marilena Rea osserva il crescente interesse verso le opere della poetessa, soprattutto tra le nuove generazioni, perché «la sua poesia non è mai banale e leggerla è una sfida».

L'Autrice ha letto in italiano alcune poesie dal nuovo libro, il direttore della Casa Russa a Roma, Daria Pushkova, a sua volta, ha letto la poesia «Ti riconquisterò da tutte le terre, da tutti i cieli ...» (1916) in russo. La serata si è conclusa con l'esecuzione dei romanzi tratti dalle poesie di Marina Cvetaeva dai vincitori di concorsi internazionali soprano Anna Koshkina e pianista Maria Nikitina.

 Fiorella Ialongo

 Le foto del  secondo evento sono disponibili sul link: https://we.tl/t-fcWp9SZpqU

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venerdì 23 settembre 2022

SIAMO UNA COLONIA O...

 SIAMO UNA COLONIA, SIAMO 'SOTTO PADRONE', OPPURE...?

Negli ultimi giorni, a soprattutto nelle ultime ore, la domanda circola con insistenza: non solo tra gli 'addetti ai lavori', ma anche tra quegli 'sprovveduti' con scarso bagaglio socio-culturale (ovvero, con poca voglia o interesse ad averne uno) cui di solito poco o niente interessa di politica.    A prescindere da una 'campagna politica' poco coinvolgente, con l'handicap delle neoformazioni di protesta che hanno mancato il propizio momento aggregativo, non tanto per coagulare il 'dissenso', quanto per coagulare 'altro e diverso tipo di con senso', autentica espressione dei tanti 'mal di pancia' dei Cittadini.                                    I partiti, attraverso i loro leader, si sono grovati allineati su più di un tema: dal 'bisogna fare qualcosa per il caro-bollette' (senza proporre soluzioni utili, strutturate e durature: atte a 'risolvere' il problema, piuttosto che non idonee a mettere 'pezze a colori') al rimpiangere il leader che fu (peraltro,coinvolte in una 'gestione ordinaria' molto particolare: tale da far sorgere dubbi se possa essere 'ordinaria' o 'meno'), ma anche al proporsi come prosecutori delle attività previste in una 'agenda' che, francamente, credo che andrebbe risposta e ben custodita in un cassetto, sostituendola con l'agenda per l'Italia e per il Popolo Italiano. Ora, nell'imminenza del voto e dei relativi risultati, si stanno esplicitando situazioni che, definire 'indebite ingerenze' (taluno, notando l'assenza di reazioni nei vertici, è indotto a ritenere che possa esservi una qualche concertazione: ma, personalmente, voglio rifuggire da ogni ipotesi di tale tipo). Letta va a Berlino con atteggiamenti tali da far supporre una richiesta di aiuto e protezione (per cosa o da cosa?). A New York Draghi, in sede ONU, riafferma il coinvolgimento dell'Italia nel processo di finanziamento all'Ukraine, alla quale si prosegue a inviare armi di distruzione (ma, purtroppo, a New York, sono mancate parole di Pace, o disponibilità ferma e immediata a percorrere la via della diplomazia: anche Macron è stato su questa linea, oltre agli USA e al Segretario della NATO. Mentre le uniche voci più moderate sono giunte da Nazioni per certi versi 'amiche' della Russia). Ma Biden si è espresso con l'usuale delicatezza, chiarendo che l'amministrazione USA prenderà le misure sul risultato delle elezioni in Italia pesando la 'qualità' del governo possibile. La Clinton ha usato espressioni similari, facendo ben capire il gradimento (di chi e perchè?) per il mantenimento dell'attuale status quo, in Italia. Si è aggiunta, ancora più incisiva - se mai ve ne fosse stato bisogno -, la Albrecht Von der Leyen con parole pesanti come macigni infuocati, riferendosi alle elezioni in Italia, ha testualmente dichiarato Se le cose andranno in una direzione difficile - ho già parlato di Ungheria e Polonia - abbiamo gli strumenti per intervenire”. Una dichiarazione tra il minaccioso e il ricattatorio, ultimo episodio di ciò che è cartina di tornasole di una sudditanza, di una subordinazione, ormai lampante. Specie quando qualcuno ricorda perentoriamente che 'indietro dall'euro e dalla UE non si torna'.  Il ricordare l'utilizzo di 'strumenti' idonei da parte di Bruzelles, mi ha portato alla mente che anche la (molto poco santa) Inquisizione era in possesso di 'istrumenti': tanto per torturare ed estorcere, che per uccidere. Il bello è che queste dichiarazioni vengono esternate da soggetti che, con pomposa (ma vuota, a questo punto) solennità parlano di democrazia e libertà, esprimendo critiche verso supposti autocrati o dittatori, esaltando l'integrità territoriale delle nazioni o la libertà di auto-determinazioni di popoli e genti. Ci sarebbe da aggiungere un postilla a queste enunciazioni, senza vena polemica, ma perchè la verità è sotto gli occhi di tutto il mondo: bisognerebbe aggiungere che tali parole vengono inditrizzate 'solo a chi mi aggrada ed a chi mi interessa, tutto il resto non conta'.  Ma allo sconcerto si aggiunge altro sconcerto nell'ascoltare le parole di un qualche leader e dei suoi sottoposti, che - per il dopo voto - ipotizzano o un (ennesimo) governo di natura tecnica, o una qualche forma dove il Premier uscente ritorni in posizione 'utile' (il che è stato anche uno dei leit-motiv nel corso della premiazione, all'insegna di strani simboli, a New York, nel corso della quale personaggi super-influenti si sono raccomandati di 'non perdere l'Italia'), o un governo rappresentativo di tutti i partiti.                                                    Quindi, dobbiamo dare garanzie a tutti, ma non chiedere garanzie ad alcuno; dobbiamo sottostare a tutti, senza rispetto per la nostra dignità di Popolo e di Persone; dobbiamo far arricchire gli speculatori, senza che alcuna pur minima misura sia stata presa per frenare l'inflazione, l'aumento del costo della vita (anche per i generi di prima necessità), o verificare i meccanismi di formazione dei prezzi, o amministrarli, o bloccarli. Nessun intervento: così come nessun intervento è stato assunto, salvo del placebo, sui prezzi di gas ed energia elettrica. Il price-cap sarebbe un altro favore agli speculatori e uno strumento in più nelle mani della già onnipotente Commissione Europea: occorre abbandonare piazze ove le quotazioni sono strumentalmente alle stelle, riproporsi alla contrattazione individuale e quindi di (vero) libero mercato, sganciare il prezzo dell'energia elettrica da quello del gas (doppio livello di speculazione), stornare a favore dei cittadini gli illeciti incassi maturati per le compagnie erogatrici (ma anche per lo stato: tanto attraverso gli utili quale azionista di tali tipi di società presenti sul territorio italiano, che a seguito di maggiori introiti sull'IVA).  Oltre tutto, non si può andare all'infinito con mance, mancette e bonus: non costituiscono provvedimenti utili, strutturali, idonei all'eliminazione di emergenze e quant'altro, ma sono solo rappresentativi di 'mance', le classiche 'pezze a colori'.    


Ecco quindi quanto sia necessario ricordarsi tutto ciò (ma anche i lock-down, le imposizione sanitarie, i farmaci obbligatori, l'emarginazione e il licenziamento di 'dissidenti', l'abolizione del contante, il 5G...): non solo, ricordare aiuterà gli Italiani nel momento in cui tracceranno il segno della loro preferenza dell'immediato. ma li aiuterà a ricordare con forza che non è in gioco solo la loro personale sopravvivenza, ma anche il futuro - prossimo, neanche lontano - dei loro figli. Per evitare loro di trovarsi senza un futuro degno di essere vissuto, in catene: materiali, sociali, economiche e morali, non più 'persone' ma 'numeri'. 

Roma, 23 Settembre 2022

Giuseppe Bellantonio  

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sabato 23 aprile 2022

MASSIMO PERSIA: LIBRI SOTTO L'OMBRELLONE. MA NON SOLO ...

 

Il Dottor Massimo Persia ci ha abituati a leggere i suoi libri: libri che, oltre che avere un tratto tecnico-sanitario, hanno il pregio di metterci in contatto - in modo affatto contorto - con realtà spesso sottostimate, presenti in modo fin troppo invadente e pesante – quando non devastante - nella vita quotidiana dei Cittadini. Parlando con il Dr. Persia, affabilmente mi ha sintetizzato il suo pensiero di fondo “-... tra saper e non sapere, e quindi tentare di ignorare una problematica pur presente ed evidente, molti preferiscono non sapere o sapere sommariamente: nascondendo persino la testa sotto la sabbia...”.

Ecco quindi che, il Dr. Persia esprime, attraverso la divulgazione, esperienze e contenuti di temi spinosi: sollecitando l'attenzione dei Lettori, molti dei quali potenzialmente coinvolti o prossimi – anche solo come semplici spettatori - a realtà di questo tipo.

Ma i testi suscitano soprattutto la curiosità di conoscerne, al fine di accrescere il proprio bagaglio di cultura generale.

Nel suo primo libro “Tossicodipendenze 2.0 aspetti specialistici” l'Autore bene si esprime nel delineare con precisa sintesi gli aspetti principali della tematica.

In questo suo recente terzo libro – dal titolo “Dipendenze Patologiche - aspetti pratici. Elementi di management sanitario per dirigenti medici di ruolo apicale”, arricchito da una Prefazione del Prof. Pierpaolo Aragona, l'Autore tratta aspetti gestionali interni tipici del comparto sanitario.

Ma quello che più attrae il Lettore che, pronto a sdraiarsi sotto l'ombrellone per gustare una meritata pausa di vacanza, vuol rilassarsi e sorridere, è il secondo libro – certamente dai connotati, anche solo parzialmente, autobiografici – dal titolo “Quando arriva lunedì” caratterizzato dal chiaro sottotitolo “una vita immeritatamente non felice ma che ugualmente deve essere vissuta”.

Prossimamente chi scrive avrà il piacere di intervistare l'Autore per Betapress - Quotidiano online. La testata, con lo staff di redazione - in particolare la Prof.ssa Antonella Ferrari - segue da vicinoe in modo significativo  tutte le tematiche correlate all'insegnamento nonché ai fenomeni tutti presenti in tale delicato e fondamentale contesto: tra tutti, quello del bullismo. 

I volumi sono tutti editi da 'PM Edizioni di Marco Petrini'.

Con piacere, evidenziamo alcune delle competenze specialistiche dell'Autore: ginecologo, tossicologo, perizie medico legali in ambito penale e civile, già Direttore Uos, Uosd Serd Tivoli -Guidonia ASL Rm5, titolare anche di due idoneità a Direttore Uoc (la prima per il distretto di Rieti, la seconda per il Serd DsmDp di Bologna). Attualmente é in forza presso la Direzione Generale con sede in Tivoli, Direzione Strategica Aziendale

Nelle foto: il Dr. Massimo Persia indossa una maglietta con la quale ha promosso l'ultimo suo libro; le copertine di due suoi libri: una foto con il Dr. Massimo Barra del Centro di Villa Maraini, a Roma. 

Giuseppe Bellantonio


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mercoledì 16 marzo 2022

SCRIVI DI NOI.

             

    SCRIVI DI NOI            di Cristiano Longoni

               Recensione © Barbara de Munari                                                                                                                      13 marzo 2022


Un racconto iniziatico di Amore, sull’Amore, e di formazione, nelle sue infinite forme, variabili e sfaccettature.


In spazi fatti di memoria, attenzione, sensazioni e complessità.Eretico, dissacrante, innamorato, tenero, liquido, affaticato e sognante, brutale e raffinato.

Un libro sulla necessità dell’Incontro con l’Altro da sé come unica possibilità di spinta al cambiamento e all’evoluzione personale.

E anche perché, scrive Cristiano Longoni, “ci sono momenti in cui l’unica azione sensata è fermarsi, guardare e non negare ciò che stai vivendo:

Accomodati.
Lascia solo che sia.
Il Sé parla tutte le lingue del mondo, ma ascolta solo la tua.
E non c’è proprio bisogno di fare nulla.
L’essenziale non è costruire, è togliere
e per togliere è solo necessario che tu sia.
Null’altro!”.

In un bagno, sullo specchio appannato dall’acqua calda, si formano, davanti agli occhi del protagonista – Alqun – sei nomi di donna, come se il dito di un genio provocatorio e invisibile stesse tracciando altrettante Architetture d’Amore: e così appare Viola (il corpo terreno), e Isabella (l’inconscio), e Tecla (il desiderio), e poi Rebecca (la ragione), Ilenia (l’amore collettivo), Ophelia (la volontà collettiva), e infine Susanna e/o Lidras (che rappresenta il Sé individuale).

Così come C.G. Jung individua le forme primarie delle esperienze vissute dall'umanità nello sviluppo della coscienza in dodici figure: l’Innocente, l’Orfano, il Guerriero, l’Angelo custode, l’Amante, il Cercatore, il Distruttore, il Creatore, il Sovrano, il Mago, il Saggio, il Folle.

Ma, prima di tutto, o dopo il tutto, Francesca, la Madre, sua madre, il grande mare da cui il protagonista deve emergere. Il mare in cui le sei personalità femminili confluiscono e dal quale, anch’esse, a loro volta, sono emerse.

Sono junghiano, dice Cristiano Longoni, ognuno ha le sue sfighe.

E ho sempre scritto spinto da ciò che è definito il Daimon, la “creatura divina”, presente in ognuno di noi e che spinge per portare a compimento ciò che la nostra anima si è scelta prima di nascere.

Lo sguardo che Alqun rivolge allo specchio appannato, come in un sogno, è quello che è in grado, insieme a un atto di Volontà, di permettergli di trasformarsi, di divenire altro da sé, di modificare i propri eterni equilibri statici. E alla Fine ci sarà la conferma – come in un sogno, di avere tutto compreso.

Il libro reca, in apertura, una citazione di Jung: “… Perciò chi vuol conoscere la psiche umana… sarebbe consigliabile per lui… dire addio allo scrittoio e, armato di tutta la sua limitata umanità, vagabondare per il mondo, a vedere con i propri occhi gli orrori… e sperimenterebbe sulla propria pelle l’amore e l’odio, la passione in tutte le sue forme… e sarà un vero conoscitore dell’anima…”.

Alqun sperimenta come essere se stessi sia un percorso di evoluzione, prima di tutto interiore, che non ha forma o regole ed è unico per ciascuno di noi. Essere se stessi non si realizza misurandosi sugli altri o reagendo al loro modo di porsi rispetto a noi, ma piuttosto con il conoscere, accettare e seguire la propria natura, trovando ed emettendo il proprio segnale unico, agganciando la sintonia interna con noi stessi, con ciò che vogliamo e, soprattutto, con ciò di cui abbiamo bisogno, arrivando a esprimerci nel modo in cui il nostro cuore si sente comodo e sereno, e la nostra mente quieta.

Scrive Cristiano Longoni: “… per tutto questo c’è un’unica soluzione: la capacità di sostare con l’altro (e con se stessi – aggiungerei io) nell’incertezza e nel caos e, con il suo tempo, immaginare le tappe verso la fine del cammino”.

L’esperienza di Alqun è la storia di un peregrinare d’Amore e di Desiderio, che si lega e lo lega al passato, ma anche a un progetto di un futuro coerente con se stesso, alla possibilità di collegarsi o dissociarsi dal mondo in modo sano e

all’opposizione cosciente-inconscia all’individualità-collettività, non negando ma accettando e integrando gli opposti, senza identificarsi del tutto con essi e differenziandoli dal Sé.

E così, lungo il suo cammino, Alqun incontrerà e vivrà i suoi Archetipi d’Amore, integrando in primo luogo i suoi aspetti consci e inconsci e gradualmente integrando gli opposti (persona e ombra, cosciente e inconscio) fino a raggiungere se stesso.

Con Viola incontra il corpo terreno e inizia a essere consapevole dell’esistenza di impulsi e desideri e contenuti psichici inespressi o non direttamente osservabili. Si rende conto che esiste una gran parte di se stesso che è stata ignorata (da lui stesso) e cercherà di avvicinarsi alla sua comprensione, perché è arrivato un momento in cui il suo sviluppo gli ha fatto vedere quel bisogno.

Con Isabella incontra l’inconscio, l’ombra. Nasce la consapevolezza che esiste qualcosa di più nel Sé, e che non c’è solo una parte cosciente ma anche un inconscio – con i suoi desideri e impulsi inconsci, che hanno comunque un grande valore e che non devono essere negati ma integrati, accettando l’ombra come parte integrante della nostra natura.

Con Tecla e Rebecca incontra il desiderio e l’animus/anima, in relazione agli archetipi sessuali che fanno comunque parte della sua personalità e della comunità in cui vive – e inizia ad integrare la polarità maschile / femminile. Questo processo comporterà l’integrazione dell’archetipo identificato dal suo sesso con la parte tradizionalmente identificata con il sesso opposto. Alqun deve integrare l’anima o archetipo femminile (che corrisponde a elementi come sensibilità, affetto ed espressione emotiva) – così come la donna lo fa con l’archetipo maschile animus (correlato a vigore e vitalità, forza, ragione e saggezza).

Con Ilenia e Ophelia si presentano l’amore collettivo e la volontà collettiva che iniziano a illuminare le aree oscure e sconosciute della psiche, allargando la consapevolezza e comunque restituendo anche umiltà. La saggezza acquisita dà significato alla scoperta dell’ignoto, per raggiungere il culmine con la coincidenza o integrazione degli opposti. I vari elementi che compongono la mente di Alqun si sono integrati (conscio e inconscio, individuo e collettivo, persona e ombra) e l’integrazione dei diversi aspetti della personalità darà loro funzionalità e valore, anche a quelli repressi e negati per tutta la vita.

Alqun può rendere il suo progetto di vita coerente con se stesso e vivere la sua vita come individuo libero – in grado di distinguersi e di separarsi dal mondo.

Ma la vera cura, in termini di “guarigione” la si ottien
e solo con l’Amore. L’amore, però, non è solo una sensazione o un sentimento, ma una disposizione, e presuppone tutta la persona nella sua interezza – con tutto il cuore e con tutta l’anima e con ogni forza e ogni pensiero, perché ogni processo di trasformazione necessita del confronto, della relazione.

Essere un individuo è essere un anello in una catena, sempre; non si tratta di una situazione totalmente separata, chiusa in se stessa, priva di legami con l’esterno.

E ti rendi conto di quanto tu sia legato agli altri esseri umani, di quanto poco tu possa esistere senza avere rapporti, senza responsabilità e doveri, e senza che altre persone siano in relazione con te.

E Alqun capisce di essere un anello in una catena e non un elettrone sospeso da qualche parte nello spazio o fluttuante nel cosmo senza uno scopo. È parte di una struttura atomica, e questa struttura atomica è parte di una molecola che, con le altre, costituisce un corpo.

Scrive Jung: “Sia nella mia esperienza di medico sia nella vita, mi sono trovato di fronte al mistero dell’amore e non sono mai stato capace di spiegare cosa esso sia”.

Qui si trovano il massimo e il minimo. Il più remoto e il più vicino. Il più alto e il più basso. E non si può mai parlare di uno senza considerare anche l’altro. E non c’è nulla da aggiungere. Perché noi siamo, nel senso più profondo, le vittime o i mezzi e gli strumenti dell’amore cosmico.

L’amore non viene mai meno, sia che parli con la lingua degli angeli sia che tracci la vita della cellula con esattezza scientifica, risalendo fino al suo ultimo fondamento.

Infine, al termine di questo processo alchemico, se possedesse un granello di saggezza, l’uomo chiamerebbe l’ignoto con il nome più ignoto, cioè con il nome di Dio.

Sarebbe una confessione di imperfezione, di dipendenza, di sottomissione, ma, al tempo stesso, una testimonianza della sua libertà di scelta.

E Cristiano Longoni, ironico, malinconico e sognante, scrive:


Passa la vita davanti ai fianchi
Passa e s’irride di rossi o di bianchi
Passa e si scorda dei nostri giorni
Passa e t’attende sinché non ritorni.

E il suo amico Jung chiosa:

… “In verità, sopravvive chi ama.
Perché mai non ce ne siamo accorti?
Ho visto dunque che sopravvive chi ama
e che è proprio lui a offrire,
senza sospettarlo, ospitalità agli dei”.
(C.G.Jung, Libro Rosso)

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Ringraziamo la Dott.ssa Barbara de Munari per averci autorizzato alla pubblicazione di questa preziosa recensione. Vero in.vito a leggere il testo dell'Autore Cristiano Longoni. Una lettura che certamente sorprenderà per i tanti specchi in cui si imbatterà il lettore, vedendo riflessa ora quersta ora quell'immagine: tutte riconducenti all'Amore, Perchè '...In verità, sopravvive chi ama...'.
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