lunedì 25 maggio 2015

CONSULTA E PENSIONI... MA NON SOLO!

Ormai i Lettori di queste pagine conoscono bene con quale cura, serietà e competenza intervenga il Prof. Salvatore Sfrecola, specie nel trattare materie legislative a lui particolarmente familiari anche quale Alto Magistrato della Corte dei conti: un organismo cui sarebbe utilissimo assegnare elevate risorse, al fine di contrastare efficacemente i crimini, o tentati tali, contro la PA oltre che analizzare e valutare la correttezza di metodologie di calcolo applicate in tale complesso contesto.
Ai Lettori, proponiamo un 'trittico' d'eccellenza tratto dal sito di Un Sogno italiano incentrato anche su uno dei temi più trattati in questi giorni, cioè la sentenza della Consulta sulle pensioni.
Buona lettura, quindi.

Roma, 25 Maggio 2015                                 Giuseppe Bellantonio


L’attacco alla Consulta per le pensioni è indice di inciviltà giuridica
di Salvatore Sfrecola
È in atto un’aggressione violenta e senza precedenti alla Corte costituzionale “rea” di aver deciso che la “legge Fornero”, quella che aveva bloccato gli adeguamenti delle pensioni superiori a 1500 euro lordi, è contraria a principi fondamentali della Carta della Repubblica. Scendono in campo politici, giornali, commentatori dei talk show, frequentatori di twitter e face book. L’accusa è quella di non aver tenuto presente il costo della restituzione degli adeguamenti bloccati. E si arriva a enfatizzare i contrasti all’interno del collegio giudicante per una sentenza adottata a maggioranza, con il voto determinante del presidente. Sennonché accade tutti i giorni in tutti i collegi di giustizia che le decisioni siano spesso adottate a maggioranza, soprattutto quando i giudici sono numerosi, come i quindici della Consulta, gli undici della Cassazione a Sezioni Unite o della Corte dei conti a Sezioni Riunite. Ma anche nei collegi a tre o a cinque spesso si decide a maggioranza.
Lo sanno tutti ma fanno finta di non saperlo per poter attaccare una decisione che non fa comodo al governo il quale aveva spudoratamente preannunciato di disporre di un misterioso “tesoretto” da distribuire in vista delle elezioni, come gli 80 euro alla vigilia delle europee. Misterioso, perché spuntato all’improvviso da un Consiglio dei ministri che si era riunito con l’incubo di dover reperire risorse per non far scattare l’aumento dell’IVA!
Ma torniamo alla querelle sul costo della sentenza. Su quanto il Governo e l’INPS dovranno reperire per restituire ai pensionati quanto era stato loro tolto con il blocco delle rivalutazioni deciso dal Governo Monti in una operazione effettuata “in considerazione della contingente situazione finanziaria”, sulla base di indicazioni provenienti dall’Unione Europea, non essendo stato capace di individuare altrove le risorse necessarie.
Si afferma da parte di taluni che la Corte costituzionale, quale giudice delle leggi, quando adotta una sentenza che dichiara l’illegittimità di una norma che ha effetti finanziari, dovrebbe darsi carico anche della copertura degli oneri derivanti dalla sua pronuncia.
Questa tesi è giuridicamente infondata ed estremamente pericolosa per la tutela dei diritti delle persone. Non solo perché getta discredito sulla più alta magistratura dello Stato, quella che deve verificare la conformità di una norma ai principi contenuti nella Carta fondamentale dello Stato. La Consulta, in sostanza, deve accertare se la questione di costituzionalità ritenuta “non manifestamente infondata” da un giudice, questa è la formula che usano i tribunali della Repubblica, merita accoglimento sulla base delle ipotizzate lesioni di alcuni principi fondamentali della Costituzione, a cominciare da quello di parità di trattamento e di imparzialità che più spesso ricorrono. Ne discende che se la norma ritenuta incostituzionale ha effetti finanziari, cioè determina una spesa o, come nel caso di specie, riduce una spesa, esula dalla valutazione della Corte l’effetto ripristinatorio della spesa e, quindi, non può darsi carico delle conseguenti coperture. Sarebbe, infatti, assurdo che, se governo e Parlamento adottassero una serie di disposizioni gravemente lesive di diritti fondamentali con conseguenti riduzioni di spese il cittadino non potesse avere giustizia.
Ovviamente di questa vera e propria intimidazione i giudici della Corte costituzionale non si preoccuperanno. Non i cinque eletti dalle magistrature, abituati per mestiere a fare giustizia in piena indipendenza, ma neanche gli altri, eletti dal Parlamento o nominati dal Capo dello Stato. Sono tutti giuristi di elevata professionalità, giunti a rivestire quella toga dopo anni di studi o di esercizio della professione forense per cui, forti della loro indipendenza, rimarranno insensibili alle baldanzose iniziative di qualche politico interessato ad evitare di dover ricorrere ad aggiustamenti di bilancio per pagare gli effetti di norme incostituzionali che hanno privato cittadini di importanti diritti. Com’è il diritto alla pensione, definito dalla giurisprudenza “retribuzione differita”, riconosciuta dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 116 del 2013, che spetta, al momento della quiescenza, a chi ha lavorato per decenni versando i relativi contributi nella prospettiva di ricevere una somma già definita nel suo ammontare. Sicché la norma dichiarata incostituzionale aveva violato gli articoli 3 (“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davantoi alla legge…”), 36, primo comma, (“Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a se e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”) e 38, secondo comma, (“I Iavoratori hanno diritto che siano preveduti e assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria”).
La Corte, che costituisce presidio essenziale in un momento di grave imbarbarimento della legislazione italiana (in Francia il Consiglio costituzionale ha un controllo preventivo sulle leggi), va messa al riparo da iniziative estemporanee e da critiche ingiustificate se vogliamo continuare ad essere una democrazia nella quale i diritti sono alla base delle scelte dei governi e del Parlamento in rapporto a principi fondamentali di civiltà giuridica scritti nella Costituzione.
Il Parlamento sarà chiamato a scegliere presto tre giudici, uno per il quale da tempo non si raggiunge il necessario quorum della Camera in seduta comune, un altro vacante dopo l’elezione di Sergio Mattarella alla massima carica dello Stato, l’ultimo disponibile a breve, sempre di elezione parlamentare. L’augurio è che il Parlamento non si indirizzi verso scelte di personalità, pur di elevata cultura giuridica, sensibili alla distorta interpretazione, alla quale abbiamo fatto riferimento iniziando, più politica che giuridica perché su questo piano assolutamente infondata ma che potrebbe essere gradita alla maggioranza governativa che ha pendenti dinanzi alla Consulta una serie di questioni di costituzionalità nate dalla contestazione di svariate norme che sono state adottate dal governo Renzi. Il diritto dei cittadini è una preziosa conquista dello stato di diritto che basa la sua effettività sulla Costituzione e sui principi che in essa sono stati definiti perché l’Italia fosse, tra i paesi occidentali, un esempio di democrazia e libertà. Tendenze direttoriali che procedono dalla volontà di fare senza tener conto dei diritti metterebbero il Paese sul piano inclinato di una china pericolosissima dalla quale non è facile si possa uscire e che ovunque hanno rappresentato un inizio di deriva antidemocratica e populista dalla quale è facile rotolare verso il baratro. Non deve avvenire.
17 maggio 2015

Con la scusa del costo delle pensioni c’è chi pesca nel torbido.
Si profila uno scontro fra generazioni
di Salvatore Sfrecola
In questi giorni si va profilando in alcuni ambienti politici e negli interventi di alcuni commentator quello che appare, anche all’osservatore più distratto, il tentativo di fomentare uno scontro tra generazioni. L’occasione è la sentenza della Corte costituzionale, che ha giudicato contraria ai principi della Carta fondamentale della Repubblica la cosiddetta legge Fornero che ha attuato, a fini di risparmio della spesa pubblica, il blocco delle rivalutazioni delle pensioni superiori a tre volte quelle minime. Intorno a 1500 euro lordi.
Mentre il Ministro dell’economia Padoan si mostra preoccupato dell’effetto della sentenza sui conti pubblici, senza peraltro indicare l’esatto ammontare di quanto va corrisposto ai pensionati in esecuzione della pronuncia della Consulta, dati che possiede perché contenuti nella relazione tecnica che ha accompagnato la proposta Fornero in Parlamento, cominciano a sentirsi preoccupanti affermazioni che tendono a mettere l’un contro l’altro i giovani e i pensionati. Dice, per esempio, Elisabetta Gualmini, già Presidente dell’Istituto Cattaneo ed oggi vicepresidente della Giunta della Regione Emilia-Romagna, intervenuta ieri mattina ad OmnibusLa7 che mentre si parla di restituire ai pensionati il maltolto nessuno pensa ai giovani. Affermazione gravissima che distorce la realtà nel tentativo spregiudicato di allontanare la responsabilità della situazione dal Governo e dalla sua maggioranza.
È evidente, infatti, che le due situazioni non sono comparabili. Da una parte c’è un diritto leso da una norma che non ha tenuto conto di diritti acquisiti, costruiti a misura di contributi definiti sulla base di leggi, diritti che vanno ripristinati, dall’altro c’è un’esigenza sociale sentitissima che quella di mettere a disposizione dei giovani posti di lavoro in un quadro di sviluppo dell’economia. Esigenza che sentono soprattutto “nonni” e “padri”, cioè i pensionati, che suppliscono, con le loro modeste risorse, che non possono essere definite “d’oro”, alle esigenze di quanti non hanno o hanno perso il lavoro con una solidarietà tra le generazioni che sarà sicuramente ridotta se non dovesse arrivare la rivalutazione delle pensioni in conseguenza della sentenza della Corte costituzionale. Tutto ciò in assenza di adeguati interventi di Governo e Parlamento i quali, ciascuno per la propria parte di responsabilità, hanno il dovere di costruire le condizioni per le quali l’economia italiana si riprenda, favorendo l’aumento dell’occupazione, un’occupazione che non può prescindere da un incremento dei consumi e, quindi, dall’aumento della produzione. Oggi noi assistiamo agli effetti, probabilmente purtroppo temporanei, di una rinnovazione di contratti resa possibile da incentivi alle imprese che assicurano gravi fiscali e contributivi a tempo dei quali gli imprenditori si giovano. È una scommessa sul futuro, perché è evidente che se non ci sarà ripresa della produzione quei contratti saranno naturalmente risolti allo scadere dei benefici.
Questo scontro tra generazioni che si va delineando, gravissimo nelle parole di una studiosa come la Gualmini, è espressione di un modo di fare politica introdotto da Matteo Renzi che fin dall’inizio si è esercitato nella demonizzazione di categorie nei confronti delle quali ha esercitato forme di aggressione, a volte violenta, come nei confronti dei dipendenti pubblici, dei cosiddetti “mandarini”, dei magistrati per i quali è giunto ad usare argomenti non solo infondati ma addirittura ridicoli, come quello di confondere le ferie con il periodo di sospensione dei termini giudiziari, una norma che interessava soprattutto gli avvocati.
La politica di mettere contro tra loro le categorie, anche sulla base di contrapposizioni artificiose, è uno strumento politico di corto respiro che nasconde il tentativo di eludere riflessioni serie sulle cose da fare per questo Paese che ha bisogno di interventi profondi in vari settori, dalla sanità alla giustizia, dal turismo alla scuola che, nella realtà, restano al palo e costituiscono una vera e propria occasione mancata. Gli ultimi due esempi, il turismo e la scuola, sono emblematici di questa incapacità di andare al di là degli slogan, delle affermazioni pure condivisibili dietro le quali appare il nulla se non una sorta di controriforma pericolosa. Il turismo che, originato essenzialmente dall’immensa ricchezza del nostro patrimonio storico artistico, è la cenerentola della politica governativa quando potrebbe assicurare migliaia di posti di lavoro. La scuola, alla quale ogni governo serio dovrebbe guardare con la massima attenzione perché è lì che si formano i cittadini e i futuri professionisti è oggetto in questi giorni di demagogiche affermazioni che non hanno convinto famiglie, studenti e professori i quali ultimi stanno attuando una protesta che potrebbe dare brutte sorprese al Presidente del consiglio e Segretario del Partito Democratico la cui popolarità in calo potrebbe ulteriormente diminuire a breve.
12 maggio 2015

Quel che insegnano le elezioni nel Regno Unito
La democrazia inglese radicata sul territorio
di Salvatore Sfrecola
Va di moda, in questi giorni, parlare del Regno Unito dopo il risultato elettorale di David Cameron che ha vinto le elezioni legislative ottenendo la maggioranza assoluta dei seggi nel Parlamento inglese. Gioisce la destra per il risultato del primo ministro conservatore che, fino alla vigilia delle elezioni era considerato dai sondaggi in bilico, gioiscono tutti fautori della governabilità, a destra e a sinistra, perché com’è tradizione a Londra il nuovo governo si insedia a distanza di poche ore dal risultato delle elezioni o di pochi giorni quando, come nella precedente legislatura, era stato dato l’avvio ad un governo di coalizione fra i Tory e i liberaldemocratici.
I giornali hanno messo in risalto inoltre un effetto del risultato elettorale, poco praticato in Italia. Quello che i leader politici i quali hanno perduto voti e seggi non hanno atteso riunioni di segreterie o di direzioni di partito per dimettersi.
Altro aspetto da considerare è quello, sfuggito a molti, dello speciale rapporto che si instaura tra eletto ed elettori in un paese che da sempre ha un sistema elettorale che si basa su collegi uninominali. Uno speciale rapporto che ha un duplice aspetto, quello della vicinanza del parlamentare all’elettorato ed al territorio e quello della sua indipendenza nei confronti del partito politico nel quale milita, proprio in ragione della forza elettorale dovuta allo stretto legame con il territorio.
Si era tentato anche in Italia di instaurare con il cosiddetto Mattarellum, dal nome del suo autore, oggi Presidente della Repubblica, un rapporto diretto tra eletto ed elettore e subito i segretari di partito ne hanno compreso la pericolosità per il loro potere di scelta e di governo degli apparati politici e dei gruppi parlamentari ed hanno immediatamente rimediato spostando nelle elezioni successive senatori e deputati in altro collegio. Ricordo sempre il caso di un parlamentare eletto la prima volta a Roma la seconda a Bolzano, la terza a Venezia.
Parlavo qualche anno fa con parlamentare inglese il quale sottolineava proprio questo suo speciale rapporto con l’elettorato, come la campagna elettorale “porta a porta” fosse autentica e non virtuale in quanto, mi faceva osservare, i suoi elettori non gradirebbero se lui non bussasse alla porta di un avversario politico per cercare di convincerlo sulle sue buone ragioni. In questo modo l’elettore inglese vuol sapere se il parlamentare che eleggerà ha una capacità di convincere o tentare di convincere anche gli avversari sulle buone ragioni della buona politica che lui condivide.
Questo legame con il territorio, spiegava il mio interlocutore, ha anche un altro aspetto. “il mio partito, diceva, non penserebbe mai di spostarmi in un altro collegio perché sa che se lo facesse io mi presenterei ugualmente e, forte del mio consenso, sarei comunque eletto”.
Poi ci sono altre questioni oggetto in questi giorni del dibattito sull’esperienza elettorale inglese. Quella, ad esempio, che il sistema basato su collegi uninominali in realtà porta in Parlamento un numero di deputati non corrispondente al numero dei voti espressi dal popolo. Per cui si sottolinea la differenza con il sistema elettorale proporzionale. In sostanza percentuali che in Italia reggerebbero un partito di medie proporzioni nel Regno Unito possono determinare anche l’elezione di uno o due parlamentari in ragione del fatto che è necessario prevalere in un collegio per varcare le porte della Parliament House. Si comprende il senso di questa osservazione ma siccome i sistemi elettorali perfetti non esistono è bene tener conto degli effetti positivi di quelli che tradizionalmente dimostrano una capacità di governo ed una elevata professionalità politica degli eletti. E non c’è dubbio che il collegio uninominale, che radica sul territorio un parlamentare non solo lo collega strettamente all’elettorato e all’ambiente ma determina anche a una selezione naturale dei migliori, cioè di coloro che hanno consenso elettorale, che fanno tradizionalmente della democrazia inglese un esempio di buona politica.
10 maggio

domenica 24 maggio 2015

STRANA ITALIA, MA ...

STRANA ITALIA, MA ANCORA PIU' STRANI GLI ITALIANI. Questo è il titolo che mi ispirano una serie di considerazioni, specie alla luce della nostra permanenza in questa Europa Comunitaria - così com'è gestita - che a me sembra faccia di tutto per demotivare i Cittadini Europei circa il permanere in 'questa' Unione Europea, 'così' gestita.
Di fronte alle manifestazioni di forte orgoglio e di coerente spirito nazionale dei nostri vicini Greci, sottoposti a pressioni e minacce di tutti i tipi per stroncarne la residuale resistenza, a me viene spontaneo dire IO SONO GRECO: non tanto per esaltare la fierezza di questo Popolo e quindi solidarizzare con loro per non subire la stessa sorte, quanto per sperare che anche noi Italiani ci rendiamo conto che non si può subire in eterno delle pressioni, dei diktat, dei pesanti condizionamenti, senza reagire. Civilmente, in modo pacifico ma non meno importante e significativo: per dire 'basta' a quanti, ignorando gli animi dei Cittadini e la pesantezza insopportabile delle imposizioni comunitarie, continuano ad operare facendoci sopportare l'insopportabile.
Da anni siamo governati da soggetti che rappresentano se stessi, in quanto non sono stati regolarmente eletti dal Popolo; da anni assistiamo a tagli non più concepibili - anche se assistiamo al taglio di quanto già tagliato; disoccupazione alle stelle; poveri in crescita; famiglie in crisi profonda; posti di lavoro persi in continuazione; aziende ormai al collasso com'è al collasso la produttività nazionale con le aziende più sane cedute all'estero, senza un piano industriale programmatico nazionale; senza concrete e serie prospettive occupazionali; da anni governanti ora serissimi e senza un sorriso, ora sorridenti per qualcosa che ai più sfugge, mentre parlano sbirciano nelle tasche degli italiani e brandiscono forbici inesorabili, mentre negano agli italiani sempre più poveri quegli aiuti che poi disperdono verso altri soggetti che con l'Italia, con le tradizioni italiane, con la cultura italiana, con il nostro sentire religioso, c'entrano poco o niente.   Ma questo meriterebbe altre e diverse considerazioni: specie mentre a New York sta per essere inaugurata la Freedom Tower - che sostituisce le distrutte Torri Gemelle -, mentre altrove uomini in armi distruggono altre testimonianze di Storia e Civiltà: apparentemente non dissimili da quelli che, anche se accolti, rifocillati e mantenuti qui in Italia, chiamano noi 'infedeli' e le nostre donne 'impure', rubando nelle nostre case, spacciando droghe, prostituendosi con disarmante facilità, facendo sorgere sospetti pesanti anche circa l'utilizzo dei minori nelle loro attività.
E dobbiamo essere sempre grati alle Forze dell'Ordine per come ci tutelano e quindi per quello che ci evitano: con dedizione e spirito di servizio con sacrifici spesso sconosciuti, a sprezzo della propria incolumità: come, per ultimo, ha posto in rilievo lo scellerato atto posto in atto contro una pattuglia della Benemerita, utilizzando del liquido infiammabile!
Purtroppo l'Italia paga in modo pesante la mancanza di politici coerenti che operino per la Nazione e quindi nell'interesse dei Cittadini, ossia manca una classe politica regolarmente eletta sulla base di un programma scaturito da un serio, concreto, enunciato e programmato progetto politico.  
All'estero quel che avviene da noi non accade, specie in quell'Europa dove chi governa è e rimane attento alle esigenze ed alle difficoltà dei loro concittadini.
L'Italia, questa Italia, gli italiani, continuano ad essere vessati, mortificati e offesi; 'ma siete in democrazia, potete votare e decidere da chi farvi governare' ci potrebbe dire qualcuno: ma la realtà e ben diversa, e ancora non abbiamo la fortuna di avere un sistema di voto elettronico che possa escludere impicci, inciuci e controllo subdolo del voto attraverso capi-branco appostati all'esterno dei seggi elettorali e che 'fa la conta' se le pecorelle del proprio gregge sono tutte presenti all'appello... non fa niente se spinti solo da interesse piuttosto che non da ideologie o ideali.
Siamo stanchi di subire, siamo stanchi di assistere quotidianamente alle tribunette politiche che le televisioni ci ammanniscono, siamo stufi di sentire la puntuale elencazione delle cose che 'non vanno' senza che nessuno si impegni nel dire 'da domani, iniziamo a cambiare: si farà così'.
La gattopardesca e tutta italica (fin che dura...) presa in giro del popolo, continua: stimolando divisioni piuttosto che non aggregazioni, corporativismi piuttosto che non la loro eliminazione, disuguaglianze e arbitrii anziché l'opposto ... alfine, cambiando tutto per non cambiare niente: come Tomasi di Lampedusa ci ha ricordato, evidenziando come la storia si ripeta. 
IO SONO GRECO, quindi: poiché la loro resistenza al sopruso e all'abuso è anche la mia lotta, e forse già domani sarà la mia lotta per la sopravvivenza.
Ma sono anche POLACCO o UNGHERESE se le proteste civili saranno utili non solo a 'lanciare messaggi' a quest'Europa Comunitaria ostinatamente abbarbicata  nel solo rigore possibile per proteggere chi è già ricco, ma anche a favorire radicali cambiamenti.
Ma sono anche SPAGNOLO, con quel popolo che come una raffica di vento ha saputo spazzare in modo radicale l'orizzonte politico nazionale, mandando a gambe all'aria quella casta che si ergeva a baluardo nella difesa di propri benefici ovvero non sapeva adottare quelle misure importanti e giudicate improcrastinabili da chi era allo stremo.
Spero che gli Italiani, quei 'tiepidi' Italiani che - cattolici per 'tessera' acquisita alla nascita, dico io da tempo - non sanno collettivamente drizzarsi indignati per le stragi di cristiani in più parti del mondo, perdano questa tiepidezza di fronte al sistema politico (ossia, di fronte a quello che il sistema politico continua a non saper dare) abbandonando le posizioni di astensionismo per votare in massa.   
Solo attraverso il voto la voce di uno diventa la voce di tutti e quella di tutti la voce di una Nazione, obbligando i politici ad operare se non vogliono essere spazzati via!
E così ragionando, mi riporto alla fierezza delle genti di SCOZIA!

Roma, 24 Maggio 2015                                                Giuseppe Bellantonio



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giovedì 14 maggio 2015

CHIANCIANO E SPOLETO NEL SEGNO DELL'ARTE

 
       Fa piacere segnalare eventi culturali che esaltano il gusto tutto italiano di percepire, e quindi seguire, l'Arte in tutte le sue preziose manifestazioni.
       Al riguardo, sappiamo che i nostri Lettori seguono con particolare interesse tutte le proposte artistiche e culturali, riservando significativa attenzione ai preziosi eventi curati dal Prof. Luca Filipponi per Spoleto Festival Art: non ultime le performance sviluppate nel contesto dell'Expo di Milano 2015, che avranno un nuovo momento espositivo a Luglio.
        Già a Febbraio di quest'anno, nel corso della sesta edizione del Premio Comunicare l'Europa - tenutosi nella preziosa cornice della Sala del Refettorio, presso la Camera dei Deputati - il Prof. Filipponi, nel corso di un'intervista a margine della premiazione del Sindaco di Chianciano Dr. Marchetti, ci aveva confermato la decisione di stabilire una liaison artistico-culturale con Chianciano Terme: così da creare importanti sinergie tra le esperienze di Spoleto Festival Art e Spoleto Meeting Art con le proposte culturali che la bella e rinomata Città di Chianciano Terme sa rendere fruibili ai suoi innumerevoli frequentatori. 

       Proprio a Chianciano Terme - Sabato 16 Maggio, alle ore 17, nella bella cornice di Villa Simoneschi - si terrà il vernissage della prima rassegna artistica Spoleto Meeting Art - Chiancianoalla presenza del Sindaco di Chianciano Terme Dr. Andrea Marchetti e di numerose Autorità cittadine, e del Prof. Luca Filipponi Presidente dello Spoleto Festival Art, assistito da Paola Biadetti,  curatrice dello Spoleto Meeting Art, e dal Prof. Giampaolo Berto - Artista, accademico e critico - ospite d'onore della kermesse.
       Con questa iniziativa si apre quindi il sipario su una serie di attività culturali cui il Comune di Chianciano Terme ha voluto dedicare  rinnovate energie al fine di  offrire ai cittadini - ancorché turisti in
questo luogo veramente bello e suggestivo - un impatto artisticamente e culturalmente più significativo.
       Evidentemente molto soddisfatti il Sindaco di Chianciano Terme e il Prof. Filipponi,  che hanno già annunciato che  "... questo è il primo atto di questo gemellaggio tra Spoleto e Chianciano, che avrà un forte seguito nel prossimo futuro con tutta una serie di progetti accattivanti e stimolanti. Ci aspettiamo una risposta forte e positiva da parte del mondo della cultura, dell'associazionismo e dai cittadini, che sempre di più sono attenti all'Arte e alla cultura contemporanei".
       Qui segnaliamo con piacere gli Artisti che parteciperanno alla mostra - che rimarrà aperta fino al 14 Giugno -: Giampaolo Berto, Sergio Bizzarri,  Franca Bandera, Silvio Craia, Adriano Cipolletti, Rosanna Della Valle, Giovanna Demegni,  Agnese Di Venuto, Carla Gallo, Enzo Gambelli,  Lucio Gatteschi,  G. Fiore,
  Mario Guarino, Lorenzo Guidi, Roberta Gulotta, Patrizio Landolfi, Anna Maria Ligotti, Piergiorgio Maiorini, Anna
Mariani, Osvaldo Mariscotti, Ilenia Massai, Ermelinda Nuzzi, Maria Elisabetta Perazzini, Federica Rampazzo, Sandra Romagnoli, Giuliano Rossi, Elisabetta Serafini, Francesco Tiselli, Luciano Tocci, Valan, Rita Vitaloni, Massimo Zavoli, Gabriella Sernesi.
        Siamo certi che la bella iniziativa di Chianciano Terme avrà un lusinghiero e meritato successo, con corale soddisfazione.
         Nel segno dell'Arte e della Cultura.

Roma, 14 Maggio 2015                          Giuseppe Bellantonio

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martedì 12 maggio 2015

ARTE E SENTIMENTI, IN MOSTRA



Arte e sentimenti

Vi sono mostre che sono un inno alla libertà di espressione. Le opere degli artisti sono un’esaltazione dei sentimenti come stati d’animo che non hanno una connotazione ma sono un messaggio universale. Tra le mostre appena descritte si segnala quella intitolata “No limits”, ospitata nei prestigiosi locali dell’Ambasciata della Repubblica Araba d’Egitto, in via delle Terme di Traiano n. 13 a Roma. La mostra collettiva terminerà giovedì 14 maggio, sarà visitabile dalle 10.00 alle 16,30. Hanno dato il loro patrocinio l’Ambasciata Araba d’Egitto, la Regione Lazio, Roma Capitale Assessorato Cultura e Turismo. Gli artisti che espongono alla mostra sono arabi, italiani ed una pittrice del Centro America. L’evento è curato ed organizzato da “Monica Ferrarini Eventi” L’oggetto principale della mostra sono i sentimenti.  Essi rappresentano sia uno dei temi più importanti dell’arte contemporanea, sia uno degli elementi più aggreganti tra gli individui. In altri termini, i sentimenti sono un energetico per l’anima, ed anche un balsamo per lo spirito. Passeggiando tra le tre sale della mostra si può notare nelle opere, all’inizio del percorso, il passaggio dal concetto alla forma, dalla figura all’astratto. In altri termini, qualcosa di concreto come un paesaggio, un tramonto, un volo di rondine, é reinterpretato dalla personalità dell’artista. Successivamente vi è il percorso inverso, ossia il passaggio dal concetto all’astrazione che può essere relativo all’idea dell’energia della natura, della terra o anche la propria ricerca interiore. Se l’arte è uno degli strumenti attraverso cui è possibile la conoscenza, la rappresentazione della realtà richiede una ricerca espressiva che può comportare un cambiamento nella sua raffigurazione. Tutti gli artisti della mostra si distaccano in maniera differente rispetto al concetto di arte tradizionale privilegiando una propria interpretazione a carattere universale.

Fiorella Ialongo

venerdì 8 maggio 2015

SUCCESSO PER SPOLETO FESTIVAL ART ALL'EXPO DI MILANO

 
Lo Spoleto Festival Art protagonista all’Expo di Milano 2015 insieme ad Alinari, Bizzarri, Botero, Fiore, Varrè,...
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E’ appena calato il sipario sullo start up dell’Expo di Milano ed è anche ora di fare le prime considerazioni ed immancabilmente anche gli opportuni bilanci che in questo caso non possono che essere positivi.
Infatti, l’Artista G. Fiore è stato uno degli attori che lo Spoleto Festival Art - coordinato e guidato dal Presidente Luca Filipponi - ha portato a Milano, caricandolo di un ruolo veramente importante nel contesto culturale ed artistico: la presentazione di un suo nuovo ciclo pittorico.
Infatti proprio a Milano si è consumato un matrimonio che è destinato a durare nel tempo, proprio in considerazione delle premesse: cioè, una forte intesa tra lo Spoleto Festival Art e la Galleria Ars Interamna presieduta dall’iperattivo Antonio Evangelista, che rappresenta un gruppo molto ampio di galleristi ed artisti.
In particolare, presso la sede dell’Expo di Milano 2015,  zona padiglioni, è stato presentato ai giornalisti ed ai media presenti il libro 2000 Artisti di La Fiera Letteraria, magazine nel cui contesto a G. Fiore è stata riservata la quarta di copertina.
Nei giorni successivi, la stessa presentazione è stata rinnovata nell’ambito della Fiera Internazionale Tutto Food, che si è svolta a Milano Fiera dal 3 al 6 Maggio.
In questo contesto, eminentemente internazionale e caratterizzato da un rilevantissimo ruolo della comunicazione, è stato girato uno speciale fotografico e televisivo ”Arte e cibo all’Expo di Milano", curato e coordinato personalmente  dal Prof. Luca Filipponi, che, nella particolare circostanza,  ha anche ricevuto una delegazione di Dirigenti e Alti Funzionari delle Istituzioni Comunitarie giunti a Milano per l’occasione (speciale in parte visibile su YouTube, digitando il link:  https://plus.google.com/u/0/+PaolaBiadetti/posts/1TDeTnNmBkN).
Mentre si preparano già gli altri due eventi milanesi di Luglio è stata espressa grande soddisfazione tanto da parte di Luca Filipponi che di Antonio Evangelista, che hanno evidenziato come ”... questa formula sperimentale ha avuto l’obiettivo di portare l’Arte e la C
ultura in luoghi dove spesso non vi sono e dove vengono dimenticate... l’Arte Contemporanea non può e non deve essere solo quella dei salotti buoni: nel XXI° secolo ci vogliono nuove spinte e diverse chances da dare agli Artisti che la rappresentano...”.
Soddisfatti anche Roberto Girardi di Artinvest di Torino e Angelo Sagnelli, Condirettore de La Fiera Letteraria.
Ecco l’elenco degli Artisti che per lo Spoleto Festival Art  hanno partecipato agli eventi di Milano:
 Babini, Biadetti, Bissacco, Bizzarri, Cea, Craia, Fiore, Guidi, Gulotta, Iallussi, Mei, Palazzolo, Rossi, Scaggion, Valan, Varrè, Zucca, Jasiukiewicz.
A tutti loro è andata il caloroso apprezzamento del numerosissimo pubblico che ha visionato con gusto e  passione le Opere in mostra, dedicando significativa attenzione alle parole dei vari intervenuti.
Ospiti speciali sono stati l’ineguagliabile Artista fiorentino Luca Alinari, che ha firmato il Manifesto per Spoleto Festival Art 2015 ed il Maestro Fernando Botero, che ha siglato la copertina del Libro 2000 Artisti presentato da La Fiera Letteraria.

domenica 3 maggio 2015

IPOCRISIE POLITICHE E CERTEZZA DEL DIRITTO

I nostri Lettori seguono sempre con interesse gli interventi - competenti e calibrati - che il prof. Salvatore Sfrecola esprime attraverso il sito di 'Un Sogno Italiano'.
Direi che più che rappresentare formulazioni analitiche ovvero critiche,  questi scritti rappresentano soprattutto espressioni intellettuali tali da suscitare considerazioni e riflessioni nei Lettori.
Lettori e Cittadini, certo.    L'Italia ha bisogno che i Cittadini, presa coscienza e conoscenza dei propri diritti, formino alfine un insieme elettorale corposo - e quindi, affatto tiepido: com'è ora a causa dell'elevatissimo numero di astensioni - con una 'voce' più chiara e soprattutto più forte.
Le notizie che ci arrivano dalla non lontana Grecia, ci insegnano che la dignità di un Popolo, la sovranità di una Nazione non possono essere a lungo calpestati. e che non c'è bisogno di ricorrere a strumenti o strategie sofisticati per trovare elementi utili tanto al confronto che al resistere.
Buona lettura, quindi! 

Roma, 3 Maggio 2015                                  Giuseppe Bellantonio

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Governo e Corte costituzionale
Ipocrisie politiche e certezza del diritto
di Salvatore Sfrecola

Il dibattito che impegna in questi giorni la stampa e la politica sulla sentenza della Corte costituzionale, che ha giudicato non conforme alla Carta fondamentale il blocco della indicizzazione delle pensioni superiori a tre volte quelle minime, rivela vaste ipocrisie e molta ignoranza sulle regole, politiche e giuridiche del nostro Stato.

Non è la prima volta che la Consulta boccia iniziative governative e parlamentari sbandierate come necessarie e salvifiche rispetto a situazioni finanziarie critiche richiedenti il contenimento della spesa pubblica. Accade in tutto il mondo, in particolare in Europa. Proprio questa mattina, intervenendo ad Omnibus, la trasmissione di approfondimento de La7, il senatore Mario Monti, il Presidente del Consiglio che approvò quella riforma delle pensioni, cosiddetta Fornero, ha citato casi analoghi di interventi delle Corti costituzionali di paesi dell’Unione Europea su iniziative di riduzione della spesa ritenute illegittime, dal Portogallo alla Grecia, alla Germania. E questo induce a qualche considerazione che non sento e non leggo nel dibattito di questi giorni.

Il ripetersi della bocciatura di misure di contenimento della spesa – la Consulta si dovrà occupare nei prossimi mesi del tetto delle retribuzioni pubbliche fissato in 240 mila, ritenuto di dubbia costituzionalità dal T.A.R. del Lazio – dimostra, da un lato, l’incapacità dei governi di coniugare diritti e scelte economiche e, dall’altro, una sorta di gioco delle parti, per cui si fanno scelte all’evidenza popolari (riduzioni di stipendi e pensioni sopra una certa soglia) per soddisfare esigenze immeditate di cassa così allontanando difficoltà nella gestione dei conti ma di fatto si rinvia “la grana” ai governi successivi, quelli che dovranno, letteralmente, “fare i conti” con gli effetti delle sentenze che restituiscono soldi e interessi a quanti ne erano stati illegittimamente privati.

Il ripetersi di questi episodi, in pratica ad ogni riforma, conferma che la gestione della finanza pubblica continua ad essere caratterizzata da misure inadeguate, di corto respiro, che limano qua e là secondo le esigenze del momento con occhio all’elettorato di riferimento. Nessuna autentica misura strutturale diretta a conseguire obiettivi significativi di efficienza amministrativa e di sviluppo economico e sociale. Solo pezze a colore qua e là per rattoppare la coperta lisa della politica.

Scarsa capacità di visione politica, inadeguata conoscenza degli strumenti operativi delle pubbliche amministrazioni, i governi da tempo si limitano al piccolo cabotaggio anche quando vengono annunciate riforme sbrigativamente definite “epocali”. Basti pensare che lo “sblocca Italia”, un provvedimento che dovrebbe riaprire i cantieri e chiuderli rapidamente e sviluppare attività economiche private, occupa sulla Gazzetta Ufficiale, che adotta un corpo di stampa ridotto, quasi trecento pagine, un corpus normativo che ben poco semplifica.

È il limite della politica che considera il potere un obiettivo personale o, al massimo, di partito, non un servizio alla comunità. Così continuando non si va da nessuna parte.

3 maggio 2015                                                                             Salvatore Sfrecola
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pervenire qualche proposta.  Proposte che saremo lieti di valutare ed elaborare

sabato 2 maggio 2015

BANCHE E ANOMALIE

Ho avuto il piacere di partecipare al Seminario incentrato sulla meticolosa ed efficiente puntualizzazione fatta dagli Autori del libro "Banche e anomalie" - dal chiaro sottotitolo "come difendersi" - circa i rapporti che correttamente dovrebbero intercorrere tra Istituti di Credito di Credito e Clientela.           Tanto gli interventi dei relatori che quelli del Prof. Petrino, rafforzati da quelli del Dott. Cilvini, hanno messo in risalto un confronto troppo spesso arduo per i Clienti, nel rapportarsi con le Banche nella quotidianità del loro rapporto: confronto che, ahimè!, troppo spesso diventa vero e proprio scontro.  Uno scontro che una volta attivatosi, da un lato vede scendere in campo un 'gigante' che a priori intende far valere il peso del proprio 'essere tale', dall'altro un Cittadino-Cliente che vuol vedersi riconoscere diritti negati o - peggio - reclama giustizia per degli abusi potenzialmente subiti.     Il libro degli ottimi Autori chiarisce con schematica semplicità i doveri dell'uno ed i diritti dell'altro, ponendo il focus sulla correttezza che deve contraddistinguere il rapporto come pure il corretto modo di interpretare norme e leggi,  che forse necessiterebbero di una ventata di rinnovata attenzione da parte delle competenti Istituzioni proprio al fine di dissipare con la maggior rapidità possibile le incertezze che ancora residuano in tale delicatissimo  contesto.    Per me, che provengo dalla grande ed ineguagliata scuola bancaria della Banca Commerciale Italiana - purtroppo il 'caso' ha voluto che sia stata letteralmente 'smantellata' dopo la morte di Cuccia:  ad avviso di molti, quasi una vendetta postuma verso il banchiere - vedere trattare con tanta attenzione tale materia, è sicuramente degno di lode: una volta, certe 'schermaglie' avevano un modo di svilupparsi più lento, tale da consentire interventi concreti ancor prima che si arrivasse nelle aule dei Tribunali.   Ora i rapporti sono del tutto diversi, tra Banche e Clienti: dalla tanta e caramellosa cura con cui si 'attirano' nuovi correntisti, alla successiva scarsa attenzione se non disaffezione; un trend che viene fronteggiato in primis dagli impiegati agli sportelli che, ancora con tanta professionalità e buona volontà, cercano di 'sistemare' i sempre più numerosi reclami.     L'interessante Seminario romano ha avuto un seguito nel pomeriggio a Spoleto, dove l'incontro si è ripetuto a beneficio di una platea ancora più ampia che ha aderito con entusiasmo all'invito del Prof. Luca Filipponi, Presidente di Spoleto Festival Art.      Tra i presenti nell'accogliente  Sala Convegni dell'Hotel Forum in Roma, numerosi i professionisti del mondo forense ed i rappresentanti della Stampa, tra i quali il Dott. Virgilio Violo  - Presidente dell'Associazione di categoria FLIP-Free Lance International Press - e la Collega rumena Ana Maria Busuioc: di quest'ultima il pezzo che, edito in esclusiva sul sito della FLIP, riassume l'evento e che qui porgiamo all'attenzione dei Lettori del nostro sito.      Buona Lettura e un cordiale saluto!           

Roma, 2 Maggio 2015                                                               Giuseppe Bellantonio

 

"Banche e Anomalie. Come difendersi"

(Report sul Seminario incentrato sull'omonimo libro di Giuseppe Catapano e Michele Imperio)

            "Banche ed Anomalie. Come difendersi" di Giuseppe Catapano e Michele Imperio      
Giuseppe Catapano e Michele Imperio , che si erano già messi in evidenza per il saggio "Come risanare il debito pubblico", questa volta spostano l’ attenzione dal debito pubblico a quello privato, sfruttando la loro vasta esperienza in merito, con un nuovo testo dal titolo: "Banche e anomalie - come difendersi”, presentato il 16 aprile scorso all’hotel Forum di Roma.
Il libro porta il lettore nel misterioso e nebuloso mondo burocratico bancario e spiega in modo semplice e conciso il percorso che ha portato storicamente le banche a essere come sono oggi.
Una lettura piacevole e, al tempo stesso, istruttiva per conoscere meglio i più brevi e più economici percorsi extragiudiziari da seguire per difendersi in casi in cui si ritiene che le banche abbiano leso le nostre aspettative o i nostri diritti.
La presentazione del libro edito dalla Dreams Entertainment sta facendo il giro dell’Italia e affianca una serie di seminari formativi, inerenti la tematica, promossi dall’Associazione OPE (Osservatorio del Parlamento Europeo) e mirati a fornire strumenti per difendersi dagli abusi delle banche. Ci tengono, comunque, a precisare gli autori che non è nella loro intenzione fare una crociata contro le banche, bensì creare un’occasione per discutere, crescere, confrontarsi e colmare i vuoti giurisprudenziali: per questo il libro può essere e diventare un vero e proprio strumento al servizio delle imprese e del cittadino. In esso viene fatto un inquadramento generale delle problematiche relative all’ anatocismo e all’ usura bancaria, e vengono poi esaminate le ultime novità giurisprudenziali in materia, con un taglio volutamente pratico.
Oltre gli interventi degli autori del libro, sono intervenuti il dott. Cesare Cilvini, Segretario della Presidenza dell’Associazione OPE, il Prof. Francesco Petrino, Docente di Diritto Bancario. Numerose le domande e i chiarimenti chiesti dagli avvocati, sia penalisti che civilisti.
L’Ordine degli Avvocati di Roma, l’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili,  sempre di Roma, con la collaborazione della Confederazione Autonoma Europea dei Lavoratori, dell’ASSICONT e dell’Associazione Legge Uguale per Tutti, hanno patrocinato il seminario.

 Ana Maria Busuioc   
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