giovedì 27 novembre 2014

UN TRITTICO ECCELLENTE

Sulle pagine web de "Un Sogno Italiano" sono apparsi in queste ultime ore una serie di articoli di grande interesse.
Articoli che ci permettiamo di porgere all'attenzione dei Lettori di questo blog, ben conoscendo la loro attenzione per le tematiche di interesse sociale.
 
Dall'articolo "I dolori del giovane Renzi" a firma Senator, ad una miscellanea di notizie sotto il titolo di "In punta di penna", a quello del Prof. Salvatore Sfrecola che chiosa un intervento di Paola Italiano su "La Stampa" relativo a sentenze dal sapore 'storico' sulla pericolosità dell'amianto.


I dolori del giovane Renzi
di Senator

Non nascondo che io, uomo di destra, ho avuto una istintiva simpatia per Matteo Renzi quando è comparso all’orizzonte della politica nazionale, in occasione delle primarie per la leadership del Partito Democratico perdute con Piergiorgio Bersani. Ne apprezzavo il giovanile entusiasmo, il linguaggio efficace, la capacità di coinvolgere le persone nella enunciazione di riforme da fare, necessarie per la ripresa economica del Paese, con istituzioni parlamentari più efficienti, meno burocrazia, meno tasse, una scuola migliore, una giustizia più veloce nel tutelare i diritti dei cittadini. Nell’era di Twitter, che impone di dare un senso il più possibile compiuto ad un pensiero in 140 caratteri Renzi comunicava efficacemente con italiani stanchi delle liturgie di una politica che poco ha fatto per rispondere alle esigenze delle persone e delle imprese.

Ho atteso che dalle parole si passasse ai fatti. E qui ho avuto i primi dubbi sulle prospettive del suo governo. L’idea di una riforma al mese, dall’amministrazione al fisco, dalla giustizia al lavoro, alla scuola sarebbe stata affascinante se la squadra di governo non si fosse immediatamente dimostrata inadeguata rispetto alla mole delle cose da fare per avviare concretamente le riforme enunciate.

Giovani di belle speranze e belle ragazze collocate in posti di responsabilità in passato affidate a politici o tecnici esperti che non erano riusciti a fare un passo in avanti. Giovanotti e ragazze senza alcuna esperienza politica, senza cultura amministrativa, senza preparazione giuridica, come attesta l’Espresso in edicola che bolla impietosamente con un “bocciato in legge” il governo e le sue riforme. A partire da quella costituzionale, avviata baldanzosamente e impantanata in una revisione del Senato che non si capisce bene che ruolo avrà, al di là di apparire una sorta di dopolavoro dei consiglieri regionali in trasferta a Roma. 100 senatori mentre rimangono 630 deputati. Dimezzarli sarebbe stato il minimo da fare.

E, poi, le riforme della Pubblica Amministrazione, della Giustizia, delle procedure di spesa per le opere pubbliche, tutte decise con decreti legge convertiti sulla base di un voto di fiducia che ha mortificato il Parlamento, che, soprattutto, non ha consentito miglioramenti del testo, anche sulla base delle riflessioni che andavano maturando tra chi ha esperienza di queste cose.

Tutto con un cronoprogramma, come si direbbe con linguaggio dei contratti di appalto, inadeguato ai tempi tecnici e ad un minimo di approfondimento delle tematiche affrontate e definite evidentemente da ghost writers del “cerchio magico”, giovani professionisti del privato poco esperti di amministrazione e giustizia o di procedure di appalto se, per semplificare, è stato prodotto un decreto che riempie ben 189 pagine fitte fitte della Gazzetta Ufficiale.

E, ancora, errori politici, come quello di farsi troppi nemici, a destra e a sinistra. Tra i dipendenti pubblici, i magistrati, i pensionati, e via enumerando. Un errore che il giovane Renzi rischia di pagare caro. Anche il domatore dei circhi entra nella gabbia delle tigri avendone una che in ogni caso è disposta a difenderlo. Così, se il ridimensionamento dello strapotere dei sindacati, che poco ha portato di buono al Paese negli anni passati ingessandolo pesantemente, è stato generalmente apprezzato, non è stata una mossa intelligente manifestare un aperto disprezzo per le loro istanze. Come aveva fatto con i magistrati e gli altri che a lui si sono opposti, a volte con ragionevolezza.

“Macchè uomo solo al comando” ha replicato Renzi quando si è detto che si fosse circondato da mezze figure per poter decidere in solitudine. E adesso si trova a combattere su più fronti, circondato da critiche anche in casa, da persone che è sbagliato dire che sono venti anni indietro, come ha affermato ieri la Serracchiani riferendosi alla evocazione dell’Ulivo da parte della Bindi. Quelle istanze hanno seguito, anche se minoritario, che potrebbe ampliarsi a seguito del malessere evidente nelle elezioni regionali in Emilia Romagna, una regione dove si votava senza se e senza ma. Come in Toscana, dove nel Mugello rosso è stato votato, perché imposto dal partito, Antonio Di Pietro, un uomo che è a destra di tutti.

Insomma, Renzi si sta facendo male da solo ed ha disperso un patrimonio di credibilità che si era conquistato con slogan e slide. E con la giovane età, peraltro troppo enfatizzata. La storia conosce di primi ministri giovani, in Italia Benito Mussolini è salito al potere a 45 anni, nel Regno Unito William Pitt, aveva da poco superato i 20.

Scendendo ieri dal Colle, da dove il Capo dello Stato più volte lo ha ammonito a fare presto “e bene”, avrà riflettuto sugli errori fatti, forse, c’è da aggiungere, perché il giovane fiorentino è un po’ presuntuoso. E questo nella vita, e in politica, non porta lontano.

27 novembre 2014

 
In punta di penna

Disaffezione per le regioni: “È ormai cresciuta moltissimo l’insofferenza per l’istituto regionale: se la sorte delle Regioni fosse affidata a un referendum è probabile che la maggioranza ne proporrebbe l’abolizione”. Lo ha scritto Angelo Panebianco sul Corriere della Sera del 25 novembre (“Il voto di chi non vota”) aggiungendo che “è inevitabile che ciò favorisca l’astensione”.

Non solo, anche il profilo di molti candidati lascia a desiderare agli occhi di elettori che hanno potuto verificare come coloro che avevano votato negli anni passati hanno dimostrato di considerare i fondi dei gruppi consiliari, finalizzati a sovvenire alle esigenze dell’attività politica e istituzionale, come un gruzzolo da usare per finalità assolutamente personali, come le cronache hanno abbondantemente dimostrato.

In proposito vale la pena di ricordare che la Corte costituzionale, con una recentissima sentenza, la n. 263 del 17 novembre, ha ribadito che l’esercizio del controllo "non può non ricomprendere la verifica dell’attinenza delle spese alle funzioni istituzionali svolte dai gruppi medesimi, secondo il generale principio contabile, costantemente seguito dalla Corte dei conti in sede di verifica della regolarità dei rendiconti, della loro coerenza con le finalità previste dalla legge”. E rammenta di aver già auspicato “forme di controllo più severe e più efficaci”.

 
Si torna a fumare di più: è una generale constatazione che, dopo un periodo nel quale, auspice il Ministro della sanità (oggi della salute) Sirchia, gli italiani si sono dimostrati virtuosi il fumo ha ripreso alla grande. Fumano, come sempre, più le donne e, purtroppo, i giovani. Basta andare nelle vicinanze di una scuola superiore per constatarlo. L’allarme delle società scientifiche è grande, come scrive Margherita De Bac sul Corriere della Sera.


Telefoninomaniaed a proposito di scuole ecco una frase colta nei pressi di un importante ginnasio liceo della Capitale, il Mamiani. “se non avessi il cellulare non saprei come passare il tempo durante la lezione”. Cattiva educazione nei confronti del docente e incommensurabile idiozia. Ma mi è tornata alla mente una frase di mio notto, professore di italiano e latino nel liceo di Trani. “Quando un ragazzo va male a scuola nella maggior parte dei casi è colpa del docente”. Nel senso che non sa interessare e coinvolgere gli studenti. Idiozia e maleducazione a parte.

 

Lo ricorda Paola Italiano su La Stampa :
La denuncia della pericolosità dell’amianto in due sentenze di inizio ‘900

di Salvatore Sfrecola

Scritta a penna, com’era abitudine all’epoca, ma ancora in Cassazione nel secondo dopoguerra, spunta dal polveroso archivio del Tribunale di Torino una sentenza del 31 ottobre 1906, emanata in nome del re Vittorio Emanuele III, confermata in appello un anno dopo, nella quale si denuncia la pericolosità della polvere di amianto. L’ha ricordata Paola Italiano, che ne ha scritto su La Stampa riportando passi di quella lucida pronuncia di 120 anni fa, quando la gente cominciava a morire per la fibra killer respirata lavorando nelle fabbriche del Canavese. E fu subito uno scontro tra diritto e scienza, allora come oggi, tra chi sosteneva e sostiene la pericolosità della polvere di amianto e le imprese interessate a negarla. Nonostante, come afferma la Corte d’appello di Torino, sia “cognizione facilmente apprezzabile da ogni persona dotata di elementare cultura che l’aspirazione del pulviscolo di materie minerali silicee come quelle dell’amianto può essere maggiormente nociva” di altre polveri. “Elementare cultura” per dire che non occorre un premio Nobel in medicina per ritenere provato il danno di chi deposita nei polmoni la polvere di silicio. Poi verranno indicazioni più puntuali sulla base dell’esperienza maturata negli ospedali della zona per patologie altrove non riscontrate.

Paola Italiano riporta alcune frasi della sentenza di primo grado: “l’avvocato Pich quando scrisse che la mortalità in genere è maggiore fra i funerali dell’amianto che fra quelli delle altre industrie; i certificati prodotti lo provano in modo veramente irreputabile”.

Quale commento a questa vicenda? Ci sarà certamente qualcuno il quale dirà che i giudici fanno politica industriale si chiudono gli impianti e impongono l’adozione di cautele per evitare emissioni inquinanti gravemente lesive della salute. Che è compito dei giudici tutelare sulla base della Costituzione che all’articolo 32 individua la salute “come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”. E qui emerge la disattenzione del legislatore e dell’autorità amministrativa e la loro subordinazione ad interessi privati non meritevoli di essere salvaguardati, perché se lo sviluppo industriale è funzionale al benessere della comunità questo non può essere raggiunto a danno della vita dei lavoratori. Costringere persone che hanno bisogno di lavorare a scegliere fra il guadagno per sostenere le proprie famiglie e la salute è certamente una dimostrazione dell’incapacità della classe politica di considerare e tutelare valori fondamentali come quelli della dignità del lavoratore, della su< salute e dell’ambiente. Perché molte strutture industriali che producono fattori inquinanti oltre a danneggiare la salute degli addetti e delle popolazioni residenti alterano gravemente le condizioni ambientali in un Paese, l’Italia, che affida alla meravigliosa natura che ne ha fatto un tempo il giardino d’Europa anche una preziosa realtà turistica.

Eppure c’è da scommettere che in questo Paese ad alto tasso di illegalità qualcuno, senza preoccuparsi di offendere la memoria dei morti, continuerà a ripetere, senza vergognarsi, che i giudici debordano dalla funzione loro propria, che svolgono attività di supplenza, che fanno politica industriale.


26 novembre 2014

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UN SUCCESSO ANNUNCIATO


UN SUCCESSO ANNUNCIATO

Con il 23 corrente – nella particolare location della Sala del Tempio di Adriano, a Roma – si è conclusa la VI° Edizione della Fiera Nazionale del Panettone e del Pandoro, inaugurata  il 22 e subito avviatasi verso un grande successo di pubblico. 

L’evento è stato organizzato e curato dalla Società “Idea Service”, guidata dall’Amministratore Unico Quirino Martellini.   Proprio la capacità aggregatrice e selezionatrice di Martellini, capace organizzatore e abile operatore di marketing, ha consentito di far partecipare alla Fiera un’ampia rappresentanza dei migliori Maestri Pasticceri: tutti alle prese con panettoni, pandoro, torroni, glasse, cioccolata, canditi e quant’altro di dolce, apprezzabile e gustoso si possa immaginare.

Si trattava di dare rinnovato risalto alla Fiera Nazionale del Panettone e del Pandoro – del cui marchio è titolare la Soc. “Gold Event Organisation” – con uno slancio nuovo ed energico che solo un organizzatore esperto e capace qual è Quirino Martellini avrebbe potuto dare.

Mentre il folto pubblico si soffermava – in modo pressoché ininterrotto, tra l’incuriosito e l’ammirato tra i vari stand, in ciascuno dei quali gli ideatori e curatori della Fiera avevano curato l’impatto d’immagine ma, soprattutto, l’immediato feeling con i sensi e le papille gustative dei visitatori – in altra parte della sala era stato dato ospitale spazio  a una conferenza dell’ONPS incentrata su tematiche relative alla corretta alimentazione e alla tutela della salute soprattutto attraverso l’uso di cibi sani, contrastando le frodi e le adulterazioni alimentari.

Gli interventi nel contesto fieristico sono stati numerosi e di alto livello, oggetto di riprese televisive e moderati dalla Giornalista RAI Camilla Nata, che con  professionalità ha introdotto i relatori, dando particolare rilievo agli interventi di Emanuele Giordano e Quirino Martellini, soddisfatti per il lusinghiero, tangibile, successo ottenuto dalla manifestazione – sottolineiamolo con piacere: caratterizzata da un flusso pressoché ininterrotto di visitatori -, e chiamando sul palco i Maestri Pasticcieri presenti per consentire loro di ricevere l’applauso del pubblico. Un successivo, meritato, applauso ha poi salutato il Maestro Gigi Cremona, patron di Vivere, tra i presenti della Fiera.

Una particolare menzione – e non se ne dolgano gli altri, tutti ugualmente bravi e degni di citazione, al pari dei loro prodotti – va ai riconoscimenti conferiti ai Maestri  Sal De Riso e Nicola Fiasconaro ed a Valentina Nicoletti, pasticcera non solo per passione ma anche per lunga tradizione familiare.

"Per l'innovazione apportata ai prodotti, la comunicazione e l'internazionalizzazione", recita la motivazione del riconoscimento conferito al Maestro Pasticcere siciliano Nicola Fiasconaro: vero ambasciatore nel Mondo delle eccellenze dolciarie siciliane. Fiasconaro  ha sempre voluto mantenere vive e feconde le proprie radici, esaltando  con orgoglio la propria sicilianità: insieme ai due fratelli Fausto e Martino, conduce  l'azienda dolciaria fondata dal padre Mario - nel 1953, a Castelbuono, cittadina dai profili medievali in provincia di Palermo, al centro del Parco delle Madonie -. Il Maestro ha via via proposto una ricca linea di panettoni ripensati in chiave siciliana, con l’uso di ingredienti tipici del Made in Sicily: tra tutti, la squisita – e unica, per la raffinata lavorazione – e l’uvetta sultanina, irrorata dalle note vivaci e vellutate della Malvasia di Lipari.  E’ così che la magia artigianale del Maestro Fiasconaro è divenuta un brand conosciuto in tutto il Mondo!

L’altro importante riconoscimento è stato attribuito alla brava Valentina Nicoletti, pasticciera per passione e figlia d’arte in quel grande laboratorio del gusto dove ogni giorno vedono la luce i prodotti del marchio ‘La Fornarina’, storico forno a due passi dall’Abbazia di Cassino ben conosciuto e apprezzato fin dai primi anni del 1960 per la produzione di pane e dolci a lievitazione naturale.

Non ce ne vogliano gli interessati se non ci soffermiamo su tutti i partecipanti, descrivendone l’attività uno per uno: ma una sincera lode va alla maestrìa di partecipanti  Sal De Riso, Fiasconaro, Lombardi Past. 1948, Scuola di Idee e Creatività, Agrumato,  Past. Max, Forno Past. Maurizi, Arte del Dolce, Nuova Past. Lady, Rist. Val Pomaro, LièVita, F. Tammetta & C., Past. Pepe, Buiese Distillerie, Soc. Agricola La Travaglina, Past. Con e Senza Zucchero, Portofino Café, Elisa & Sonia Cake, Esperidia & Co., Forno Past. A. Colapicchioni, La Fornarina, Past. La Bomboniera, Past. Aurora per ‘Il Pasticciere’ di F. De Filippo, Antico Torronificio Nisseno, Past. Tichetti, Past. L. Velletri.

Gli eccellenti testimonial Nicola Fiasconaro e Sal De Riso  hanno sottolineato con la loro presenza lo spessore qualitativo dei Maestri Pasticcieri all’opera negli stand, come pure hanno dato lustro allo sforzo intrapreso da Quirino Martellini - con la sua organizzazione di ‘Idea Service’, specializzata in eventi e promozioni di alto livello – per far convergere nel contesto fieristico artigiani pasticcieri raffinati votati all’alta qualità dei loro prodotti: un abile mix di fantasia, ingredienti, elevato livello artigianale.

I risultati più che lusinghieri, hanno già indotto Quirino Martellini a lasciarsi andare nell’ipotizzare una kermesse straordinaria, forse modulata diversamente ma comunque improntata alla promozione del Made in Italy di alta gamma nel Mondo:  addirittura in terra d’Oriente…

… ma questa è un’altra storia, riservata ad un prossimo futuro.

*articolo redazionale a cura di Rosanna Della Valle per Idea Service.

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NOTA a cura dell'Amm.re del blog: In data 4 Dicembre 2014 il Dr. Emanuele Giordano - per la Gold Event Organisation - ha ritenuto di offrire ai Lettori di questo blog delle valutazioni e delle ulteriori note riferite all'articolo sopra riportato ed a firma della Sig.ra Della Valle. Tali note, anche di precisazione, saranno inserite autonomamente dal Dr. Giordano, nello spazio riservato ai "Commenti": spazio che ben volentieri viene posto a Sua disposizione in modo integro, al fine di consentire una più completa e fors'anche corretta informazione.
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mercoledì 12 novembre 2014

MA QUALI RIFORME?

Gent.mi Lettori,
grazie per l'attenzione che avete voluto dedicare alla segnalazione relativa al Convegno che avrebbe ospitato l'Ill. Prof. Salvatore Sfrecola, impegnato quale relatore sul dibattuto tema delle Riforme.
Per gentile autorizzazione dello stesso, qui di seguito pubblichiamo un estratto dell'intervento - peraltro evidenziato sulle pagine web de "Un Sogno Italiano" -, attraverso il quale ben si potranno avere in evidenza le linee che hanno caratterizzato l'interessantissima Conferenza: tenutasi con bell'intervento di un pubblico selezionato e veramente  attento nell'ascoltare pensieri e capaci formulazioni dal forte spessore socio-politico.   Tutte nell'interesse dell'Italia e dei suoi Cittadini.
                                                                                    G. Bellantonio
Riforme necessarie
Semplificazioni per sburocratizzare e crescere
di Salvatore Sfrecola

         Di quali riforme ha bisogno l’Italia? “Effettivamente” bisogno, come ha voluto precisare l’Ing. Domenico Giglio, Presidente del Circolo di cultura ed educazione politica “REX” dove ho parlato domenica 9 su questo tema attualissimo. Proprio all’indomani dell’articolo di Stefano Folli che su Repubblica ha segnalato l’intenzione di Giorgio Napolitano di lasciare la carica di Presidente della Repubblica ai primi del 2015, forse già dandone notizia nel messaggio di fine anno. Dimissioni già nell’aria ma che, alla vigilia dell’esame parlamentare dell’Italicum, la proposta di riforma della legge elettorale sulla quale si giocano i destini di molte forze politiche, assumano una connotazione nuova. Condizionate dal premio di maggioranza, a seconda se al partito che ottiene i maggiori consensi anziché alla coalizione più votata, o dalla soglia di sbarramento per entrare alla Camera. Sì a Montecitorio, perché l’Italicum riguarda solo quell’Assemblea e non il Senato, per il quale si voterebbe con il consultellum, la legge sopravvissuta alla sentenza della Corte costituzionale che ha travolto il porcellum reo, tra l’altro, di aver abolito le preferenze.
         Una confusione non di poco conto.
         Mentre ci si interroga su cosa farà il Capo dello Stato, e più sul suo possibile successore, a Roma, sempre domenica 9, si è tenuta un’assemblea straordinaria dell’Associazione Nazionale Magistrati dai toni molto tesi. I magistrati italiani lamentano di essere stati messi alla gogna per la questione delle ferie, una bufala gigantesca, una questione che si è fatto di tutto perché la gente non capisse di cosa effettivamente si tratta, mentre la riforma della Giustizia civile e penale non va avanti. Perché il decreto legge appena convertito dalle Camere non centrerà l’obiettivo di ridurre i tempi della giustizia civile. Mancano uomini e mezzi, soprattutto cancellieri, senza i quali non si tengono udienze e non è pensabile che i 1000 promessi dal Ministro Orlando rispetto ai quasi 10 mila mancanti possano dare un respiro di sollievo ai tribunali in affanno.
          Nessuna significativa riforma delle procedure, ha spiegato Sabelli, Presidente dell’ANM ad Omnibus, la trasmissione mattutina di approfondimento de La7, che ha messo in evidenza l’assurdo di un processo penale che ha le stesse regole sia che si giudichi uno scippatore, sia che alla sbarra sia un corruttore o un corrotto. Ed ha richiamato le richieste dell’Associazione di intervenire sulla prescrizione, sul falso in bilancio, sull’autoriciclaggio. In proposito ho segnalato anche l’eccessivo ricorso al giudice che grava su tribunali e Cassazione come dimostrano per quest’ultima i numeri, decine di migliaia di sentenze l’anno, quando le Corti Supreme degli USA, del Regno Unito o della Francia non ne emettono più di qualche decina. Riforma insufficiente quella proposta dal Governo, che non risponde alla richiesta di giustizia che proviene dai cittadini e dalle imprese.
        C’è dell’altro. Nel Paese che si sfalda sotto la pioggia, dove i fiumi esondano ad ogni temporale, con danni a persone e cose, manca un piano di tutela del territorio sicché si spende più per riparare i danni di quanto sarebbe necessario per mettere in sicurezza le città, le foci dei fiumi, i litorali squassati da veri e propri tifoni.
        Dov’è, mi sono chiesto, quell’Amministrazione che sapeva tenere sotto  controllo il territorio e i fiumi, dov’è finito il servizio idrografico, orgoglio del Ministero dei lavori pubblici? È una funzione passata alle regioni e lì defunta, come altre, come la gestione delle reti e delle infrastrutture delle quali l’Italia ha urgente bisogno. Quell’improvvida modifica del Titolo V della Costituzione, voluta dalla sinistra nel 2001, che ha trasformato funditus l’ordinamento giuridico rendendolo inadeguato e fonte di continuo contenzioso, tanto che la Corte costituzionale giudica prevalentemente su conflitti stato-regioni.
         Pensate che quella riforma ha fatto delle regioni il legislatore generale, un tempo prerogativa dello Stato. Per definizione un assurdo. Oggi tutti dicono di voler riformare quella riforma. Intanto i mali sono stati fatti e l’Italia procede impacciata senza avere occasioni di crescita dell’economia. Come nel caso del turismo, la nostra più importante risorsa, trascurata al punto che siamo stati superati da altri paesi in tutte le statistiche. Ricchezza e posti di lavoro perduti in un momento di particolare crisi.
         A fronte di questa situazione di gravi difficoltà economiche, rese evidenti dalla recessione sempre più pesante, la maggioranza si trastulla tra slogan e battutine che vorrebbero essere spiritose, condite da provvedimenti normativi adottati con procedure d’urgenza, laddove la materia non lo richiederebbe, anzi lo vieterebbe. Con l’aggravante che il Parlamento viene espropriato delle sue prerogative costituzionali in quanto quei decreti legge vengono approvati con mozione di fiducia che non ammette emendamenti.
          È una grave lesione della democrazia parlamentare. Lo conferma la “riforma” del Senato che dovrebbe diventare una sorta di dopolavoro dei consiglieri regionali. Non si vuole l’elezione popolare. Senato travolto dalla polemica sul bicameralismo perfetto o paritario che denuncia una lentezza nella attività legislativa, dovuta alla doppia lettura, che non trova conforto dei dati. Anzi, spesso la seconda camera ha consentito di evitare errori o di mettervi riparo. E questo senza negare che una distinzione dei ruoli tra le due assemblee legislative è stata da tempo delineata, con identificazione per il Senato di funzioni connesse al controllo sulla finanza pubblica ed alla tutela delle autonomie.
         Infine, sono tornato sul tema che tratto spesso, la riforma della Pubblica Amministrazione, lo strumento principe dei governi per perseguire le politiche pubbliche. Una revisione delle attribuzioni e delle procedure, per semplificare e rendere più efficiente la burocrazia, veramente al servizio del Governo in funzione delle esigenze delle persone e delle imprese. Si poteva far molto, ma poco si è fatto con il solito decreto-legge che sciabola a destra e a manca non essendo state individuate le norme da cambiare, per rendere più efficiente il potere pubblico a tutti i livelli di responsabilità. Potere pubblico che, non dobbiamo dimenticarlo quando parliamo di spesa pubblica, costituisce il più grande operatore pubblico del Paese. Per cui vanno combattiti gli sprechi e la spesa inutile attraverso una intelligente revisione delle forniture di beni e servizi senza far venir meno l’efficienza della P.A.. Un’opera non semplice, ma che può essere condotta in tempi brevi solo che si sappia dove si deve tagliare e quali ne saranno le conseguenze sulle imprese di riferimento alle quali va fornita un’alternativa che non sia il licenziamento del personale.
        Per concludere, idee poco chiare nascoste sotto slogan e slide laddove sarebbero agevoli interventi mirati in una prospettiva di crescita e sviluppo. Perché le imprese tornino ad assumere. Cosa che gli imprenditori fanno se ci sono commesse, non se si cambiano le regole del “mercato” del lavoro.

10 novembre 2014

venerdì 7 novembre 2014

APPUNTAMENTI...


     Gent.mi Lettori.
     Raramente questo blog ospita interventi di politica attiva, guardando più ad identificare e percorrere le linee generali sulle quali accentrare tanto l'attenzione che le proposte più idonee alla soluzione di quelle tematiche e di quelle problematiche che hanno nel contesto socio-politico il loro recinto naturale.
     Un interessante articolo a firma del Dr. Giampiero Cannella, sulle pagine digitali della Destra.it, ripropone riflessioni e interrogativi che muovono dalla passione personale in profonde idealità come pure dalla malinconia che - di norma - pervade quanti subiscano cocenti quanto impreviste disillusioni.
      In ogni caso, la sottesa speranza dell'Autore - che Vi invito a leggere direttamente - link http://www.destra.it/alcune-riflessioni-su-una-destra-indecisa-a-tutto/ - è che da tali riflessioni possa scaturire un dibattito costruttivo e persino vivificante, intenso a promuovere una rinnovata identificazione di obiettivi ideali e pratici.
     Come d'uso, Vi auguro buona lettura!
 

           A seguire, specie per i residenti di Roma e Provincia, desidero segnalare un importante appuntamento al "Circolo REX" di Via Marsala n° 42 (nelle immediate vicinanze della Stazione Termini, quindi).
      Qui, Domenica 9 Novembre, alle ore 10,30, il Prof.  Salvatore Sfrecola - Direttore de "Un Sogno Italiano", Alto Magistrato della Corte dei conti - intratterrà un'attenta platea sul tema "Le Riforme di cui l'Italia ha effettivamente bisogno".
         L'incontro, organizzato per iniziativa del Circolo di Cultura ed Educazione Politica “REX”, vedrà il Prof. Salvatore Sfrecola, Presidente della Sezione regionale di controllo della Corte dei conti per l’Umbria, trattare di "Riforma, controriforma, cento giorni, mille giorni, il Senato non più elettivo, l’Italicum, la legge di stabilità, la revisione della disciplina dei rapporti di lavoro privati. Temi al centro del dibattito politico di questa stagione della politica italiana, mentre perdura la crisi economica e cresce il disagio sociale".
        Un impegno importante, quindi, durante il quale il Relatore saprà senz'altro attrarre l'attenzione dei presenti, offrendo spunti valutativi eccellenti e di elevato spessore istituzionale.
      L'invito è di non mancare ad un appuntamento che, nelle sue qualificate premesse, potrà giovare a riconciliare i Cittadini con contesti ove la disaffezione tende ad essere sempre più tangibile: persino macroscopica.

        
        Sempre sulle pagine digitali di "Un Sogno Italiano" i Gent.mi Lettori di questo blog potranno leggere un interessante e qualificato articolo a firma dell'Ing. Domenico Giglio e dal titolo "Un Senato da imitare".
             In tale contesto, l'Autore trae spunto diretto dalle recentissime elezioni di middle-term svoltesi negli Stati Uniti d'America, per analizzarne taluni importanti aspetti, riguardo ai quali non si può fare a meno di porsi degli interrogativi specie se si vogliano rapportare l'uno all'altro i rispettivi due Altissimi Consessi: il Senato Italiano ed il Senato Americano.
         L'articolo mette in risalto elementi di grande rilevanza, circa i quali il Lettore, il Cittadino-lettore, non potrà che porsi ulteriori, disarmanti interrogativi... 
             Anche in questo caso, buona lettura !
    





martedì 4 novembre 2014

IL VOTO USA

Negli USA - sono ora le 22,10 qui in Italia - stanno per concludersi le operazioni di voto per il periodo di metà mandato del Presidente Obama.
Al di là del risultato definitivo, fermo restando il tentativo di rush finale del Partito Democratico, il voto - ovvero, lo stato d'animo degli Elettori - sottolineerà l'insoddisfazione e la voglia di cambiamento nell'Amministrazione.
Il che, per il PresidenteObama e per il Partito Democratico, equivarrà ad una chiara sconfitta.
La mancanza di appeal della politica estera - con i vistosi e palesi errori di interpretazione tanto del ruolo di superpotenza degli USA che delle scelte non esaltanti dei "cavalli vincenti" sullo scacchiere mondiale - danno incertezza più che il mancato innesco del volano del benessere concreto e palese (cosa che sta a cuore all'americano-medio) pur sostenuto dai dati positivi sull'occupazione, sulla cessazione da parte della FED delle imponenti immissioni di liquidità a sostegno della ripresa (ancora considerata fragile, proprio perché non perfettamente palpabile: al di là dei dati offerti dall'informazione) e, infine, dal consolidamento del piano di assistenza sanitaria allargata.
Gli Americani questo sottolineeranno con il loro voto.
E male farà l'Amministrazione Obama a non tenerne conto nei prossimi due anni del mandato.


Roma, 4 Novembre 2014 ore 22,22
Giuseppe Bellantonio

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sabato 1 novembre 2014

4 NOVEMBRE


4 NOVEMBRE
FESTA DELL'UNITA' NAZIONALE

Fino a non molti anni orsono, la data del 4 Novembre era legata alla sola celebrazione della Festa delle Forze Armate: un modo per ricordare il ruolo di tutti gli Uomini in divisa che - con sacrificio, abnegazione, senso del dovere e Amor Patrio - sono stati, così come sono, al servizio della Repubblica Italiana.
Era un giorno festoso, le famiglie si recavano in massa presso le caserme - così da rendere visita ai Militari nei loro abituali luoghi di attività -, i bambini più intraprendenti si arrampiacavano su qualche carro armato o al posto di guida (o pilotaggio) di un qualche veicolo assegnato ai militari: sempre aiutati da Militari sorridenti e sereni.
Il loro ruolo - almeno finchè una certa odiosa italica tendenza ha cercato di additarli all'opinione pubblica non come elementi di qualificata protezione e salvaguardia dei Cittadini, quanto come elementi "di parte" in quanto "opposti" a chi, guarda caso, trasformava strade e piazze in campi di battaglia  - ha sempre rassicurato tutti coloro che operano in modo legale ed onesto nel contesto sociale italiano, di certo nulla ha da temere dai Militari; anzi, la stessa loro presenza dà un senso di sicurezza  e fiducia nei Cittadini.
Ecco... al di là di ogni considerazione, che potrebbe persino suonare retorica in questa particolare giornata, credo sia importante far giungere a tutti i Militari Italiani la gratitudine dei Cittadini Italiani; specie di quei Cittadini che, poco permeabili alle chiacchiere ed al chiacchiericcio, badano ai fatti (reali) e non dimenticano gli insegnamenti di una Storia troppo spesso travisata e svilita.
Rivolgiamo un pensiero grato anche alle Famiglie dei nostri Militari, spesso angosciate dal sapere che i loro Cari sono impegnati in teatri di guerra, e la nostra memoria non può non ricordare i nostri Militari caduti ovvero feriti nell'epletamento del loro dovere.
Grazie!
Vorrei tanto che noi Italiani imparassimo a far sentire alta la nostra voce riconoscente e la nostra solidarietà quando uno dei nostri Militari viene aggredito o ferito o, peggio, ucciso!
Vorrei tanto che noi Italiani imparassimo a far capire, spontaneamente, che non gradiamo chi attacca i nostri Militari - specie se impegnati in servizio di ordine pubblico - e quei loro fiancheggiatori che pretendono che questi nostri figli restino immobili, vere e proprie "belle statuine", di fronte ala lancio di pietre, biglie metalliche o quantaltro.
Vorrei tanto che, interpreti della volontà della maggior parte dei Cittadini, le nostre Istituzioni - che pur tale volontà dovrebbero rappresentare - procedessero in modo concreto e rapido a rivedere gli attuali, spesso indecorosi, stipendi loro attribuiti: un aumento almeno del 20% sui valori minimi, sarebbe solo un modo per dire "grazie: non vi abbiamo dimenticati; ci state a cuore perchè ci proteggete e difendete".
E, a proposito del "non dimenticare", non dimentichiamo in questa  particolare giornata, i nostri Salvatore Girone e  Massimiliano Latorre: l'uno ancora ingiustamente detenuto in India e l'altro solo temporaneamenin Italia, convalescente da una severa e pericolosa affezione.
Oggi - a seguito di una di quelle operazioni di lifting tanto care a chi sembra vergognarsi di talune caratteristiche peculiari di ben precise situazioni - la festività ha subito un cambiamento, quasi a voler cancellare un'immagine fatta di concretezza, energica sensibilità e Tradizioni: un cambiamento, per i più, specie se con i capelli grigi, solo lessicale e quindi affatto sostanziale
Grazie, quindi, a tutti i nostri Militari - di ogni Arma e di ogni grado - per ciò che fanno: dando lustro alla Patria comune!

Roma 1° Novembre 2014                             Giuseppe Bellantonio



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