lunedì 15 aprile 2013

MATTEO RENZI, DANTE ALIGHIERI, CECCO ANGIOLIERI...

 
In un mio post del 2 Dicembre  2012 - ossia in "tempi non sospetti" - su questo stesso blog avevo espresso il mio convincimento circa i risultati ottenuti da Matteo Renzi, affermando come questi - in ogni caso - fosse da ritenere, per tutta una serie di validi motivi - il vero vincitore delle "primarie" che lo vedevano tra i protagonisti. 
Valutazione che non solo confermo, ma che sono gli stessi accadimenti a confermare.
Ora siamo alla vigilia di una delicatissima fase, incentrata sulla nomina del nuovo Presidente della Repubblica Italiana, quale successore del Presidente Giorgio Napolitano, al quale - da Italiano - va il mio saluto.
Nel leggere in queste ultime ore notizie - o meglio, invettive - lanciate ora da questo  ora da quel soggetto, mi sono chiesto cosa avrebbero pensato - e scritto - il buon Cecco Angiolieri e l'ottimo Dante Alighieri se, per un impossibile miracolo, fossero presenti.
Certo, i loro tempi erano diversi: un mondo più limitato, una realtà sociale-politica-economica diversa (anche se non meno travagliata, per molti versi) - una visione poetico-cavalleresca  ancora sufficientemente presente, facevano da contorno alla vita che quotidianamente si svolgeva a Firenze come a Siena, a Roma, altrove.
Quello che stupisce in questa fase, dove circolano con soave leggerezza i nomi dei "papabili" al massimo incarico Istituzionale del nostro Paese, è una considerazione:  possibile che oltre a questi 10, 20 nomi in Italia non esistano altre lodevoli, eccellenti personalità, forse poco note politicamente ma preclare per statura professionale, levatura morale, rappresentatività, presenza, capacità/abilità di relazionarsi?
Personaggi - l'un per l'altro - certamente in grado di dare lustro al nostro Paese, prendendone - ove necessario - le difese, nell'interesse di quel Popolo Italiano che tutti citano ma che a me pare essere svillaneggiato quotidianamente da chi non ha forse ben capito la realtà delle cose?
Forse qualcuno pensa che simili soggetti siano "impresentabili" perché poco conosciuti: ma certamente sono molto ma molto più presentabili di tantissimi altri che, sebbene molto conosciuti politicamente, oggi sono intenti a sciorinare  concetti e ragionamenti acquosi e labili.   Spesso con un linguaggio volgare al punto da potersi reputare persino triviale: sono questi i soggetti che dovrebbero ovvero potrebbero rappresentare l'Italia?
Dio ci salvi!
Ricordate quando da un sondaggio, peraltro in modo affatto sorprendente, emerse che il "sogno" delle bambine era quello di fare la "velina" o l' "attrice", da grande; mentre i maschietti il sogno era quello di diventare "calciatori" ? Sol perché si guadagna molto e subito.   Ebbene a questi sondaggi fanno il paio quelli con cui si indicano dei presentatori o dei reporter o medici di frontiera - tutti rigorosamente ed apertamente schierati, da tempo - non per indicare il conduttore amato per un prossimo spettacolo o per la presidenza della RAI, ma per la Presidenza della Repubblica.  Quasi lo stesso procedere in cui ci si é imbattuti quando gli intervistatori hanno sondato gli umori della piazza per identificare quale figura sarebbe stata gradita per succedere a Papa Benedetto XVI; le risposte erano per lo più disarmanti e molte erano palesemente frutto di suggestione: chi lo voleva nero, chi giallo, chi rosso, chi bianco.
Se ne faceva quasi una questione di "colore", poiché gli intervistati asserivano che fosse giunto il momento che uscisse un "colore" nuovo,  che la "roulette" del Conclave non aveva mai estratto.
Ma come mai in tantissimi parlano di "cambiamento", di "lasciare spazio ai giovani", di essere pronti a "mettersi da parte", quando poi si cambia tutto per non cambiare niente, in una sorta di gattopardesca danza diabolica?
Attenzione: l'Italia ha resistito, gli Italiani hanno fatto fortissimi sacrifici, oltre ogni limite possibile, mantenendosi dignitosamente "a galla" là dove altri sarebbero naufragati molto prima.
Ma...
...sembra che - ad ogni livello, in Italia e fuori dal nostro Paese - non si sia ben compreso il vero limite di tutto ciò.  
Oggi la gente è pronta a sostenere qualsiasi proposta di cambiamento, purché chiaramente fatta in nome e per conto del Popolo Italiano: di tutto il Popolo.   Ma sembra che proprio certi partiti politici, che pur tale cambiamento invocavano, non sono in grado di "aprirsi" al nuovo e quindi di "fare" cose nuove e diverse che non prima.
Così perdendo la stessa capacità di rinnovarsi e quindi rigenerarsi.
In molti citano la stagione di Weimar per le assonanze con certi fraseggi odierni e per qualche strana posizione, in molti citano lo Stato della Città del Vaticano per la "straordinaria" rapidità nell'individuare il successore alla Sede Vacante, ma pochi sembrano accorgersi - anche ai livelli più alti - che "questa" Unione Europea non è quella delineata dai Padri Fondatori dell'Europa Unita. "Questa" è senza cuore, permeata da finti solidarismi e da un equivoco e malsano senso di solidarietà: dove il termine "solidarietà" e "aiuto" sono spesi allorché si strangolano economicamente e monetariamente delle economie sapendo che, Trattati alla mano, non hanno la possibilità di difendersi.
A questo punto, "questa" Unione Europea, che NON SI IDENTIFICA in quella dei Padri Fondatori, deve scomparire: solo tornando all'antico spirito europeista si potrà non solo affrontare questa pessima congiuntura (terribilmente acuita da chi, finanziariamente-economicamente-monetariamente, mostra chiaramente interessi e mire del tutto particolari), ma superarla abbastanza rapidamente senza che i beni ed i risparmi dei cittadini vengano depauperati in nome di un qualunquismo dialettico cui non corrisponde efficienza ed efficacia operative.
Ecco perché il "fare presto" sostenuto da moltissimi - che, in modo ridanciano, ben si identifica con il "presto che è tardi" del duo Greggio-Jachetti -, in realtà equivale a "bisogna fare presto qualcosa, prima che sia troppo tardi".
Ma questa frase in molti fanno finta di non comprenderla: meglio dare ad altri la ipocrita colpa del "vorrei fare, ma non me lo fanno fare" piuttosto che un reale "avrei voluto fare, ma non ne ho la possibilità".
Certo, questa ulteriore frase/considerazione lascia aperto un altro fraseggio, tipo "c'è qualcuno che vuole unirsi a me per fare insieme qualcosa per gli Italiani".
Aspettiamo che da altri Mondi, arrivi qualcuno in grado di pronunciare queste poche parole.
Perché non sempre Dio - che, in ogni caso e senza scherzare, tutto può - può essere scomodato per sopperire alla nostra miopia, al nostro egoismo. e alla nostra viscerale smania di polemizzare piuttosto che di fare.
                                                               Giuseppe Bellantonio
--------------------------------
Disclaimer 1
L'autore nonché titolare dei diritti e dei doveri relativi alla gestione di questo blog rende noto a tutti gli effetti di Legge quanto segue:
1) tutti i diritti di proprietà artistica e letteraria sono riservati. Ai sensi dell'art. 65 della Legge 22 Aprile 1941 n° 633, è vietata la riproduzione e/o diffusione totale o parziale - sotto qualsivoglia forma - senza che vengano citati il nome dell'autore e/o la fonte ancorché informatica.
2) E' vietato trarre copie e/o fotocopie degli articoli/interventi contenuti nel presente blog - con qualsiasi mezzo e anche parzialmente - anche per utilizzo strettamente personale/riservato.

Disclaimer 2
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001. L'autore non è responsabile per quanto pubblicato dai lettori nei commenti ad ogni post. I commenti ritenuti offensivi o lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di terzi, di genere spam, razzisti o che contengano dati personali non conformi al rispetto delle norme sulla privacy, potranno essere rimossi senza che per ciò vi sia l'esigenza di prendere contatto anche preventivo con gli autori. Nel caso in cui in questo blog siano inseriti testi o immagini tratti dal web, ciò avviene considerandoli di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione fosse tutelata da possibili quanto eventuali diritti d'autore, gli interessati sono pregati di comunicarlo via e-mail al recapito giuseppebellantonio@infinito.it al fine di procedere alla opportune rettifiche previa verifica della richiesta stessa. L'autore del blog non è responsabile della gestione dei siti collegati tramite eventuali link né dei loro contenuti, entrambi suscettibili di variazioni nel tempo.
Oltre ciò - specie per le parti informative a contenuto storico e/o divulgativo - i Lettori, ovvero quanti comunque interessati alla materia, che possano ritenere ciò utile e opportuno, potranno suggerire delle correzioni e/o far pervenire qualche proposta. Proposte che saremo lieti di valutare ed elaborare.