mercoledì 17 dicembre 2014

UN EVENTO LIETO...

... quello,  a Roma, della "nascita" dell'Associazione Giuristi di Amministrazione.
 
Eventi come questo, sono una bella notizia per la Cultura - nella sua accezione generale - e di conforto per noi Cittadini: non tutto è perduto, in questa nostra bella Patria, e attività come quella di cui potrete leggere qui di seguito rappresentano una forte volontà di "fare", mettendo a disposizione della Comunità risorse di alto profilo e di significativo spessore professionale.
 
Buona lettura!
 
Roma, 17 Dicembre 2014                               Giuseppe Bellantonio
_____________________________________
 
Per sottolineare il ruolo del giurista nella pubblica amministrazione

Nasce l’Associazione Giuristi di Amministrazione

di Salvatore Sfrecola

Nei giorni scorsi, dinanzi al Notaio romano Adolfo De Rienzi, con un gruppo di amici, magistrati, docenti universitari, avvocati, funzionari, abbiamo costituito in Roma l’Associazione Giuristi di Amministrazione che ha già un profilo Twitter e Facebook, mentre a giorni entrerà in rete un sito Web. L’idea è antica. Ne parlavo già nel 1998 su Italia Oggi, nel pieno di una polemica che, come Presidente dell’Associazione Magistrati della Corte dei conti, mi vedeva protagonista, in contraddittorio con quanti sostenevano all’esterno e all’interno della magistratura contabile che fosse necessario arruolare economisti, difendendo il ruolo del giurista nella pubblica amministrazione. Più esattamente la sua centralità nel perseguimento delle politiche pubbliche.

Ricordo questo dibattito emblematico di un modo di intendere l’organizzazione e l’attività delle Pubbliche Amministrazioni.

I sostenitori del magistrato contabile “economista” ritenevano che il controllo delle gestioni pubbliche, affidato alla Corte dei conti, in particolare nella forma della verifica dei risultati sotto il profilo dell’economicità efficienza ed efficacia, dovesse necessariamente prevedere una professionalità non solamente giuridica. Ciò, in particolare, in relazione alla presunta inadeguatezza degli insegnamenti impartiti nel Corso di laurea in giurisprudenza, trascurando che le contabilità nell’ambito pubblico sono giuridiche e che, in ogni caso, l’ordine degli studi prevede discipline come il diritto finanziario e la scienza delle finanze che ben predispongono all’approfondimento della contabilità generale dello Stato, di quel diritto contabile pubblico che Michael Sciascia chiama “Diritto delle gestioni pubbliche”. D’altra parte proprio l’esperienza della Sezione di controllo sugli enti della Corte dei conti dimostra che giuristi hanno messo a punto parametri di controllo sulla gestione che hanno fatto scuola anche in sede scientifica.

In sostanza l’impostazione economicistica è frutto di un falso problema. Il magistrato della Corte dei conti applica regole giuridiche, sia quando giudica sui conti o sulle responsabilità sia quando verifica l’adeguatezza delle gestioni alle regole contenute nelle leggi finanziarie, oggi “di stabilità”, in relazione a vincoli giuridici contenuti nel “patto di stabilità”.

Tuttavia la tesi del magistrato “economista” riemerge di tanto in tanto nei dibattiti.

Ne era convinto l’allora Ministro della funzione pubblica, Franco Bassanini, che pure è un giurista, professore di diritto costituzionale, il quale era stato sollecitato in tal senso anche da ambienti interni alla Corte. Conseguentemente è stata prevista la possibilità per i laureati in economia di partecipare ai concorsi per l’accesso alla magistratura contabile. In quel contesto c’era chi sosteneva che l’ingresso di economisti non avrebbe inciso sulla natura giuridica attuale della Corte. Si diceva, da parte di costoro, che i laureati in economia sarebbero stati assegnati alle funzioni di controllo, i giuristi alle Procure e alle Sezioni giurisdizionali. Senza pensare che questa sarebbe stata l’anticamera della separazione delle carriere e anche delle funzioni, tanto che la Commissione bicamerale per le riforme costituzionali avrebbe assunto proprio questo indirizzo: controllo senza verifica della legalità intestato alla Corte dei conti e giurisdizione di responsabilità per danno erariale attribuita al Giudice amministrativo senza Pubblico Ministero. Un pasticcio, da incompetenti, considerato che la cointestazione delle funzioni (controllo e giurisdizione) è scelta tradizionale del legislatore italiano fin dalla legge istitutiva della Corte dei conti (legge n. 800 del 1862) invidiata in Europa dove si vorrebbe attribuire alla Corte dei conti dell’Unione, che è solamente organo di controllo, anche funzioni giurisdizionali per perseguire sprechi e illeciti in danno delle finanze comunitarie. Infatti i magistrati della Corte dei conti che in vari momenti della carriera esercitano funzioni di controllo e giurisdizionali (requirenti e giudicanti) arricchiscono la loro preparazione professionale proprio in questa variegata esperienza.

Mettendo fine alla riforma Bassanini, un emendamento dell’onorevole Franco Frattini confermò l’obbligo della laurea in giurisprudenza, con la precisazione che coloro che avessero “altresì” la laurea in economia avrebbero avuto una riserva del 20% dei posti messi a concorso. Rivendico ad un mio suggerimento questa norma della quale sono orgoglioso perché costituisce un giusto equilibrio senza che sia alterata l’unitarietà delle funzioni di controllo e giurisdizione della Corte dei conti e la sua natura magistratuale.

Riandando a quella battaglia di principi, in un contesto più ampio la nuovaAssociazione risponde ad una realtà non confutabile: la centralità del ruolo del giurista nella Pubblica Amministrazione. Nel senso che nelle sue variegate attribuzioni l’Amministrazione è chiamata ad adottare provvedimenti che attengono a materie di carattere scientifico: economico, medico, fisico, chimico e via dicendo. Basti pensare alle regole del patto di stabilità, che rinvengono la loro genesi nell’esigenza di preservare equilibri di bilancio funzionali a mantenere l’Italia tra le nazioni “virtuose”, alla prescrittibilità dei farmaci, ai limiti dell’inquinamento dell’aria e delle acque, tutti definiti da tecnici e consegnati in mano al giurista che, in relazione alle indicazioni fornite dalla competente istanza scientifica, deve definire gli elementi fondamentali della normativa con riguardo anche alle sanzioni e alle regole che riguardano il procedimento di applicazione delle stesse, a tutela della comunità nel suo complesso, delle persone e delle imprese. Norme, dunque, che devono essere funzionali allo scopo, cioè al risultato che ci si attende. Non solo. Non basta stabilire una regola, occorre anche che la stessa sia applicabile in forme e tempi che non ne vanifichino lo scopo. Ancora, in questi settori emergono esigenze di valutazione preventiva e di controllo sempre molto importanti. Tutti compiti del giurista che non deve tradire ovviamente la norma né le finalità scientifiche e sono alla sua base.

Insomma, il giurista ha un ruolo essenziale nella Pubblica Amministrazione, un ruolo delicato perché sia assicurato quel buon andamento che è anche esso principio giuridico ai sensi dell’art. 97 della Costituzione. Il giurista che deve interpretare l’istanza scientifica tecnica e renderla effettiva in ossequio alle esigenze di cui lo Stato si dà carico, qualunque sia la realtà della quale ci occupiamo.

Convinti, dunque, del ruolo centrale del giurista nella P.A. abbiamo costituito questa Associazione che si prefigge di studiare e di formare, partecipando al dibattito sulle regole con il mondo scientifico e con le autorità pubbliche, con il Governo e il Parlamento, alla riforma degli ordinamenti e delle procedure. Nella speranza che si comprenda che la riforma non deve essere necessariamente globale ma mirata a singoli comparti o settori come a determinate procedure. Con l’avvertenza che l’adeguamento deve essere conseguenza di un monitoraggio permanente delle sentenze dei giudici e del dibattito scientifico, elementi dai quali si traggono valutazioni di ciò che è e di ciò che dovrebbe essere e che vorremmo che fosse.

Con questa metodica non dovremmo attendere anni per modificare ciò che può essere rapidamente emendato, senza inutili aggravi, disagi e inefficienze che propongono agli occhi delle persone e delle imprese e dell’intera comunità nazionale l’immagine di una pubblica amministrazione lontana dalla realtà e, pertanto, additata al discredito dei cittadini. Ciò che ha l’effetti di inoltre allontanare i migliori professionisti dall’impiego pubblico diversamente da quanto avviene nei paesi di più antica tradizione amministrativa, dalla Francia alla Germania, dal Regno Unito alla Spagna. Anche l’Italia ha avuto periodi nei quali l’Amministrazione pubblica ha goduto di prestigio e di efficienza agli occhi della classe politica e dell’opinione pubblica.

Ci proponiamo di concorrere a ricostruire questa bella immagine del nostro Stato.

16 dicembre 2014

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lunedì 8 dicembre 2014

DAL MURO DI BERLINO...


...AL MURO DI BRUXELLES"

'DAL MURO DI BERLINO AL MURO DI BRUXELLES" è il titolo di un articolo - interessante  e oltremodo attuale - a firma di Alessandro Petti, proposto sul Blog "LETTER FROM WASHINGTON D.C." di Oscar Bartoli - link: http://www.oscarb1.blogspot.it/ - del 27 u.s. .
L'Autore coglie spunto dalle celebrazioni in Germania per la caduta del Muro di Berlino, e , in modo preciso e circostanziato, affronta un tema oltremodo attuale che, proprio per non togliere alcunché all'appeal rappresentato dal contesto generale del Blog di Oscar Bartoli, vi invitiamo a leggere sul sito originario.
Buona lettura, quindi, ai nostri Lettori!

Roma, 7 Dicembre 2014                            Giuseppe Bellantonio                                         


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UN CAFFE' CON...

Chi cura questo blog, guarda con particolare favore a tutte quelle iniziative che possano utilmente testimoniare elementi di innovazione e di dinamismo, specie se provengono da contesti dove la componente giovanile è fortemente presente.
Oggi ci fa piacere dare notizia di una 'nuova proposta' messa a punto dai giovani Avvocati della Sezione  di Messina dell'AIGA-Associazione Italiana Giovani Avvocati.


Il  4 dicembre, a Messina, ospitato dalla libreria Feltrinelli, si è tenuto un Incontro di Formazione, accreditato dall'Ordine degli Avvocati di Messina e organizzato dalla locale Sezione AIGA-Associazione Italiana Giovani Avvocati, dal titolo "Un caffè con...".

La location e la durata dell'incontro sono talmente inusuali da rappresentare una novità assoluta nel particolare contesto.

Il Presidente della Sezione AIGA, Avv. Frida Simona Giuffrida, ringraziando i numerosi intervenuti e il relatore Avv. Susy Pergolizzi - già Presidente di Sezione e ora Segretario del nuovo Collegio di Disciplina, appena eletto -, ha spiegato il perché della "puntata zero", cui, data la nutrita e persino inattesa partecipazione, seguiranno altri incontri, altri "caffè...".

"Vuole essere un modo fresco, giovane e veloce, per discutere di diritto, confrontarsi sulla politica forense e diffondere la deontologia tra i giovani. Gli avvocati oggi non hanno più tempo, inseguendo i conti di fine mese, ma alla 'pausa caffè' non rinunciano. Noi approfittiamo di questo momento, prima di tornare nei nostri studi, per fare formazione fuori dal Tribunale ed avvicinando il mondo dell'Avvocatura alla Società Civile. Anche la location è una novità: il connubio diritto e libreria, trasmette l'idea che l'Avvocato non è solo un professionista che conosce solo la Legge, ma è anche un uomo - o una donna -  di cultura": questa la sintesi che l'Avv. Frida Simona Giuffrida ha fatto al termine del simpatico e concreto incontro.

Ricordiamo che la "puntata zero" di "Un caffè con...." ha trattato l'argomento de "Il Collegio di Disciplina: cosa è cambiato".

A moderare l'incontro è stato chiamato l'Avv. Pierpaolo Gemelli, Consigliere Nazionale della Sezione AIGA di Messina.

Presto le prossime "puntate", confidando di renderle dense di tematiche interessanti  accattivanti, anche per i ' non addetti' ai lavori!

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TRE NUOVI ARTICOLI...

I Lettori ormai da tempo hanno dimostrato grande attenzione e vivo apprezzamento per gli articoli a firma del Prof. Salvatore Sfrecola - Alto Magistrato della Corte dei conti -: articoli che periodicamente ci fa piacere proporre alla loro cortese attenzione .
Quest'oggi ne proponiamo ben tre: uno pubblicato sul sito "Contabilita' Pubblica", affronta lo spinoso tema della corruzione;  gli altri due - pubblicati sulle pagine web di "Un Sogno Italiano" - trattano l'uno delle follie tipiche di amministrazioni iper- burocratizzate sempre più lontane dalle reali esigenze dei Cittadini,  e  l'altro della ricerca di un centro-destra credibile.
Siamo certi della rinnovata attenzione dei Lettori, che cordialmente ringraziamo.
 
 Roma,   8 Dicembre 2014                                                   Giuseppe Bellantonio

 
La corruzione è necessariamente bipartisan.
Corrotti, corruttori, oppositori “distratti” e controllori a volte latitanti

di Salvatore Sfrecola

          Sono in molti a mostrarsi stupiti del fatto che le indagini condotte dalla Procura della Repubblica di Roma su episodi di corruzione che hanno visto coinvolti oltre 100 amministratori e funzionari pubblici abbiano riguardato appartenenti alla destra e alla sinistra uniti in un consorzio criminale che li ha portati ad arricchirsi ai danni della finanza pubblica.

Stupisce lo stupore che non è chiaro se manifestato in buona fede o per colpevole dabbenaggine perché è evidente che questi comportamenti corruttivi presuppongono la connivenza di chi è all’opposizione oppure una colpevole distrazione rispetto all’attenzione che in un regime democratico ma riservata a chi governa. Ugualmente latitanti appaiono all’evidenza gli organi di controllo, considerato che le operazioni che gravano sulla finanza pubblica sono facilmente riconoscibili da parte di chi è chiamato a verifiche di legittimità, di regolarità contabile e di efficienza. Voglio dire che l’intesa criminale diretta ad assunzioni non consentite, ad acquisti non necessari od a prezzi eccessivi ovvero con forniture scadenti costituiscono elementi indiziari i quali consentono al controllore interno od esterno di affondare le mani nella gestione illecita, fonte di danno.

Troppo spesso, invece, questi controlli sono formali, soprattutto quando effettuati da organismi di controllo interno che, come diceva Beniamino Finocchiaro, sono per definizione inutili quanto alla loro capacità di intercettare l’illecito. Trattasi, infatti, di organismi che vedono coinvolti soggetti dell’amministrazione colleghi di coloro i quali hanno effettuato per disposizione o d’intensa con il politico corrotto acquisti di beni o servizi a danno della finanza pubblica.

In questa fase nella quale l’Autorità Nazionale Anticorruzione si è andata strutturando in modo più funzionale all’attività che le è stata affidata dalla legge 190 del 2012 con alla Presidenza un magistrato di valore, Raffaele Cantone, con una lunga esperienza di lotta alla criminalità che persegue i suoi obiettivi anche attraverso l’inserimento in procedure amministrative dirette alla utilizzazione di risorse pubbliche, è evidente che l’indagine di elezione per comprendere i fenomeni di devianza dalla legalità e dalla regolarità contabile va fatta attraverso la verifica delle procedure di appalto di lavori o servizi, la congruità dei prezzi, la verifica puntuale della corrispondenza del prodotto fornito alle prescrizioni contrattuali sotto ogni profilo.

Fatti macroscopici come quelli che vanno emergendo nella indagine della magistratura romana non possono sfuggire ad un’attenta analisi degli uffici e degli organi di controllo politici e amministrativi. Se questo avviene, se, cioè, procedure piegate a consentire illeciti guadagni passano indenni dagli uffici amministrativi e di controllo significa che qualcuno in una di queste istanze non ha fatto fino in fondo il proprio dovere e non ha saputo utilizzare gli strumenti di verifica esistenti per accertare la regolarità e la legalità nelle azioni delle pubbliche amministrazioni. Per quanto raffinati possano essere i comportamenti criminali attuati a danno delle finanze pubbliche è evidente che al di là del profilo strettamente penale chi è chiamato a esercitare le funzioni di controllo politico o amministrativo contabile è in condizione di intercettare comportamenti magari formalmente corretti ma sostanzialmente in contrasto con gli interessi pubblici. Ciò che fa scattare la responsabilità per danno erariale con addebito delle somme illecitamente spese ai responsabili politici e amministrativi.

C’è da augurarsi che l’esperienza dell’indagine penale di cui oggi i giornali parlano e della quale si diceva da tempo nei corridori dei palazzi romani faccia scattare un campanello d’allarme perché la classe politica più consapevole assuma le proprie responsabilità e vigili sui propri componenti che mirano ad avvantaggiarsi a fini personali utilizzando posizioni di potere ai vari livelli dell’organizzazione pubblica. È un dovere verso i cittadini che in questo momento soffrono delle gravi condizioni economiche che riducono i consumi falcidiano i posti di lavoro e aggravano le posizioni delle famiglie. È un dovere della classe politica anche verso se stessa, per non perdere quella credibilità che è il fondamento della democrazia oggi appare gravemente compromessa, come dimostra la consistente disaffezione elettorale.

3 dicembre 2014

Esempi per incominciare
Follie burocratiche che (giustamente)
indignano il cittadino
di Salvatore Sfrecola
 
Ce n’è per tutti. E di volta in volta segnaleremo le follie della burocrazia per l’inutilità di procedure che costituiscono un peso per la gente senza alcun vantaggio per l’erario.
Due follie riguardanti le sanzioni in materia di violazione al Codice della strada che interessano tutti cittadini. Riguarda Roma, ma vale per tutti. Auto parcheggiata in divieto di sosta. L’agente della Polizia Municipale non lascia l’avviso perché, si legge nel verbale, “in assenza del trasgressore e del proprietario”. L’italiano è la logica sono approssimativi per quel “e” che farebbe intendere che debbano essere presenti entrambi. In ogni caso un tempo l’agente lasciava l’avviso con l’indicazione dell’importo da pagare. In questo modo il cittadino provvedeva rapidamente al versamento dell’importo della sanzione, senza particolari disagi.
Troppo belle, troppo civile. Oggi, invece, il Comune invia al proprietario dell’autoveicolo il messo notificatore, un agente della Polizia Municipale che bussa alla porta di mattina quando, nella normalmente in casa non c’è nessuno. Non c’è chi è al lavoro e chi lo cerca.
In ogni caso il messo notificatore non lascia traccia della sua visita.
A questo punto il Comando locale della Polizia Municipale notifica con lettera raccomandata con avviso di ricevimento un avviso con il quale si avverte che il verbale è depositato nella Casa comunale, cioè presso il Comando della medesima Polizia. Se non si ha la fortuna di incontrare il postino questo lascia un avviso della raccomandata che occorre ritirare all’ufficio postale. Dall’avviso di deposito del verbale decorrono i cinque giorni per il pagamento della sanzione in forma ridotta. Il cittadino deve recarsi al Comando della Polizia Municipale per ritirare il verbale. Solo in quel momento saprà quale infrazione ha commesso e quale la sanzione deve pagare.
Tra ufficio postale, Comando della Polizia Municipale e di nuovo l’ufficio postale per pagare il bollettino (ma si può anche pagare dal tabaccaio e in sedi lontane chilometri dal luogo di residenza) il cittadino di una grande città non ha perso meno di una mattinata. Pagare se si è violato il Codice della strada è giusto ma un’amministrazione moderna, nell’anno di grazia 2014, dovrebbe facilitare e non aggravare con costi inutili il cittadino il quale avrà dovuto chiedere una mattinata di permesso il più delle volte con riduzione dello stipendio e, se libero professionista, avrà dovuto rinviare adempimenti del proprio lavoro. Il tempo ha un costo e l’Amministrazione non deve accrescerlo oltre il necessario in un realtà nella quale esistono strumenti di notifica e di pagamento adeguati all’era del computer.
A questo punto non si può fare a meno di richiamare una ulteriore variabile che riguarda il cittadino il quale abbia violato i limiti di velocità. Stessa procedura, con l’aggravante di dover riempire un apposito modulo per dire alle amministrazioni chi era alla guida ai fini della riduzione dei punti della patente. Una dichiarazione che va fatta anche nel caso che alla guida sia lo stesso proprietario del mezzo. Mi chiedo che senso ha. Basterebbe limitare la comunicazione ai casi nei quali alla guida non è proprietario. Mi sembra di ricordare che un tempo era così. Chi ha deciso la modifica era evidentemente un sadico che ha voluto aggravare la posizione del debitore dell’amministrazione. Naturalmente ci sarà chi è pronto a giustificare questa procedura, magari con riferimento a qualche pronuncia di un giudice di pace. In ogni caso l’omessa comunicazione del soggetto alla guida è sanzionata pesantemente.
Morale? Uno spaccato di incredibile complicazione burocratica rispetto alla quale il cittadino giustamente s’indigna. E siccome il cittadino non è solamente un utente della strada ma ha anche altre occasioni di incontrarsi con la burocrazia la somma di queste inefficienze fa presto la misura coma.
Tasse, balzelli, perdite di tempo inutili sono una cosa che dovrebbe preoccupare coloro che ricercano il consenso e si dicono attenti alle esigenze della gente.
Che qualcuna delle autorità interessate a questa normativa presti attenzione a questa mia segnalazione? Sarebbe un gesto di grande intelligenza politica e magari potrebbe aprire la strada ad altre semplificazioni di quella miriade di pastoie burocratiche incomprensibili ma soprattutto inutili. Anche perché è evidente che dietro questa complicazione ci sono uomini e donne che prendono nota, compilano registri, inviano raccomandate e via discorrendo.
30 novembre 2014

Alla ricerca di un centro-destra autorevole e credibile
di Salvatore Sfrecola
 
“Un centrodestra attivo dovrebbe partire dalle idee e scendere verso i programmi, con la credibilità delle persone”, così Gennaro Sangiuliano riassume una interessante riflessione pubblicata su Il sole 24 ore del 25 novembre, all’indomani del voto regionale che in Emilia-Romagna e Calabria ha certificato lo sfaldamento del centrodestra. Pertanto, “un centro-destra da rifondare”, nella convinzione che la scomparsa del blocco moderato limiterebbe la nostra democrazia.
Sangiuliano richiama iniziando il Manifesto dei conservatori di Giuseppe Prezzolini, un classico della letteratura politica, nel quale l’autore formulò l’espressione “la destra che non c’è” per indicare il pesante deficit culturale che caratterizzava quel periodo della vita politica italiana. Il conservatorismo prezzoliniano, scrive Sangiuliano, era “sobrio e moderno, saldo nei valori e nelle identità, ispirato a Machiavelli, Vico, Hobbes, ai grandi tradizionalisti francesi, a Dostoevskij e Heidegger, con un richiamo alla destra storica che governò l’Italia post unitaria”. Un riferimento culturale che mette ancora più in risalto l’attuale “panorama di rovine, abitato da figure improvvisate, mediocri, tragicomiche, che connota oggi il centro-destra italiano”.
Analisi lucidissima di una tragedia annunciata lungo gli anni del berlusconismo ridanciano, incapace di un’offerta credibile sia sul piano dei valori, completamente dimenticati, che su quello della concreta capacità di governo della quale già ho scritto in “Un’occasione mancata” (Nuove Idee editore, Roma, 2006).
Intendiamoci bene. Il mondo dei moderati, dei liberali e dei cattolici è dotato di personalità ben inserite nel mondo della cultura e delle professioni. Tuttavia manca la proposta e, soprattutto, il proponente, cioè colui che sappia essere l’interprete politico di un pensiero che affonda le radici in una cultura di respiro europeo, quella alla quale si ispirarono i nostri grandi del Risorgimento (ricordiamo Cavour statista europeo). Manca, come dicevo richiamando all’inizio di questa breve riflessione le parole di Sangiuliano, chi traduca le idee in programmi credibili, facilmente comprensibili, idonei ad aggregare consenso. Quel che è riuscito a fare Matteo Renzi che peraltro è rimasto alle enunciazioni, agli slogan riassuntivi spesso del niente, ma che hanno coinvolto vasti strati della popolazione, anche se il dato elettorale più recente segnala un forte assenteismo nella sinistra.
L’analisi di Sangiuliano è perfettamente in linea con quella di un pensatore solido della destra italiana, Domenico Fisichella, il quale scrivendo su Opinioni Nuove, un periodico bimestrale e si pubblica a Padova in ambienti monarchici, ha scritto che “all’Italia serve una forza politica che riscopra a rinnovi i suoi antichi valori risorgimentali e unitari”. Una destra “attendibile” e autorevole per recuperare “la rivendicazione dell’unità dello Stato nazionale, che significa forza contrattuale e di persuasione nel contesto europeo”.
Poche volte abbiamo letto una affermazione così profonda e importante, riferita al ruolo dello Stato nazionale nel contesto europeo laddove paghiamo lo scotto di un confuso e velleitario regionalismo che ci rende deboli nel confronto con gli altri Stati dell’Unione europea. Per cui ce la prendiamo sempre con qualcuno, con la Merkel di turno o con l’euro per nascondere la nostra incapacità di essere partner credibili in un contesto difficile ma che è l’unica speranza nel mondo globalizzato per l’Europa nel suo complesso e per gli Stati associati.
28 novembre 2014

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domenica 7 dicembre 2014

SANTA LUCIA

L'Ambasciata di Svezia in Roma, per il quinto anno, organizza i festeggiamenti per la ricorrenza di Santa Lucia.
Un appuntamento 'diverso' quanto intenso e ormai tradizionale per la Città di Roma, che - anno dopo anno, specie nella cerimonia conclusiva - vede convergere un pubblico sempre più numeroso nell'ormai consueta cornice di Piazza di Pietra, davanti alla suggestiva maestosità del Tempio di Adriano.
Un "grazie" di cuore agli Amici Svedesi - ma anche al magistrale coordinamento offerto dalla loro Ambasciata a Roma di concerto con Visit Sweden - che  con l'usuale efficacia e con grande semplicità così ci rendono partecipi delle loro Tradizioni, contribuendo ad allietare l'animo in questo particolare momento di festa.

Roma, 7 Dicembre 2014                                                               Giuseppe Bellantonio


(In allegato: il comunicato stampa dell'Ambasciata)
 

 

 

In occasione della festa di Santa Lucia

 

l’Ambasciata di Svezia, in collaborazione con Visit Sweden, invita per il quinto anno consecutivo
ai festeggiamenti di Santa Lucia a Roma:

 

 

9 dicembre ore 17.00

Corteo di Santa Lucia nella Basilica di San Pietro, Vaticano

 

10 dicembre ore 11.00

Corteo di Santa Lucia nel negozio di IKEA, Porta di Roma

 

10 dicembre ore 17.00

Corteo di Santa Lucia nel Cortile del Tempio di Apollo in Circo

nella sede dell’Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica Roma Capitale (Piazza Campitelli 7)

 

10 dicembre ore 19.30

Corteo di Santa Lucia in Piazza di Pietra, Roma

 

 

 

 


 

 

 

 

 

Malena Hessel

Promotore della Svezia

Ambasciata di Svezia

Piazza Rio de Janeiro 3

00161 Roma

Tel dir: +39 06 4419 4278