venerdì 23 settembre 2022

SIAMO UNA COLONIA O...

 SIAMO UNA COLONIA, SIAMO 'SOTTO PADRONE', OPPURE...?

Negli ultimi giorni, a soprattutto nelle ultime ore, la domanda circola con insistenza: non solo tra gli 'addetti ai lavori', ma anche tra quegli 'sprovveduti' con scarso bagaglio socio-culturale (ovvero, con poca voglia o interesse ad averne uno) cui di solito poco o niente interessa di politica.    A prescindere da una 'campagna politica' poco coinvolgente, con l'handicap delle neoformazioni di protesta che hanno mancato il propizio momento aggregativo, non tanto per coagulare il 'dissenso', quanto per coagulare 'altro e diverso tipo di con senso', autentica espressione dei tanti 'mal di pancia' dei Cittadini.                                    I partiti, attraverso i loro leader, si sono grovati allineati su più di un tema: dal 'bisogna fare qualcosa per il caro-bollette' (senza proporre soluzioni utili, strutturate e durature: atte a 'risolvere' il problema, piuttosto che non idonee a mettere 'pezze a colori') al rimpiangere il leader che fu (peraltro,coinvolte in una 'gestione ordinaria' molto particolare: tale da far sorgere dubbi se possa essere 'ordinaria' o 'meno'), ma anche al proporsi come prosecutori delle attività previste in una 'agenda' che, francamente, credo che andrebbe risposta e ben custodita in un cassetto, sostituendola con l'agenda per l'Italia e per il Popolo Italiano. Ora, nell'imminenza del voto e dei relativi risultati, si stanno esplicitando situazioni che, definire 'indebite ingerenze' (taluno, notando l'assenza di reazioni nei vertici, è indotto a ritenere che possa esservi una qualche concertazione: ma, personalmente, voglio rifuggire da ogni ipotesi di tale tipo). Letta va a Berlino con atteggiamenti tali da far supporre una richiesta di aiuto e protezione (per cosa o da cosa?). A New York Draghi, in sede ONU, riafferma il coinvolgimento dell'Italia nel processo di finanziamento all'Ukraine, alla quale si prosegue a inviare armi di distruzione (ma, purtroppo, a New York, sono mancate parole di Pace, o disponibilità ferma e immediata a percorrere la via della diplomazia: anche Macron è stato su questa linea, oltre agli USA e al Segretario della NATO. Mentre le uniche voci più moderate sono giunte da Nazioni per certi versi 'amiche' della Russia). Ma Biden si è espresso con l'usuale delicatezza, chiarendo che l'amministrazione USA prenderà le misure sul risultato delle elezioni in Italia pesando la 'qualità' del governo possibile. La Clinton ha usato espressioni similari, facendo ben capire il gradimento (di chi e perchè?) per il mantenimento dell'attuale status quo, in Italia. Si è aggiunta, ancora più incisiva - se mai ve ne fosse stato bisogno -, la Albrecht Von der Leyen con parole pesanti come macigni infuocati, riferendosi alle elezioni in Italia, ha testualmente dichiarato Se le cose andranno in una direzione difficile - ho già parlato di Ungheria e Polonia - abbiamo gli strumenti per intervenire”. Una dichiarazione tra il minaccioso e il ricattatorio, ultimo episodio di ciò che è cartina di tornasole di una sudditanza, di una subordinazione, ormai lampante. Specie quando qualcuno ricorda perentoriamente che 'indietro dall'euro e dalla UE non si torna'.  Il ricordare l'utilizzo di 'strumenti' idonei da parte di Bruzelles, mi ha portato alla mente che anche la (molto poco santa) Inquisizione era in possesso di 'istrumenti': tanto per torturare ed estorcere, che per uccidere. Il bello è che queste dichiarazioni vengono esternate da soggetti che, con pomposa (ma vuota, a questo punto) solennità parlano di democrazia e libertà, esprimendo critiche verso supposti autocrati o dittatori, esaltando l'integrità territoriale delle nazioni o la libertà di auto-determinazioni di popoli e genti. Ci sarebbe da aggiungere un postilla a queste enunciazioni, senza vena polemica, ma perchè la verità è sotto gli occhi di tutto il mondo: bisognerebbe aggiungere che tali parole vengono inditrizzate 'solo a chi mi aggrada ed a chi mi interessa, tutto il resto non conta'.  Ma allo sconcerto si aggiunge altro sconcerto nell'ascoltare le parole di un qualche leader e dei suoi sottoposti, che - per il dopo voto - ipotizzano o un (ennesimo) governo di natura tecnica, o una qualche forma dove il Premier uscente ritorni in posizione 'utile' (il che è stato anche uno dei leit-motiv nel corso della premiazione, all'insegna di strani simboli, a New York, nel corso della quale personaggi super-influenti si sono raccomandati di 'non perdere l'Italia'), o un governo rappresentativo di tutti i partiti.                                                    Quindi, dobbiamo dare garanzie a tutti, ma non chiedere garanzie ad alcuno; dobbiamo sottostare a tutti, senza rispetto per la nostra dignità di Popolo e di Persone; dobbiamo far arricchire gli speculatori, senza che alcuna pur minima misura sia stata presa per frenare l'inflazione, l'aumento del costo della vita (anche per i generi di prima necessità), o verificare i meccanismi di formazione dei prezzi, o amministrarli, o bloccarli. Nessun intervento: così come nessun intervento è stato assunto, salvo del placebo, sui prezzi di gas ed energia elettrica. Il price-cap sarebbe un altro favore agli speculatori e uno strumento in più nelle mani della già onnipotente Commissione Europea: occorre abbandonare piazze ove le quotazioni sono strumentalmente alle stelle, riproporsi alla contrattazione individuale e quindi di (vero) libero mercato, sganciare il prezzo dell'energia elettrica da quello del gas (doppio livello di speculazione), stornare a favore dei cittadini gli illeciti incassi maturati per le compagnie erogatrici (ma anche per lo stato: tanto attraverso gli utili quale azionista di tali tipi di società presenti sul territorio italiano, che a seguito di maggiori introiti sull'IVA).  Oltre tutto, non si può andare all'infinito con mance, mancette e bonus: non costituiscono provvedimenti utili, strutturali, idonei all'eliminazione di emergenze e quant'altro, ma sono solo rappresentativi di 'mance', le classiche 'pezze a colori'.    


Ecco quindi quanto sia necessario ricordarsi tutto ciò (ma anche i lock-down, le imposizione sanitarie, i farmaci obbligatori, l'emarginazione e il licenziamento di 'dissidenti', l'abolizione del contante, il 5G...): non solo, ricordare aiuterà gli Italiani nel momento in cui tracceranno il segno della loro preferenza dell'immediato. ma li aiuterà a ricordare con forza che non è in gioco solo la loro personale sopravvivenza, ma anche il futuro - prossimo, neanche lontano - dei loro figli. Per evitare loro di trovarsi senza un futuro degno di essere vissuto, in catene: materiali, sociali, economiche e morali, non più 'persone' ma 'numeri'. 

Roma, 23 Settembre 2022

Giuseppe Bellantonio  

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