domenica 15 novembre 2015

LA PORTA ACCANTO

Le terribili, tragiche notizie provenienti dalla Francia hanno lasciato attoniti per la loro violenta crudezza.   Ma non sorpresi: da tempo, la gente percepiva - peraltro, in Francia come altrove – il crescere di timori legati al verificarsi di atti cruenti legati al terrorismo, anche se i governi tentavano di lanciare messaggi rassicuranti.   

La notte in cui tutto è avvenuto, sono stato costantemente davanti al televisore, ascoltando con attenzione, ma anche seguendo attraverso Internet i flash che si accavallavano, fornendo i dati di un quadro apparso fin da subito gravissimo ed a fronte del quale ogni aggettivo sembra essere inadeguato: quella notte, la ville lumière è stata illuminata dai tragici lampi delle esplosioni e degli spari, dalle luci e dai lampeggianti dei tanti mezzi di soccorso e della polizia, mentre le strade si facevano deserte.    Tentavo di capire quello che stava avvenendo, condividendo in animo le altrui tragiche sofferenze, e soprattutto cercavo di allontanare da me un timore: quello di pensare che situazioni analoghe stessero per ripetersi altrove, anche fuori dai confini della Francia.

Di fronte alla pesante emergenza, la Francia è stata subito in grado di offrire ai suoi Cittadini la giusta risposta, sotto l’occhio severo e critico delle telecamere: pur di fronte ad un'azione di guerra portata avanti con strategie diverse, su obiettivi tra loro apparentemente disaggregati, la risposta c'è stata: tanto sotto l’aspetto delle forze mobilitate che dei mezzi.  La Francia ha testimoniato che non solo esiste come Stato, ma che i Cittadini francesi sentono e vivono la consapevolezza di essere tali e di essere loro la Francia: ossia, hanno il senso dello Stato e pretendono da chi hanno eletto al Governo che, a sua volta, si comporti con la dignità, la consapevolezza la rapidità e l’efficacia di un leader. E così è avvenuto. 

Ma ciò non riduce il timore del ripetersi di simili atti: anzi, in moltissimi oggi – di fronte alla presa d’atto che il terrore viene perpetrato su base globale e con mezzi sofisticati, qual è l’informazione e la comunicazione - pensano che episodi legati al terrorismo si ripeteranno e forse con frequenza, perché l’odio nutrito da sacche consistenti di questi soggetti, è palpabile, visibile e persino ben udibile.

Odio verso l’Occidente e tutti i suoi Cittadini: uniti e contraddistinti dall’odiosa etichetta di infedeli o di impuri. Quell’Occidente che, sottolineano, non rispetta i loro canoni nel tentativo di imporre i propri.

Quanti segnali ci sono stati, di questa escalation!   Tanti e tutti marcati, violenti e tragici.  Dai razzi lanciati sulla gente, all’esplosione a bordo dell'aereo russo, all’altro sanguinoso attentato in Libano e ad altro ancora… Tutti tragici, freddi, funerei, segnali: oggi confermati a Parigi, con un fragore perfettamente percepibile. L’azione è pianificata ed eseguita militarmente, le tecniche sono non più solo quelle tradizionali, ed il facile obiettivo sono quasi esclusivamente i civili riuniti preferibilmente in luoghi affollati dai quali non è facile una immediata evacuazione; quindi, risposta ‘militare’, di tipo bellico, non verso militari ma verso civili, sostenendo di volersi così vendicare degli attacchi e dei morti provocati dai militari degli ‘infedeli’. Questa la cruda sostanza.

Due giorni fa, il Ministro tedesco delle finanze Wolfgang Schauble aveva pubblicamente indicato il fallimento della politica voluta dalla Merkel sul come affrontare in Europa la situazione dell'immigrazione clandestina, dei migranti, dei rifugiati, ecc. ecc.

L’altra notte, una pagina sanguinosa di Storia, ha sancito tale fallimento, a conferma che ogni progetto di integrazione ha fallito di fronte a situazioni dove mancava la volontà reale di essere integrati: maree di gente è venuta e viene in Europa alla ricerca di un Eldorado che non c'è, reclamando fin da subito dei diritti ma guardandosi bene dall'assumere dei doveri, comunque mantenendo lo stesso status - ovvero schema - organizzativo, sociale e religioso che aveva nei Paesi di provenienza; così che ogni comunità, grande o piccola che sia, va a costituire una sorta di enclave, il cui moltiplicarsi porta ad una costellazione anomala ed ibrida che intende inserirsi in sistemi già organizzati e statuiti, pretendendo che siano questi a doversi adattare e modificare.

E questo è l'opposto di ogni proposito di tipo integrativo: facile bandiera di benpensanti e sprovveduti, digiuni di Storia; poiché dalla Storia ci vengono severi moniti in tal senso.  Ossia, non si può tentare di integrare chi, di fatto, non voglia esserlo.

Ma quanto accaduto a Parigi, e che forse potrebbe accadere altrove, è il palese e tragico fallimento della - chiamiamola così... - politica messa in campo sullo scacchiere, all'indomani dei primi raid che portarono all'uccisione di Gheddafi, spargendo le spore maligne di un contagio sempre più incontrollato.

E' iniziato da lì un tragico susseguirsi di avvenimenti che ha infiammato e sta infiammando dalle Colonne d'Ercole alla Turchia! Circa 9.000 km. di coste bagnate dal Mediterraneo, ormai preda del disordine, delle fazioni e delle loro frazioni, con sorprendente abbondanza di armi e munizionamenti anche là dove manca il pane, il cibo, l’acqua, le medicine… Sconcertante e scoraggiante… Possibile che il club degli uomini politici che gestiscono gli Stati non si renda conto che così non si va da nessuna parte e che i conflitti si radicalizzano, esportando il cancro della guerra e della ribellione?

L'Europa - come aggregato delle Nazioni aderenti alla Unione Europea, ed i singoli Stati - non ha avuto una vera e propria 'politica estera' comune, efficace e degna di tale nome.  E' mancato un discorso omogeneo, energico, sensato e quindi costruttivo: anzi, ci sono state delle Nazioni che purtroppo hanno badato solo al proprio tornaconto commerciale, imprenditoriale e finanziario, adottando schemi vecchi - pur se con mezzi 'nuovi' -  , che riportano all'epoca delle colonizzazioni e dello sfruttamento cinico delle risorse altrui.

L'Occidente continua non capire bene le dinamiche che si vivono dal lato opposto, e la stessa non-buona-comprensione di tutto ciò che è targato Islam, peculiare negli anni '75-'80 del secolo scorso, continua ad esserci: non solo non lo si comprende bene, in modo profondo e capace, ma si tenta di far prevale dei concetti e dei postulati tutti Occidentali - quali la 'libertà', la 'democrazia', la 'parità' tra uomo e donna - pensando che siano dei 'pacchetti' che si possano agevolmente mutuare, scambiare, esportare.

In realtà tanto la 'libertà' che la 'democrazia' che la 'parità' partono da un presupposto: deve essere innanzi tenuto presente se e quanta gente intenda possedere uno o più di tali ‘strumenti’, e se vi sia una corretta cultura di base per ciò e quindi una educazione sul loro possibile utilizzo una volta detenuti.   L'Occidente continua non capire bene le dinamiche che si vivono dal lato opposto, e la stessa non-buona-comprensione di tutto ciò che è targato Islam, peculiare negli anni '75-'80 del secolo scorso, continua ad esserci: non solo non lo si comprende bene, in modo profondo e capace, ma si tenta di far prevale tout-court dei concetti e dei postulati tutti occidentali - quali la 'libertà', la 'democrazia', la 'parità' tra uomo e donna - pensando che siano dei 'pacchetti' che si possano agevolmente mutuare, scambiare, persino esportare, non tenendo conto delle diversità e dei profondissimi elementi che segnano le altrui Culture e Tradizioni, consolidatesi in secoli e secoli in sistemi dove il contesto tribale è spiccatamente presente.

In realtà tanto la 'libertà' che la 'democrazia' che la 'parità' partono da un presupposto: deve prima essere ripristinata la Giustizia; se tra le genti – ovunque esse siano - non c'è Giustizia ed equità non ci può essere spazio per altro, se non per le chiacchiere di chi cerca solo di farsi gli 'affaracci propri’,  con l'alibi di volere o di voler perseguire tali obiettivi.  Per conto di terzi che, in definitiva, in definitiva non si sa bene chi siano.  

La 'libertà' e la 'democrazia' sono processi lenti che devono non solo scaturire dalle comuni istanze di un popolo, ma devono anche sedimentarsi nel tempo, dando dimostrazione che non solo sussistono ma hanno anche radici solide anche se recenti: e ciò proprio attraverso i comportamenti tanto del popolo stesso che dei suoi governanti.

Entrano così in gioco fattori culturali e storici, geografici e sociali, idealistici e religiosi...: non si può imporre 'libertà' e 'democrazia' dall'esterno, ma solo - eventualmente - contribuire solo a 'ripristinarle', ove già esistenti; ovvero, offrire ogni aiuto affinché venga sostenuto e agevolato un percorso di tal genere.   

Lo stesso dicasi per il concetto di 'parità' come pure per quello di 'pari opportunità' : in certo qual senso  da ‘nostro’ punto di vista - sono naturalmente insiti in quelli di  'libertà' e 'democrazia': ma non è proprio così, fede ne sia il parlare ancora di ‘quote rose’ o di difformità di salario tra uomini e donne che pur svolgano lo stesso lavoro.

Le armi, le bombe, l’occupazione di territori manu militari, per me non sono la giusta risposta: quella giusta è l’ ‘esplosione’ immediata e fragorosa della Pace, in tutto il Mondo: nel rispetto delle diverse Culture e Tradizioni, attraverso il solidale aiuto di chi possa avere più mezzi verso chi ne abbia meno. La parola d’ordine dev’essere ‘Pane e Pace, per tutti’ ne segno di una genuina solidarietà.  Termine che per molti è persino sconosciuto!

Solo così si potranno riconvertire uomini e donne segnati da un odio profondo, a loro volta nati e cresciuti nell’odio e che alleveranno altri figli nel segno dell’odio: la spirale va troncata e la guerra non è la giusta risposta.   Anzi!  Ci vorrà tempo: ma se non riusciremo a far crescere delle nuove generazioni a contatto con realtà sane ed energeticamente positive, avremo fallito il nostro umano compito. Questa è la via: lunga, difficile, ma non impossibile: specie se ad intraprenderla è tutto il Pianeta Terra.


Affetto, solidarietà e commozione per i morti di Parigi, per le loro Famiglie e per tutto il Popolo francese.   E penso che sarebbe bello testimoniarlo non con il balletto della retorica, né con i talk-show, né con i collegamenti-fiume, né con le perenni tribunette dove i vari soggetti si avvicendano nella saga del qualunquismo. Nulla togliendo al valore sensibile di queste iniziative.

Ma sento che occorre mobilitarci tutti ed in tutto il Mondo, prima che sia troppo tardi. Scendiamo nelle piazze, con ordine e in silenzio, facendo comprendere con spontaneità a chi governi che il desiderio dei Popoli è quello della PACE subito e ad ogni costo, senza più guerre e violenze.   Sviluppiamo energie immense, in occasioni come queste, per indirizzarle verso l'Alto piuttosto che non verso il basso: chiedendo quell'aiuto che ci aiuterà a scoprire  - ed a far scoprire -  finalmente che, a far sentire il clamore delle armi, a combattere le guerre con la guerra,non è il desiderio dei Popoli ma quello di un ristrettissimo numero di soggetti che, proprio agendo in nome dei Popoli, perseguono forse altre finalità meno evidenti e meno nobili.

Intanto mobilitiamoci tutti per dare ogni possibile aiuto alle Forze dell’Ordine ed alla Magistratura: apriamo bene gli occhi e vigiliamo, percependo ogni minimo segnale di allarme o pericolo, segnalandolo subito a chi di dovere; perché fintanto che la Pace non si affermi, qualunque nemico può stare proprio accanto a noi, ignari.  

Che Dio ci assista e ci protegga tutti di fronte alla barbarie sanguinosa dei tanti Caino!  

Reggio di Calabria, 14 Novembre 2015                 Giuseppe Bellantonio
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