martedì 31 gennaio 2017

CINQUE DOMANDE, E UNA ... AD ANTONELLA CALVANI

Antonella Calvani è una Scrittrice che, sempre con maggiore incisività, sta entrando nella sfera degli Autori conosciuti e quindi apprezzati di questa nostra Bella Italia letteraria. 
Le sue 'note' di Artista eclettica - dal disegno, espresso con capace abilità, alla poesia, alla narrativa, ai simpatici e disincantati impegni di recitazione - trovano sempre più vibranti assonanze nel desiderio di Cultura espresso dai Lettori Italiani con sempre maggior enfasi.
In quest'epoca dove tutto sembra essere messo perennemente in discussione; dove gli stessi Valori fondanti appaiono minacciati e sminuiti; dove stiamo assistendo ad un tentativo di acculturamento generico e massificato quanto privo di anima e ratio, gli scritti di Antonella Calvani - fluenti e ricchi di densa passione, come pure ridondanti di significative pulsioni vitali -  ci danno serenità e, perché no?, speranza. Speranza che il bello, il buono, il giusto, prevalgano; speranza che i Valori umani trionfino sulla grettezza e sulla mediocrità, speranza che l'Amore - quello con la A maiuscola, universale e fraterno -  prevalgano.
Nel suo poetare - ma anche, e tangibilmente, nel suo ultimo romanzo 'Rosso Gardenia' -, ci sono tutti questi messaggi, più o meno sottilmente espressi, ma ben percepibili e quindi recepibili.
A Roma, alle ore 17 di Sabato 4 Febbraio 2017, presso la Casa della Cultura di Villa De Sanctis - Via Casilina, 665 - il suo libro 'Rosso Gardenia' verrà presentato in prima lettura a Roma.
Certamente numerosi saranno quanti vorranno conoscere la brava Autrice, per apprezzare questa sua ultima 'fatica letteraria'.
Che per Antonella è pura gioia di esprimersi, di vivere!
Abbiamo voluto aprire proprio con Antonella un nuovo 'corridoio' d'interesse del nostro sito, proponendo per prima a lei - una vera e propria inaugurazione, quindi - CINQUE DOMANDE, E... (...e sta a indicare uno spot acceso o sull'ultima opera o su un qualcosa d'interessante proposto o già proposto da un Autore), attraverso le quali far meglio conoscere Autori - principalmente, poeti e scrittori - dei quali è utile, per gli estimatori di quest'Arte, quella dello scrivere - che sappiano ben esprimere contenuti qualitativamente eccellenti.
Complimenti, Antonella!
Roma, 31 Gennaio 2017                                 
Giuseppe Bellantonio

Quando si è accorta di questa sua vena letteraria e poetica?
    Non saprei quantificare di preciso da quanto tempo sono dedita alla scrittura… ricordi labili risalgono a quando fin dalle elementari mi divertivo a giocare con le rime, componendo piccole poesiole… posso praticamente affermare, però, che da quando ho imparato ad usare la penna lei è stata la mia amica più grande, quella che mi ha sempre accompagnato nel corso degli anni, quella con la quale ho condiviso le mie gioie e le mie pene di adolescente, riempiendo pagine e pagine di diari dei miei pensieri più intimi, quella che ha visitato con me i mondi magici e incantati della fantasia e quella che tutt’oggi mi sopporta se le consumo fiumi d’inchiostro, sfinendola, nel momento in cui sento l’impulso di esternare i miei sentimenti e le mie emozioni. A lei, quindi, il grazie più sentito per la pazienza che mi dimostra nel trasformare la marea di sensazioni che mi assalgono, in parole. Le primissime poesie che ho scritto e di cui ho conservato qualche traccia risalgono comunque al periodo adolescenziale.

E’ qualcosa che sgorga spontaneamente dal cuore, oppure segue impulsi diversi?
   La poesia, a mio modesto parere, per essere vera deve sgorgare direttamente dal cuore… non riesco a concepire un modo di scrivere diverso e non potrei mai farlo in modo forzato, tanto è vero che non sono in grado di partecipare, ad esempio, a quei famosi concorsi letterari in cui viene richiesto un tema specifico (a meno che non abbia già una poesia inerente a quel tema ovviamente!). Io scrivo di getto, seguendo l’impulso del momento, dovuto ad una ispirazione improvvisa, ad uno stato d’animo particolare e questo può succedere in qualsiasi momento, non ci sono orari né regole e se non lo faccio i versi cominciano a danzare da soli nella mente e diventano così martellanti ed insistenti che devo fermarmi… abbandonare tutto quello che sto facendo in quel preciso istante, prendere la mia amata penna e lasciare che sia lei a scorrere sul foglio… non so perché ma è esattamente questo che mi accade… qualche volta l’ispirazione è tangibile, può provenire da un bel paesaggio, un tramonto, una notte stellata, altre è dovuta a stati d’animo particolari, di gioia, di dolore, di riflessione…

E’ un hobby, o un’attività a tempo pieno?                                                    Per carità! Lungi da me l’idea che possa essere una professione! Non ho la pretesa di elevarmi così in alto da essere considerata una scrittrice, tanto meno professionista! Io la considero piuttosto una piacevole mania, un modo per dare libero sfogo all'anima, ai pensieri che vi rimarrebbero altrimenti compressi fino a saturare ogni spazio…

C’è un tema particolare che predilige?                                                    Non c’è un tema particolare che prediligo, come ho detto poc’anzi, seguo l’ispirazione del momento e questa nasce spontaneamente sotto lo stimolo di qualsiasi cosa riesca a colpirmi. Certo ci sono stati e ci sono tutt’ora temi che affronto con più assiduità. Quando vivo situazioni in cui la mia sensibilità, il mio lato spirituale, affiora con insistenza, i miei scritti divengono più profondi e credo quindi più emozionali, però a volte lascio che emerga anche il mio lato fanciullesco e un po’ burlone che mi consente di scrivere anche componimenti più leggeri e vivaci. Quando è questo mio aspetto a prendere il sopravvento molto spesso scrivo in vernacolo e ovviamente, poiché ho vissuto per tanti anni a Roma, mi viene spontaneo usare il dialetto romanesco, pur provenendo da pura generazione toscana.

Gli impegni attuali e quelli prossimi?                                                            In questo periodo sto dedicando molto del mio tempo a quelli che considero i miei hobbies, quindi ovviamente in primis la scrittura, e poi, facendo parte di una compagnia di teatro amatoriale, sono abbastanza impegnata anche su questo fronte. Per quanto riguarda il teatro stiamo lavorando alacremente su una nuova commedia che dovrebbe andare in scena tra aprile e maggio e nel frattempo stiamo portando nei teatri le repliche dell’opera che ha debuttato la scorsa estate. Invece per ciò che concerne la mia attività di “scribacchina” ho in programma presentazioni, in altre città, di “Rosso Gardenia” e poi ovviamente sto continuando a scrivere e… avendo provato gusto nello scatenare la mia fantasia con un romanzo sto pensando di scriverne un altro… oltre, ovviamente, a scrivere poesie, perché quando mi prende quel certo formicolio nel cuore non è proprio possibile tenerlo a bada!                                                               

...e quali sensazioni, quali vibrazioni,  pervadono il suo romanzo “Rosso Gardenia”?
Il mio romanzo non vuole semplicemente narrare una storia d’amore, lo spaccato di vita di due giovani persone che si ritrovano dopo diversi anni, da quando il destino le aveva separate. E’ la storia di due anime che in egual modo hanno vissuto momenti difficili di solitudine, che hanno affrontato difficoltà e raggiunto traguardi, facendo affidamento solo sulle loro forze; ma il perno, il filo conduttore di tutto ciò che è narrato nel libro, è il mistero della dimensione ultraterrena, che s’intreccia e si amalgama armoniosamente con l’intera storia. Parlare dell’aldilà, di esperienze paranormali, è stato un impulso istintivo che è scaturito direttamente da un mio bisogno interiore di poter, anche se solo con il pensiero, tentare di raggiungere l’impalpabile che ci circonda. Questo è il mistero sul quale da sempre si interroga l’uomo: mistero che lo affligge, poiché è imponderabile e privo di risposte, ma nello stesso tempo proprio per questo affascina, attrae e viene temuto. Attraverso l’esperienza empirica, metafisica, vissuta in parallelo, i due protagonisti riescono ad elaborare il loro dolore, a far pace con sé stessi, con i loro sensi di colpa. Quando si riesce ad acquisire consapevolezza del proprio ‘io’ interiore si ha una visione più chiara del proprio cammino terreno, le negatività che affliggono la nostra vita si trasformano in esperienze che ci fortificano; in questo modo siamo pronti ad aprirci agli altri, a valutare in modo diverso il nostro vivere e riusciamo a dare importanza e valore anche alle piccole cose che la vita stessa ci regala. A prescindere dalle nostre credenze o considerazioni sul mondo ultraterreno, non potremmo mai riuscire a dare valutazioni o spiegazioni esaurienti per la nostra razionalità; ma non a caso questi fenomeni, presentandosi sotto varie forme e aspetti, arrivano al momento giusto, per aiutarci a superare difficoltà, per aprirci mente e cuore, dandoci nuova forza per rialzaci dopo ogni caduta. Dopo esperienze simili nulla  è più uguale a prima, e tutto diventa più chiaro e luminoso.

In esclusiva per i nostri Lettori, Antonella Calvani dedica la sua poesia 'All'ombra del tuo cuore', tratta dalla silloge “Sogno d’Infinito.

ALL'OMBRA DEL TUO CUORE

Madre, da terra tua di grembo
sboccia, si schiude e palpita la vita,
eternamente pare, senza tempo,
il rinnovarsi di gioia infinita,
che in acque calme e tiepide d'amore
galleggia e lentamente prende forma
cullandosi, beata, all'ombra del tuo cuore.
Sgorgano da roccia, imprimon l'orma,
piccole sorgenti assai copiose,
sull'esistenza lasciano solenni
solchi profondi e tracce generose,
impronte che vi rimarran perenni.
Quell'ali, madre, tue, protese come scudi,
avvolgono in abbracci grandi e caldi
ove il pensiero vola e il cuor dischiudi
in templi di granito a terra saldi.
Madre, la forza tua diviene tenerezza
che di sorrisi irradia dolci note
s'espande d'energia che infonde sicurezza
quel tuo vigor che ognora porti in dote.
Madre, che intessi un nodo all'anima e leghi
la vita tua per sempre a un'altra vita,
catena che mai spezzi o che si pieghi,
sigillo che la chiave t'amo ha custodita.
Mamma... questa parola solo all'evocare
ridesta brividi profondi in petto,
coniugazione univoca del verbo amare
e tutto impallidisce al suo cospetto.
Mamma... ancor vorrei cullarmi nel tuo grembo
per stringere quel nodo che non s'è mai sciolto,
appendermi al tuo spirito, anche solo da un lembo
bearti in delicati baci, accarezzarti il volto,
curarti io, come se la mia bimba fossi
per poi addormentarmi nel tuo amore
e ancor sognar di te, e sulla veste che tu ora indossi
accendere sospiri lievi e palpiti, all'ombra del tuo cuore.


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