domenica 14 settembre 2014

L'UOMO, DANIZA E IL CREATO...

...QUALCHE RIFLESSIONE PER CRISTIANI E NON è il titolo di un articolo a firma dell'Ill. Prof. Salvatore Sfrecola, pubblicato sulle pagine web di "Un Sogno Italiano" - http://unsognoitaliano.blogspot.com -  e qui ripreso per gentile concessione dell'Autore.
Le riflessioni dell'Autore, vero e proprio flash sui costumi e sulle sensibilità degli Italiani, comportano a loro volta... altre riflessioni, valutazioni, considerazioni e quant'altro.
Per un Paese ad altissimo "indice di indignazione", dove le persone sono perennemente bersagliate da una pioggia - il più delle volte, improvvida - di input tesi fondamentalmente a imprimere nuovi parametri ed a stimolare l'insorgenza di nuovi criteri di base, al posto di quelli più "vecchi" (ma certamente poiù sani e maggiormente consoni alla natura umana ed alla conseguente civile convivenza), dove consistenti strati di c.d. opinionisti si adoperano nel classificare tout-court pensieri, idee, condizioni dell'animo, etichettandoli impietosamente ora come di tipo" integralista", ora come di tipo "razzista", ora come di tipo "discriminatorio", ora come "anti" di questo o quell'assunto, senza peraltro mai entrare effettivamente nel merito delle relative tematiche e delle conseguenti problematiche, fermarsi un attimo a riflettere sembra essere un lusso.
L'articolo del Prof. Sfrecola ci induce ancora una volta a questo; valutare, riflettere, ponderare e porsi dei quesiti: giungendo persino a concedersi il "lusso" di qualche basilare risposta.
Specie se la nostra quotidianità viene costellata - direi, strumentalmente - di una miriade di tanti falsi problemi che, in concreto, ci fanno distogliere da questioni serie, serissime, fors'anze esiziali per il corretto cammino dell'Uomo su questa Terra martoriata.
Martoriata non dal fato, non da esseri soprannaturali, non da creature provenienti dallo spazio, ma dai tanti piccoli uomini che - abbagliati dal potere, dalla cupidigia di denaro e di onori, dai richiami del sesso - affatto ammaestrati dalle esperienze più tragiche del passato, impongono alle genti delle false verità pur di conquistare i loro meschini traguardi.
Buona lettura, quindi!

Roma, 15 Settembre 2014                                                                  G. Bellantonio

L’uomo, Daniza e il Creato,
qualche riflessione per cristiani e non
di Salvatore Sfrecola

La fuga di Daniza è finita nel peggiore dei modi, uccisa nel tentativo di catturarla. “Una morte evitabile”, ha titolato ieri in prima pagina il Corriere della Sera sotto una foto che ritrae la grande orsa con i cuccioli, quelli che intendeva difendere, pensando fossero in pericolo, quando ha aggredito l’incauto cercatore di funghi nei boschi di Pinzolo, in Trentino.
La vicenda di Daniza, braccata per giorni, ha destato l’attenzione di molti, difensori della natura e degli animali che ne caratterizzano l’habitat, preziosa espressione del Creato che troppo spesso osserviamo con distacco e noncuranza. L’orsa in fuga, per la quale moltissimi italiani facevano il tifo contro la burocrazia senz’anima, che la voleva catturata o preferibilmente abbattuta.
Si è visto, accanto a chi ama la natura ed era obiettivamente preso dalla materna attenzione dell’orsa, l’indifferenza di tanti, tra i quali purtroppo dobbiamo annoverare molti che si dicono cristiani e che dovrebbero avere a cuore la natura, come espressione del Creatore.
Abbiamo notato più volte questa aridità. Perché amare la natura e gli animali non significa confondere questi con gli umani, ma rispettar gli esseri viventi con le loro abitudini, con i loro sentimenti, o, se preferite, con i loro istinti, come quello materno di Daniza. D’altra parte non diciamo che la maternità è istintiva nelle donne. O dovrebbe, se i cristiani condannano l’aborto chiedendosi come una madre possa voler sopprimere la vita che nasce in lei.
Mi sono sentito dire da una persona, che stimo moltissimo e che so ricca di sentimenti umanitari e di una profonda religiosità, che in questi giorni si era manifestata maggiore attenzione per l’orsa in fuga rispetto ai cristiani massacrati in Iraq e in altre regioni dell’Africa dove l’intolleranza religiosa assume da tempo i tratti cruenti del dramma.
Non credo ci sia un’alternativa tra mamma orsa ed i cristiani vittime della furia omicida dei fondamentalisti islamici. Anzi, credo che chi ama l’uomo, in quanto figlio di Dio, ama ugualmente la natura e le sue componenti faunistiche perché dono del Creatore agli uomini.
Devo, invece, constatare, da cattolico, che il mondo cristiano e la cultura cristiana hanno costantemente sottovalutato e trascurato l’importanza della natura nel contesto della vita degli uomini, non solo della fauna selvatica, ma anche dell’ambiente, martoriato senza che si levi una voce di ribellione da parte di ambienti religiosi. Va detto, però, che gli ultimi Papi, il Santo Giovanni Paolo II, il Pontefice emerito Benedetto XVI e l’attuale, Francesco, più volte hanno richiamato l’attenzione sui valori della natura come patrimonio consegnato dal Creatore all’umanità. In tal modo l’attuale Pontefice ha ritenuto anche di onorare il Santo del quale ha scelto il nome.
Eppure la voce di questi Pontefici non ha avuto un’eco adeguata, non è stata ripresa nelle parole e nei fatti dalla gerarchia cattolica e dai cattolici in politica i quali si dimostrano nei confronti dei valori ambientali spesso di una straordinaria aridità.
E io mi chiedo, e spesso mi sono chiesto, chi altro avrebbe dovuto difendere i valori dell’ambiente nelle sue componenti della flora e della fauna se non i cristiani che da Dio hanno ricevuto questo meraviglioso dono, un patrimonio che in Italia, in particolare, assume tratti di una bellezza straordinaria tanto da essere definito “il bel Paese” o “il giardino d’Europa”. Lo abbiamo sistematicamente deturpato nell’indifferenza generale e nella colpevole disattenzione delle istituzioni.
Ieri è morta Daniza, i suoi cuccioli hanno perduto la madre, gli italiani un’occasione per fare bella figura. Qualcuno ha detto che, essendosi occupato di analoghe operazioni di cattura, non ha avuto esperienze negative sotto il profilo della narcosi effettuata per bloccare l’animale. Avrà voluto difendere il suo lavoro e rivendicare la propria professionalità, ma quel titolo del Corriere della Sera “una morte evitabile” è un marchio che gli incauti tecnici forestali del Trentino si porteranno appresso ancora per molto.
Intanto a Pettorano sul Gizio, un delizioso paese nel Parco Nazionale d’Abruzzo, è stato trovato un orso morto, avvelenato. Evidentemente dava fastidio a qualcuno.
13 settembre 2014

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