venerdì 31 gennaio 2014

A DIFESA DELLE ISTITUZIONI DELLA REPUBBLICA ITALIANA !


     Quello cui stanno assistendo gli Italiani, ma anche tutti coloro che dall'estero rivolgono un minimo di curiosità -  quando non di attenzione - alle vicende sociale e politiche del Bel Paese, si presta a molteplici valutazioni.
     Preliminarmente, non si può che prendere atto della grande debolezza del sistema politico nel sapersi proporre in modo netto, efficace e energico quale efficiente fonte di norme e leggi intese a modificare rapidamente tutto ciò che è il PRIMA, cioè tutto ciò che - comunque riconducibile ai guasti ovvero alle inefficienze della politica nel suo insieme - ha contribuito a determinare la pessima situazione socio-economica in cui versa il nostro Paese anche attraverso quegli atti criminali di vera e propria spoliazione e saccheggio  
della res publica.
     Tale tipo di inefficacia ha determinato un'ulteriore punto di debolezza: la mancata concretizzazione operativa di ciò che di volta in volta veniva deciso, con conseguente determinazione di un profondo disagio e di una grande incertezza nei Cittadini.
     Effettuare un'analisi completa, non equivarrebbe che all'elencare ancora una volta tutta una serie di elementi che, in verità, sono stati già copiosamente elencati a tutti i livelli possibili.
     Il che amareggia ancor più i Cittadini: se vi è la percezione dei danni e di ciò che li cagiona, perché non si mette mano subito ai correttivi?
     Purtroppo, in Italia esiste una vero e proprio cash-dispenser cui si è ormai messo mano: soprattutto perché è impossibile per i Cittadini sottrarsi alle tassazioni di ogni tipo che gravano sulle loro proprietà ancor prima che sui loro redditi: e per proprietà intendo anche quella del mezzo finanziario per eccellenza, ossia il denaro; quel denaro giacente su conti e depositi bancari o enti per ciò preposti.
     La casa e tutto ciò che rappresenta titolo di proprietà è oggetto della cupida attenzione del sistema politico e degli amministratori locali, in cerca di facile denaro da prelevare ai Cittadini che hanno il "torto" di essere proprietari: senza che alcuno si ponga il problema - quantomeno etico se non morale - di quali e quanti sacrifici siano a monte delle case che gli Italiani, con i propri risparmi, hanno costruito o hanno acquistato. 
     Ora, anche gli amministratori locali, visto come "rende" il gioco a livello centrale, inalberando la solita (e ormai consunta, perché contaminata dall'ideologia) bandiera dell' "equità" e della "salvaguardia dei redditi più bassi" (occorrerebbe che i concetti fossero anche espressi in numeri: quanti sono i destinatari di questi benefici e quali possano essere i loro profili), per finanziare le disastrate casse comunali e regionali  pensano bene di tassare ancora una volta i proprietari di case.
     Così che a ben vedere, il regime fiscale che grava e graverà sulle abitazioni di proprietà, è una morsa che stritola senza pietà: tassa su tassa su tassa, con le più diverse scuse.
Ma tutte anche con il fine di coprire le voragini aperte da gestioni amministrative fallimentari, dalle spese facili, dal denaro pubblico (ma prelevato ai Cittadini!) sperperato.
     Ma per misure così "banali" non c'era bisogno di ricorrere a certi Soloni ! Sarebbe bastato uno studente di sciola media superiore (anche troppo...): prendere i soldi dalla tasca degli altrui pantaloni per così pagare dei debiti.    Troppo, troppo, facile: e c'è chi si loda e si autoincensa per queste splendide, ciclopiche azioni: cui non corrispondono progetti, piani, programmi REALI di tipo industriale, mentre invece si continuano a limare possibili leggine che anziché favorire l'occupazione badano solo a costituire sacche di consenso attraverso misure di welfare.
     E' come cercare di riempire un colabrodo, senza essere riusciti (ovvero, senza aver voluto)  a chiudere i "buchi".
     Buchi che, negli anni, sono diventati tantissimi: per sanare i quali occorre che il sistema politico - che "dovrebbe" essere espressione della volontà dell'elettorato attivo, eppertanto rappresentativo delle stessa - elabori e deliberi rapidissimamente tutta una serie di misure che, toccando quanto più possibile del malfatto, avvii rapidamente un'inversione di tendenza.
     Soprattutto ripristinando appieno i livelli di responsabilità, per cui ognuno debba rispondere realmente, concretamente ed efficacemente di ciò che fa e di come possa farlo.
     Specie le amministrazioni locali, dovrebbero ridurre drasticamente i loro livelli di spesa, specie quelle non strettamente funzionali (consulenze esterne, benefit, auto blu, incarichi dirigenziali ad eccessiva remunerazione, ecc.), prima di chiedere 1 € ai Cittadini!
     Ciò, ovviamente, comporta che anche il sistema di verifica dell'altrui operato debba essere rapido, efficace e concreto.
     Occorre la volontà e l'energia per dire: FINO A IERI SI E' FATTO COSI', ED I RISULTATI SONO SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI. DA DOMANI SI CAMBIA, PER IL BENE DI TUTTI I CITTADINI.
Ecco che allora i sacrifici avrebbero un senso e una finalizzazione, piuttosto che sapere che continuano a essere messi in un colabrodo.
     Una misura che tutti desiderano con forza, e che dovrebbe essere subito seguita dalle attività di un organo ad hoc che  - con scrupolo e celerità - passi in rassegna sotto il profilo giudiziario l'operato di chi, ad ogni livello, ha amministrato o comunque abbia disposto del pubblico denaro e possa essere incorso nei guasti della corruttela e del malaffare.

      Ma lo sfascio maggiore che in questi giorni è sotto gli occhi di tutti, si sta consumando nelle sedi delle Istituzioni della Repubblica Italiana, con un pugno di soggetti che - incapaci di dare un costrutto alle proprie idee, nelle sedi per ciò competenti, e con il giusto e corretto linguaggio - si abbandonando alla violenza: verbale e fisica.
     Un dispregio assoluto delle Istituzioni, quindi, che si traduce in un dispregio di tutti i Cittadini e in una propulsione verso forme di ribellione sociale.
    Questo dovrebbe essere vietato a dei parlamentari, così come non dovrebbe essere consentito a qualunque Cittadino, poiché esula dalla dialettica, dal confronto e dalla libertà di poter esporre le proprie idee.
    L'attacco frenetico e rabbioso  che viene mosso al Presidente della Repubblica - chiunque sia il soggetto fisico che rappresenti l'Alta Carica - è un attacco alle Istituzioni, un attacco alla Stato, alla Repubblica Italiana.
    E dev'essere respinto dai Cittadini, spesso fin troppo facilmente abbindolati dalle altrui caramellose idee che  altro non sono che il far leva sul comune, e sacrosanto, malcontento.
    Ma non sono questi né i metodi, né i correttivi, né i rimedi, di cui l'Italia ha bisogno.
    Non è con le grida isteriche, o con il turpiloquio o con le aggressioni fisiche nel recinto parlamentare che si  può cambiare l'Italia.  Un novello "sfascismo" si è impadronito di certa gente; una sorta di "squadrismo" di bassa lega sembra promettere randellate e olio di ricino solo per purgare, ma senza un materiale apporto di proposte e di idee da poter concretizzare.
     La politica ha quindi il dovere e l'obbligo di sapersi correggere, adottando senza indugio i dispositivi di tutela e di salvaguardia che pure esistono: il Parlamento è l'Italia, rappresenta tutti gli Italiani, e non può soccombere per mano (o per "lingua") dei facinorosi e dei sobillatori!
     E la politica, se riesce a trovare il nerbo di una pur minima dignità da far valere in modo collegiale, peraltro a difesa delle migliori tradizioni Repubblicane, deve assumere misure ferme di condanna e di perseguimento dei responsabili di questo sfasciume.
     Ci aspettiamo, noi Italiani - quasi fosse novello Messia!... - l'avvento di politici che facciano realmente il bene del Paese: basta con il Partito del Dire, che si faccia spazio al Partito del Fare; se poi questo potrà unirsi anche al Partito del Bene ed al Partito del Presto, potremo avere finalmente quell'unico Partito del Fare Bene e Presto che ormai gli Italiani sognano anche a occhi aperti!
    Questo pensano i Cittadini e questo si aspettano che facciano subito i politici: chi vuol fare il rivoluzionario o il ribelle, lo faccia nel cortile di casa sua, piuttosto che non nelle case degli Italiani!

Roma, 31 Gennaio 2014                                         Giuseppe Bellantonio

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