giovedì 1 dicembre 2016

IL CAVALIERE DELLA LUCE












            Il Cavaliere 
della Luce

C'era una volta una bella ed allegra famiglia formata da mamma, papà e quattro bimbi, essi vivevano nella Roma storica densa di arte, storia ed architettura. I quattro piccoli fratellini, due maschietti e due femminucce crebbero ammirando tutte le bellezze che li circondavano consapevoli della grandiosità dei loro avi. Il piccolo Luca le viveva però in modo completamente differente dai suoi fratellini...poteva restare anche ore a sognare passeggiando per le strade di Roma fino a perdersi in esse con il nasino all'insù osservando le grandi statue romane, i bei palazzi antichi, le sfarzose fontane nelle cui acque allungava le manine disegnando piccoli giri concentrici nei quali si specchiava immaginando di cavalcare i cavalli della fontana vestito come un prode cavaliere senza macchia e senza paura. Passavano così ore senza che lui se ne accorgesse, ed una sera d'inverno particolarmente fredda e buia, il piccolo Luca perse la strada di casa. Aveva tanto freddo e fame e si fermò in un cantuccio riparato dal vento mentre lacrime calde scendevano sul suo volto. In quel momento passò di lì un vecchio clown che udendolo si fermò, arretrò fino a scorgere il piccolo Luca nel cantuccio piangente. Con modi affabili e gentili gli chiese perché piangesse e quando seppe che Luca si era allontanato da casa fino a perdere l'orientamento gli propose di andare a passare la notte con lui al circo poco distante e che il giorno successivo lo avrebbe accompagnato a cercare i suoi genitori. Il piccolo Luca non si fidava del clown ma aveva tanto freddo e fame e così si decise ad andare con lui che gli porse la mano...c'era qualcosa di così freddo e duro in quella mano che la neve che intanto aveva preso a scendere così innaturalmente sui tetti di Roma pareva calda e soffice al confronto.
Seguì timoroso il vecchio pagliaccio che gli sorrideva con quel trucco stampato sul viso ma che gli stringeva la mano come un artiglio.
Arrivarono al circo tutto illuminato da cui fuoriuscivano voci festanti e suoni e versi di animali che il piccolo Luca non aveva mai udito. Il vecchio clown portò Luca nella sua roulotte dove si trovava un bimbo molto più piccolo di lui vestito da folletto che guardò Luca con gli occhi sbarrati ed il pagliaccio terrorizzato. Quest'ultimo gli ordinò di prendersi cura di Luca mentre lui doveva recarsi allo spettacolo e di dargli un po’ della sua zuppa e che se Luca gli fosse sfuggito ne avrebbe pagato amare conseguenze...uscì sbattendo la porta e lasciando i due bambini soli ed attoniti e girando rumorosamente la chiave nella serratura.
Condivisero la zuppa e caddero addormentati svegliandosi solo l'indomani mattina quando sentirono il carrozzone muoversi sotto di loro.
Luca capì subito che il clown non lo stava portando da mamma e papà ma molto lontano da loro...attraversarono così montagne, città, laghi e pianure ed in ogni luogo dove si fermavano Luca e gli altri bambini oltre al suo amico Folletto erano costretti a lavorare duramente, ad accudire gli animali, a pulire, a montare e smontare il grande telone del circo e non appena uno di loro piangeva e chiamava mamma e papà veniva frustato dal clown con la frusta dei cavalli. Folletto era quello che prendeva più frustate, era così piccolo e gracile e stava col clown da così tanto tempo che non ricordava più nemmeno il volto dei suoi genitori. Luca si era affezionato a Folletto e lo aiutava là dove lui
non arrivava per impedire che il vecchio pagliaccio potesse percuoterlo e sussurrandogli che lo avrebbe portato con sé quando fosse riuscito a scappare.
Luca non voleva arrendersi, il suo animo nobile, che lui riconosceva in tutte le statue con i cavalieri della sua città, lo invitava a prendersi cura di Folletto ed a cercare di capire quale fosse il momento giusto per la fuga.
Venne una sera in cui tutti gli animali erano particolarmente nervosi malgrado le cure dei bimbi ed il clown inveiva ed urlava contro ognuno di loro, ad un certo punto la terra tremò ed i cavalli e gli elefanti si imbizzarrirono con gli occhi terrorizzati, il vecchio clown prese Folletto per il braccio gettandolo fra le zampe dei cavalli ed ordinandogli di calmarli immediatamente. Tutte le luci si spensero ed un grande boato risuonò nell'aria, Folletto scivolò velocemente in un angolo urlando il nome di Luca a gran voce mentre la terra tremava sempre più forte. Luca aveva tanta paura del buio e degli zoccoli dei cavalli che scalpitavano ma sentendo il terrore nella voce di Folletto, scivolò sul terreno verso di lui lo prese e lo attirò a sé trascinandolo lontano dai cavalli verso il bosco alle spalle del circo. Folletto era stranamente silenzioso e quando arrivarono abbastanza distante dal circo Luca depose dolcemente a terra Folletto che ebbe un lungo gemito di dolore. 
La luna rischiarava la radura nel bosco e Luca vide il sangue di Folletto scivolargli lungo il collo mentre lui gli sorrideva dolcemente. Folletto gli sussurrava impercettibilmente che Luca era stata l'unica persona che si fosse mai preso cura di lui e che lui lo amava tanto e sarebbe stato sempre con lui, in ogni tempo ed in ogni luogo. Luca lo strinse a sé cercando di fermare tutto il sangue che usciva dal suo amico ripromettendosi che non avrebbe mai più voluto vedere del sangue uscire, insieme alla vita, da nessun altro essere umano.
Urlò così forte la sua rabbia e la sua disperazione alla luna abbracciando così forte Folletto che neanche si accorse della grande luce che si avvicinava planando fino a loro finché non sentì una voce gentile apostrofarli dolcemente: "piccolo Luca dal grande cuore, tu sarai il liberatore degli oppressi, tu indicherai la via della salvezza ai disperati ed alle anime dannate, unirai le menti ed i cuori nel nome della tua passione ed il tuo sangue non verrà mai versato invano come quello di Folletto ma segnerà il tuo passaggio su questa terra non con dolore ma con gioia, sarai uno spirito libero ma prima dovrai affrontare molte prove, solo quando sarai consapevole della tua strada e di come raggiungerla potrai definirti "Il Cavaliere della Luce"!
Luca restò a guardare quel magnifico volto che rispecchiava la sua luce su di lui e su Folletto che ormai aveva il volto esangue ed il respiro sempre più flebile. implorò la fata di salvare Folletto, in cambio di questo lui avrebbe dedicato la sua vita alla ricerca dei clown, dei sopraffattori e dei venditori di sogni. La fata prese dolcemente Folletto fra le braccia e si alzò in volo dicendo a Luca di non dimenticare mai la sua promessa e di condurre una vita adatta ad un cavaliere. Dopodiché volò via.
Dopo molto cammino Luca riuscì a ritrovare i suoi genitori ed i suoi fratelli ma ormai molti anni erano passati e Luca non riusciva più a vivere con loro malgrado i loro sforzi ed il loro amore. Luca aveva conosciuto le brutture del mondo. Quindi salutò i genitori ed i fratelli e partì a vivere la sua vita con l'obiettivo che aveva promesso alla fata. Era consapevole che per fare ciò doveva studiare, leggere ed istruirsi, aveva sete di conoscenza e le arti lo affascinavano sempre più, quindi decise di entrare nella Sacra Università
Teologica per accrescere il suo sapere sulle arti, sulla filosofia e sulla teologia. Studiava tanto ma quello che nel frattempo vedeva non gli piaceva. Il contrasto fra la sacralità del luogo e le bassezze umane era fortissimo e lui pensava di non avere gli strumenti per combattere tutta quella depravazione e lordura che accompagnava tanti esseri che indossavano la veste dei cavalieri di Dio. Solo quando fu chiamato in Terra Santa capì quello che poteva essere il suo più grande gesto di generosità. Si offerse. Offrì il suo corpo per salvaguardare quello di molti e sentì forte il desiderio postumo di "detersione" scivolò allora piano fra le acque del Mar Morto pregando che, come un battesimo, si potessero detergere i suoi peccati e quelli del mondo affinché potesse finalmente comparire la "luce". Chiuse gli occhi e si donò alle acque dove molti anni prima piedi e mani sacre si erano bagnati e si lasciò scivolare in un gesto di grande sacrificio. Venne allora la fata che sussurrandogli parole dolci lo prese fra le sue braccia strappandolo alle acque e depositandolo sulla terra. Uomini buoni accorsero e si presero cura di lui. Un'altra battaglia del Cavaliere della Luce era stata vinta. Ma non c'erano più spade da usare e battaglie da combattere...quanto erano più semplici i tempi dei cavalieri della tavola rotonda. Luca doveva ora trovare il suo percorso di luce e sapeva che ci avrebbe messo anni ma lo doveva alla fata, lo doveva a Folletto e lo doveva a sé stesso. Tornò nella sua città e Roma lo accolse a braccia aperte. Creò un luogo d'amore che non implicasse pregiudizi e discriminazioni dove tutti potessero incontrarsi, conoscersi e perché no? amarsi; indipendentemente da sesso, credo, politica e denaro elementi che imperavano nella capitale di quegli anni e finalmente dare spazio alla sua passione. La pittura. Non spade ma pennelli non asce ma spatole, non scudi ma colori, colori per rallegrare il mondo...però lui voleva dare di più. Ma non sapeva ancora una volta come.
Una sera mentre dipingeva si tagliò con una spatola e passando il dito sulla tela bianca per detergerlo gli venne in mente la radura nel bosco rischiarato dalla luna… "Luca lo strinse a sé cercando di fermare tutto qual sangue che usciva dal suo amico ripromettendosi che non avrebbe mai più voluto vedere del sangue uscire insieme alla vita da nessun altro essere umano..." 
Ma quello era il suo, di sangue... e allora capì. 
"E il tuo sangue non verrà mai versato invano come quello di Folletto ma segnerà il tuo passaggio su questa terra non con dolore ma con gioia"
Era ora di cambiare, di muoversi, di seguire il proprio istinto e la promessa da cavaliere fatta alla fata, era l’ora della luce. Non poteva più attendere.
Il suo sangue era il percorso, lo avrebbe aiutato a trovare altre anime pure. Un piccolo drappello prima ed un grande esercito poi.
Ed il sangue si mischiò ai colori ed indicò la strada.
Tanti erano coloro che venivano attratti da Luca e tanti coloro che lo temevano. Ma lui proseguiva indomito. 

Senza più nessun compromesso, viaggiava di città in città, di cuore in cuore finché capì che era arrivato il momento di fermarsi. E piano piano attratti dalle sue opere, dalla sua arte, dal suo verbo sincero e dalla sua persona cominciarono ad arrivare. Dapprima pochi puri attratti da inspiegabili forze del destino e delle auree. Luca aprì la sua casa aiutato dal suo amore puro Alan che percepiva quanto lui il dovere morale di portare la "luce". E la luce prima flebilmente ma poi sempre più forte arrivò. L'arte di Luca richiamò molti occhi, molti cuori e molte anime e
finalmente in estrema fiducia, comprensione e condivisione si sedettero tutti alla tavola di Luca.
Anche Folletto, pur di stargli vicino, chiese alla fata di farlo tornare sulla terra, assunse per far ciò sembianze animali, quelle di un dolce cagnolino sereno e finalmente felice che guardava tutti i cavalieri mugolando allegro. Folletto era ora Ludovica. Siede con noi a questa tavola.
La tavola rotonda dell'arte dell'amicizia e dei progetti. La tavola dei cavalieri pronti a sfidare i clown e le loro maschere per amore del vero e dell'arte pura come il loro spirito.
La promessa fatta alla fata dal Cavaliere della Luce ancora bambino.
Ma questa, è un'altra storia…
                                           Elisabetta Piccirillo

Abbiamo voluto dedicare in esclusiva per i nostri Lettori questa prosa della brava ed eclettica Elisabetta Piccirillo, figura ben presente nel panorama artistico meneghino. conosciuta e apprezzata anche per la vivacità e l'entusiasmo con cui abbraccia e segue le tante iniziative che si incentrano sull'Arte, in tutte le sue manifestazioni.

Il suo IL CAVALIERE DELLA LUCE ha contenuti estremamente pregnanti e significativi, andando a descrivere quello che - per dirla in modo solenne - è il 'Tormento e l'Estasi' di chi vi possa essere descritto, ovvero di chi vi si possa riconoscere.
Il tessuto di questo scritto è ancor più impreziosito dalla riproduzione di due belle opere del M°  Luca Puglia: Artista anch'egli dinamico, animato dal Sacro Fuoco dell'Arte e pervaso da una creatività eccellente.    
Le opere qui riprodotte, gentilmente proposte in esclusiva per noi su autorizzazione dell'Artista stesso, fanno parte della produzione del suo periodo 'fiabesco': intensamente pervaso di colori e di movimenti, con trasparenze che invogliano a guardare 'dentro' le tele, e soprattutto 'oltre' quella che é la prima immagine percepita dall'osservatore.
Ci é sembrato che proprio il tema della narrazione e le opere di Luca Puglia si potessero coniugare mirabilmente, in un tutt'uno armonico.
Roma, 1 Dicembre 2016
Giuseppe Bellantonio


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