lunedì 2 giugno 2014

FESTA DELLA REPUBBLICA ITALIANA

  
        Chiunque abbia minimamente presente il concetto di Patria, d'Identità Nazionale, della stessa forza dell'appartenenza ad un Popolo,  non attende una data - pur solenne, com'è quella del 2 Giugno - per celebrare, con la Festa della Repubblica, l'Italia stessa.
        In realtà, è questo il mio pensiero, chi ama veramente e sinceramente qualcuno o qualcosa - seppur in modo ideale - prova ed esprime questo sentimento tutti i giorni, tutte le ore, ogni minuto e ogni istante: non aspetta una o una sola data per solennizzare quel che pur sostiene di sentire.
         Un po' quel che accade con la "festa degli innamorati" o per la "festa del papà" o per la giornata "dedicata alle donne" o per la "festa della mamma": tolte le connotazioni squisitamente commerciali ovvero la testimonianza che attraverso un gesto, un dono,  si possa intendere porgere in quei particolari giorni, in realtà è ogni giorno che dobbiamo testimoniare  concretamente il nostro amore, il nostro attaccamento, la nostra dedizione, la nostra franca gratitudine a chi si ama, persino a chi più semplicemente ci fa il prezioso e disinteressato dono dell'Amicizia, quella a tutto tondo.
        Ecco: io amo ogni istante la mia Patria, la mia Terra - l'Italia -, la Gente che vi dimora e che - pur costituita da una pluralità di decine di milioni di Individui, ciascuno con la propria singola storia ed il proprio destino - ha un nome pur vocato al singolare: Popolo.
        E ad esso mi sento legato, in un tutt'uno profondo e inscindibile.
        Questo amore - omogeneo, direi "colorato" piuttosto che non nei "toni del grigio", sempre vivace, straordinariamente forte ma mai viscerale e fazioso - trae origine dall'educazione familiare, specie là dove la stessa fu influenzata dalle azioni svolte a favore di quei Combattenti che negli ultimi anni della Seconda Guerra   consentirono di scrollarci di dosso il giogo imposto dallo straniero; dagli insegnamenti ricevuti da docenti corretti e preparati, oltre che di vario orientamento,  nei lunghi anni della scolarità e  dell'Università; dal sostegno alla crescita  ricevuto dagli approfondimenti maturati attraverso il confronto ed il dialogo con ogni idea e con ogni forma di idealità, così da affinare ogni personale  convincimento: mai maturato ad occhi chiusi, con i paraocchi, ma sempre vissuto, analizzato e fatto proprio con coscienza e consapevolezza.
         Un procedere che in famiglia abbiamo cercato di trasmettere ai nostri figli e a coloro con i quali quotidianamente ci si può rapportare. 
        Affrontare la vita, la quotidianità, amando l'Italia - unita, repubblicana e indipendente - è per me cosa diversa dall'amare oggi altri tipi di "unioni", nate in Europa nel dopoguerra con spirito franco ed eccellente intento solidaristico-comunitario: sane ambizioni via via trasformatesi in una palude dove il nome "unione" suona oggi in modo del tutto stonato poiché è solo teorico, specie se si pensi ad una qualche componente che - proprio attraverso i meccanismi ideati apparentemente per unire - in realtà opera fors'anche occultamente per soverchiare gli altri, smembrandone le realtà politico-economiche e sociali a proprio esclusivo vantaggio.
        Così come in una Famiglia sottoposta alle angherie ed ai soprusi di uno dei componenti non può esservi né pace, né armonia, né tantomeno uno spirito improntato all'unione (anzi, qualcuno - se potesse - girerebbe le spalle, fuggendo lontano), così accade nelle altre realtà assimilabili a questi semplici parametri di raffronto.
         Non è questa né la sede né il momento per iniziare l'elenco delle cose che in Italia continuano a non andare, delle vere attese della gente, delle difficoltà - grandi, spesso enormi - che giorno dopo giorno vengono affrontate dagli Italiani non per vivere una vita qualitativamente degna di tale nome, ma per sopravvivere alla meno peggio.
         Sono sicuro che gli Italiani sapranno riscoprirsi Gente, Popolo, Nazione fiera e animata da grandi e concreti ideali liberali e democratici, con una Storia degnissima e tradizioni che forze oscurantiste cercano ora di appannare, ora di sgretolare, ora di modificare a proprio vantaggio, ora di coartare.
        Voglio allora dedicare questo momento solenne a quando gli Italiani riusciranno a dimostrare compatti che sono stanchi, saturi di parole e di retorica, testimoniando di non essere massa soggiogata da quella specie di Pensiero Unico che pur sta facendo i suoi danni nel mondo, sovvertendo regole, scardinando principi, imponendo la sovversione dello stesso ordine naturale delle cose, facendo apparire corretto ciò che non lo è: così sollecitando una vera e propria adorazione per quei falsi idoli conosciuti con il nome di denaro, potere, sesso e droga.
         2 Giugno, quindi: prossimi a quel 4 Giugno che ricorda la Liberazione di Roma e a quel 6 Giugno che ci riporta alla carneficina del D-Day; quanti solenni motivi per fare del passato un monito ferreo e perenne!
        Ricordiamone e celebriamone tutti la sostanza,  non solo riandando con il pensiero ai nostri due Fratelli Italiani illecitamente ristretti in India   
ma soffermiamoci anche con un grato pensiero alle azioni ed ai sacrifici che nell'ultimo Conflitto Mondiale contraddistinsero i militari attivi nel FMC-Fronte Militare Combattente, sui quali tende sempre a posarsi il velo della superficiale memoria della nostra collettività.
        Militari di ogni Arma, fedeli al proprio impegno d'onore e d'amore verso l'Italia, per i quali la bandiera fu sempre e solo il Tricolore.
        Attenti e coraggiosi custodi degli Alti e Nobili  Ideali espressi dal loro impegno di fedeltà alla Patria, spinto fino al sacrificio estremo nel corso di azioni intese a favorire e difendere la popolazione ed il territorio!
        Combattenti veri, spesso Eroi dalle gesta poco conosciute, mai Eroi di comodo o di facciata: come si addice ai militari, il cui senso dell'onore ed il rispetto per la Patria non conosce tramonto. 
        Facciamo sì che la memoria non abbia mai a tradirci, ricordando che - così come insegnano talune Scuole di pensiero anche in economia - la Storia tende a ripetersi, e nel suo ripetersi spesso ci porta il conto delle umane debolezze e quello delle umane stoltezze: quelle che, in un attimo,  fanno danzare  davanti ai nostri occhi le immagini crude di atrocità immani ed i fantasmi ghignanti di chi le commise o comunque non le condannò. 
         Io per primo richiamo queste crudeltà alla memoria, quale monito imperituro: specie quando mi soffermo nelle vie davanti a lapidi come questa
 
QUI VISSE IL PATRIOTA
GIOACCHINO GESMUNDO
AI GIOVANI MAESTRO DI LIBERTA'
AI LAVORATORI GUIDA PER IL LORO RISCATTO
ARRESTATO IN QUESTA CASA
DOPO ATROCI TORTURE STOICAMENTE SOPPORTATE
VENIVA ASSASSINATO DAL TEDESCO INVASORE
IL 24 MARZO 1944
ALLE FOSSE ARDEATINE
  
 
Roma, 2 Giugno 2014                                       Giuseppe Bellantonio


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