Ai Lettori del mio blog.
Ho avuto il piacere di leggere - e segnalare - il precedente articolo a firma dell'Ill. Prof. Salvatore Sfrecola, apparso su www.unsognoitaliano.it , e relativo alla fatidica data del 25 Luglio.
A quel primo articolo, l'Illustre Autore, con quello scrupolo che é congeniale a chi al proprio estro coniuga la ricerca, ha aggiunto un interessante capitolo.
Per le chiavi di lettura offerte al Lettore e per il rigore dei fatti riportati, mi sono permesso di chiedere nuovamente all'Autore di poterne trarre copia, mettendone così a conoscenza un novero ancora maggiore di Lettori.
Sono certo che lo leggerete con attenzione, godendone dei nuovi e inconsueti spunti.
Graie e buona lettura!
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Sempre
a proposito del 25 luglio 1943
La
“congiura” del Quirinale
di Salvatore
Sfrecola
È
giunto nelle librerie da pochi giorni, con la prefazione di Francesco Perfetti,
un prezioso volumetto, in tutto 80 pagine, “La congiura del Quirinale” di Enzo
Storoni (Il salotto di Clio, Le Lettere, Firenze, € 10) che offre un
interessante spaccato degli avvenimenti che precedettero la riunione del Gran
Consiglio del Fascismo del 24 luglio, la successiva uscita di scena, il 25,
di Benito Mussolini e la fine del Regime. Il titolo richiama quello di un
articolo che Storoni aveva pubblicato il 7 maggio 1949 su Il Mondo di
Mario Pannunzio, ma il pezzo forte del volume sta nel Memoriale, inedito,
scritto fra l’armistizio dell’8 settembre 1943 e l’ingresso a Roma degli alleati
il 4 giugno 1944.
Per
Storoni si può affermare “senza tema di smentite che artefice unica del colpo di
stato sia stata la monarchia”. Anche se non mancano, prova dell’onestà
intellettuale dell’uomo, pur fedelissimo al Re, critiche a Vittorio Emanuele III
per il pregresso suo atteggiamento nei confronti del fascismo e riserve sulla
conduzione di quello che ormai è assodato sia stato un complotto della Corona
nei confronti del Duce.
Storoni,
avvocato, poi deputato liberale, per entrambi i profili “figlio d’arte” (il
padre Emilio era stato un brillante civilista), futuro sottosegretario, aveva
conosciuto per motivi professionali il duca Pietro d’Acquarone e ne era divenuto
legale di fiducia, ciò che gli avrebbe consentito di entrare in confidenza con
lui e di affrontare temi politici quando d’Acquarone divenne Ministro della Real
Casa. Ex ufficiale di cavalleria, brillante personalità legata alla Corte,
d’Acquarone si apre a Storoni che gli manifesta le aspettative degli
intellettuali antifascisti, in particolare di Alessandro Casati e Ivanoe Bonomi,
già presidente del Consiglio, che il duca riceve e fa ricevere dal
Re.
Non
è facile. Nel clima di sospetto ingenerato dalla dittatura e dai controlli
diffusi posti in essere dal regime, d’Acquarone prima stenta a comprendere come
possano gli antifascisti dirsi certi di un sentire antiregime degli italiani che
numerosissimi si erano accalcati sotto il balcone di Palazzo Venezia
all’indomani della caduta di Tunisi.
Storoni
convince d’Acquarone che quella folla non esprimeva vero consenso nei confronti
del regime, che Mussolini ormai aveva perduto “la sensibilità dello stato
d’animo della masse”. Aggiungendo che “forse era il suo decadimento fisico e
spirituale che lo portava, nel momento più difficile della vita, a circondarsi
di persone sempre meno degne che spingevano l’adulazione ai limiti del
grottesco: sempre più isolato, sentiva vagamente l’ostilità montante dell’intero
paese, l’opposizione crescente in seno allo stesso partito; per evitare di udire
e di vedere, si faceva schermo di una cerchia ristretta di
cortigiani”.
Sono
gli argomenti di Dino Grandi nella requisitoria a sostegno del suo ordine dei
giorno il 24 a Palazzo Venezia.
Per
Storoni la monarchia costituisce l’“unico potere in grado di agire legalmente,
fornito di indiscutibile ascendente sull’esercito, per ottenere l’abolizione del
fascismo e la costituzione di un governo antifascista, che ripudiasse senz’altro
la guerra di partito in cui l’Italia era stata trascinata”. D’altra parte al Re
giungevano giornalmente migliaia di lettere che davano conto del diffuso
malcontento nei confronti del regime.
Con
il duca d’Acquarone, dunque, “l’unico intermediario tra la corona e il mondo
esterno”, Storoni avvia un dialogo che sorregge con promemoria vari destinati al
Re per formulare ipotesi sulla uscita di scena di Mussolini. Osserva l’A. come
sarebbe stato difficile, senza il sostegno del Re, che “uomini, i quali per
tanti anni avevano prostituito la loro coscienza in una serie di acquiescenze,
connivenze, equilibrismi, malversazioni, adulazioni, una volta giunti all’apice
della ricchezza e degli onori, abbiano ritrovato quel senso del dovere civico
che non avevano mai dimostrato di possedere”. Giudizio duro certamente
riferibile alla maggioranza dei componenti del Gran Consiglio non a quanti
avevano nel tempo messo in guardia il Duce sull’errore dell’alleanza con il
tedesco. Come Grandi, De Marsico, De Stefani, Federzoni. Lo stesso Ciano aveva
manifestato in più occasioni preoccupazioni per una alleanza storicamente
innaturale, a fronte della ”tradizionale amicizia” verso
l’Inghilterra.
Storoni
qualifica “colpo di stato” la sostituzione di Mussolini alla guida del governo,
come altri giuristi hanno sostenuto. Ma non ne spiega le ragioni sul piano
costituzionale un po’ contraddicendosi, avendo attribuito alla votazione del
Gran Consiglio la caduta del regime, in quanto “costituzionalmente sanzionava
l’allontanamento di Mussolini”. Il quale, in ogni caso, avrebbe presentato al Re
le proprie dimissioni, nel corso dell’incontro con il Sovrano quel pomeriggio
del 25 luglio a Villa Savoia.
Prezioso,
dunque, il Memoriale di Storoni, un tassello fondamentale per la
comprensione di un drammatico passaggio storico che avrebbe avuto un seguito
ancora controverso l’8 settembre, alla comunicazione dell’armistizio, e
successivamente con l’occupazione di gran parte dell’Italia da parte delle forze
armate tedesche decise, su ordine di Hitler, a farla pagare ai “traditori”
italiani. Un intento che costerà caro anche al Terzo Reich per aver distolto da
altri fronti truppe eccellenti che avrebbero potuto essere meglio impiegate
altrove.
Il
dopo 8 settembre, dunque, è ancora un tema da
approfondire.
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Disclaimer 1L'autore nonché titolare dei diritti e dei doveri relativi alla gestione di questo blog rende noto a tutti gli effetti di Legge quanto segue:
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Oltre ciò - specie per le parti informative a contenuto storico e/o divulgativo - i Lettori, ovvero quanti comunque interessati alla materia, che possano ritenere ciò utile e opportuno, potranno suggerire delle correzioni e/o far pervenire qualche proposta. Proposte che saremo lieti di valutare ed elaborare.
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