La Pro Loco
di Candelara ha il piacere di invitare la cittadinanza e gli appassionati
d’arte domenica 2 luglio 2017 alle ore 21.15 - presso il giardino
dell’ex-chiesa di San Francesco all'interno del Castello di Candelara - ad un
doppio evento che animerà il magico borgo quattrocentesco.
Il primo momento vede l’inaugurazione del piatto in ceramica policroma (del diametro di 70 cm) donato al paese dal Maestro maceratese Silvio Craia.
La ceramica sarà collocata stabilmente sulla parete esterna prospiciente il giardino esterno alla Sala del Capitano.
Il primo momento vede l’inaugurazione del piatto in ceramica policroma (del diametro di 70 cm) donato al paese dal Maestro maceratese Silvio Craia.
La ceramica sarà collocata stabilmente sulla parete esterna prospiciente il giardino esterno alla Sala del Capitano.
Silvio Craia nasce a
Corridonia (MC) il 28 febbraio 1937. Frequenta l’Istituto d’Arte di Macerata. È
considerato uno degli artisti più significativi della ricerca astratta delle
Marche. È un artista che coniuga in sé le istanze ardite delle avanguardie
creative della Pop Art, della Neo figurazione, della Land Art e dell’arte
Concettuale con quelle della sperimentazione fantastica. Il piatto donato alla
comunità di Candelara è un inno al tricolore italiano che si caratterizza per
la freschezza e gestualità del colore; il critico Daniele Taddei a proposito
afferma: “… pochi segni, leggere tracce, graffi sinuosi come a raccontare
una veduta, un paesaggio, il nostro paesaggio che è stato sempre fonte delle
sue ispirazioni”.
A questa
inaugurazione ne seguirà una seconda, quella della Mostra monografica dedicata
all’Artista Leonardo Serafini, terzo appuntamento del “CandelarArte
festival”; evento curato da Lorenzo Fattori e che sarà introdotto da
Daniele Taddei.
Leonardo Serafini
nasce negli anni Sessanta, in un clima di contestazione sociale che forgerà il
suo carattere; è un uomo introverso che riesce ad esprimere i suoi sentimenti
attraverso le sue pitture. Ha sempre dimostrato una propensione per la pittura
anche se ha iniziato a dipingere ed esporre nell'anno 2012, a seguito della
morte del padre al quale era molto legato. Il suo linguaggio è di matrice
informale, quella che si sviluppa nel Dopoguerra, dove la sofferenza, il malessere,
l’insoddisfazione, prendono il sopravvento e guidano nella stesura sulla tela
dei propri sentimenti. Nei suoi primi lavori si evince questo stato d’animo
mediante i colori: il bianco ed il nero più volte si incontrano e combattono al
pari dei momenti della vita dove coesistono il bene ed il male; sono tutti
quegli opposti che, nostro malgrado, accompagnano la nostra esistenza.
La mostra “LOCUS: visioni utopiche della città” di Candelara è dedicata allo studio delle “città oniriche”, ultimo ciclo pittorico affrontato da Serafini; sono esposti quadri dell’inizio di questo percorso e degli altri nuovi realizzati per questa occasione. Il tema dello studio della città è ben radicato nella nostra cultura italica ed in particolare in quella di noi marchigiani. Nel nostro territorio c’è la città di Urbino dove, in epoca rinascimentale, è stato sviluppato il tema della “città ideale”: un insediamento urbano - progettato o solo immaginato - il cui disegno urbanistico riflette, secondo uno schema prevalentemente geometrico, criteri e principi astratti di razionalità, caratteri che spesso si accompagnano ad una tensione ideale e filosofica o ad una forte carica utopica. Ad Urbino il tema della “città ideale” è riassunto - come dice Baldassare Castiglione - in una «città in forma di palazzo» progettata da Francesco Laurana per il duca Federico da Montefeltro.
La mostra “LOCUS: visioni utopiche della città” di Candelara è dedicata allo studio delle “città oniriche”, ultimo ciclo pittorico affrontato da Serafini; sono esposti quadri dell’inizio di questo percorso e degli altri nuovi realizzati per questa occasione. Il tema dello studio della città è ben radicato nella nostra cultura italica ed in particolare in quella di noi marchigiani. Nel nostro territorio c’è la città di Urbino dove, in epoca rinascimentale, è stato sviluppato il tema della “città ideale”: un insediamento urbano - progettato o solo immaginato - il cui disegno urbanistico riflette, secondo uno schema prevalentemente geometrico, criteri e principi astratti di razionalità, caratteri che spesso si accompagnano ad una tensione ideale e filosofica o ad una forte carica utopica. Ad Urbino il tema della “città ideale” è riassunto - come dice Baldassare Castiglione - in una «città in forma di palazzo» progettata da Francesco Laurana per il duca Federico da Montefeltro.
Serafini,
con la sua poetica pittorica, compie un viaggio introspettivo alla ricerca dei
valori morali intrinsechi della propria società, che sono esplicitati nello
studio formale dei luoghi in cui la popolazione abita; ecco allora che
raffigura queste città, cercando di coglierne le forme essenziali, che sono il
cerchio, il quadrato, il rettangolo ed il trapezio, abilmente combinati a
ricostruire le complesse architetture del paesaggio urbano contemporaneo. Il
risultato è una visione onirica in cui tutto è sintetizzato e razionalizzato.
La meta ultima di questa ricerca vede Serafini andare oltre alla
reinterpretazione della visione delle città: esse sembrano ormai essere visioni
utopiche di un mondo perfetto, immaginato e sperato.
Tecnicamente
Serafini predilige supporti in tela dai grandi formati, utilizza colori ad
olio, acrilici, stucchi, stesi con spatole e grandi pennelli. Ama anche
l’utilizzo dell’oro.
L’esposizione
candelarese si compone al piano terra delle grandi tele che emozioneranno il
visitatore per la grande forza cromatica della superficie pittorica, mentre
nella più piccola sala dell’orologio, al primo piano, è esposto il tesoro di
Serafini, le così dette “carte”. Si tratta di opere realizzate su carta
fabbricata a mano, prodotta dallo stesso artista attraverso un lungo
procedimento; la loro bellezza è data dall’imperfezione dovuta
all’artigianalità: nessun foglio può essere uguale all’altro. Già queste carte
sarebbero un’opera d’arte ma sono ulteriormente arricchite dal successivo
intervento pittorico che valorizza la materica del foglio utilizzato (liscio,
scabro o irregolare).
La Mostra
rimarrà allestita presso la Sala del Capitano di Candelara fino a domenica 30
luglio 2017 con il seguente orario di apertura:
·
venerdì,
sabato e domenica dalle ore 21 alle 23.
Sarà
possibile richiedere visite per singoli o gruppi anche in altri orari
contattando il curatore della mostra o la Pro Loco.
Eventi collaterali alla Mostra: domenica 23 luglio, ore 21 “Il
cimitero: …da luogo dell’oblio a luogo di memoria e arte” visita
guidata al Cimitero di Candelara a cura di Alberto Roscetti e conferenza di
Valentina D’Aloia con letture tratte dall’antologia “Spoon River” a cura
dell’associazione teatrale “Ass. Skenexodia”
Lorenzo Fattori
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