martedì 11 febbraio 2020

SANITÀ PUBBLICA: NON TUTTO E' PERDUTO.


Trattare di Sanità Pubblica, significa addentrarsi in un ginepraio dove spesso si assiste ad un fuoco incrociato verso gli operatori del comparto. Fissare appuntamenti, effettuare visite, confrontarsi con medici e personale infermieristico, per molti costituisce un insuperabile slalom: tale da convincerli a rivolgersi a quella sanità privata che è ben lieta di poterli seguire.
Quindi, ogni eccezione a tale situazione, da un lato pare ‘confermare la regola’ di fondo, ma dall'altro costituisce vivificante e tonica tematica per chi vede nel settore pubblico il naturale punto di riferimento della comunità.
Nei giorni scorsi, presso l’Ospedale romano CTO-Via S.Nemesio-Poliambulatori, ho effettuato una visita presso l’Ambulatorio di Pneumologia; nell'attesa del mio turno, grande è stata la mia sorpresa nell’ascoltare i commenti positivi (e, confesso, anche favorevolmente meravigliati) di chi usciva dopo essersi sottoposto alla visita. Commenti più che favorevoli, tanto per il Medico che effettuava la prestazione sanitaria che per chi l’assisteva sotto il profilo infermieristico.
Devo dire che, quando è toccato a me sottopormi alle visite, sono entrato non senza curiosità: ma confesso che sono stati sufficienti pochi minuti per rendermi conto di quanto corretti fossero i commenti ascoltati poco prima: un Medico – la Dott. Loredana Martone – competente, gentile e paziente nell'ascoltare il paziente, e un’assistente – l’Infermiera professionale  Antonella Manetti – altrettanto gentile e paziente. Entrambe dotate di una non usuale sensibilità unita a un livello di educazione che raramente ho riscontrato in contesti simili.
Un’isola felice, che mi ha fatto fare delle belle considerazioni: nella consapevolezza che molti siano i Medici e gli Infermieri che, come loro, siano professionalmente e umanamente bravi!
Queste sono le Persone che ci riconciliano con realtà a volte ostiche e spesso spinose, e sono Persone che confermano un vecchio assioma: al di là della pur necessaria preparazione medica o paramedica, a fare la differenza è sempre l’Uomo, l’Essere Umano, che – con intelligenza ed educata disponibilità – ha sempre presente di trovare come interlocutori degli altri Esseri Umani; persone o pazienti che dir si voglia.
Mi sono sentito in dovere di narrare e segnalare la mia esperienza perché è giusto, in un contesto sociale che spesso ci induce a ritenere che tutto stia per perdersi, dare atto che ‘non tutto è perduto’: e ciò proprio grazie alla professionalità di personale medico e paramedico che onora il camice che porta e la categoria professionale cui appartiene.
Roma, 11 Febbraio 2020
Giuseppe Bellantonio

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