L'Amica e Collega Dott.ssa Fiorella Ialongo - profonda amante della Cultura in tutte le sue declinazioni - ci ha informati della bella iniziativa di cui qui di seguito il comunicato-stampa.
La cura preziosa e meticolosa della brava Monica Ferrarini, al pari della levatura degli Artisti coinvolti, è garanzia di sicuro successo.
DIALOGHI
CON/TEMPORANEI
A cura di Monica
Ferrarini – testo critico di Paola Donato
Giovedì 8 giugno 2017 dalle ore
18,00 alle ore 21,00 a Roma nello spazio espositivo ARTE BORGO GALLERY, Borgo
Vittorio, 25 si inaugura la mostra DIALOGHI CON/TEMPORANEI, di Francesco Calia e Luciano Puzzo. L’esposizione rimarrà aperta
fino al 15 giugno e sarà visitabile nei seguenti orari: lunedì ore 15 – 19, da
martedì a sabato ore 11 – 19.
DIALOGHI
CON/TEMPORANEI vuole essere una doppia personale che propone
l’incontro e il confronto tra due autori di alto livello artistico in un
connubio di opere recenti accuratamente selezionate.
Un sodalizio tra due importanti
artisti che comunicano attraverso i loro personali linguaggi senza creare
intrecci caotici tra stili e concetti differenti: un confronto costruttivo e
armonico che mantiene le peculiarità artistiche di entrambi ben distinte e in
perfetto equilibrio le une con le altre.
Francesco
Calia e Luciano
Puzzo sono artisti
che hanno fatto dell’arte la loro ragione di vita e che qui presentano parte
del loro percorso di ricerca senza cadere in quello che sarebbe stato un
semplice soliloquio asettico, bensì attraverso uno scambio proficuo che stimola
l’osservatore a scorgere e decodificare messaggi e contenuti.
Quella che si respira è
un’atmosfera fatta di stimoli creativi tra autori che procedono in maniera
autonoma accomunati dalla volontà di esprimere liberamente i propri pensieri,
le proprie idee, i propri sentimenti, i propri input creativi.
Il titolo della mostra gioca sul
significato di “temporaneità”, facendo emergere il senso della dimensione
temporale consolidata nel momento attuale, del qui e ora.
L’evento pone dunque l’accento
sul carattere provvisorio del tempo, sul suo aspetto transitorio e momentaneo
dove l’opera diventa dispensatrice di un messaggio destinato a cambiare per
assumere nuovi significati e al contempo un qualcosa di immediatamente fruibile
che appartiene saldamente al presente.
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