giovedì 22 ottobre 2020

LE MELODIE DEI CANTORI DEL VIRUS

 LE MELODIE DEI CANTORI DEL VIRUS

SEMPRE PIU' POLITICI, SEMPRE MENO SCIENZIATI, SEMPRE MENO OBIETTIVI E TERZI.

In un'intervista di poche ore fa, il virologo Fabrizio Pregliasco dà manforte ai politici non senza aver assicurato che la situazione “è diversa da prima” poiché “ogni giorno riusciamo a fare più tamponi”: ambizione primaria, in uno all'imposizione delle mascherine, al divieto di socializzare, alla fissazione di sottoporci a vaccinazioni.

Ma aggiunge “Penso sia giusto andare nella direzione di una chiusura netta degli ingressi esterni” perché “dobbiamo essere pronti a quella ipotesi” (del lockdownn: situazione già prevista fin da Giugno, poichè era facile fare i maghi con uno spartito governativo già scritto e che si sta materializzando con puntualità).

Soggiunge, l'emulo di Gates e degli amanti del terrore sanitario, di “prepararci psicologicamente a scenari peggiori, ma senza l’ansia e il senso di vuoto di quella notte di pre-lockdown”. 

Bella frase da psico-dramma, che non ci spiega sulla base di quali REALI dati sanitari (numero di ricoverati con sintomi, morti PER coronovirus, se e con quali patologie pregresse - ossia quale complicanza sopravvenuta) e con quali mezzi diagnostici SERI tale diagnosi sia stata formulata (visto che i famosi, anzi 'famigerati', tamponi NON sono un mezzo diagnostico e che danno risultati non affidabili al 100%: anzi, forse neanche al 40-50%).

Potrebbe anche spiegare - a noi scientificamente ignoranti, rispetto a lui - come mai due o tre centri di ricerca italiani, a fronte di una specifica ricerca, hanno stabilito che NO: PORTARE LA MASCHERINA NON ARRECA CONSEGUENZE ALLA SALUTE (dato amplificato dalla corte dei cantori del virus attraverso un sistema di comunicazione affatto scrupolosa e accertativa, prima di diffondere una qualche notizia). Strano che ricerche nella Confederazione Elvetica e in quel CDC negli USA dove il guru Fauci la fa da padrone, sostengano l'opposto. Portare la mascherina, specie per non brevissimi periodi, espone a rischi consistenti.

L'esperto di scienze mediche Pregliasco (che non nasce scienziato in sociologia, o in etica kantiana o freudiana, oppure esperto dei fenomeni sociali, e che non ha certo frequentato una scuola di politica), sostiene poi l'esigenza che va vada “sottoscritto un grande patto sociale. Un grande sforzo collettivo per ridurre i contatti al minimo indispensabile. Scuola, lavoro: il resto ora va stornato”.

Un esercizio che esula totalmente dalla sua discrezionalità di sanitario esperto di virologia, che suona come premonizione, ovvero anticipazione di ciò che potrebbe avvenire sabato o domenica o tra qualche giorno.

Forse non un blocco totale, ma tanti blocchi che - in ogni caso - avrebbero la stessa conseguenza: devastare ancor più il tessuto sociale e produttivo di questa nostra amata Italia.

Ma con sofisticata metodologia: non sarebbe il potere centrale a ‘chiudere e bloccare’, ma – guarda caso – le singole Regioni…

L’effetto è lo stesso, ma lo ‘scaricabarile’ è assicurato.

Si dirà, così come è avvenuto fino adesso: lo facciamo per voi, per il vostro bene, per la vostra salute.

Peccato che fino a oggi nessuna risposta sia arrivata ai tanti che hanno sollecitato di avere dati CERTI circa: il numero reale dei deceduti PER coronavirus, se e quali patologie pregresse avessero, perché sia stata data disposizione di non eseguire le autopsie – metodo insostituibile per conoscere le vere cause di un decesso - , come mai tanta indeflettibile volontà circa la necessità di somministrare un vaccino, e perché mai vi sia tanta ostinazione nel procedere così come ad oggi fatto eludendo il confronto aperto e pubblico con chi possa sostenere, e motivatamente, tesi diverse: con ciò seguendo  quel principio di cautela e di opportunità che pur è presidio collaudato e certo specie nei casi di valutazioni e/o interpretazioni tra loro contraddittorie, quando non incerte.

Un medico non potrebbe e non dovrebbe parlare della necessità di un qualche ‘patto sociale’ che possa intercorrere tra ‘carnefice’ e ‘vittima’, ossia tra chi vuole imporre delle misure restrittive e chi tali misure deve subire: quasi che chi dovesse/potesse subirle possa egli stesso sollecitarle!

Se patto sociale deve esservi, e peraltro è di per sé già implicito, è che lo Stato operi nell’interesse ESCLUSIVO dei Cittadini, per il loro benessere fisico, psichico e materiale, oggi messi tanto a dura prova: checché possano dirne guitti e soubrettine nel contesto di un’informazione drogata e tossica, parziale e omissiva, menzognera.

Roma, 16 Ottobre 2020

Giuseppe Bellantonio

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martedì 8 settembre 2020

2020 - QUINTA EDIZIONE DEL PREMIO MICHELE CEA


La Fondazione Michele Cea è lieta di invitarVi il prossimo 12 settembre, alle ore 18:00, a Milano al 

Vernissage e Premiazione della
Quinta Edizione del Premio Michele Cea 2020

Il 12 settembre avrà inizio, con ingresso libero, la Quinta Edizione del Premio Michele Cea dedicato ai giovani artisti fino ai 40 anni.
Il Premio Michele Cea, rivolto ai giovani talenti italiani ed esteri nel campo delle arti visive, con il patrocinio del Comune di Milano – Municipio 6, si terrà per una settimana presso la Ex Fornace Gola in Alzaia Naviglio Pavese 16 a Milano.
In occasione del vernissage, saranno proclamati i primi tre classificati, scelti tra i dodici artisti finalisti, precedentemente selezionati da un’apposita giuria.
Le dodici opere rimarranno esposte per l’intera durata della manifestazione che si concluderà il 20 settembre. In allegato si riporta la locandina generale e a questo link potrete trovare i dettagli degli eventi programmati nei singoli giorni.                                                             L’evento sarà un'occasione per ritrovarsi insieme, per ricordare e un'opportunità per guardare all’arte con quella luce di chi nutre la vera passione nel trasmettere emozioni autentiche.
Gli incontri sono realizzati con il sostegno della FONDAZIONE CARIPLO, World Art, ANTEPRIMA DESIGN, Maiestus e con il Patrocinio di COMUNE DI MILANO MUNICIPIO 6, REGIONE PUGLIA, CITTÀ METROPOLITANA DI BARI, ASSOCIAZIONE REGIONALE PUGLIESI, ACCADEMIA DELLE BELLE ARTI “MICHELANGELO” DI AGRIGENTO, LICEO ARTISTICO DI BRERA, GAL NUOVO FIOR D'OLIVI, CASA DELLE ARTISTE.
Nel rispetto delle condizioni sanitarie, le dimensioni dell'Ex Fornace Gola non permettono di ospitare tutti gli invitati, pertanto per dar modo a tutti quelli che desiderano partecipare all'evento e non personalmente invitati, sarà possibile seguire gli eventi anche da Facebook “Gli Amici di MicheleCea” e dalla piattaforma Zoom chiedendo il codice/link di riferimento all'e-mail: fondazionemichelecea@gmail.com.
Vi invitiamo a seguirci e a scriverci per qualsiasi domanda o curiosità. 
Grazie
Fondazione Michele Cea
Milano

domenica 19 luglio 2020

TECNOLOGIE A SUPPORTO DELL'INSEGNANTE DI SOSTEGNO

Sta incontrando  rilevante successo - da parte di estimatori, pubblico e 'addetti' allo specifico settore - l'ultima fatica dell'Arch. Prof. Rocco Romeo, il cui libro 'TECNOLOGIE A SUPPORTO DELL'INSEGNANTE DI SOSTEGNO' è frutto delle esperienze maturate nel periodo di lockdown, nel cui contesto il comparto 'scuola' è stato seriamente colpito strutturalmente e nella sua stessa essenza, mettendo persino in discussione metodiche e valore della sua mission fondamentale: attraverso l'insegnamento e il confronto preparare nuove generazioni di donne e uomini dal livello culturale adeguato alle nuove sfide che la VITA ci propone di continuo.
La presentazione del volume, alla fine di Maggio del c.a., ha visto la partecipazione dell'Illustre Prof. Alessandro Bertirotti, che ha anche curato la Prefazione al testo.
Una presentazione prestigiosa per puntualità ed essenzialità, che ben mette in rilievo le qualità dell'Autore, e che qui di seguito volentieri riproponiamo, certi della sua importanza tanto per il Personale Docente che per le stesse Famiglie degli allievi.
Roma, 19 Luglio 2020
Giuseppe Bellantonio
--- >>> Viviamo in un’epoca relativamente complessa, anche se penso che i nostri avi, rispetto a questa idea, abbiamo sviluppato un’analoga convinzione.
La nostra specie, quando si trova a dover risolvere le sfide che l’ambiente le pone, sia dal punto di vista naturale che culturale, è necessariamente costretta a fare il punto della situazione, ossia a riflettere sulle sue stesse dinamiche esistenziali. Questo tipo di riflessione richiede l’utilizzo della memoria, sia intesa come ricordo che come puntualizzazione delle situazioni dalle quali siamo partiti, con la possibilità di proporre nuove soluzioni a problemi ancora presenti. Bene, in sintesi, è esattamente quello che cerca di fare con questo testo il collega ed amico Rocco Romeo, occupandosi dell'Inserimento dell’alunno diversamente abile nella scuola italiana.
L’autore, nell’Introduzione, puntualizza le tre fondamentali date di un importante percorso legislativo nazionale: il 1953, che vede la creazione di Classi Speciali per minorati, Classi di differenziazione didattica e Classi differenziali; il 1962, nel quale si istituisce la Scuola Media unica ed obbligatoria; infine, il 2010, anno in cui si attua l’inclusione scolastica degli studenti con DSA. Continua ricordandoci l’importanza della nostra Carta costituzionale, evidenziando in essa le leggi che riguardano la scuola, e citandone passi che si riferiscono alla disabilità. Infine, Romeo enuclea le definizioni dei vari tipi di disturbi di apprendimento, fornendone un’efficace spiegazione scientifica.
Una sezione importante del testo, dal mio punto di vista, è quella dedicata a ciò che la scuola, secondo l’autore, è nelle condizioni di fare, rispetto a queste situazioni. Esistenze che hanno un impatto socio-culturale decisamente importante, e che la stessa scuola considera come tali, all’interno dei propri progetti educativo-cognitivi.
Si è discusso anni in questa nazione, ma non solo in Italia, del ruolo importante che la scuola svolge all’interno di una qualsiasi cultura, e come dovrebbe essere sintonica con ciò che avviene all’interno delle famiglie. E sappiamo benissimo che le dinamiche familiari attuali sono decisamente cambiate, anche solo rispetto a 10 anni fa. L’avvento della tecnologia, con la conseguente digitalizzazione dei rapporti sociali, in nome dei quali siamo isolati e connessi; la velocizzazione degli spostamenti, quindi una nuova percezione del tempo che scorre, che ha indubbiamente procurato in molti una diminuzione della capacità riflessiva (di tutti); l’utilizzo, costante e continuo, per non dire spasmodico, di Internet, come luogo dal quale attingere ogni forma di informazione, anche di tipo scolastico; la presenza dei social, all’interno dei quali ogni individuo esprime la propria opinione, senza necessariamente stabilire un contatto rispettoso con chi non conosce; la presenza di una massificazione sempre più evidente e generalizzata, in nome del mito della globalizzazione, procurando quindi reale omogeneizzazione fra le diverse identità esistenziali; ecco, tutto questo lo stiamo vivendo, e lo sta vivendo anche la scuola, con un forte impatto nell’esercizio del ruolo di insegnante, di qualsiasi ordine e grado.
Rocco Romeo, perfettamente consapevole della condizione socio-culturale nella quale siamo immersi, propone, specialmente agli addetti ai lavori, ossia agli educatori e ai docenti, di prestare particolare attenzione a due metodologie: il Cooperative Learning e la Flipped Classroom. Con la prima di queste, l’autore sostiene sia possibile intervenire in modo efficace ed efficiente nei confronti degli studenti con Bisogni Educativi Speciali (BES). Con la seconda, proprio perché utilizza le nuove tecnologie didattiche, si inverte il tradizionale schema insegnamento/apprendimento e quindi il consueto rapporto docente/discente.
Per ultimo, Rocco Romeo prende in esame il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (DDAI), esaminandolo alla luce di quelle tecniche psico-educative che permettono di intervenire ottenendo buoni risultati. Così strutturato, il testo si propone come un’ampia riflessione sulla società educativa di questo Occidente, tracciando una particolare storia evolutiva del nostro Paese, e, nello stesso tempo, stimola una riflessione operativa e concreta su quello che si potrebbe fare.
In effetti, con l’avvento della modernità e quindi della post-modernità, all’interno della quale siamo tutti noi inseriti, anche inconsapevolmente, si sono sviluppati una serie di obiettivi educativi e culturali che forse non sono proprio a vantaggio di un miglioramento generale umano. In altri termini, l’esaltazione continuata del "successo", come una meta legittimata socialmente e che ognuno di noi deve raggiungere per poter essere definito “un qualcuno“, ha determinato una serie di conseguenze che sono particolarmente negative, specialmente per un positivo sviluppo del sentimento di appartenenza comune alla stessa specie. In altre parole, nonostante questo sentimento di appartenenza comune alla specie non sia certamente qualche cosa di originale, all’interno del panorama evolutivo umano, lo sviluppo della tecnologia e il tipo di comunicazione mediatica che stiamo vivendo non facilita certamente la valorizzazione delle fragilità, oppure delle debolezze. Tanto più che ognuno di noi è parzialmente debole, proprio perché non fa parte della nostra esistenza umana conoscere compiutamente qualsiasi concetto o situazione di assoluto.
Mi sovviene il gioco del rugby. Colui che detiene la palla e deve procedere correndo in avanti, la può passare solo all’indietro, perché la vincita avviene nel momento in cui l’ultima persona riesce a portare la palla alla meta. Non si lancia la palla in avanti, ma, ripeto, indietro, affinché l’ultimo determini la vincita di tutta la squadra. In sostanza, ciò che per il calcio è il giocatore di punta, nel rugby corrisponde al difensore. Mi sembra una metafora decisamente interessante.
Sino a quando la nostra umanità non imparerà ad investire nella debolezza che caratterizza ognuno di noi, ed è particolarmente evidente in alcuni individui della nostra specie (per una serie di motivazioni di cui non è necessario discutere), non potremo avere un concreto sviluppo dei sentimenti empatici che migliorano la nostra cognizione del mondo. Una visione del mondo che si basa solamente su coloro che hanno ottenuto successo, che peraltro significa spesso possedere una enorme quantità di denaro (senza avere poi la reale possibilità di spenderlo), direi che è decisamente lontana dal progetto che un sufficiente livello di coscienza umanitaria dovrebbe sviluppare. Ognuno di noi possiede, come abbiamo appena scritto, una propria quota di fragilità, ed è proprio su questa quota che è possibile fondare il concetto di potenza, decisamente lontano da quello di forza (con questa si vince, con la prima si resiste). La potenza, all’interno della nostra specie, è rappresentata dalla figura femminile, da ogni madre (biologica o meno) che è nelle condizioni di ipotecare il futuro dell’intera umanità, attraverso la gestazione di una nuova vita. Un’ipoteca che dura inizialmente nove mesi ma che continua per tutta la vita. Proprio in questa dimensione temporale risiede la sacralità della nostra esistenza, e quindi anche della nostra fragilità. Grazie a quest’ultima abbiamo l’occasione di chiedere aiuto a coloro che in un preciso momento della loro esistenza possono fornircelo. E tutti noi sappiamo che esiste una reciprocità, e quello che può accadere ad una persona in un periodo, può accadere esattamente ad un’altra persona in un altro periodo. Ecco perché tutto ciò può essere insegnato e il testo di Rocco Romeo rappresenta un’occasione importante per entrare in questa dinamica cognitiva ed esistenziale.
È stato per me un onore e un piacere esprimere questi concetti, come prefazione a un libro che giudico utile per tutti, e non soltanto per gli insegnanti. In fondo, anche se in maniera diversa e con diverse competenze, ognuno di noi rappresenta un’occasione di luce per coloro che continueranno il nostro cammino. <<< ---

Di corredo all'evento, alcuni link relativi allo stesso e all'opera presentata dall'Autore:

https://youtu.be/Q94Z6WiiPNo

https://web.whatsapp.com/#


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domenica 28 giugno 2020

JASMINE LAURENTI E IL VIOLINISTA SUL BALCONE


Betapress.it
Per cortese autorizzazione dell'Autrice JASMINE LAURENTI - di cui, in calce, segue un profilo - e d'intesa con l'Editore originario BETAPRESS.IT, che ringraziamo, pubblichiamo un interessante e dinamico scritto che si riconduce alla vasta gamma di sensazioni originate dai giorni di lockdown ... ma non solo.


I Lettori, ne siamo certi, si sentiranno certamente attratti dalle sensazioni espresse dall'Autrice: ora identificandovisi, ora percependo connotazioni nuove o diverse di un recente, personale, vissuto. 
Quando taluno - con piglio autoritario ovvero dittatoriale, o 'a tassametro' come ama spesso indicare chi ora Vi scrive - tenta di soggiogarvi all'assioma "virus=niente sarà più come prima", non lo fà certo perché sia dotato di particolari doti cognitive o precognitive: lo fà per utilitarismo, o nella speranza di poter trarre personale vantaggio dall'opera dei 'burattinai' che stanno gestendo questa situazione, circondati da cortigiani e seguiti da gente che, purtroppo, ha limitata intelligenza, insufficiente cultura, ma anche quella paura subdolamente inoculata con il supporto di complici interessati: della cui buona fede chi scrive dubita fortissimamente.  Ecco allora che le parole di questa capace e sensibile Autrice, ben captate da un Editore attento, assumono un Valore molto importante: quello della solidità, della forza delle Energie sane, dell'Armonia di quell'Amore Universale di cui ogni essere umano è pur intriso, anche se non di rado se ne dimentica o - peggio - non ci fa più caso. E questo fa sì che Jasmine Laurenti ci sappia ricondurre, anche se non lo percepiamo appieno, alla riflessione e quindi alla percezione concreta di quell'Armonia che c'era prima che il virus venisse sparso, nella certezza che i giusti Valori di 'prima' siano anche i giusti valori del 'dopo', piuttosto che non decaduti o sacrificati sull'altare di pseudo-valori nuovi, effimeri, distorti, moralmente corrotti quando non del tutto falsi.

Anche l'Accademia di Alta Cultura - una delle più antiche in Italia, nata nel lontano 1948 - si associa al plauso, complimentandosi con l'Autrice.
Gustata questa bella performance di Jasmine con il suo IL VIOLINISTA SUL BALCONE, non resta che attendere la sua successiva 'fatica'.
Per i nostri Lettori che ancora non conoscono bene JASMINE LAURENTI, ecco un breve profilo dell'eclettica Autrice, Artista seria e appassionata, e sempre entusiasta Professionista. 
Jasmine Laurenti è giornalista iscritta allOrdine dei Giornalisti Inglesi, Leadership Advisor in Charismatic Communication, Inspirational Speaker e Talk Show Host.     
La sua carriera inizia a tredici anni, quale ‘voce’ in una delle prime radio private: rapidamente, la sua crescita si è imposta, e fin dall’inizio degli anni Ottanta la sua voce è già un vero e proprio brand, conosciuto e apprezzato in numerose radio locali di tutta Italia.                                                      
Oltre alla conduzione di programmi musicali e di talk show come animatrice e intervistatrice, Jasmine effonde il suo talento creativo nellideazione di format, spot pubblicitari e jingles canori.      

Ma dove Jasmine ha raggiunto i primi vertici, è stato nella sua carriera di doppiatrice, iniziata a Milano. In più di trent’anni al leggìo, presta la sua voce ad attrici come Brooke Shields, Renée Zellweger, Rose Byrne, Julia Ormond, Fran Drescher, Julianne Moore. Ma ha anche doppiato personaggi dei cartoon, che oggi sono veri e propri cult: tra questi, ''I Cavalieri dello Zodiaco’ (Tisifone),’Sailor Moon’ (Sailor Venus),’Lamù’, ‘ City Hunter (Kreta), ‘Scooby-Doo’ (Daphne), solo per citarne alcuni.                                            
Gli armoniosi timbri della voce di Jasmine, non passano certo inosservati agli amanti del canto: è sua la voce scelta per le 'Canzoncine della Pimpa’ - composte e arrangiate dal M° Corrado Tringali - e per i background vocals di 'Ricetta di Donna’ e 'Samba della Rosa’ di Ornella Vanoni.             
Nel 2015 Jasmine parte per New York e, in otto settimane di full immersion, conquista a pieni voti il suo meritato Diploma in Recitazione Cinematografica, alla prestigiosa New York Film Academy.                                
Tornata in Italia, intraprende un percorso formativo alla ‘NLP Italy School’ - certificata da Richard Bandler - e diretta da Alessio Roberti, diplomandosi ‘NLP Master Practitioner’. Il vero e proprio ‘colpo di fulmine’, lentusiasmo e la passione di Jasmine per la Comunicazione e lInterazione Carismatica, l’hanno ispirata nel mettere a frutto lesperienza maturata nei media, ottimamente coniugata all’eccellenza linguistica, a favore di personaggi pubblici che desiderano acquisire il carisma necessario per ‘bucare lo schermo’ in video e in performance dal vivo.     
Attualmente, è impegnata nello sviluppo di un particolare ed esclusivo  Progetto multimediale volto alla diffusione della consapevolezza del potere creativo delle parole pronunciate e ascoltate. Questo Progetto di alto profilo, sta assumendo forte concretezza in uno speciale case nel Canale YouTube Jasmine Laurenti”: vede Jasmine - con lo pseudonimo di Ondina Wavelet - nelle vesti di Inspirational Speaker e Talk Show Host
Per ultimo collabora con BetaPress.it, della cui Redazione fa parte in qualità di Responsabile della Comunicazione Innovativa.

Giuseppe Bellantonio 
Roma, 28 Giugno 2020


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sabato 6 giugno 2020

SPOLETO: IL MENOTTI ART FESTIVAL CELEBRA IL DESIGNER PIETRO CAMARDELLA.

Il Menotti Art Festival Spoleto continua le attività preparatorie alla kermesse di Settembre con la mostra del designer Ferrari e di importanti brand, Pietro Camardella che va a rafforzare il rapporto tra l'associazione Spoleto Art Festival ed il gruppo dei designer internazionali che fanno capo all'artista e scultore Antonio Perotti. 
La mostra - a cura della fotografa e artista romana Paola Biadetti e con la supervisione artistica dello stesso Perotti - resterà aperta dal 2 Giugno al 30 Giugno presso la Galleria di Spoleto denominata Caffè Letterario del Sansi, sarà inaugurata con la personale partecipazione dell'Artista il giorno 20 Giugno alle ore 17.  Come ormai per consolidata tradizione, al vernissage parteciperanno numerosi manager, artisti e designer.
Alla presentazione sarà messa in evidenza  l'evoluzione dello stesso da parte del Critico Sandro Costanzi e del prof. Luca Filipponi con il supporto di Antonio Perotti, che da Salerno si accosterà in Spoleto, per raccontare il designer, Paola Biadetti come direttore artistico dello Spoleto Meeting art e della comunizione del Menotti.
Soddisfatto il presidente del Menotti Art Festival Spoleto Luca Filipponi ha dichiarato: "Forse è ora che anche nell'arte il merito e la voglia di fare sempre il top riescano ad affermarsi e dominare altrimenti in un contesto molto competitivo post crisi sarà difficile emergere in un contesto globale, le arti dovranno essere interpretate anche come strumenti di sviluppo ed apertura".
Vi aspettiamo al Menotti Art Festival Spoleto, che - nella settimana dal 25 al 28 Settembre - eleggerà a protagonisti le Arti e gli Artisti. 
L'Accademia di Alta Cultura, legata attraverso il suo Presidente Giuseppe Bellantonio alla persona del Prof. Luca Filipponi, plaude a questa ennesima e bella iniziativa Culturale del Menotti Art Festival, estremamente qualificata per segnare la piena ripresa delle attività Culturali e Artistiche dopo il severo periodo di lockdown.
Roma, 6 Giugno 2020                                                             Giuseppe Bellantonio
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martedì 11 febbraio 2020

SANITÀ PUBBLICA: NON TUTTO E' PERDUTO.


Trattare di Sanità Pubblica, significa addentrarsi in un ginepraio dove spesso si assiste ad un fuoco incrociato verso gli operatori del comparto. Fissare appuntamenti, effettuare visite, confrontarsi con medici e personale infermieristico, per molti costituisce un insuperabile slalom: tale da convincerli a rivolgersi a quella sanità privata che è ben lieta di poterli seguire.
Quindi, ogni eccezione a tale situazione, da un lato pare ‘confermare la regola’ di fondo, ma dall'altro costituisce vivificante e tonica tematica per chi vede nel settore pubblico il naturale punto di riferimento della comunità.
Nei giorni scorsi, presso l’Ospedale romano CTO-Via S.Nemesio-Poliambulatori, ho effettuato una visita presso l’Ambulatorio di Pneumologia; nell'attesa del mio turno, grande è stata la mia sorpresa nell’ascoltare i commenti positivi (e, confesso, anche favorevolmente meravigliati) di chi usciva dopo essersi sottoposto alla visita. Commenti più che favorevoli, tanto per il Medico che effettuava la prestazione sanitaria che per chi l’assisteva sotto il profilo infermieristico.
Devo dire che, quando è toccato a me sottopormi alle visite, sono entrato non senza curiosità: ma confesso che sono stati sufficienti pochi minuti per rendermi conto di quanto corretti fossero i commenti ascoltati poco prima: un Medico – la Dott. Loredana Martone – competente, gentile e paziente nell'ascoltare il paziente, e un’assistente – l’Infermiera professionale  Antonella Manetti – altrettanto gentile e paziente. Entrambe dotate di una non usuale sensibilità unita a un livello di educazione che raramente ho riscontrato in contesti simili.
Un’isola felice, che mi ha fatto fare delle belle considerazioni: nella consapevolezza che molti siano i Medici e gli Infermieri che, come loro, siano professionalmente e umanamente bravi!
Queste sono le Persone che ci riconciliano con realtà a volte ostiche e spesso spinose, e sono Persone che confermano un vecchio assioma: al di là della pur necessaria preparazione medica o paramedica, a fare la differenza è sempre l’Uomo, l’Essere Umano, che – con intelligenza ed educata disponibilità – ha sempre presente di trovare come interlocutori degli altri Esseri Umani; persone o pazienti che dir si voglia.
Mi sono sentito in dovere di narrare e segnalare la mia esperienza perché è giusto, in un contesto sociale che spesso ci induce a ritenere che tutto stia per perdersi, dare atto che ‘non tutto è perduto’: e ciò proprio grazie alla professionalità di personale medico e paramedico che onora il camice che porta e la categoria professionale cui appartiene.
Roma, 11 Febbraio 2020
Giuseppe Bellantonio

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domenica 19 gennaio 2020

MUSICA E CULTURA: PER UNIRE ITALIA E RUSSIA.

MUSICA E CULTURA: 
UN ECCELLENTE BINOMIO PER UNIRE ITALIA E RUSSIA 

A Roma, nella prestigiosa cornice della Sala Verde dell’Istituto Nazareth, si è tenuto ieri un concerto lirico di eccellente livello artistico; evento che ha inteso celebrare tanto il nuovo CENTRO CULTURALE ITALIA-RUSSIA – che opererà nel segno della continuità con il Centro di Cultura Russo in Roma, fondato da Wanda Gasperovich – che per offrire un momento di solennità nel ricordando la ricorrenza del Capodanno Ortodosso.
L’Associazione Culturale si propone di promuovere e favorire ovunque gli scambi culturali, scientifici, economici e turistici tra l’Italia e la Federazione Russa. Inoltre, l’Associazione curerà tutte le attività finalizzate al rafforzamento dei rapporti tra le due realtà, nonché le attività di ricerca in ambito commerciale, scientifico, culturale e turistico, con significativa attenzione verso tutte quelle altre tematiche di natura etica che possano esservi correlate. 

La ripresa delle attività è coincisa con il rinnovo delle principali cariche sociali: alla Presidenza è stata designata la Prof.ssa Irina Iakobtchouk, mentre la direzione sarà seguita da Giuseppe Evaristo Massa, con la intensa e fattiva collaborazione di Olga Ivanova ed Elena Naryshkina.
Il clou è stato segnato dal concerto lirico, tenutosi alla presenza di un numerosissimo pubblico, che ha letteralmente colmato la grande Sala Verde dell’Istituto Nazareth, in via Cola di Rienzo 140 a Roma, e persino gli ampli corridoi limitrofi. Presentate da Elena Narysjkina. al pianoforte si sono avvicendate le pianiste Svetlana Dolotchenco, Marina Ciubotaru ed Elena Rusipova, accompagnando le soprano Irina Iakobrchouk, Olga Ivanova e Daniela Conti nelle loro interpretazioni di brani di Giuseppe Verdi, Giacomo Puccini, P.I. Tchaicoskij, S. Gastaldon e altri celebri Autori.
Il pubblico, costellato di raffinati melomani, ha applaudito con entusiasmo le eccellenti performance di queste Artiste di livello internazionale, e al termine si è brindato al Nuovo Anno secondo la Tradizione Russa, non senza aver prima ringraziato nuovamente l’Istituto Nazareth e l’Amm.re Lorenzo Ciliberti per la preziosa ospitalità, l’Accademia di Santa Cecilia per il cortese supporto e per la concessa disponibilità di un eccellente pianoforte, e l’Accademia di Alta Cultura per il suo prestigioso patrocinio.
Non si era ancora spenta l’eco delle ultime note e degli applausi, che l’Amm.re Lorenzo Ciliberti ha desiderato consegnare alla Prof.ssa Irina Iakobrchouk un Attestato a ricordo dell’evento, aprendo le porte a una collaborazione di più ampio respiro con l’Istituto Nazareth, nel segno di quelle nobili Tradizioni che accomunano il Popolo Russo e quello Italiano, particolarmente nel campo della Letteratura, delle Arti e della Musica.
Tra i molti presenti qualificati, giornalisti e personalità del mondo della Cultura e dell'Arte, notata la G.D. Anna Maria Petrova-Ghiuselev, Presidente della Nicola Ghiuselev Foundation, Fondatrice e Presidente della Biennale Artemidia, poetessa e imprenditrice.
In un incontro separato con i vertici del Centro Culturale Italia-Russia, nel corso del quale sono state ipotizzate varie possibili future iniziative comuni anche in collaborazione con l’Accademia di Alta Cultura e altri enti, l’Amm.re Lorenzo Ciliberti ha sottolineato il rinnovato corso dell’Istituto Scolastico Paritario Nazareth di Roma attraverso costanti e periodici eventi di divulgazione artistica e culturale, nonché di workhop, nell’interesse degli Allievi e delle loro Famiglie – ricordiamo: il Nazareth segue con cura e competenza dal Nido al Diploma liceale -, ponendo soprattutto enfasi per il nuovo Liceo a indirizzo Economico e Giuridico che il Nazareth metterà a disposizione degli Allievi con l’anno scolastico 2020-2021.  
Roma, 19 Gennaio 2020
Giuseppe Bellantonio
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