L'OROLOGIO DELLA MORTE CONTINUA
A SCANDIRE IL SUO TRISTE TEMPO
Le ripetute, devastanti, ferite inferte dal terrorismo
non riescono neanche a rimarginarsi, che altri avvenimenti incalzano con un
ritmo tragico, scandito dalle urla dei feriti e lo strazio dei parenti. Ma
anche lo strazio di una civiltà, quella c.d. occidentale, sempre più temebonda
e indecisa: sì incredula, ma decisamente troppo frammentata per dare una
risposta univoca e ferma.
Una civiltà sempre più fiacca che in Europa sta
esprimendo un sempre maggiore contrasto tra il sentire – tanto allarmato quanto
volutamente inascoltato – dei Popoli, e l’arrogante comportamento di dirigenti –
con ampio codazzo di sostenitori (tutti rigorosamente interessati, a titolo
personale o di loro complici) - che vogliono imporre una ‘loro’ pessima,
antistorica, immotivata, asociale, soluzione, dipingendola con unica possibile
quanto eccezionalmente favorevole! Mondo dirigenziale che sta scavando abissi
sempre più profondi tra ‘paese reale’ e ‘realtà imposta’: quest’ultima, imposta
persino da nazioni a sfavore di altre nazioni!
All'indomani della strage di
adolescenti a Manchester, avevo soprasseduto nell'esternare il mio sdegno e la
mia riprovazione per il gesto criminale, ben sapendo che – se analisi doveva
essere fatta – essa avrebbe dovuto essere oggettiva e non solo di parte.
Oggi è nuovamente sangue ed è sempre Londra a sussultare,
ferita: ma non dimentichiamo il caos scoppiato a Torino, di per sé con
caratteristiche riconducibili alla paura e al verificarsi di gesti criminali.
Oggi, i peggiori complici dei terroristi non sono solo
quelli che – da qualche parte, nel mondo – continuano a vendere loro delle
armi, ma sono soprattutto quelli che ne fiancheggiano in qualche modo la
devastante opera: ora sminuendola, ora invitandoci ad una impossibile
tolleranza, ora predicando una irreale e ormai risibile integrazione, ora
predicando addirittura una sorta di ‘perdono’. Perdono che suona offesa per i
morti e ancor più offesa per i Cristiani che quotidianamente, nel Mondo, sono
perseguitati, uccisi, squartati, privati dei beni e delle abitazioni… non
parlando delle donne violentate, abusate, umiliate e violate, per poi essere
uccise e mutilate o vedere uccisi sotto i loro occhi gli stessi figli.
Il grido di allarme, poi diventato vero e proprio urlo, da parte di chi – dati alla mano – invitava alla prudenza, non ignorando quella Storia
che è pur maestra di vita, è rimasto inascoltato e anzi silenziato da chi usa
belle e mielate parole – oltre che un potere, di cui abusa - per tacciare chi
possa esprimere dissenso e critica verso un modo di fare e di operare che
rasenta ormai il crimine.
Uno per tutti il monito della grande Donna e Giornalista Oriana Fallaci: Donna e professionista scomoda che suscitò grandi gelosie di mestiere, ed alla quale un asset maschilista non ha mai perdonato - neanche ora - le sue idee e soprattutto la grande energia con cui le sottoponeva al pubblico.
L’Islam è l’Islam, con le proprie regole, con i propri
costumi, con le proprie leggi, con le proprie strutture scoiali, economiche,
religiose e finanziarie.
Quale religione monoteista, ebbe a manifestarsi ad
opera di Maometto per la prima volta nella penisola araba nel VII° secolo
dell’era cristiana: quindi, una forma religiosa relativamente nuova, se
rapportata ad altre convenzionalmente monoteiste ma di molto ad essa
pregresse.
Ma, proprio perché l’Islam è
rimasto sempre tale, le tracce storiche di un suo mutare rapportato alle altre
realtà socio-religiose, ci dicono che mai esso si è integrato; ha sempre
costituito un insieme a sé stante, ove i capi religiosi detengono un rilevante potere
anche sociale ed economico, costituendo punto di riferimento assoluto per le
comunità. Le donne, poi, hanno tutte le non-concessioni che ben conosciamo
(sempre rispetto al c.d. mondo occidentale): ma se rispettiamo l’Islam, con
tutte le sue regole, non possiamo pretendere – negli anni 2000 – di essere
proponenti ottusi di una sua qualche modificazione, in chiave occidentale.
Persino imponendola. Taluni hanno la smania di voler ‘civilizzare’, di voler
‘occidentalizzare’ una realtà che è chiusa come un’ostrica e che non ammette le
contaminazioni con quella occidentale, se non a parole.
Si può convivere
civilmente con chi agisca e la pensi differentemente da noi, ma non si possono imporre modelli di ‘civiltà’ (che a ben vedere tali non solo, spesse volte) prettamente occidentali, tentando di 'convertire' le popolazioni di fede islamica agli standard occidentali.
Ecco allora che noi occidentali, i cristiani in primis, continuiamo ad essere
additati come infedeli rispetto a loro; ecco che le nostre donne (incluse
quelle femministe che continuano a sbraitare tanto, deprimendo il femminilismo
in battaglie ormai di retroguardia) sono addirittura qualificate come impure
e reputate alla stregua di oggetti senz’anima e senza diritti, solo da usare; ecco che quanti
professano la propria religione, che non è quella islamica, vengono
perseguitati per blasfemìa salvo il convertirsi all’Islam per avere salva la
vita e non perdere i propri beni.
Questa è, scarsissimamente mutata dal VII° secolo d.C.,
la realtà dell’Islam; anche se va riconosciuto che tra costoro c’è gente che sa
esprimere moderazione, condivisione di principi degnissimi, intelligenza e
acume, tolleranza verso gli altrui costumi, usi e consuetudini.
Ma
rappresentano e rappresenteranno solo delle eccezioni: e come tali, non di rado trovano rifugio in un
occidente che ad oggi non li ha classificati certo in base alla loro religione
ma ha anzi riconosciuto i loro meriti nelle Arti e nelle Scienze.
A noi occidentali vissuti nell'eredità dell’Illuminismo e del Rinascimento, seguendo le pulsioni originate dalla
Rivoluzione Francese – eredità oggi assolutamente superata, quella
dell’Illuminismo e quella stessa della Rivoluzione Francese, per l’odierna civiltà:
quella dell’antropocene – piace
filosofare e immaginare che delle controparti possano essere animate da uguale
sentire.
Ma non è così: le nostre considerazioni, le nostre valutazioni, i
nostri sofismi intelletualoidi, non si conciliano con la realtà di cui sopra.
Ma, attenzione, non per nostra incapacità: quanto perché quel mondo resta
chiuso, non si integra né vuole interagire come non si è voluto integrare in
1300 anni.
In realtà esso segue la via antica della colonizzazione
altrui: inserirsi, moltiplicarsi, tendere al controllo. La stessa via, d'altronde, che Erdogan ha pubblicamente additato al suo Popolo, ad ogni famiglia Turca: fate
cinque figli. Una bomba demografica che
esploderà tra non molto nell'occidente cieco e sordo ad ogni allarme: occidente che ha il nome di Europa.
E dove
l’Islam arriva, non si integra ma al massimo coabita e convive strumentalmente, creando delle enclave assolutamente autogovernantesi e
riferentesi sempre e comunque agli imam:
persino la grande Inghilterra, che ancora ha molto da insegnare, ha concesso
dei Tribunali ove viene applicata la legge coranica sempre che non confliggente
con quella inglese.
E l’Europa? E l’Italia? L’Europa è al momento un concetto
più geografico che non socio-economico. Quanto all'Italia...
L’Italia - come altri Paesi europei, d'altronde – è sotto il tallone
tedesco, cui per ora reagisce limitatamente la sola Francia: forse più per
un’atavica incompatibilità con i tedeschi, e perché non dimentichi dei danni fatti dal
I°, dal II° e dal III° Reich e timorosi di quel IV° Reich che sta calando giù
la maschera in queste ultime settimane.
Che la decisione – forte, energica, da Nazione che vuole
essere padrona di se stessa e della propria Storia – dell’Inghilterra di uscire
dalla trappola-pantano denominato UE con il suo Euro ormai teutonicamente
dimensionato, abbia guastato i piani della tribù dei ‘normalizzatori’ è un dato
di fatto.
Hanno fatto una vera e propeia campagna per destabilizzare la libertà di voto degli inglesi, ompaurendoli al massimo sulle conseguenze qualora fossero usciti dalla UE.
Che la di poco successiva elezione di Trump a Presidente degli USA abbia dato il colpo di grazia, è un ulteriore dato di fatto. Anche in questo caso, si evocavano i fulmini di Giove sul popolo USA qualora fosse stato eletto Trump; un mix decisamente collaudato, e tipico della sinistra, quello di demonizzare un avversario e di azzannarlo alla gola per abbatterlo.
Hanno fatto una vera e propeia campagna per destabilizzare la libertà di voto degli inglesi, ompaurendoli al massimo sulle conseguenze qualora fossero usciti dalla UE.
Che la di poco successiva elezione di Trump a Presidente degli USA abbia dato il colpo di grazia, è un ulteriore dato di fatto. Anche in questo caso, si evocavano i fulmini di Giove sul popolo USA qualora fosse stato eletto Trump; un mix decisamente collaudato, e tipico della sinistra, quello di demonizzare un avversario e di azzannarlo alla gola per abbatterlo.
Alla
vigilia delle elezioni USA, i filo-Clinton – rappresentante della prosecuzione
dell’amministrazione Obama – sono spuntati come funghi, tifando
apertissimamente contro Trump, letteralmente offeso, svillaneggiato e persino
ingiuriato e additato come la peste per il Mondo. Uno stile d’azione, quello di convergere
tutti contro un comune ‘nemico’ per demolirlo, un sostenersi a vicenda con
reciproci e camerateschi endorsment (quante pacche sulle spalle),
caro non ad un asset democratico ma ai perenni cultori di un deteriore marxismo
che – anch’esso, guarda caso – non conosce il dialogo; sorride, ma con gli
occhi e gli atteggiamenti scava e delimita: chi non è con noi è contro di noi.
L’inatteso, ma non per gli americani, trionfo di Trump ha necessariamente
comportato dei ‘danni collaterali’: innanzi tutto, non credo che Trump
dimentichi le parole offensive dette contro di lui e la sua famiglia dal
‘cartello’ dei potentati europei. Quegli stessi che hanno cavalcato l’onda
anti-Russa a favore di una discutibilissima posizione pro-Ucraina; quegli
stessi che hanno messo le sanzioni alla Russia, decretando l’impoverimento di quei
Paesi europei che con le esportazioni verso quella grande Nazione davano
ossigeno ai loro bilanci; quegli stessi che, in ambito NATO, hanno tollerato
una Turchia che comprava illegalmente petrolio attraverso combinazioni molto
ambigue da chi l’occidente dichiaratamente combatteva; quegli stessi che hanno
supinamente accettato che la Grecia venisse tanto drammaticamente immiserita e
conquistata – economicamente – dall'egemonia teutonica; quegli stessi che hanno
favorito la caduta di regimi dell’Africa mediterranea (per carità: biasimevoli
ma cardine negli equilibri della zona) per soppiantare ciò che c’era con le
loro aziende, le loro esportazioni, la loro vendita di armamenti, i loro
governanti-travicello; quegli stessi che di fatto sostengono oggi (contro
modeste concessioni finanziarie) la macroscopica e demagogica operazione di
sostituzione della popolazione italiana attraverso l’immissione illecita,
irregolare e incontrollata, di gente definita con un abuso lessicale ‘migrante’
ma che sono solo dei clandestini in cerca di vitto, alloggio, cure e
mantenimento. Soggetti ai quali vengono
riconosciute prebende e diritti che gli Italiani non hanno: con conseguente
depauperamento di ingenti risorse finanziarie, che avrebbero potuto essere invece investite nel ciclo produttivo, per favorire nuovi investimenti e quindi nuova occupazione.
(fine prima parte)
Roma, 4 Giugno 2017 Giuseppe Bellantonio
(nota: immagine ripresa da Google, via Internet; i diritti, se richiesti dall'avente titolo, saranno corrisposti)
----------------------------------
Disclaimer / Avviso 1
L'autore nonché titolare dei diritti e dei doveri relativi alla gestione di questo blog rende noto a tutti gli effetti di Legge quanto segue:
1) tutti i diritti di proprietà artistica e letteraria sono riservati. Ai sensi dell'art. 65 della Legge 22 Aprile 1941 n° 633, è vietata la riproduzione e/o diffusione totale o parziale - sotto qualsivoglia forma - senza che vengano citati il nome dell'autore e/o la fonte ancorché informatica.
1) tutti i diritti di proprietà artistica e letteraria sono riservati. Ai sensi dell'art. 65 della Legge 22 Aprile 1941 n° 633, è vietata la riproduzione e/o diffusione totale o parziale - sotto qualsivoglia forma - senza che vengano citati il nome dell'autore e/o la fonte ancorché informatica.
2) E' vietato trarre copie e/o fotocopie degli articoli/interventi contenuti nel presente blog - con qualsiasi mezzo e anche parzialmente - anche per utilizzo strettamente personale/riservato.
Disclaimer / Avviso 2
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001. L'autore non è responsabile per quanto pubblicato dai lettori nei commenti ad ogni post. I commenti ritenuti offensivi o lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di terzi, di genere spam, razzisti o che contengano dati personali non conformi al rispetto delle norme sulla privacy, potranno essere rimossi senza che per ciò vi sia l'esigenza di prendere contatto anche preventivo con gli autori. Nel caso in cui in questo blog siano inseriti testi o immagini tratti dal web, ciò avviene considerandoli di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione fosse tutelata da possibili quanto eventuali diritti d'autore, gli interessati sono pregati di comunicarlo via e-mail al recapito giuseppebellantonio@infinito.it al fine di procedere alla opportune rettifiche previa verifica della richiesta stessa. L'autore del blog non è responsabile della gestione dei siti collegati tramite eventuali link né dei loro contenuti, entrambi suscettibili di variazioni nel tempo.
Disclaimer / Avviso 2
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001. L'autore non è responsabile per quanto pubblicato dai lettori nei commenti ad ogni post. I commenti ritenuti offensivi o lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di terzi, di genere spam, razzisti o che contengano dati personali non conformi al rispetto delle norme sulla privacy, potranno essere rimossi senza che per ciò vi sia l'esigenza di prendere contatto anche preventivo con gli autori. Nel caso in cui in questo blog siano inseriti testi o immagini tratti dal web, ciò avviene considerandoli di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione fosse tutelata da possibili quanto eventuali diritti d'autore, gli interessati sono pregati di comunicarlo via e-mail al recapito giuseppebellantonio@infinito.it al fine di procedere alla opportune rettifiche previa verifica della richiesta stessa. L'autore del blog non è responsabile della gestione dei siti collegati tramite eventuali link né dei loro contenuti, entrambi suscettibili di variazioni nel tempo.
Oltre ciò - specie per le parti informative a contenuto storico e/o divulgativo - i Lettori, ovvero quanti comunque interessati alla materia, che possano ritenere ciò utile e opportuno, potranno suggerire delle correzioni e/o far pervenire qualche proposta. Proposte che saremo lieti di valutare ed elaborare.
Nessun commento:
Posta un commento