Le forti agitazioni che scuotono oggi la Francia sono testimonianza certa del
profondo malessere che pervade l’Europa, ma direi il Mondo, in modo sempre più
palese, producendo scuotimenti sempre più energici in un contesto dove la
spaccatura tra potere centrale e cittadini è ormai divenuta un abisso che pare
difficilmente superabile. L’unione tra Stati propugnata dai Padri Fondatori – Alcide De Gasperi, Altiero
Spinelli, Jean Monnet, Robert
Schuman, Joseph Bech, Konrad Adenauer, Paul-Henri Spaak – mostra peraltro i segni di un profondo
logoramento, visto lo stato in cui è: un coacervo di interessi portati avanti
con minacce, ricatti, obblighi, troppo spesso con il fine di favorire ovvero
far predominare tornaconti tali che è difficile poter indicare come essere il
reale ‘interesse dei popoli’. Questo ci
riporta alle imponenti manifestazioni di popolo che hanno segnato quest’ultima
settimana: tutte all’insegna della protesta contro i governi, accusati – tra le
altre cose – di pesanti inosservanze delle rispettive Costituzioni, con violazione
di tutti quei diritti fondamentali che riconducono alla sfera delle LIBERTA’,
personali e non. A prescindere da quelle altrettanto
imbonenti di Dublino, Londra, Atene e Algeri – per citarne alcune -, la manifestazione
che mi ha colpito di più è proprio quella di Parigi, in cui decine e decine di
migliaia di cittadini hanno palesato disagio, insoddisfazione, timore per il
presente, paura per il futuro.
Il grido comune che è risuonato alto e
possente nell’aria è quel LIBERTE’ che proprio il 14 Luglio del 1789 – ‘quel’
14 Luglio, assurto a festa nazionale in Francia e vessillifero di ‘rivoluzione
per la libertà’ in tutto il mondo – si è alzato proprio dalle strade di Parigi,
divenendo un simbolo inequivocabile e difficilmente mistificabile ovvero
interpretabile a seconda degli umori del governante di turno. A far data da ’quel’
14 Luglio, i Francesi hanno saputo dimostrare di essere Popolo, piuttosto che non
‘un insieme di genti o di campanili di provincia’, in grado di mobilitarsi con
sorprendente rapidità, riempiendo vicoli, strade e piazze per protestare senza
indugio, specie a salvaguardia dei propri non negoziabili diritti.
Un
simbolo storico di grande valenza, quindi, ‘quel’ 14 Luglio; così com’è ancora fortissima
l’impronta storico-simbolica lasciata da ‘quei’ dieci giorni (dal 7 al 16
Luglio 1647: ben 142 prima della ‘presa’ della Bastiglia!) durante i quali circa
500.000 napoletani si ritrovarono unanimi e solidali nell’obbedienza ed
esecuzione (per dirla con il futuro papa Clemente X) degli ordini impartiti da
quel Tommaso Aniello d’Amalfi, detto Masaniello, per ribellarsi all’insopportabile
pressione fiscale (ma non solo…) imposta dal viceré di Napoli, Rodrigo
Ponce de León, che governava Napoli per conto di Filippo IV di Spagna. Proprio quest’anno vi è stata la ricorrenza
dei 400 anni dalla nascita di questo eroico napoletano, perito a seguito di una
congiura, anche se una coltre d’oblio l’ha contraddistinta: segno che in Italia
– patria d’origine di Masaniello - la conoscenza della Storia, il ricorrere
delle date più significative, la celebrazione dei simboli più veri e autentici,
il contenuto stesso di parti significative del corso degli eventi, si stanno
opacizzando sotto la spinta costante e distruttiva di chi non ama insegnare la
Storia (prediligendo storielle al ‘sapore di storia’), di chi scavalca a piè
pari le ricorrenze più significative della vita di una Nazione, di chi tenta di
distruggere le Tradizioni smantellandone Simboli e Valori (per lo più attraverso
l’imposizione di nuovi e diversi pseudo-valori, spesso fantasiosi, arbitrari e persino mostruosi).
Per
Masaniello e la massiccia rivolta popolare di Napoli del Luglio 1647, sono trascorsi 374
anni, numerosi restano gli interrogativi: soprattutto sul ruolo di questo
personaggio ormai entrato nel mito, le sue pulsioni personali e soprattutto di
come sia riuscito a trasmetterli con grande enfasi e significativa capacità al
mezzo milione di napoletani che allora parteciparono ai moti rivoluzionari,
accettando con rispetto, fierezza e obbedienza l’autorità di comando di quell’umile
ma volitivo venditore di pesce. Un uomo che la stessa Chiesa – cui egli all’epoca
fu estremamente rispettoso – indicava come moderato, prudente e assennato. Anche allora risuonò alta la parola LIBERTA’,
poiché solo attraverso la LIBERTA’ i Popoli riescono ad agire reagendo, a
esprimersi, crescere, combattere per la propria stessa sopravvivenza.
Meno
interrogativi – in linea di massima – sussistono per le ragioni determinanti la
presa della Bastiglia, la Rivoluzione Francese la stessa era dei Lumi e le conseguenze
che esse hanno avuto nel mondo contemporaneo e nello sviluppo della sfera dei diritti
della persona, stimolate dal classico trinomio LIBERTE’ - EGALITE’ - FRATERNITE’
acquisito ormai in ogni dove: direi che lo status di Democrazia riporta a tali
principi.
Ho
indicato ‘in linea di massima’ poiché, documenti alla mano, la presa fu in realtà
un episodio modesto e di tutt’altra valenza: non fu atto scaturito da una
volontà di popolo e non vide una mobilitazione di massa, ma fu in realtà un
evento-simbolo intorno al quale venne costruito dalla propaganda contestataria il
mito stesso della Rivoluzione Francese. In
realtà, fu un’azione che vide uniti alcuni piccoli gruppi di soggetti senza
arte né parte a dei disertori, penetrati – ma senza l’uso della forza, né atti particolarmente
bellicosi, salvo una scaramuccia contro la guarnigione svizzera, poiché il
governatore di Parigi aveva ordinato di aprire la porta di ingresso alla
fortezza – per rubare delle munizioni, una piccola parte delle quali,
incautamente maneggiate, esplosero. La
popolazione parigina, in realtà si tenne ben alla larga da tale avvenimento:
niente marcia travolgente, niente scariche di fucileria o scontri all’arma
bianca, niente sventolìo di bandiere su barricate improvvisate, niente inneggiamenti
alla LIBERTE’ mentre si liberavano i prigionieri politici… anche perché al momento
dei fatti non vi era alcun prigioniero da liberare! Quindi, da fatti tanto
modesti – sapientemente enfatizzati e abilmente manipolati dai capi della Rivoluzione
e acquisiti solennemente dagli organi istituzionali dell’epoca - nacque il mito
della cruenta battaglia dei rivoltosi parigini per la conquista della famosa e
tetra fortezza! Un’impresa dipinta e tramandata come coraggiosa, che da epopea
divenne Storia e quindi mito, perno stesso della Rivoluzione Francese.
Fa impressione oggi sentire riecheggiare,
com’è avvenuto emblematicamente a Parigi, il grido LIBERTE’… Ma allora, quello
che in molti chiamano oggi ‘progresso’ o ‘transizione’ verso un qualcosa di più
che positivo, in realtà equivale a un ritorno al passato? Siamo alla soglia di
un Medio Evo prossimo venturo? Francamente,
anche se non mancano reiterati, preoccupanti, segnali, la reazione che si sta
sviluppando e rafforzando a livello umano, è da considerarsi positivamente: come
la reazione di un organismo vivente che, per non soccombere, fa appello a ogni
sua forza, ben comprendendo che ciò che avverrà, ciò che si potrà fare, si
ripercuoterà per generazioni. Tentiamo quindi di leggere i fatti con occhi
positivi, reattivi, perché ciò che avviene ci coinvolge TUTTI, a ogni latitudine.
Dobbiamo credere con tutte le nostre forze in una RIGENERAZIONE, nella RIPRESA,
in una nuova CRESCITA: ma questa DEVE coinvolgere TUTTE LE GENERAZIONI – anziani,
giovani, soggetti maturi e giovanissimi – trovando la giusta ispirazione nella FORZA
del proprio spirito, del proprio ‘sé’, così da poter esprimere
la propria natura creativa, costruttiva.
Perché? Ma perché lo sviluppo globalizzato,
all'insegna del materiale, del potere, del denaro, della sopraffazione, ha
accelerato la crescita, sicuramente pilotata, di 'falsi valori' come di 'falsi
miti', andando letteralmente a smantellare quei 'valori reali' alla base dello sviluppo
- lento, metodico, sedimentato - di genti e popoli. Intorno
a noi ci sono tali e tanti problemi da incutere terrore! Ma non è
nutrendoci di caramellose e vacue ‘verità’ che potremo risolvere qualcosa: solo
andando alla radice potremo estirpare tutta la gramigna che soffoca il ‘vero’
nutrimento, il grano del corpo, della mente e dello spirito.
Classi dirigenti carenti di
esperienza e di formazione (quasi sempre 'create' a bella posta, a tavolino,
dai loro reali 'padri': occultamente ben presenti alle loro spalle), difficoltà
nel lavoro, aziende in crisi che non reggono il cambio rapido degli scenari, il
gioco crudele delle delocalizzazioni, la consapevolezza che occorra sanare gli
squilibri interni e internazionali, la certezza che non è con le armi che si
possano risolvere i contenziosi o tenere in scacco intere nazioni, la necessità
di rafforzare il valore ed il concetto stesso di PATRIA nonché l'ente FAMIGLIA,
quale unico caposaldo alla tenuta di quel che resta di essenziali valori etici
e sociali, e quindi equilibri... Ecco, tutto ciò ha alle spalle la
pletora di soggetti che, fors'anche privi di cultura, proprio rifacendosi (ma
solo a parole…) ai Lumi e alle diverse (rispetto a prima) energie veicolate
dalla Rivoluzione Francese, si riempiono la bocca (e tentano di riempire i
nostri cervelli, tentando di forzare la nostra logica, il nostro sentire,
attraverso ragionamenti artificiosi e speciosi) con 'nuovi' pseudo-valori incentrati
(sempre a parole…) sul classico trinomio LIBERTÀ - UGUAGLIANZA -
FRATELLANZA. Valori certamente di enorme portata, ma ormai troppo 'rimodellati'
ad uso e consumo di chi è impegnato in operazioni di manipolazione.
Ma se il
trascendente viene cancellato da una visione pragmatica e ormai laicista, mi
dite voi come può esistere (e mi rifaccio anche alla - solo apparente - antitesi
tra FIDES e RATIO) un progresso, un'era all'insegna dei Lumi, senza la presenza
di un ingrediente essenziale qual è il ricondursi al Trascendente, al Divino?
Certo, l'uomo ha 'inventato'
altri elaborati, altri schemi, tentando di surrogare la zoppìa di spiritualità.
Ma ormai i nodi sono giunti, prepotenti e numerosi, al pettine! Una cosa è la
'dea ragione' che intellettualmente possa sostenere i nostri processi intellettivi
e di crescita, una cosa è operare in modo agnostico, senza il supporto costante
di un modello spirituale e fideistico, priva di un’Entità Superiore, prodiga di
insegnamenti. Le nostre strenue
fatiche umane, le nostre costanti vicissitudini sono meglio sopportabili con i
valori di tutta una vita e con gli insegnamenti che in essi sono insiti: ma
l'indignazione (sovente ‘pilotata’ e quindi strumentale) per eccessi, squilibri
e ingiustizie, non possono farci sostituire detti valori con surrogati
posticci, simil-veri, ma dagli evidentissimi limiti. Ecco
perché - fermo restando il fervore creativo scaturito all'epoca dai Lumi,
quale ribellione alle ingiustizie e soprattutto ai limiti fino ad allora
imposti da nobiltà e clero (il 'terzo stato' era costituita dai contadini, poi
in gran parte sostituiti dalla borghesia), oggi non si può più concedere a
questo processo intelletual-creativo (caduto, evidentemente, in mani sbagliate…)
il potere di surroga ai valori dello spirito, dell'anima, della fede nel
trascendente. E questo - sempre secondo la mia ottica, certo - priva ormai la Francia
di quel plusvalore derivatole dall'essere (stata) patria del movimento dei
Lumi.
Anche perché come può ancora sostenere questi valori
una nazione che ha fortissimi interessi coloniali e che è preminente nella
fabbricazione e vendita di armi? Un non-senso: reso fascinoso dal ricondursi,
sempre e comunque ma solo a parole, ai valori del trinomio originario. Ecco quindi che, a mio avviso, al classico
trinomio LIBERTÀ - UGUAGLIANZA - FRATELLANZA possiamo, anzi dobbiamo,
aggiungerne un altro: LIBERTA’ – GIUSTIZIA - EQUITA’ e un altro ancora SPERANZA -
DIGNITÀ - RISCATTO. Non dimenticando
che è proprio la DIGNITÀ il valore dei valori, quello che si riferisce
direttamente all'esistenza dell'uomo e che rispecchia il senso del divino e
tutti i principi in esso insiti.
Noi che ancora crediamo alla nobiltà di Tradizioni e Valori, continuiamo a porre l’UOMO
al centro di tutto: non i robot, non i tralicci, non gli automatismi, non i
computer; sostenendolo e arricchendolo con i frutti del progresso piuttosto che
non privandolo – con la scusa di ‘farlo stare meglio’ – delle sue nobili e
faticose conquiste.
Chi
saprà farsi carico di questi Valori, anche quale forte movimento di opinione,
guidando genti e popoli assetati di pace e di giustizia sociale, chiuderà per
sempre la pagina - già superata - dei Lumi... che, evidentemente, non riescono
più a 'illuminare' neanche un sottoscala; eviteremo così il pericolo di inciampare!
Roma, 19 Luglio 2021 - Giuseppe Bellantonio
Nota: in apertura ‘E’ possibile la comprensione dell’essere?’, acrilico su tela 100x80, Opera del M° Korradi Könner. Riproduzione per gentile ed esclusiva autorizzazione dell’Artista. ‘Questa è l'intima essenza di Korradi. Come lo scrittore ama disporre in buon ordine le parole, lui ama il buon ordine delle sue forme e dei suoi colori, nei labirinti della creazione’: così lo stesso Autore ha voluto commentare questa sua pregevole Opera. La creatività, l’accesa e dinamica cromìa che accompagna le linee e le forme espressive di questo Artista della Pop Art, intrigano l’osservatore, attirandolo in un vortice di profonde sensazioni.
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Sempre illuminante.
RispondiEliminaGrazie del complimento... E' giunto il momento che l'Europa che vuol trasfprmarsi in centripeda di un cambiamento basato su valori rAdicalmente nuovi, basati principalmente sulla violazione, violenza, tradimento di quelli pregressi. La civiltà non l'ha fatta Internet, bensì ciò che Internet contiene. In primis la storia greco-romana, mesopotamica, egiziana, dell'area dell'Indo e del Gange, del Tibet... Qella è la storia, quelli sono i valori 'veri'. Tutto il resto, è solo similvero, a beneficio di menti labili e doi soggetti in possesso di quella sub-cultura che li rende docili e ammaestrabili...
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