martedì 2 maggio 2017

LA RIFORMA DELLA CHIESA: LA SFIDA DI PAPA FRANCESCO

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Come già anticipato alla cortese attenzione dei nostri Lettori, nei giorni scorsi si è tenuta una Sessione tenuta dal Prof. Rocco D'Ambrosio - della Pontificia Università Gregoriana – che ha presentato il suo libro    Ce la farà Francesco? La sfida della riforma ecclesiale".
L’evento, curato dalla Prof.ssa Fiorella Ialongo - Università degli Studi di Roma Tre - ha avuto luogo nella splendida cornice dell'Istituto Portoghese di Sant'Antonio in Roma – di cui è Rettore Monsignor Agostino Da Costa Borges -, sotto l'alto patrocinio di S.E. l'Ambasciatore del Portogallo presso la Santa Sede - Dott. Antonio De Almeida Riberio - con a latere Padre Nuno Da Silva Gonçalves, S.J. - Rettore della Pontificia Università Gregoriana -.
Dopo un caloroso indirizzo di benvenuto da parte di S.E. l’Ambasciatore Antonio De Almeida Riberio, altre parole di benvenuto – ma anche di introduzione alla serata – sono state indirizzate ad un pubblico attento e selezionato, tra cui spiccavano S.E. l’Ambasciatore di Albania e S.E. l’Albasciatore di Timor Est, dal ‘padrone di casa’ Mons. Agostino Da Costa Borges,  da Padre Nuno Da Silva Gonçalves, S.J., dall’Autore e dalla Prof.ssa Fiorella Ialongo.                             Questa, ha unito all’ultima fase dell’introduzione, l’inizio vero e proprio della Sessione, porgendo al Prof. Rocco D'Ambrosio una serie di quesiti, suscitati dalla lettura del libro da lui scritto.
        Alle domande, stimolanti e garbate, poste dalla Prof.ssa Ialongo, il Prof. D’Ambrosio ha risposto sempre con capace e seria profondità – d’altronde, il tema del libro da lui scritto, era estremamente qualificato -: ora approfondendo ora collegandosi ad altri argomenti comunque pertinenti la tematica comunemente esaminata.
        Al termine della Sessione, i molteplici ringraziamenti indirizzati all’Autore hanno esaltato sì i contenuti della sua opera, ma eminentemente hanno posto in una luce più completa e corretta – agli occhi esterni, ma non solo -  l’opera di Papa Francesco, e lo spirito che la permea.
        In questa sede, chi scrive ed era presente in rappresentanza dell'Accademia di Alta Cultura, qui porge alla c.a. dei Lettori taluni dei contenuti recepiti nel corso dell’importante incontro, ampliate da proprie valutazioni personali.
        Al quesito dell’Autore – “Ce la farà Francesco?...” -, che scaturisce a più di mille giorni dall'elezione di Papa Francesco a Vescovo di Roma, hanno fatto da contorno le molte domande incentrate sul di Lui Pontificato e le risposte che, quali chiavi di lettura, l’Autore stesso ha offerto con il piglio dello studioso (qui ricordiamo come egli si occupi di logiche istituzionali, in particolare degli aspetti filosofici di queste: tematica peraltro già dallo stesso affrontata in precedenti saggi), attraverso analisi  e approfondimenti.
        Innanzitutto, va posto nella luce più corretta e genuina come il Papa non stia seguendo certo logiche correlate a teorie di tipo ‘rivoluzionario’: Egli opera invece per il Popolo, per favorirne l’elevazione spirituale, sociale, etica e morale, affrancandolo dalle logiche di sfruttamento e sopraffazione cui possa essere sottoposto, ovunque nel Mondo.                                                                                               Il Papa delle Genti parla alle Genti con un linguaggio preciso e ben comprensibile, che non lascia adito a dubbi e che, proprio per questo, può aver dato ‘fastidio’ a molti: anche all’interno delle mura Vaticane.
        L’Ill.mo ed Ecc.mo Pontefice, a ben vederne l’opera sin qui espressa, si muove – al pari dei Suoi Illustri predecessori – in linea con quanto stabilito dal Concilio Vaticano II°, concorrendo così con la propria azione al conseguimento degli stessi obiettivi conciliari.              
Certamente un’azione di tale spessore, che si muove su piani temporali complessi e molto, molto, diversi per l'impatto sociale, abbisogna di tempi adeguati, ma molto molto lunghi.
Nel suo scritto, l’Autore,  si propone dichiaratamente di sperimentarsi in un'approfondita e ragionata analisi istituzionale della Chiesa Cattolica nel pontificato di Papa Bergoglio. E l’augurio che tutti hanno fatto – più o meno palesemente – è che il Pontefice riesca a compiere un buon tratto del lungo percorso stabilito nel Concilio Vaticano II°, e che soprattutto Egli riesca a concretizzare le riforme che ha posto in essere nell'interesse della Chiesa di Roma, ma anche e soprattutto nell'interesse dei Fedeli che a lui guardano con speranza come ad un innovatore nel solco della Tradizione.
Il Papa – ricordava il Prof. D’Ambrosio nell'offrirci un quadro ampio e variegato di tutto il contesto – ci insegna e ci esorta a guardare avanti, stigmatizzando nel contempo le incrostazioni, le sovrastrutture, i comportamenti profittevoli o amorali  che hanno deturpato il vero volto della Chiesa.  
Un Papa da amare, da sostenere nella sua opera con il contributo che ciascuno di noi potrà offrire, così comprendendo e facendo meglio comprendere le difficoltà che Egli affronta quotidianamente nell'esecuzione del Suo ministero: che è d’ordine disciplinare, teologico, normativo, fideistico e sociale.
Tutti sono rimasti colpiti da questa interessante e compiuta serata, e soprattutto dai contenuti così mirabilmente espressi dall'Autore.  Contenuti che sicuramente rafforzano e meglio indirizzano la Fede di ciascun Cattolico, ma che riportano alla mente di chi scrive anche la secca esortazione di Papa Francesco: "Meglio non credenti che credenti ipocriti"...
... ecco, dunque, aiutiamo l'azione del Papa da credenti, da fedeli, da buoni cristiani: con i fatti.                                                                                  Le tante, le troppe parole e persino le critiche, lasciamole agli incerti, ai pavidi, ai tiepidi: a chi, in definitiva, 'crede a modo suo', ma non 'Crede'.

Roma, 2 Maggio 2017
Giuseppe Bellantonio
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