Il progetto – elaborato con il
sostegno di finanziamenti istituzionali e sviluppato da menti aperte e
costruttive, che hanno messo in gioco anche le sottili vibrazioni del cuore – è
stato rivolto a 30 giovani interessati alla conoscenza e alla divulgazione
della vera e travagliata Storia dell’Istria. L’Associazione
delle Comunità Istriane è una delle numerose Associazioni di Esuli che,
aggregandosi, fanno capo alla FEDERESULI:
Federazione di cui è Presidente il dottor Antonio Ballarin.
Lo sviluppo del progetto - curato
personalmente dalla prof. Carmen Palazzolo Debianchi, dell’Associazione delle
Comunità Istriane, peraltro nativa dell’isola di Cherso - ha previsto per questo viaggio di istruzione tappe
nelle città di Fiume, Cherso e Lussino. Lo scopo principale del viaggio,
svoltosi dal 1° al 7 Ottobre, è stato quello di divulgare presso le nuove
generazioni la storia del popolo giuliano-dalmata – di cui sono note le
nobilissime origini, le forti impronte romane e veneziane - fino all’Esodo, ripercorrendo le tappe di
questa storia complessa ed anche tragica proprio attraverso la visita dei
luoghi dove si sono svolti gli eventi, alla ricerca di elementi ancora percettibili
nell’arte, nell’architettura, nelle tradizioni e - ovviamente - nella lingua
delle minoranze.
Quest’anno, oltre al gruppo di
giovani di età compresa tra i 18 ed i 30 anni, si è aggiunto un gruppo di
studenti del Liceo Artistico di Orvieto accompagnati dalla loro
insegnante, la prof.ssa Marella Pappalardo, Delegata a Orvieto. Si è
trattato di un gruppo costituito da nove ragazze delle terze classi premiate
con questo viaggio per il merito, cioè sulla base della media del profitto
conseguita alla fine dell’anno scolastico 2014/2015: un’opportunità
gratuitamente resa disponibile dal Presidente dell’Associazione delle Comunità
Istriane, Manuele Braico, e concretizzata grazie alla disponibilità del Dirigente
Scolastico del Liceo in questione. L’itinerario non ha potuto toccare
tutte le terre coinvolte nell’Esodo
giuliano, purtuttavia le tappe sono state molte: Fiume, Cherso, Lubinizze, Caisole, Ossero, Lussin Piccolo e Lussin
Grande, Neresine.
A Fiume, a Cherso e a Lussin Piccolo
si è svolta anche la toccante visita alle Comunità Italiane: a Fiume – città dove
le attività della nostra Comunità sono particolarmente intense, grazie alla
presenza di poli di aggregazione e di attività, di un centro di cultura, di una
biblioteca, di scuole e università - l’incontro è avvenuto in modo
istituzionale alla presenza del Console dottor Palmenteri (cfr. foto di
gruppo), del Direttore dell’Istituto di Cultura Italiana e di alcune docenti del
Dipartimento di Lingua e Letteratura italiana presso l’Università di Fiume. L’opportunità
dell’incontro ha messo ancora una volta in risalto quanto sia sensibile, delicato
e aperto il problema delle minoranze italiane in quelle terre: gente che va tutelata
e sostenuta, anche se non si può fare a meno di sottolineare come parte del
popolo giuliano-dalmata nutra forti riserve, ma anche diffidenza, verso “I RIMASTI”. Ciò ha motivazioni antiche
e complesse, per spiegare le quali occorrerebbe un’altra lunga conversazione:
cosa che la prof.ssa Pappalardo si è riservata di fare in seguito per il nostri
Lettori. Il MAE ha
investito molto denaro per ristrutturare all’estero sedi degne e prestigiose
per le comunità italiane; tuttavia,
sulla costa mancano docenti, libri, eventi di rilievo per la diffusione dei
valori e della lingua Italiana, come pure per la stessa valorizzazione delle
nostre Comunità.
Con rammarico, si deve evidenziare
come in Italia tutta la complessa questione è ancora poco nota a causa di circa
sessant’anni di pavido silenzio; solo Trieste, massicciamente coinvolta
dall’Esodo, conosce a fondo la storia del Confine orientale: non dimenticando e
custodendo la Memoria del Ricordo. E’
necessario che le nuove generazioni conoscano e giudichino in base ai fatti, ai
dati ed alle testimonianze storicamente acquisite, affinché - attraverso la
riflessione sull’Esodo – possano comprendere i dramma dei “nuovi esodi” e
la tragedia connessa alla condizione universale di esule e di profugo.
I reali riscontri del viaggio
emergeranno a medio termine attraverso quel processo di sedimentazione dei
ricordi, delle sensazioni e delle emozioni che emergeranno dagli elaborati che
i giovani partecipanti produrranno: articoli, disegni e un servizio fotografico
che sarà messo a punto dalle studentesse del Liceo di Orvieto. Sicuramente, proprio sulla base delle
esperienze direttamente vissute, ora sapranno ben valutare, discutere ed anche
farsi portavoce delle vicende conosciute attraverso le spiegazioni ottenute
da guide o da esuli durante il loro viaggio.
L’ultima tappa, è
stata densa di forti sensazioni: il gruppo si è fermato alla Foiba di Basovizza
- Monumento Nazionale a tutti gli infoibati dai Titini, dal 1943 in poi (nella
foto: un argano con la croce sopra, a simboleggiare lo strumento con il quale
venivano riesumate le salme dall’abisso) -, con loro il Presidente
dell’Associazione Manuele Braico.
Un omaggio a chi non è più con noi, ucciso
barbaramente solo perché colpevole di essere Italiano; ma anche omaggio ed
esaltazione del valore di quelle genti giuliano-dalmate, che hanno affrontato con compostezza, forza e grande dignità delle prove tremende.
Prima di lasciare Trieste, nel
momento dei saluti e dei ringraziamenti presso la sede dell’Associazione,
la prof.ssa Pappalardo ha espresso le considerazioni e le conclusioni del
viaggio, gettando un ponte verso i destinatari futuri di simili opportunità e
delle prospettive di impegno che queste rappresenteranno per le Comunità Italiane
in Istria e in Dalmazia.
E’ stato un viaggio intenso,
compiuto da chi fino ad oggi aveva solo tristi memorie de relato del ferreo regime titino: emozioni su emozioni, dinnanzi
alla bellezza inesprimibile di luoghi, di paesaggi, di architettura, di luce e
di profumi, di gente, di Italiani ancora più commossi di noi nel darci il loro
caloroso benvenuto.
Un’accoglienza densa di ricordi,
perenni nella Memoria di chi ha dovuto lasciare per sempre quelle terre.
Roma,
13 Ottobre 2015 Giuseppe Bellantonio
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