Tempo fa una mia Carissima e fraterna Amica, mi ha fatto ricordare con prepotente vividezza la figura di Eleonora Pimentel Fonseca, nobildonna di adozione napoletana, che diede appassionato lustro al sogno di Libertà ed Eguaglianza nel breve e sanguinoso impeto della Rivoluzione Partenopea del 1799.
L'8 Marzo è proprio la "... giusta circostanza
per ricordare, e quindi celebrare, il coraggio la forza e la virtù di chi,
Donna intemerata, seppe affiancarsi al fiore del pensiero umanistico e
filosofico della nobiltà e di uomini meridionali per inverare, anche se solo
per lo spazio di pochi mesi, l'aspirazione alla dignità dell'essere liberi
ed uguali nei diritti"... così ricordo che si espresse la G.D.
Gerardina Laudato, precisando altresì che tale ricordo agevolava il suo essere
avversa a "...ogni sguaiata, volgare ed umiliante carnevalata a cui, in
tanti casi per ignoranza e cialtroneria, viene degradato il sacrificio di Donne
che si batterono strenuamente per rivendicare rispetto e giusti diritti".
Ecco, a me piace avviare la mia riflessione con questa citazione - che a
chi è campano susciterà intense reminiscenze -: il 1799 fu un anno che
quasi tutti i libri di Storia 'saltano' a piè pari, ma esiziale se si vuol
conoscere in modo certo e completo cosa accadde realmente a Napoli e nel Regno
delle Due Sicilie, e l'enorme tributo di sangue pagato dalla Popolazione tutta
per mano di invasori che stuprarono, rubarono, saccheggiarono e uccisero, in
modo barbaro e violento. Avvenimenti di cui anche storici illustri non
amano trattare, fosse solo perché ci sarebbero da riscrivere
centinaia di pagine ogni intrise da storielle salvifiche che non insegnano
certo la Storia, ma salvano la pseudo-dignità di chi si macchiò di tali
efferatezze, condannando all'oblio ciò che subì il Popolo partenopeo:
dimostrando una dignità e una fierezza ai più sconosciuta. E le Donne
partenopee si distinsero per coraggio, dedizione e sacrificio estremo: al
fianco dei propri Uomini, ma anche prossime a sconosciuti, accomunati da un eguale,
nobile, sacrificale, sentire.
Questa è la Donna che celebriamo, custode dei Valori più autentici.
Non preda delle mode pregne di un intellettualismo effimero e di scarsa
qualità, dedite con amore sincero alla cura della propria Famiglia, vicine ai
loro compagni e attente a risparmiare quanto più possibile per poter degnamente
combinare il pranzo con la cena, in quest'ora così buia per il mondo del lavoro
e per tutti gli Italiani: consapevoli che proprio la Famiglia è l'ultima diga
che si frappone al disastro sociale, al franale dei Valori, sottoposta a un
quotidiano attacco teso ad azzerare la quotidianità che pur ci ha
caratterizzato a oggi.
In poco più di un anno in Italia si è sabotato e distrutto tutto il tessuto
socio-economico e finanziario esistente, obbligando poi i Cittadini a subire un
continuo lavaggio del cervello teso a far accettare l'inaccettabile, adducendo
i fieri colpi di un male che, ancora oggi, ha contorni incerti, che segna
interventi opaci e intempestivi, che vede un accanita ostinazione nel volerci
sottoporre a una specie di cura (non 'vaccino' né 'farmaco': basta leggere i
bugiardini delle ditte produttrici), evitando pervicacemente, e anzi obbligando
i medici in tal senso, che possiamo sottoporci a cure tradizionali e certamente
efficaci, con farmaci ampiamente testati e regolarmente approvati.
Amiamo le Donne consapevoli del proprio ruolo nelle Famiglie e nella
Società, e crediamo nella forza della loro presenza: quasi sempre vero collante
contro le disarmonie e gli squilibri che possano sussistere.
L'8 Marzo non si festeggia la Donna.
L'8 Marzo non si commemora la Donna.
L'8 Marzo è invece un giorno dedicato, a livello internazionale, alla
Donna sì per celebrarne le conquiste politiche e sociali
conseguite ma anche per reclamarne a gran voce la conquista per quelle
Donne - e sono tantissime! - che nel mondo non ne possono fruire e che
spessissimo non hanno un volto, una voce.
La Festa, per le Donne, va invece celebrata ogni giorno: con un gesto di
attenzione, di solidarietà, di comprensione, di disponibilità, di equità e
soprattutto di sincera gratitudine per ciò che fanno, per la loro stessa presenza.
Roma, 8 Marzo 2021
Giuseppe Bellantonio
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PIENAMENTE D'ACCORDO.
RispondiEliminaGrazie Vittorio. Buona serata.
EliminaAnche ío sono pienamente d'accordo
RispondiEliminaGrazie Norberto. Un fraterno saluto.
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