TRA GUERRA E PACE
L’assassinio
a Mosca del dissidente Nemtsov -
‘normalmente’ a passeggio con la propria fidanzata, nonostante l’asserita
minaccia per la sua vita – ha certamente suscitato molte reazioni: eccone alcune.
La
prima – ovvia in quanto tanto umana quanto generalizzata, e quindi presente
anche in Russia – è stata di forte condanna per tale efferato crimine nonché di
cordoglio.
La
seconda – anche questa normale – è stata l’assicurazione delle autorità locali
circa l’avvio di immediate indagini al fine di rintracciare responsabili ed
eventuali mandanti. Una reazione che,
considerato il ruolo comunque politico del soggetto, ha innescato anche la
mobilitazione nelle indagini anche da parte degli organi centrali.
La
terza – meno normale – è la constatazione dell’immediata mobilitazione delle
Diplomazie Occidentali che, senza neanche attendere di sapere molti altri
dettagli oltre quelli dell’avvenuto omicidio, si sono subitaneamente cimentati
e compattati in un coro anti-Putin: quasi indicandolo come il mandante morale
se non materiale dell’omicidio del dissidente.
Un
atteggiamento, quest’ultimo, che non può che destare interrogativi e sospetti:
c’è un fronte anti-Putin e quindi anti-Russia a livello internazionale? Si è
costituito prima o dopo la crisi Ucraina? Esistono e quali sono le responsabilità in capo ai vari soggetti in campo o rappresentati – ad
ogni livello - nello scacchiere ucraino?
La
logica sembra non escludere – ma, anzi: forse proprio il tipo, lo spessore e le
stesse parole adottate per le reazioni avverse a Putin potrebbero far nascere,
ed alimentare, dubbi e sospetti - che Nemtsov possa essere stato ucciso proprio per danneggiare Putin e l’immagine
della Russia di Putin: uno strato di fango – che sembra essere stato fin troppo
facile cospargere – che si unisce a quelli già sedimentati contro di lui per la
questione Ucraina. Dall’Occidente oggi si
dipinge a fosche tinte un Putin nemico della libertà, della democrazia e quindi
del suo stesso popolo, ostinato signore della guerra impegnato su più fronti…
Se
l’omicidio Nemtsov fosse così avvenuto, chi potrebbe essere stato a guidare la
mano degli assassini, chi potrebbe essere l’occulto mandante? Teniamo presente
che ancora non ci sono particolari sul delitto, salvo quelli potuti apprendere attraverso
i mezzi di informazione: peraltro, la fidanzata dell’ucciso aveva ricordi
confusi. Sono stati dei killer fomentati da nazionalisti/integralisti
politici o religiosi? O criminali comuni per una qualche ripicca soggettiva da
far ricadere – per vendetta – oggettivamente su qualcuno? E quale potrebbe
essere lo scopo?
La
Russia conta quasi 144 milioni di abitanti e la sola Mosca è alla soglia dei 12
milioni, senza contare quella massa di persone che ogni giorno dall’esterno vi
si possa recare per lavoro o commercio: non dimentichiamo che le condizioni
economiche, prima ancora che sociali, erano state portate ad un buon livello di
crescita proprio da Putin e dal suo entourage. Certamente, con tutte le disfunzioni che tale
tipo di crescita (sicuramente rapida oltre che concreta) ha potuto comportare
in una Nazione tanto grande e dagli aspetti geo-politici molto particolari e
compositi, dalle mille sfumature e dalle mille sfaccettature tutt’oggi poco
compenetrabili all’analisi esterna anche più sofisticata: è un fatto che dalla
Russia partissero intensi flussi di turisti che, una volta a destinazione, non
lesinavano spese ‘facili’. Tutto ciò, fino
allo shock di qualche mese fa, che ha
segnato la brusca discesa dei prezzi del mercato petrolifero, sotto la spinta
dell’offerta originata dall’estrazione dello shale oil – con il costituirsi di un consistente e (secondo me, non
casuale) fronte ribassista sui prezzi del greggio) La Russia quindi, non gode più di ottima salute economica: ora
tutto è molto ridimensionato e
contemporaneamente c’è da giurare che ci sia chi possa soffiare sul fuoco dei
nazionalismi per indirizzarli comunque contro Mosca: persino appoggiandoli e/o
favorendoli senza molte riserve e senza farsi troppi scrupoli; e non ci sarebbe
da meravigliarsi che ci possa essere chi, così eventualmente facendo, possa
augurarsi in una ‘risposta’ russa eccessiva: o di teatro, in Ucraina, o di
ritorsione (ad esempio, utilizzando la potente leva delle forniture di gas, o
altro) alle misure sanzionatorie prese dalla coalizione targata NATO e fatte
proprie dalla UE.
Qualche
analista, particolarmente esperto sui corsi e ricorsi storici, vuol vedervi il
possibile tentativo da parte dell’occidente (ovvero: di un certo tipo di ‘occidente’,
con un certo tipo di nazioni più o meno affiancate in tale agire) di
orchestrare e stimolare una campagna anti-Putin attraverso l’altrettanto
possibile appoggio morale e mediatico alla dissidenza, per così rappresentare facilmente
agli occhi dell’opinione pubblica (in un’Europa, particolarmente distratta di
fronte a ciò che accade dentro i suoi confini, e molto tiepida su ciò che
accade al di fuori: salvo vampate di pilotata e interessata ‘indignazione’,) la
fotografia di un regime assediato da un popolo ‘quasi’ in rivolta. Solo che questo ‘quasi’ trova scarsa
aderenza con la realtà; e sono proprio i numeri di cui sopra a farvi
riferimento: su 12 o su 144 milioni di persone, 10.000 o 20.000 o 100.000
manifestanti possono rappresentare esclusivamente un sintomo più o meno palese e sincero di taluni mali del Paese: dissidenza, squilibri sociali,
ecc. Anche perché c’è comunque da analizzare
e valutare ciò che si verifica ‘spontaneamente’ e ciò che invece origina
‘spintaneamente’: ossia sulla base di stimoli esterni che, in quanto tali, sono
sempre e comunque un attacco all’attuale sistema sociale, politico ed economico
russo. Che può piacere o meno: ma che è quello validamente e legalmente
costituito
Ma
ha ragione la Russia a reclamare per l’ ‘invadenza’ dell’Occidente nei suoi
‘affari interni’? Ha ragione a insospettirsi circa la possibile esistenza di
una sorta di complotto anti-Putin e quindi anti-sovietico?
Non
vorrei essere io – che ignoro di questa particolare materia - a dare una qualche chiave di lettura a questi
interrogativi… Ma mi permetto di fare dei parallelismi, persino bislacchi: in
ogni caso, da non ‘addetto ai lavori’.
Quando
altrove, ossia in altre Nazioni,
accadono contestazioni o palesi malesseri legati – che so – alle
differenze di etnia o di sesso o di credo, o disordini legati al mancato
rispetto dei diritti umani, o al malessere sociale ed economico che pervade
molte Nazioni, non ricordo di aver sentito un qualche politico russo, né
tantomeno Putin, censurare i governanti di questo o quel Paese, fornendo
persino quella che avrebbe potuto essere scambiata o spacciata per solidarietà.
Rispetta
se vuoi essere rispettato! E’ una massima sostanzialmente vecchia di migliaia
di anni. E non sempre viene applicata:
soprattutto nel mondo di quella politica affaristica che non va per il sottile
nel tentare ogni manovra utile a creare squilibri, attraverso i quali poter
speculare.
Si
può non rispettare Putin, la Russia
ed i Russi, esigendo però rispetto verso se stessi e/o i propri possibili/eventuali
alleati?
Ci
si può meravigliare se la Russia, mediaticamente ‘assediata’, nei cui confronti
sono state adottate ‘sanzioni’ (strumento di una guerra soft. Ma non meno pericolosa, specie per i rischi di escalation), decida di utilizzare
diversamente i suoi flussi di gas o ritenga di cambiare repentinamente il suo
peso negli equilibri dello scacchiere internazionale?
E’
saggia o inopportuna e improvvida la decisione del governo di Kiev di acconsentire alla proposta/disponibilità USA
di invio di ‘consiglieri’ (che non sono
certo esperti nella boulangerie
locale: i ‘forni’ accesi, sono molti…) ? E cosa accadrebbe se per caso un proiettile
(Amico? Nemico? Pilotato? Strumentale?) comunque esploso in un teatro di
guerra dovesse ferire o uccidere un consigliere, un militare USA?
L’Occidente così solennemente (ed
economicamente… : in nome del business,
più che di altri ideali) impegnato su questo fronte
Allora: abbiamo da poco celebrato,
commemorandola con grande dispiegamento di Capi di Stato e di Governo, la
ricorrenza del 150° anniversario della Grande Guerra: quella Prima Guerra
Mondiale che, in un immane bagno di sangue, la successiva Storia oggi definisce
essere stata praticamente inutile:
ossia, niente che non si potesse risolvere con il ricorso alla normale diplomazia. Tutti questi soloni contemporanei - indifferentemente se oggi di là e di qua del
fronte allora interessato - dovrebbero spiegarlo ai milioni di morti di allora
ed alle loro Famiglie! Come pure certe
solennità commemorative in occasione dell’anniversario dello Sbarco in
Normandia, hanno visto vicini indifferentemente – pur se in nome degli alti
Ideali di Libertà, Uguaglianza, Pace e Fraternità - rappresentanti contemporanei tanto degli
aguzzini che dei liberatori di ieri. E, francamente, a quella vista, la memoria
storica ha avuto il sopravvento sulla Memoria più nobile.
Personalmente, capisco tutto: ma la
Memoria, specie quando è intimamente connessa a drammi colossali, può lasciare
il passo al Perdono, umano e cristiano, ma - fermo restando che il Perdono
dovrebbe essere un Atto di natura più intima – altra cosa è l’atteggiamento di
chi possa aprirsi al Perdono personale, in rapporto all’affidare il colpevole
alla solennità di una Giustizia Superiore, della Giustizia Divina. Ecco: credo che troppe frettolose
‘assoluzioni’ storiche, non dovrebbero avvenire poiché potrebbero assumere uno
sgradevole retrogusto: avrei trovato più corretto che – in quella come in altre
occasioni ugualmente solenni ed ugualmente pregne di ricordi dolorosi – i potentati dell’apparire tendessero meno
all’autocelebrazione ponendosi meno in evidenza. Anzi: qualcuno dovrebbe forse
sentirsi ancora costernato, molto addolorato: anche se il Tempo tende a far
sbiadire ricordi più tragici, aiutando così gli immemori, per indole o per
pavidità o per utilità.
Meglio sarebbe stata una solenne
cerimonia religiosa in ogni Capitale del Mondo, al fine di ricordare le
atrocità delle guerre e il valore immenso, incalcolabile, della Pace, pregando
per allontanare ogni pericolo e per scongiurare ogni ulteriore conflitto.
Meglio sarebbe stato parlare di
celebrazioni all’insegna di un ‘ritrovato e rinnovato spirito di amicizia’,
mantenendo vigile ogni senso per poter evitare gli scempi delle guerre. Il Vico fu maestro nel delineare i
fondamenti dei ‘corsi e ricorsi storici’: teoria che si estese poi anche
all’economia, grazie agli esponenti della Scuola storica: non dimentichiamolo;
e i ‘corsi e ricorsi storici’ sono sotto gli occhi di tutti.
Altro sale sulla ferita chiamata
Russia è stato poi sparso, e in modo non casuale, sulla presunta ‘scomparsa’ di
Putin da Mosca e dalle cerimonie: una ridda di ipotesi ha squassato il web, i
mezzi di comunicazione scuotevano i lettori più tiepidi formulando ogni tipo di
ipotesi; il che – aggiunto al preesistente affaire
Nemtsov – scatenava la fantasia dei solenni complottisti che si alternavano
dalle colonne dei giornali, alle tv, alle radio, alle conferenze.
Oggi, per quegli inspiegabili ma
purtroppo usuali fenomeni che presiedono alla moderna comunicazione, non si
sente quasi più parlare di Ucraina o di Putin o di quali pessime cose avvengano
in Russia… Questo avviene nel mondo ‘ufficiale’:
nella realtà, le mamme ucraine sono affrante ed impaurite per i loro figli al
fronte, figli che quando tornano nelle loro case per una breve licenza dal fronte,
si interrogano sempre più incerti sui perché di questo conflitto d’area, su chi
lo abbia realmente voluto, quali interessi ci siano sotto e – soprattutto – se sia
realmente giusta la parte per la quale combattono.
Ecco, questo dovrebbe impressionare
la tiepida Europa dei Popoli: più di celebrazioni pompose e stridenti con l’essenza
della Morte; di quella Morte sparsa a piene, e colpevoli, mani da signori in
marsina e bombetta.
Ieri come oggi, e – purtroppo – come
potrebbe accadere domani se l'Uomo non si riapproprierà della propria dignità interiore, allontanando i Signori della Guerra dal capezzale di questa Umanità fin troppo sofferente e carente dei valori fondanti dei propri Antenati.
Roma, 24 Aprile 2015 Giuseppe Bellantonio
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Roma, 24 Aprile 2015 Giuseppe Bellantonio
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