Su cortese autorizzazione dell'Autore, porgo alla c.a. dei miei Lettori i contenuti di un articolo tracciato dall'Ill.mo Prof. Salvatore Sfrecola sul blog 'un sogno italiano' in occasione della nomina di S.E. Raffaele Squitieri a Presidente della Corte dei Conti.
Raffaele
Squitieri Presidente della Corte dei conti
di Salvatore
Sfrecola
Il
grosso pubblico lo ha conosciuto in questi giorni, apprendendo dai giornali e
dalle televisioni che, intervenendo in rappresentanza della Corte dei conti in
alcune audizioni parlamentari sul disegno di legge di stabilità, aveva
manifestato alcune perplessità sul provvedimento. Secondo i giudici contabili,
infatti, la Tasi, “che moltiplica il suo peso rispetto a quello incorporato
nella vecchia Tares e che lascia ai Comuni la facoltà di rideterminare
l'aliquota, crea il presupposto di aumenti di prelievo da parte degli enti
locali con aliquota Imu inferiore al massimo previsto dalla legge”. Una cauta
riflessione che, non c’è dubbio, sarà piaciuta a molti.
Ma
Raffaele Squitieri, che ieri il Consiglio dei ministri ha nominato Presidente
della Corte dei conti, su designazione unanime del Consiglio di Presidenza della
magistratura contabile, è personalità nota tra gli addetti ai lavori,
all’interno della pubblica amministrazione e non solo. Fino a ieri Presidente
della Sezione del controllo sugli enti e Presidente aggiunto, in precedenza ha
ricoperto incarichi importanti nell’Istituto di viale Mazzini, impegnato
soprattutto nel controllo ma anche nella giurisdizione avendo presieduto la
Sezione giurisdizionale regionale per la Regione Molise.
Tra
gli incarichi extragiudiziari va ricordato quello di Capo di Gabinetto del
Ministro per i beni e le attività culturali e Presidente del Collegio dei
revisori del CONI. In questo ambito Squitieri ha ricoperto altri importanti
incarichi.
La
sua nomina è stata accolta con grande soddisfazione dai colleghi, come dimostra
il gran numero di messaggi trasmessi via mail sulla posta interna, che gli
riconoscono grande capacità di lavoro anche nelle sedi collegiali dove si
confrontano opinioni e indirizzi dottrinali e giurisprudenziali, attitudine ad
assumere rapidamente decisioni dimostrata nel periodo nel quale, da Segretario
Generale della Corte dei conti, ha svolto un ruolo fondamentale per il buon
funzionamento dell’Istituto.
Da
Squitieri i magistrati della Corte dei conti si attendono che l’ascolto del
mondo politico e governativo, assicurato a Squitieri da amicizia e stima
personali consenta alla Corte, alla quale di recente sono state attribuite
importanti funzioni in materia di controllo su Regioni ed enti locali, di
assumere un assetto organizzativo ed un profilo operativo adeguato alle
aspettative di chi auspica un indirizzo di gestione delle risorse pubbliche
conforme alle regole della legalità e dell’efficienza.
I
colleghi si attendono, in particolare, una valorizzazione dei momenti collegiali
allo scopo di assicurare, dopo averli adeguatamente dibattuti, indirizzi
uniformi che diano alle deliberazioni della Corte l’espressione di pronunce
dotate di certezze che aiutino amministratori e funzionari nel loro difficile
compito a fronte di bilanci sempre meno ricchi in presenza di una crescente
richiesta di servizi provenienti dalla comunità
amministrata.
Un
compito impegnativo, dunque, quello che attende Raffaele Squitieri sul più alto
scranno della Corte dei conti, una Istituzione fondamentale del nostro
ordinamento che ha appena festeggiato i 150 anni di vita nello stato unitario,
che nel 1862 fu il primo giudice civile ad estendere la propria giurisdizione
sull’intero Regno, come tenne a sottolineare Quintino Sella, Ministro delle
finanze, in occasione dell’inaugurazione della Corte a
Torino.
Primo
giudice perché la preoccupazione degli statisti dell’epoca era quella di
assicurare il buon andamento della finanza pubblica, allora come oggi gravata da
un pesante debito pubblico. Con un sola differenza, non da poco. Che il debito
pubblico con il quale l’Italia finalmente unita si trovava a fare i conti era in
gran parte di origini che possiamo definire nobili, in quanto conseguenza delle
spese sostenute per le guerre del Risorgimento, mentre oggi il peso del debito
consegue a scelte dissennate lungo alcuni decenni, nel corso dei quali la regola
è stata la sistematica violazione delle norme costituzionali sulla copertura
delle spese.
Si
è detto più volte che è stato la distribuzione di ingenti risorse è stata fatta
dai governi degli anni ‘6 e ’70 per assicurare la pace sociale. Il pericolo è
che la si perda per l’aggravarsi della crisi economica.
In
questo contesto, come dimostrano le parole di Raffaele Squitieri che abbiamo
ricordato, la Corte dei conti continuerà a svolgere il suo ruolo di custode del
pubblico erario con le azioni concrete e le riflessioni che offre all’attenzione
di Governo e Parlamento.
30
ottobre 2013
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Oltre ciò - specie per le parti informative a contenuto storico e/o divulgativo - i Lettori, ovvero quanti comunque interessati alla materia, che possano ritenere ciò utile e opportuno, potranno suggerire delle correzioni e/o far pervenire qualche proposta. Proposte che saremo lieti di valutare ed elaborare.
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